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Uno sguardo profetico sugli eventi

Esercizi spirituali in Vaticano per progredire nella santità Intervista a don Enrico dal Covolo di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 19 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Da sabato 21 febbraio fino a sabato 27 febbraio si terranno, alla presenza del Pontefice Benedetto XVI, gli Esercizi spirituali per la Curia Romana.

Nell’Anno Sacerdotale in corso, le meditazioni saranno proposte dal sacerdote salesiano don Enrico dal Covolo, 59 anni, Postulatore generale della famiglia di don Bosco e professore ordinario di Letteratura cristiana antica presso la Pontificia Università Salesiana, sul tema “'Lezioni' di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale”.

Per meglio comprendere lo scopo e la finalità di questi Esercizi spirituali, ZENIT ha intervistato don Enrico dal Covolo.

Quali sono le “lezioni di Dio” e quali quelle “della Chiesa” sulla vocazione sacerdotale’?

Dal Covolo: In questi giorni di Esercizi, le prime, le lezioni di Dio, impegneranno soprattutto le due meditazioni del mattino; le seconde, invece, la meditazione del pomeriggio.

Le lezioni di Dio, come è noto, si esercitano attraverso la sacra pagina, cioè attraverso la Sacra Scrittura, secondo il metodo antico e venerando della lectio divina, articolata nelle sue tappe fondamentali: lectio, meditatio, oratio, contemplatio.

Le lezioni della Chiesa passeranno invece – in questi Esercizi – attraverso la parola dei Papi e di alcuni Documenti del Magistero, occasionalmente citati; ma soprattutto attraverso una delle lezioni più importanti che la Chiesa può dare: quella della santità sacerdotale, realizzata da alcuni modelli insigni. Di questi modelli ci occuperemo nelle meditazioni del pomeriggio, dedicate ad alcuni “medaglioni” di sacerdoti esemplari.

In che modo e quali argomenti utilizzerà per affrontare la crescita lenta delle vocazioni?

Dal Covolo: Gli argomenti che affronterò sono legati alle tappe fondamentali descritte dai racconti biblici di vocazione: la chiamata di Dio, la risposta dell’uomo, la missione, il dubbio, la conferma rassicurante da parte di Dio.

Questo “canovaccio” presiede anche all’intenzione generale delle varie giornate: lunedì sarà la giornata vocazionale; martedì la giornata missionaria; mercoledì la giornata penitenziale; giovedì la giornata cristologica; venerdì la giornata mariana.

Ho cercato anche di scegliere i “medaglioni” in corrispondenza con i temi delle varie giornate. Eccoli, nell’ordine: sant’Agostino; il santo Curato d’Ars; il curato di campagna di Bernanos; il venerabile don Giuseppe Quadrio; il venerabile Giovanni Paolo II.

Come si svolgono gli Esercizi spirituali per la Curia e quali sono le ragioni che li motivano?

Dal Covolo: Gli Esercizi spirituali si svolgono nella Curia romana nella prima settimana di Quaresima, dalla sera di domenica fino alla mattinata di sabato. Vi partecipano, oltre al Santo Padre e alla Casa pontificia, i Cardinali e i Superiori dei vari Dicasteri.

Si svolgono nel Palazzo apostolico, in quella Cappella Redemptoris Mater che il Santo Padre Giovanni Paolo II fece restaurare in maniera estremamente suggestiva. Non mancherò, nel corso della predicazione, di fare riferimenti alla decorazione musiva della Cappella. Fra l’altro, sulla parete di fondo, è raffigurato anche il Venerabile Giovanni Paolo II, con la Cappella Redemptoris Mater fra le sue mani.

Come ho già accennato, la nervatura degli Esercizi è costituita da tre meditazioni, due al mattino e una al pomeriggio: sono diciassette meditazioni in tutto, comprese quelle di apertura e di chiusura.

Il motivo degli Esercizi Spirituali è sempre il medesimo, valido per tutti i fedeli: quello di “mettere ordine nella propria vita”, per usare le parole stesse del grande Maestro degli Esercizi spirituali, sant’Ignazio di Loyola.

Ma soprattutto nel clima culturale circostante - e in modo speciale all’inizio della Quaresima -, tutti i sacerdoti, dal Papa in giù, sentono ogni anno la necessità di fare nuova la grazia della loro ordinazione, e le motivazioni profonde del loro servizio alla Chiesa.

Quali sono, secondo lei, le cause della crisi delle vocazioni e quali i rimedi proposti?

Dal Covolo: I motivi di questa crisi sono ben noti.

Da una parte quella di un materialismo dilagante, che tende ad appiattire ogni anelito spirituale. I modelli culturali imperanti – specialmente attraverso i massmedia – sembrano fare di tutto per rendere “incredibile” il progetto di vita del Crocifisso Risorto.

Dall’altra parte – ma questo si vede anche nella vocazione al matrimonio – ci sta la resistenza di molti giovani d’oggi ad assumere impegni definitivi.

Il rimedio? Il rimedio fondamentale è la cura della “dimensione contemplativa” della vita: la preghiera, i Sacramenti, la meditazione, la lectio divina… In secondo luogo, la sollecitudine educativa affinché questi giovani facciano “esperienze significative” di dono e di servizio. Solo così potranno accorgersi che le promesse del consumismo sono fatue, e che solo il dono di sé appaga veramente la loro sete di felicità.

Infine: mi permetto di chiedere a tutti i lettori di ZENIT una speciale intenzione di preghiera per la settimana che ci sta davanti. Non che io voglia fare a tutti i costi “una bella figura”. Quello che mi sta a cuore è che questi giorni di grazia possano segnare un progresso nella santità, sia per i partecipanti agli Esercizi, sia – più in generale – per tutti i fedeli e per tutti gli uomini di buona volontà.



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