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Per celebrare i 25 anni della Giornata mondiale della Gioventù, il Santo Padre Benedetto XVI ha riunito a Roma, in piazza S. Pietro circa 75.000 giovani provenienti da 43 diocesi d´Italia, tra questi quasi 20.000 erano i giovani del Cammino Neocatecumenale.
Ad accogliere il Papa, tra gli applausi dei ragazzi, il cardinale vicario Agostino Vallini: «Sappiamo con certezza che ella ama i giovani e ogni giorno prega per loro, ma vogliamo che sappia che anche i giovani amano il Papa e ringraziano della fulgida testimonianza di fede e amore». La prima Gmg, ha ricordato il cardinale Vallini, «si è tenuta a Roma nel 1985 e ringrazio il Signore perché da quel seme è cresciuto un grande albero i cui rami hanno raggiunto tutti i continenti». Oggi quei ragazzi «sono tutti cercatori di verità e del senso vero da dare alla vita, desiderosi di superare la tentazione dell’incredulità, di maturare una fede personale e convinta».
Commentando il tema della Giornata, ´Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?´ (Mc 10,17), preso dall’episodio del giovane ricco, Benedetto XVI ha detto che “questo racconto esprime in maniera efficace la grande attenzione di Gesù verso i giovani, verso di voi, verso le vostre attese, le vostre speranze, e mostra quanto sia grande il suo desiderio di incontrarvi personalmente e di aprire un dialogo con ciascuno di voi. Cristo, infatti, interrompe il suo cammino per rispondere alla domanda del suo interlocutore, manifestando piena disponibilità verso quel giovane”.
“Gesù - ha continuato il Papa - non si stanca mai di volgere il suo sguardo di amore e chiamare ad essere suoi discepoli, ma Egli propone ad alcuni una scelta più radicale. In quest´Anno Sacerdotale, vorrei esortare i giovani e i ragazzi ad essere attenti se il Signore invita ad un dono più grande, nella via del Sacerdozio ministeriale, e a rendersi disponibili ad accogliere con generosità ed entusiasmo questo segno di speciale predilezione, intraprendendo con un sacerdote, con il direttore spirituale il necessario cammino di discernimento. Non abbiate paura, poi, cari giovani e care giovani, se il Signore vi chiama alla vita religiosa, monastica, missionaria o di speciale consacrazione: Egli sa donare gioia profonda a chi risponde con coraggio!”.
Il giorno seguente all´incontro con il Papa, i giovani del Cammino Neocatecumenale hanno partecipato, insieme agli iniziatori Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi ad una celebrazione di ringraziamento per i frutti che le Giornate mondiali della Gioventù hanno avuto. L´incontro è stato presieduto dal cardinale vicario Agostino Vallini.
Il cardinal Agostino Vallini ha lungamente incoraggiato i partecipanti a ´non aver paura´ ricordando che la vera felicità è solo nella volontà di Dio.
Al termine dell´incontro poco prima delle chiamate vocazionali, quando Padre Mario Pezzi ha ricordato l´intuizione profetica che 25 anni fa ha avuto Giovanni Paolo II, un lungo applauso ha salutato l´amato Pontefice. 320 ragazzi e 200 ragazze hanno poi risposto alla chiamata rendendosi disponibili ad accogliere la chiamata che il Signore ha suscitato nella loro vita.
Le ragazze vengono benedette dal cardinal Vallini
DA R OMA EMANUELA MICUCCI
Z aini in spalla, materassini srotolati sul prato, chitarre e canti.
Sono 35 mila i giovani del Cammino neocatecumenale che riempivano ieri pomeriggio la grande spianata del Santuario del Divino Amore a Roma per ricordare i 25 anni dall’istituzione delle Giornate mondiali della gioventù.
Italiani ma anche svizzeri e bulgari che contagiano con l’entusiasmo dei loro anni e la forza della loro fede. Ragazzi che non hanno paura di rispondere alla chiamata di Dio anche a rischio di scompaginare i loro progetti.
Lo hanno scritto su un grande striscione ai piedi della collina i giovani di Pagani (Salerno): «Non abbiate paura di Gesù Cristo». Lo ha ripetuto dal palco il fondatore del movimento, Kiko Aurguello e il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini. «Siamo stati creati in Cristo per le opere buone che Dio ha predisposto per noi prima della nascita – ricorda Kiko, commentando un brano della Lettera di Paolo agli Efesini –. Il cristiano è sempre un figlio di Abramo che si mette in cammino sulla strada che Dio indicherà quando vorrà». E prendendo in mano la Croce invita i giovani a guardare a Gesù crocifisso per «credere alla buona novella che Cristo è stato resuscitato da morte, che la morte stata vinta», ad annunciare che «Dio ti ama con un amore tale che vorrebbe essere uno in te».
«Abbiamo bisogno di un cristianesimo radicale – prosegue – pronto a correre il rischio del rifiuto». Come è avvenuto ai neocatecumenali espulsi da 40 parrocchie in Perù. Come accade alla Chiesa in Cina o ai tanti cristiani perseguitati e uccisi nel mondo per loro fede. Trovare la propria vocazione, alla vita consacrata o al matrimonio.
