Alla realtà che supera sempre la fantasia dovremmo esserci ormai abituati. Avevamo appena fatto in tempo a parlare dell’intervista di Martin Amis sul Sunday Times, nella quale lo scrittore inglese invocava l’eutanasia libera e gratuita dopo i settant’anni. Un’iperbole di cattivo gusto? Non per l’attivista olandese Dick Swaab. Il quale, informa l’agenzia Aduc, “con un gruppo di cittadini ha lanciato un’iniziativa per legalizzare il suicidio medicalmente assistito per tutti gli ultrasettantenni che ne facciano richiesta”. E` già partita la raccolta di firme “per portare la questione all’attenzione del legislatore. Già diverse importanti personalità hanno appoggiato l’iniziativa, tra cui ex ministri, artisti, giuristi e medici”. In vista di questa nuova, fantastica conquista dell’autodeterminazione, vale a dire il suicidio come prestazione del servizio sanitario nazionale per raggiunti limiti d’età e noia della vita, “si chiede anche la creazione di una nuova professione dedita al fine vita, formata da infermieri specializzati, psicologi e religiosi che siano in grado di confermare la volontà del paziente attraverso una serie di colloqui”. Tutto molto democratico e perfettamente asettico, nel Mondo Nuovo che, sempre di più, inalbera bandiere di morte e le chiama libertà.
Nicoletta Tiliacos
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