Come Papa Ratzinger sta segnando la storia del mondo e della chiesa in questo inizio millennio
La sua elezione ha destato scalpore, ma pochi avrebbero scommesso sulla sua capacità di far rinascere in Europa la fiamma del cristianesimo e di purificare Chiesa cattolica e riunire le chiese cristiane. Dicevano che era troppo anziano, che era un intellettuale compreso solo dalle élite, di non avere carisma. Lo hanno criticato perché troppo dogmatico, perché affascinato da progetti di “reconquista”, perché espressione di una visione poco popolare e poco “conciliarista” della Chiesa.
Hanno detto che il suo modo di guardare alla Chiesa è tradizionale e antico, che il suo pontificato non avrebbe inciso sulle masse, eppure Benedetto XVI è oggi l’autore più letto al mondo. Non solo i suoi ventotto libri sono stati tradotti in quasi tutte le lingue, ma il suo Gesù di Nazareth - in cui dimostra che l’ipotesi più certa è che quell’uomo era veramente il figlio di Dio - ha venduto più di qualsiasi altro libro nel mondo. Secondo solo alla vendita dalla Bibbia. Per non parlare delle tre encicliche finora pubblicate: Deus caritas est, Spe salvi e Caritas in veritate. Quest’ultima risulta essere l’enciclica più diffusa e più discussa di tutte quelle pubblicate dai Pontefici romani.
C’è chi non ha esitato ad insultarlo e chi ne ha addirittura impedito l’intervento alla Università la Sapienza, ma l’amatissimo pontefice Benedetto XVI, non si è curato delle critiche ed è andato avanti spiegando le ragioni della fede in Gesù Cristo. Così, a quasi cinque anni dalla sua elezione al soglio di Pietro, il 19 aprile 2005, si può constatare come il Papa stia compiendo una rivoluzione, segnando la storia del mondo e della Chiesa, in questo primo decennio del terzo millennio.
Molti e decisivi i compiti del suo Pontificato. Primo tra tutti sconfiggere la secolarizzazione, riportare Dio nella vita degli uomini. Risanare la Chiesa indebolita dalle utopie del post-Concilio. Giovanni Paolo II aveva riportato la Chiesa nelle piazze, a Benedetto XVI tocca adesso riempire e rafforzare le Chiese. Giovanni Paolo II aveva sconfitto il comunismo, a Benedetto XVI tocca sconfiggere il relativismo e la secolarizzazione.
Il successo e l’efficacia dell’opera pastorale di Benedetto XVI sembra poco visibile per chi non rileva gli enormi cambiamenti in atto, ma è impressionante per la velocità e per l’incisività. In termini teologici Papa Ratzinger sta scavando un solco profondo, da cui anche il suo successore non potrà uscire. Ogni mercoledì, all’udienza generale, il vescovo di Roma spiega la storia e racconta i santi della Chiesa cattolica. Ha iniziato dai primi Apostoli ed è arrivato nella scorsa settimana a Sant’Antonio da Padova. Benedetto XVI spiega in modo chiaro che l’ipotesi del Creatore è la più ragionevole, che l’esistenza storica e testimoniata di Gesù Cristo è stata la più grande rivoluzione della Storia e che attraverso il suo volto e la fede nella sua persona l’umanità ha conosciuto il senso profondo della sua creazione e il destino della sua salvezza. Il Papa ricorda che l’ora più buia della notte è quella che precede l’alba. E che quindi dai tempi duri che stiamo vivendo può nascere una calda e lunga primavera.
Per favorire i progetti divini, papa Ratzinger sta mettendo ordine nella Chiesa. Ha riproposto una liturgia docile ai diritti di Dio e libera dagli abusi. Sta cancellando le ombre ed i dubbi delle utopie del dopo Concilio, ribadendo che il Primato di Pietro non si tocca, che la difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale, la difesa della famiglia, scuola di amore e umanità e la libertà di educazione motore dello sviluppo, sono “valori non negoziabili”, fondamento di ogni civiltà e fondamento della questione sociale. Per Benedetto XVI non esiste una questione sociale che si distingue dalla difesa della vita. I diritti del concepito e la promozione della famiglia unita in matrimonio sono la prima e fondamentale questione sociale.
L’esempio più evidente del successo dell’opera di rinnovamento di papa Ratzinger è quanto egli sta realizzando nel dialogo con cristiani ed ebrei. Con la Nota informativa della Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicata martedì 20 ottobre 2009 “circa gli ordinariati personali per anglicani che entrano nella Chiesa Cattolica”, Benedetto XVI sta compiendo una rivoluzione indirizzata alla ricomposizione degli scismi. E non si tratta solo di accogliere singoli anglicani, ma interi gruppi anche molto numerosi che rifiutano il sacerdozio femminile e le unioni omosessuali. Come ha sottolineato Massimo Introvigne “la Nota rappresenta non solo la fine di un ‘ultra-ecumenismo’ relativista, ma anche un modello per accogliere nella Chiesa Cattolica gruppi molto numerosi di fedeli – per esempio intere Chiese ortodosse e, perché no, il tradizionalismo lefebvriano – che potranno conservare le loro particolarità liturgiche e spirituali e i loro vescovi. A patto, naturalmente, di aderire integralmente alla dottrina cattolica e di riconoscere l’autorità del Papa”. In merito al rapporto con i fratelli maggiori ebrei, l’autorevole rabbino Jacob Neusner ha detto “Ratzinger è un uomo che ha una visione per l’Europa, per il mondo, per l’umanità, per la vita e contro la morte. Nessun altro oggi sembra avere una visione, anche la politica un po’ dovunque è in crisi. Quest’uomo gentile sa dove andare”.
