DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Un libro denuncia il “terrorismo dal volto umano” I colletti bianchi che riducono e selezionano le nascite

I colletti bianchi che riducono e selezionano le nascite

di Antonio Gaspari,
da Zenit (11/01/2010)


Esiste un terrorismo che è più subdolo e fa più vittime di quello esplicito fatto di bombe e attentatori suicidi.

Si tratta del terrorismo dei colletti bianchi di alcune istituzioni internazionali che, attraverso una cultura che si presenta come suadente e progressista, vara e applica progetti miliardari per convincere le donne ad abortire e non costruire famiglie stabili; convince anziani e malati ad accettare l’eutanasia chiamata “morte dolce”; promuove pratiche di selezione e di produzione di embrioni di tipo eugenetico.

A denunciare questa nuova forma di dittatura è il prof. Michel Schooyans, docente emerito all’Università di Lovanio, dove insegna Filosofia politica ed Etica delle questioni demografiche.

Filosofo e teologo, il prof. Schooyans è membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e della Pontificia Accademia Pro Vita. Autore prolifico ha scritto e pubblicato più di venti libri tradotti in otto lingue differenti.

Il Pontefice Giovanni Paolo II ne aveva grandissima stima e consigliava a tutti la lettura dei suoi libri. La prefazione del volume di Schooyans Nuovo disordine mondiale (San Paolo, 2000) tradotto in varie lingue è firmata dal Cardinale Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI.

Il libro Il terrorismo dal volto umano, edito da Cantagalli, è la traduzione aggiornata dello stesso volume scritto e pubblicato nel 2006 da Schooyans in collaborazione con la ricercatrice Anne-Marie Libert.

Con una documentazione accurata e precisa. Schooyans denuncia i pericoli di questo “terrorismo dolce”, che con la sua ingegneria verbale mette a punto “bombe che fanno meno rumore e meno fumo” ma che hanno avuto l’effetto devastante di veicolare una “cultura di morte”.

Secondo l’autore belga questo nuovo terrorismo “sembra avere un volto umano, sembra favorire la libertà, mentre nella realtà cerca di trascinare gli uomini nella cultura della morte”.

Il prof. Schooyans spiega gli effetti nefasti di quella rivoluzione culturale di portata mondiale che ha rifiutato Dio e annichilito l’uomo, inseguendo l’utopia di una società che sta tentando di cancellare la speranza.

L’autore dimostra con esempi concreti e documentati in che modo il senso naturale delle parole venga distorto al fine di imporre politiche contrarie alla vita e alla famiglia naturale.

A proposito dei programmi contraccettivi, l’autore ha scritto: “È risaputo che la pillola del giorno dopo causa un aborto precoce. E invece, dagli anni Cinquanta in poi, si è sempre giocato con le parole; le si commercia, si imbroglia la gente con i termini. Si continua a martellare la gente con un ragionamento mistificatore, così esplicabile: ‘Non c’è aborto prima dell’annidamento dell’ovulo fecondato. La pillola contraccettiva agisce prima; dunque essa non è abortiva’. Così si restringe il significato del concetto di ‘aborto’ per poter ‘stabilire’ il fatto che la pillola non è abortiva”.

In merito alla discussione sull’utilizzo della pillola contraccettiva e il passaggio dalla pillola all’aborto, insieme a una documentazione scientifica accurata, Schooyans racconta di come fu condotto il dibattito nell’ambito della “Commissione per lo studio della Popolazione, della Famiglia e della Natalità” durante il Concilio Vaticano II.

L’autore spiega esattamente come anche autorevoli esperti cristiani vennero ingannati, e di come l’ideologia relativista penetrò nel tessuto sociale della Chiesa cattolica provocando una diaspora che portò Cardinali e Conferenze episcopali a criticare e ad opporsi all’enciclica “Humanae vitae” di Paolo VI.

A questo proposito Schooyans dedica un capitolo al “rischio dello scisma”, e sottolinea quanto furono importanti e decisivi gli insegnamenti magisteriali in ambito bioetico del Pontefice Pio XII.

Questa parte della trattazione fa emergere il dubbio che tante critiche contro Papa Pacelli non sono relative al rapporto con il mondo ebraico, bensì alla granitica difesa dei principi che stanno alla base della vita e della famiglia.