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DISCERNERE
Uno sguardo profetico sugli eventi
Il giudice della diocesi di Milwaukee: la verità sul 'caso Murphy'. Il processo non fu mai sospeso. Il Papa il più attivo e reattivo sugli abusi
"In una lettera all'allora  segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede Tarcisio  Bertone, il 19 agosto 1998, l'arcivescovo di Milwaukee Rembert Weakland  ha dichiarato che egli mi aveva incaricato di sospendere il procedimento  contro padre Lawrence Murphy. Questo non è vero: se mi fosse stato  chiesto di sospendere la procedura, certamente avrei insistito che si  facesse appello alla Corte suprema della Chiesa, o a Giovanni Paolo II  se necessario". Lo afferma padre Thomas T. Brundage, vicario giudiziale  dell'arcidiocesi di Milwaukee dal 1995 al 2003. "Il giorno che padre  Murphy è morto - spiega - era ancora il convenuto in un processo penale  ecclesiastico. Nessuno - lamenta il giudice - sembra essere consapevole  di questo". Con "il consenso esplicito" dell'arcivescovo di Anchorage in  Alaska, Roger Schwietz, il religioso ha ricostruito nel dettaglio  l'intera vicenda sul giornale Catholic Anchor edito  dall'arcidiocesi dove attualmente presta il suo servzio come promotore  di giustizia. "Dal momento che il mio nome e commenti sul caso di padre  Murphy sono stati liberamente e spesso erroneamente citati nel New  York Times e in più di 100 altri giornali e periodici on-line, mi  sento libero - tiene a precisare - di raccontare la storia del processo  di padre Murphy". "Il fatto che abbia presieduto quel processo e mai una  volta sia stato contattato da qualsiasi fonte di notizie per un  commento, parla da sè", scrive l'ex promotore di giustizia che definisce  "sciatto e impreciso il resoconto sul caso padre Murphy da parte del New  York Times e di altri mezzi di comunicazione". "Nel 1996 -  racconta il religioso - ho avuto conoscenza della storia di padre  Murphy, ex direttore della scuola San Giovanni per sordi in Milwaukee.  Era un fatto noto da decenni che durante il mandato di padre Murphy alla  scuola (1950-1974) c'era stato uno scandalo che coinvolgeva lui e  alcuni bambini sordi. Davanti a un'azione coraggiosa delle vittime (e  spesso le loro mogli) divenne evidente che avevamo bisogno di  intraprendere un'azione forte e rapida per rendere giustizia dei torti  di alcuni decenni fa. Con il consenso dell'arcivescovo di allora, mons.  Weakland, abbiamo iniziato un'inchiesta sulle accuse di abuso sessuale  infantile, come pure sulla violazione del reato di sollecitazione entro  il confessionale da parte di padre Murphy. Abbiamo proceduto ad avviare  un processo contro padre Murphy e in qualità di presidente del collegio  giudicante ho informato personalmente il sacerdote che accuse penali  stavano per essere promosse contro di lui in materia di abusi sessuali  su minori e 'sollecitazione' nel confessionale. Tra il 1996 e il 1998,  agosto, ho intervistato, con l'aiuto di un interprete qualificato, circa  una dozzina di vittime del padre Murphy. Questi sono stati  interrogatori rivoltanti. In un caso la vittima era diventato un  perpetratore egli stesso e era stato in prigione per i suoi crimini. Mi  sono reso conto che questa malattia è virulenta e facilmente è trasmessa  agli altri. Ho sentito storie di vita distorta, sessualità diminuita o  rimossa. Questi - confida il giudice ecclesiastico - sono stati i giorni  più bui del mio sacerdozio". Padre Brundage rivela di aver incontrato  anche una rappresentanza di sordi cattolici: "Hanno insistito - ricorda  nell'articolo - che padre Murphy fosse rimosso dal sacerdozio e che  fosse sepolto non come un sacerdote, ma come un laico. Risposi che non  potevo garantire la prima richiesta e avrei potuto fare solo una  raccomandazione sulla seconda". "Nell'estate del 1998 - ricostruisce  l'ex vicario giudiziale della diocesi americana - ho ordinato al padre  Murphy di essere presente alla deposizione presso la cancelleria di  Milwaukee. Poco dopo, ho ricevuto una lettera dal suo medico che  certificava lo stato precario di salute e la conseguente impossibilità  di viaggiare da Boulder Junction a Milwaukee (sarebbero state circa 276  miglia). Una settimana più tardi, padre Murphy morì per cause naturali".  