«Stiamo toccando con mano – continua Kiko – la meraviglia di tante nostre famiglie aperte alla vita, ai figli che il Signore vuole dare loro». Giovani, dunque in ricerca di Dio e pronti a seguirlo. Come fece Maria. Lo ricorda ai ragazzi il quadro con l’immagine della Vergine apparsa al Santuario del Divino Amore, portato in processione sul palco, all’inizio dell’incontro, da tutti i sacerdoti presenti. «Maria all’annuncio dell’arcangelo Gabriele – spiega Vallini – è combattuta, aveva un altro progetto per la sua vita, sentiva che la voce di Dio era sproporzionata. Il suo 'Eccomi', la sua decisione è avvenuta nella povertà della fede, non nella ragione. Non c’è da ragionare, ma d’accettare la parola di Dio come parola fedele, che non tradisce mai». Perché il Signore vuole solo che siamo felici.
«Però trovare la strada di questa felicità – precisa il porporato – per alcuni può voler dire scompigliare i propri desideri. Non temete perché non vi verrà mai meno la potenza dello Spirito Santo». E non esitano ad alzarsi e correre sul palco 320 giovani e 200 ragazze che ieri pomeriggio hanno sentito nel cuore la chiamata al sacerdozio o alla vita religiosa. Tra loro anche un bambino di 9 anni e due giovani disabili. Su tutti l’invocazione dello Spirito Santo perché il guidi nel discernimento e l’imposizione delle mani da parte del cardinale Vallini. «È la bellezza di Gesù che ti chiama – dice Eleonora, 16 anni di Roma –.
Senti il bisogno di andare a dirlo a tutti». Gianfranco invece viene dalla Sardegna e di anni ne ha 41: «Mi sono alzato perché sento di avere trovato la mia strada, dopo anni di dubbi ed esitazioni». Una ricerca che continua per molti altri giovani come Roberto, 19enne di Palermo: «Oggi ho visto tanta felicità, tanta serenità e voglia di vivere». «Siamo venuti qui proprio per coinvolgerlo in questa esperienza di Chiesa in una comunità», aggiunge suo padre Antonio, da 25 anni nel Cammino neocatecumenale.
Ieri i giovani del Cammino si sono dati appuntamento al Santuario del Divino Amore a Roma assieme agli iniziatori e a Vallini «Come Maria non abbiate paura di rispondere al progetto di Dio per voi»
Avvenire 27 marzo 2010
Trentamila giovani del Cammino neocatecumenale all’incontro vocazionale al Divino Amore
Deborah Donnini
Ai piedi del santuario del Divino Amore, a Roma, ieri pomeriggio si sono radunati circa 30mila giovani del Cammino neocatecumenale per un incontro vocazionale con il cardinale vicario Agostino Vallini e gli iniziatori del Cammino neocatecumenale Kiko Argüello e Carmen Hernandez. Il servizio di Debora Donnini.
I prati sottostanti il santuario del Divino Amore hanno visto ieri raccogliersi giovani provenienti da Roma, dal Lazio ma anche da altre regioni italiane. In tutto circa 30mila, appartenenti al Cammino neocatecumenale che già giovedì, assieme a tanti altri, si erano ritrovati con il Papa a piazza San Pietro. Canti, preghiere e allegria hanno segnato questo momento al Divino Amore, culminato con una chiamata vocazionale. Servono sacerdoti per la nuova evangelizzazione, ha detto Kiko. “Siamo stati creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha predisposto che praticassimo. Partendo da questo passo della Lettera agli Efesini, Kiko ha sottolineato che Dio ci chiama a partecipare alla sua opera, a portare il Vangelo a tutte le genti. Centrale per questo è il kerygma, l’annuncio di Cristo morto e risorto per noi: Dio ti ama tanto da voler essere uno con te, è capace di cambiare la tua vita e portarti ad amare come Lui. Il cardinale Vallini ha richiamato l’esempio di Maria nell’Annunciazione esortando i giovani a non temere di fronte alla chiamata di Dio. Come Maria che almeno inizialmente non ha probabilmente capito quello che stava accadendo con la ragione, ma con il cuore e nella fede. L’importante, ha sottolineato il porporato, è essere felici secondo Dio, anche se forse non accade tutto quello che io immaginavo. E non bisogna spaventarsi del turbamento, anche Maria rimase turbata. L’invito del cardinale è stato dunque: Non abbiate paura di dire sì! E alla chiamata vocazionale hanno detto sì circa 320 ragazzi, che hanno manifestato la disponibilità a entrare in seminario e circa 200 ragazze per il convento. Tanta gioia si è respirata ieri nei giovani che ora già guardano a Madrid per la Gmg del 2011.
