DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Al via la Clericus cup. Intervista al capitano del Redemptoris Mater: è doveroso unire sport, formazione intellettuale e spirituale, studio

E’ stata presentata questa mattina, nell’atrio dell’Aula Paolo VI in Vaticano, la quarta edizione della “Clericus Cup”, il campionato di calcio per sacerdoti e seminaristi di tutto il mondo promosso dal Centro Sportivo Italiano. 16 squadre si confronteranno, a partire da sabato 20 febbraio, sui campi in erba sintetica del Pontificio Oratorio di San Pietro. Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha inviato per l’evento un messaggio di saluto esprimendo il suo apprezzamento per una “iniziativa volta a promuovere la reciproca conoscenza e la condivisione fraterna tra persone provenienti da ogni parte del mondo”. Ha partecipato alla presentazione anche mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. Luca Collodi gli ha chiesto di commentare questo ormai tradizionale appuntamento sportivo:

R. – Quest’anno lo trovo particolarmente bello perché abbiamo l’Anno Sacerdotale e così lo sport si collega con il sacerdozio, con la preparazione al sacerdozio – perché la maggioranza sono ancora seminaristi -, cioè un campo di esercizio fisico ma anche di fraternità. Questo mi piace e per questo appoggiamo con tutte le nostre forze quest’iniziativa.


D. – Lo sport, in questo caso il calcio in particolare, come può aiutare la preparazione di un giovane al sacerdozio?


R. – Già il calcio è uno sport di squadra. Oggi i sacerdoti devono lavorare insieme, devono rispettare le doti e i talenti degli altri per arrivare ad uno scopo comune.


D. – Un campionato che richiama anche i valori internazionali, nell’anno in cui in Sud Africa ci sarà il campionato del mondo di calcio. Che aspettative ha da questo campionato del mondo di calcio in Africa, un territorio che sta molto a cuore alla Chiesa?


R. – Certo. Abbiamo avuto il Sinodo per l’Africa e spero che il mondo guardi all’Africa non solo sotto l’aspetto sportivo ma guardi anche alle grandissime necessità di questo continente. Un continente che qualche volta sembra una terra dimenticata.


L’anno scorso ha vinto per la seconda volta la Clericus Cup la squadra del Seminario diocesano Redemptoris Mater, che accoglie le vocazioni del Cammino neocatecumenale. Luca Collodi ha intervistato il suo capitano, il seminarista Davide Tisato - che proviene dalle giovanili del Chievo e l'anno scorso ha segnato il gol decisivo in finale - chiedendogli se è coniugabile l’impegno sportivo con la preparazione al sacerdozio:

R. – Come dice spesso il nostro rettore, non solo è coniugabile ma è doveroso mettere insieme lo sport e la nostra formazione intellettuale, lo studio ed anche la nostra formazione spirituale, perché noi siamo un tutt’uno. L’uomo non lo possiamo scindere nei diversi aspetti ma forma un tutt’uno con lo spirito, l’anima e il corpo. Lo diceva anche San Paolo, che era molto attento anche a queste dinamiche: egli usava alcune metafore della corsa, del combattere la “buona battaglia per raggiungere una corona non corruttibile”, facendo un'analogia con lo sportivo che cerca "una corona incorruttibile”.


D. – Una squadra di seminaristi che gioca a pallone rispetto ad una squadra di amatori del calcio, che fanno un campionato dilettanti: che differenze ci sono?


R- Soprattutto il tempo che abbiamo, perché abbiamo tempi limitati sia per allenarci sia per trovare poi gli spazi per giocare. Diciamo che le differenze riguardano sicuramente il fatto che abbiamo la fede che ci unisce, il chiederci sempre perdono, perché non è che poi non si verificano scontri e contrasti...

Radio Vaticana