Dalla ricostruzione, pubblicata dal blog Messainlatino.it,  emergono alcune discrepanze rispetto alle rivelazioni del NYT,  la principale delle quali riguarda la bugia di mons. Weakland all'allora  numero due della Congregazione per la Dottrina della Fede.  L'arcivescovo mentì a Bertone sul fatto che il processo era stato  sospeso, inducendolo a rinunciare alla sanzione canonica che sarebbe  stata comminata al colpevole di quei gravi reati. L'ex presule, che sui  media americani è oggi il principale accusatore di Papa Ratzinger, è da  tempo un militante per i diritti dei gay dopo essere stato per decenni  capofila dei progressisti nella Chiesa degli Stati Uniti. Padre Brundage  denuncia anche un'altra anomalia che emerge dalla documentazione messa a  disposizione dei media: "In un documento scritto a mano, datato 31  ottobre 1997, io sono citato - rileva - con le parole 'è probabile che  questa situazione sia delle più orrende, sia per il numero, e  soprattutto perchè si tratta di persone disabili, vulnerabili'. Inoltre -  continua il giudice diocesano - è citata la seguente frase: 'I bambini  sono stati contattati entro il confessionale, dove la questione della  circoncisione cominciò la sollecitazione'. Il problema con queste  affermazioni che mi sono attribuite - afferma padre Brundage - è che  esse sono state aggiunte a mano ma non sono state scritte da me e non  assomigliano alla mia scrittura. La sintassi è simile a quello che io  potrei aver usato, ma non ho idea di chi ha scritto queste  dichiarazioni". "Benedetto  XVI ha chiesto scusa più volte per la vergogna dell'abuso sessuale dei  bambini in diverse sedi e in pubblico in tutto il mondo. Questo non era  mai accaduto prima. Egli ha incontrato le vittime. E' intervenuto su  intere Conferenze Episcopali su questa materia, da ultimo quella  dell'Irlanda. Egli è stato il più attivo e reattivo di qualsiasi  funzionario della Chiesa internazionale nella storia per la piaga  dell'abuso sessuale del clero sui minori". Insomma, il New York  Times farebbe bene a studiare meglio atti e documenti: "Invece di  incolpare il Papa per l'inazione su questi temi, bisognerebbe - spiega -  riconoscere che è stato veramente un leader forte ed efficace sulla  questione". "Riguardo al ruolo dell'allora cardinale Joseph Ratzinger in  questa vicenda, non ho motivo di credere - spiega il religioso - che  sia stato coinvolto in un qualsiasi modo. Mettere la cosa a suo carico è  un enorme mancanza di logica e di informazioni". In proposito, l'ex  giudice dell'arcidiocesi di Milwaukee ricorda che "la competenza sui  casi di abuso sessuale dei minori è passata dalla Rota romana alla  Congregazione per la dottrina della fede guidata dal cardinale Ratzinger  nel 2001. Fino a quel momento, la maggior parte dei casi di appello  andava alla Rota e era nostra esperienza - rivela - che i casi potessero  languire per anni in quella Corte. Quando la competenza è stata  modificata in favore della Congregazione per la Dottrina della Fede, la  mia constatazione, così come di molti dei miei colleghi canonisti, è che  i casi di abuso sessuale sono stati gestiti rapidamente, correttamente e  con il dovuto riguardo ai diritti di tutte le parti coinvolte. Non ho  alcun dubbio - assicura il religioso - che questo fu l'opera dell'allora  cardinale Ratzinger". Inoltre, spiega padre Brundage, "nel corso degli  ultimi 25 anni - cioè dopo l'arrivo di Ratzinger alla Congregazione per  la Dottrina della Fede - una vigorosa azione ha avuto luogo all'interno  della Chiesa per evitare danni ai bambini. Potenziali seminaristi  ricevono ampia valutazione psicologica-sessuale prima dell'ammissione.  