di Giovanni Caprara
Questa settimana lo Stato americano del South Dakota ha approvato una legge per introdurre nella scuola pubblica un «equilibrato insegnamento del riscaldamento globale». E per evitare fraintendimenti il testo precisa: «L'anidride carbonica non è un inquinante ma piuttosto un ingrediente altamente benefico per il mondo vegetale». L'approvazione è avvenuta con la maggioranza del voto repubblicano; contrari i democratici. Questo è il provvedimento più netto adottato di recente nella scuola statunitense ma non l'unico. Altri Stati, dalla Louisiana al Texas, dall' Oklahoma al Kentucky si sono già incamminati sulla stessa via negli ultimi due anni abbinando talvolta anche il tema del «disegno intelligente», il creazionismo, per intenderci, che si contrappone all'evoluzionismo di Darwin. Le motivazioni sono, per così dire, «aperte»; cioè si indica l'opportunità di discutere «vantaggi e svantaggi delle teorie scientifiche» mettendo in evidenza tutti gli aspetti dei problemi. L' associazione con Darwin è attuata nonostante le corti americane abbiano vietato l'insegnamento dell'anti-evoluzionismo ritenuto una violazione della separazione tra Chiesa e Stato. Ma è una strategia legale per sostenere che l'obiettivo è solo quello di tenere aperta la libera discussione accademica. Oltre le credenze e le visioni, emerge soprattutto la strumentalizzazione politica, prima di Darwin e oggi del clima. I repubblicani sostengono, ad esempio, la legittimità dei loro interventi perché già l'ex vicepresidente Al Gore andava nelle scuole a mostrare il suo documentario «Una scomoda verità» facendo così, in modo improprio, politica ambientale. Il problema del riscaldamento globale della Terra è già complicato di per sé ed ha bisogno di chiarezza scientifica per affrontarlo adeguatamente, piccolo o grande che sia nella sostanza. Chiede di sicuro una sensibilità politica ma deve evitare strumentalizzazioni che possono crescere provocando (soprattutto ai cervelli) danni peggiori dell' aumento della temperatura.
«Corriere della Sera» del 6 marzo 2010