DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Il tema attuale: “L’abuso sessuale” e la sua strumentalizzazione anticattolica - Infamia dell’abuso sessuale

1. La violenza sessuale di bambini e adolescenti è una vergognosa violazione della loro dignità personale. Nel giudizio teologico, si tratta di una colpa grave, “un peccato che esclude dal Regno di Dio” (1Cor 6,10). Per la legge dello Stato, l’abuso sessuale di minori è un reato perseguibile con la carcerazione fino a dieci anni.

2. Per quanto riguarda il trattamento del reo e delle sue vittime, la competenza dello Stato e quella della Chiesa vanno tenute nettamente distinte.

3. Come cittadino di uno Stato il reo è soggetto alle norme di diritto civile e penale. Perciò, per l’accertamento del reato, la fissazione della pena, l’esecuzione della condanna ed il controllo delle misure condizionali, sono responsabili esclusivamente le rispettive istituzioni statali.

4. Se i rei sono persone operanti al servizio della Chiesa (chierici, appartenenti a ordini religiosi, o laici), secondo il metro delle disposizioni e imposizioni giudiziarie, e sulla base di una valutazione scientifico-terapeutica, viene stabilita la pena ecclesiastica. I provvedimenti vanno da un’ampia limitazione dell’attività pastorale fino all’allontanamento definitivo dal servizio ecclesiastico.

5. Nei confronti della vittima, il reo è debitore di una manifestazione di profondo pentimento per le ferite fisiche e spirituali da lui inflitte. A ciò si aggiunge l’adempimento delle imposizioni giudiziarie e delle pene, come il risarcimento dei danni morali o prestazioni relative allo svolgimento di una terapia.

6. Se il reo era impiegato al servizio della Chiesa, le Diocesi o le istituzioni ecclesiastiche competenti offriranno sostegno pastorale e terapeutico mediante commissioni appositamente designati, ma anche in generale attraverso iniziative della Caritas e dell’Ente Cattolico di Assistenza Giovanile, che si adoperano attivamente a favore delle vittime di abusi sessuali di ogni genere e provenienza.

Campagne in senso anticattolico

7. Il titolo sullo SPIEGEL “Gli ipocriti. La chiesa cattolica e il sesso” ha scatenato come al solito una valanga mediatica anticattolica. Qui abbiamo a che fare con la strumentalizzazione di errati comportamenti sessuali di singole persone per scopi politico-ideologici faziosi. L’unico ed esclusivo obiettivo è quello di rappresentare la Chiesa e la morale sessuale cattolica nel loro insieme, come un “biotopo”, dove di per sé l’abuso sessuale dei bambini “deve” necessariamente prosperare. Lo SPIEGEL si rende colpevole della violazione della dignità umana (cfr. in proposito l’Art.1 della Costituzione) di tutti i sacerdoti e religiosi cattolici. Il voler attribuire, in maniera assolutamente illogica e in contrasto con ogni rilevazione statistico-empirica, la colpa dell’abuso sessuale su minori da parte di singoli individui, alla morale sessuale della Chiesa, e all’impegno liberamente assunto di rinunciare al matrimonio, mettendo la propria vita al servizio del Regno di Dio (cfr. Mt 19; 1Cor 7) attraverso il celibato sacerdotale o i voti monastici, è un’offesa all’intelletto e alla buona fede di ogni persona umana.

8. Alimentando incessantemente idee preconcette di stampo anticattolico e risvegliando vecchi risentimenti, si vuole camuffare la contraddizione tra la realtà virtuale della propaganda mediatica e la realtà concreta, che è sempre una mescolanza di luce e di ombre (legenda negra).
C’è il pericolo che, tra la gente incline a prestar fede ai proclami mediatici, si consolidi l’idea che, in fondo, non può essere del tutto falso quello che “si legge sui giornali”. Ormai l’abuso della libertà di stampa non si distingue più da una licenza alla diffamazione, con la quale, in maniera apparentemente legale, si derubano dell’onore e della dignità tutte quelle persone e comunità di credenti che non si sottomettono alle pretese totalitarie del neo ateismo imperante e alla dittatura del relativismo.