Per questi motivi, dalla redazione dell’Ottimista, gridiamo “lunga vita al Pontefice Benedetto XVI”!
http://www.lottimista.com/
C’è chi non ha esitato ad insultarlo e chi ne ha addirittura impedito l’intervento alla Università la Sapienza, ma l’amatissimo pontefice Benedetto XVI, non si è curato delle critiche ed è andato avanti spiegando le ragioni della fede in Gesù Cristo. Così, a quasi cinque anni dalla sua elezione al soglio di Pietro, il 19 aprile 2005, si può constatare come il Papa stia compiendo una rivoluzione, segnando la storia del mondo e della Chiesa, in questo primo decennio del terzo millennio.
Molti e decisivi i compiti del suo Pontificato. Primo tra tutti sconfiggere la secolarizzazione, riportare Dio nella vita degli uomini. Risanare la Chiesa indebolita dalle utopie del post-Concilio. Giovanni Paolo II aveva riportato la Chiesa nelle piazze, a Benedetto XVI tocca adesso riempire e rafforzare le Chiese. Giovanni Paolo II aveva sconfitto il comunismo, a Benedetto XVI tocca sconfiggere il relativismo e la secolarizzazione.
Il successo e l’efficacia dell’opera pastorale di Benedetto XVI sembra poco visibile per chi non rileva gli enormi cambiamenti in atto, ma è impressionante per la velocità e per l’incisività. In termini teologici Papa Ratzinger sta scavando un solco profondo, da cui anche il suo successore non potrà uscire. Ogni mercoledì, all’udienza generale, il vescovo di Roma spiega la storia e racconta i santi della Chiesa cattolica. Ha iniziato dai primi Apostoli ed è arrivato nella scorsa settimana a Sant’Antonio da Padova. Benedetto XVI spiega in modo chiaro che l’ipotesi del Creatore è la più ragionevole, che l’esistenza storica e testimoniata di Gesù Cristo è stata la più grande rivoluzione della Storia e che attraverso il suo volto e la fede nella sua persona l’umanità ha conosciuto il senso profondo della sua creazione e il destino della sua salvezza. Il Papa ricorda che l’ora più buia della notte è quella che precede l’alba. E che quindi dai tempi duri che stiamo vivendo può nascere una calda e lunga primavera.
Per favorire i progetti divini, papa Ratzinger sta mettendo ordine nella Chiesa. Ha riproposto una liturgia docile ai diritti di Dio e libera dagli abusi. Sta cancellando le ombre ed i dubbi delle utopie del dopo Concilio, ribadendo che il Primato di Pietro non si tocca, che la difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale, la difesa della famiglia, scuola di amore e umanità e la libertà di educazione motore dello sviluppo, sono “valori non negoziabili”, fondamento di ogni civiltà e fondamento della questione sociale. Per Benedetto XVI non esiste una questione sociale che si distingue dalla difesa della vita. I diritti del concepito e la promozione della famiglia unita in matrimonio sono la prima e fondamentale questione sociale.
L’esempio più evidente del successo dell’opera di rinnovamento di papa Ratzinger è quanto egli sta realizzando nel dialogo con cristiani ed ebrei. Con la Nota informativa della Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicata martedì 20 ottobre 2009 “circa gli ordinariati personali per anglicani che entrano nella Chiesa Cattolica”, Benedetto XVI sta compiendo una rivoluzione indirizzata alla ricomposizione degli scismi. E non si tratta solo di accogliere singoli anglicani, ma interi gruppi anche molto numerosi che rifiutano il sacerdozio femminile e le unioni omosessuali. Come ha sottolineato Massimo Introvigne “la Nota rappresenta non solo la fine di un ‘ultra-ecumenismo’ relativista, ma anche un modello per accogliere nella Chiesa Cattolica gruppi molto numerosi di fedeli – per esempio intere Chiese ortodosse e, perché no, il tradizionalismo lefebvriano – che potranno conservare le loro particolarità liturgiche e spirituali e i loro vescovi. A patto, naturalmente, di aderire integralmente alla dottrina cattolica e di riconoscere l’autorità del Papa”. In merito al rapporto con i fratelli maggiori ebrei, l’autorevole rabbino Jacob Neusner ha detto “Ratzinger è un uomo che ha una visione per l’Europa, per il mondo, per l’umanità, per la vita e contro la morte. Nessun altro oggi sembra avere una visione, anche la politica un po’ dovunque è in crisi. Quest’uomo gentile sa dove andare”.
Per questi motivi, dalla redazione dell’Ottimista, gridiamo “lunga vita al Pontefice Benedetto XVI”!
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