Praticamente tutti i seminari concentrano i propri sforzi su un ambiente  sicuro per i bambini e ci sono stati pochissimi casi di recente di  abuso sessuale dei bambini da parte del clero nel corso degli ultimi  dieci anni". "Le diocesi  cattoliche in tutto il Paese - rileva ancora padre Brundage - hanno  preso provvedimenti straordinari per garantire la sicurezza dei bambini e  degli adulti vulnerabili. Un esempio, che non è assolutamente unico -  sottolinea il religioso - è l'arcidiocesi di Anchorage, dove attualmente  lavoro: qui, praticamente ogni bagno pubblico nelle parrocchie ha un  pannello che chiede se una persona è stata abusata da parte di chiunque  nella Chiesa. Viene assegnato un numero di telefono per segnalare  l'abuso, e quasi tutti i dipendenti dell'arcidiocesi sono tenuti a  prendere sessioni di formazione annuale in classi di ambiente sicuro.  Non so che cosa possa fare di più la Chiesa". "Desidero affermare -  scrive nel suo memoriale l'ex giudice della diocesi di Milwaukee - che  il Santo Padre ha fatto più di qualsiasi altro Papa o vescovo nella  storia per liberare la Chiesa Cattolica del flagello di abusi sessuali  su minori e provvedere a coloro che sono stati danneggiati; e che grazie  agli sforzi compiuti dalla Chiesa per guarire le ferite causate da  cattiva condotta sessuale di membri del clero, oggi la Chiesa Cattolica è  probabilmente il posto più sicuro per i bambini in questo momento della  storia". Nel documento  il giudice diocesano descrive in termini molto crudi "gli eventi  accaduti durante degli anni sessanta e settanta" e in partivcolare gli  episodi di abuso sessuale dei minori e di sollecitazione nel  confessionale da parte del padre Lawrence Murphy: "Sono - scrive -  crimini atroci e senza attenuanti". Per padre Brundage, "è importante  sottolineare che flagello sono stati gli abusi sessuali su minori, non  solo per la Chiesa, ma anche per la società. Poche azioni possono  falsare la vita di un bambino più di un abuso sessuale. E' una forma -  sottolinea - di omicidio emotivo e spirituale e comincia una traiettoria  verso un senso distorto della sessualità. Se commessi da una persona  autorevole (come lo è un prete) creano nel minore una diffidenza verso  quasi chiunque, dovunque". "Come cappellano volontario in una prigione  in Alaska, ho trovato - confida il giudice - una connessione tra coloro  che sono stati incarcerati per abusi sessuali su minori e i sacerdoti  che hanno commesso tali azioni dolorose. Essi tendono ad essere molto  intelligenti e manipolatori. Essi tendono ad essere benvoluti e  affascinanti. Essi tendono ad avere uno scopo nella vita soddisfare la  loro brama. La maggior parte sono altamente narcisistici e non vedono  che hanno causato danno. Vedono i bambini che hanno abusato non come  persone ma come oggetti. Essi mostrano raramente rimorso e inoltre, a  volte ritraggono se stessi come vittime. Essi sono, in breve, persone  pericolose e non si dovrebbe mai dare loro fiducia una seconda volta".  "La maggior parte - osserva padre Brundage che motiva così la sua  volontà di portare avanti nel 1998 il processo Murphy nonostante la  malattia dell'imputato - commetterà nuovamente il suo crimine se ne ha  una possibilità". "A nome della Chiesa - conclude - sono profondamente  dispiaciuto e ho vergogna per i torti che sono stati fatti dai miei  fratelli sacerdoti, ma capisco che il mio dolore è probabilmente di poca  importanza 40 anni dopo il fatto. L'unica cosa che possiamo fare in  questo momento è quello di apprendere la verità, implorare perdono e  fare tutto ciò che è umanamente possibile per sanare le ferite. Il  resto, e ne sono grato, è nelle mani di Dio".