9. La stessa Süddeutsche Zeitung menziona, nel contesto delle periodiche campagne mediatiche contro il celibato e la morale sessuale cattolica, il sinistro discorso tenuto nel 1937 a Berlino dal maestro di sobillazione popolare. Nella Deutschlandhalle, davanti a 20.000 fanatici membri del partito, migliaia di sacerdoti e religiosi cattolici vennero sistematicamente vilipesi e criminalizzati come soggetti danneggiati dal celibato e sessualmente perversi. L’obiettivo era di esporre il clero cattolico al pubblico disprezzo. Lo strumento per farlo era il concetto di appartenenza “tribale”. Colpevole non è il (vero o ingiustamente accusato) autore del reato, di nome XY, bensì l’intero clero, di cui egli fa parte, o addirittura il “sistema” Chiesa cattolica.

Background teologico e storico-spirituale

10. In tempi di battaglie religiose e culturali, i Cristiani si affidano allo Spirito Santo come “loro avvocato e consolatore” (Giov 14,26). Esso aiuta a discernere tra gli spiriti, se essi davvero promanino da Dio. Ma l’odio contro la Chiesa rende manifesta anche la differenza tra veri e falsi profeti nella Chiesa. Poiché lo Spirito Divino insegnerà ogni cosa e ricorderà ai discepoli tutto ciò che Gesù ha detto loro: “Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. (…) Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. (…) Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti” (Lc 6,22–26).

11. L’agnosticismo dogmaticizzante riguardo al riconoscimento dell’autorivelazione divina, si richiama sempre (in qualche modo tradendosi) alla ragione “debole”, cioè limitata nei confronti della trascendenza. In tal modo si costituisce una visione dell’uomo confinata ad un orizzonte immanente e materialistico. All’interno di questa sviante conclusione naturalistica, non c’è posto per il libero arbitrio, la responsabilità morale e la coscienza personale. L’uomo sarebbe solo un fantoccio in balìa delle proprie passioni ed istinti, che in qualche modo vanno incanalati per renderli socialmente tollerabili, nell’intento di ridurre al minimo i danni. Questo cinico postulato esclude una valutazione positiva e ottimistica della fisicità e sessualità dell’uomo.

12. Così facendo si dimentica la grandezza della ragione umana, che sa già riconoscere, nelle opere della Sua creazione, l’eterna potenza e divinità di Dio (cfr. Rom 1,20), il quale ha iscritto il requisito fondamentale dei suoi magnanimi precetti nella coscienza di ogni uomo (vgl. Rom 2,26). Un’etica orientata sulla ragione è possibile e universale. Con tutto l’argomentare di debolezza della ragione, dovremmo rimanere ottimisti: “Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza” (Rom 8,26), anche alla ragione debole del neo ateismo e alla volontà degli edonisti. Anche per essi vale: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giov 8,32).

La sessualità umana nella visione globale dell’antropologia cristiana

13. Una riduzione dell’istinto sessuale a processo puramente materiale e meccanico è in contraddizione con la visione globale dell’uomo come unità personale di spirito, anima e corpo, inserita nella comunità per la quale egli si assume la responsabilità. Ogni uomo può, con l’aiuto dello Spirito divino, secondo coscienza e in libertà, destinare se stesso all’amore personale.

14. La morale sessuale cattolica è improntata ad una visione globale dell’uomo. L’essere umano fu creato da Dio come maschio e femmina. Perciò l’amore personale è il momento essenzialmente determinante della comunione corporale ed esistenziale dei coniugi. Il matrimonio di un uomo con una donna, fondato nell’ordinamento della creazione, in quanto matrimonio tra Cristiani partecipa all’unione sacramentale di Cristo e della Chiesa e la rappresenta. Esso è l’origine della famiglia, come comunità di padre e madre con la loro prole.

15. Una rinuncia al matrimonio e una vita all’insegna dell’astinenza sessuale è possibile e sostenibile, se basata su una libera decisione, e se questa forma di vita celibataria al servizio del Regno di Dio viene accettata come una vocazione carismatica. Gesù stesso ce ne dà la spiegazione: “Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. … Chi può capire, capisca” (Mt 19,11f.).

Prof. Dr. Gerhard Ludwig Müller
Vescovo di Ratisbona

http://www.bistum-regensburg.de/default.asp?op=show&id=4010