Radio VaticanaUN LAMPO DELLO SPIRITO NELLA NOTTE: I GIOVANI CON E PER IL PAPA, SEMPRE
MOLTO PIU' CHE SOLIDARIETA':
ECCO L'AMORE AL PAPA, ALLA CHIESA, AD OGNI UOMO
In questi giorni difficili e tristi un lampo dello Spirito Santo ha squarciato il Cielo, i volti giovani di tante vite salvate, amate e curate dalla Chiesa. Un lampo d'amore al Papa, ad ogni Papa. Al grande Giovanni Paolo II che, per i giovani, ha voluto e portato avanti tenacemente le Giornate Mondiale della Gioventù, appuntamenti indimenticabili dove a migliaia hanno scoperto e accolto la chiamata di Dio al presbiterato, al convento, a formare famiglie autenticamente cristiane. A Benedetto XVI, che li ha accolti e li accoglie ovunque con parole che son vampe di fuoco ad accenderne le esistenze. Venticinque anni ed oggi non si contano i sacerdoti, le suore, le famiglie ed i figli sbocciati ad ogni raduno, da ogni angolo della terra. Giovani afferrati dal Signore attraverso i carismi sorti dal Concilio Vaticano II, oggi incompreso e attaccato più che mai. Quelle giornate, come queste di questi giorni, rappresentano, in particolare, un crocevia fondamentale nella crescita dei giovani del Cammino Neocatecumenale. Figli dell'Humanae Vitae vissuta in obbedienza alla Chiesa dai loro genitori attraverso il Cammino, essi sono, oggi, i volti di speranza donati da Dio alla sua Chiesa e al mondo intero. In loro dunque, amore a Paolo VI, al suo coraggio profetico che li ha tratti alla vita. E amore a Giovanni XXIII che ha indetto il Concilio Vaticano II, scrigno di Grazie per tutta la Chiesa e viscere che hanno accolto le loro vite e quelle dei loro genitori. Senza il Concilio e l'opera dello Spirito Santo confermata, guidata e sostenuta dai Pontefici, la maggior parte di essi non sarebbero nati, molte parrocchie e molte zone del mondo non li avrebbero avuti come sacerdoti, molti monasteri avrebbero letteralmente chiuso i battenti. Figli dell'apertura alla vita si sono sposati nella stessa apertura ed oggi, molti di quelli che erano a San Pietro e al Divino Amore sono, a loro volta, figli di tanti che erano stati a Buenos Aires, a Roma, a Santiago de Compostela e negli altri appuntamenti mondiali. E' questa la risposta dello Spirito alla Chiesa, oggi, in questa tempesta che ne agita la navigazione. E' vero che dopo il Concilio vi sono stati fraintendimenti e deviazioni gravissime, il fumo di satana si è infilato tra le maglie della Chiesa, e da esso pedofilia e molto altro, tra clericalismo e secolarismo. Ma una lettura della storia e del presente a senso unico, oltre che fuorviante, sarebbe sacrilega. Sì, perchè sarebbe sporcare l'opera stessa di Dio, dubitare dello Spirito Santo. Giovanni XXIII aveva visto molto più in là di quanto pensano frettolosi analisti. Lo Spirito aveva condotto i suoi occhi a questo lontano 2010, agli scandali e alle ferite d'una Chiesa che, lungi dall'essersi solamente accomodata nel mondo, ha peccato di paura e superbia autoreferente, spesso snobbando con supponenza i doni dello Spirito Santo. Escludendoli ed emarginandoli ha fatto il gioco del mondo. La secolarizzazione aveva messo la freccia, era dirompente, e la Chiesa, convocata a Concilio, ha ricevuto la Parola Divina che ne indicava il cammino per poter raccogliere le sfide dei cambiamenti incipienti. Chiudendosi ai reali moti dello Spirito ha lasciato spesso campo libero ai millantatori dello spirito cossiddeto conciliare, infarciti di cultura e pensiero mondano. Essi hanno azzannato la Chiesa alle fondamenta, i seminari e non solo, hanno chiuso i confessionali, hanno aperto la porta alla protestantizzazione della liturgia e della pastorale, ed il mondo ha avuto buon gioco. Ma Dio, attraverso l'opera imponente di Pietro, si è andato preparando il Popolo con il quale avrebbe voluto far brillare il Vangelo in questa generazione. Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, parole e governo ad incarnare quell'ermeneutica della continuità che oggi, nei volti gioiosi di queste giovani vite donate all'Autore stesso della Vita, risplende dinnanzi a noi come un lampo nella notte. Non si tratta solo di esprimere solidarietà, di gridare al complotto, di scendere, dialetticamente, a patti con il mondo, usando le sue stesse sporche monete. Il Papa non l'ha fatto. Si tratta di convertirsi all'amore di Dio, di riconoscere umilmente peccati e mancanze, confidare nella misericordia, ed aprirsi all'azione dello Spirito Santo, messaggero ed attualizzatore della Volontà di Dio. Come questi giovani riuniti in Piazza San Pietro e al Divino Amore, frutti di un'apertura che ne ha dischiuso cuore e menti alla voce dello Spirito. E' da loro che la Chiesa è chiamata a ricominciare; dalla loro disponibilità senza riserve all'azione di Dio occorre imparare il cammino d'un autentico rinnovamento. Per la Chiesa e per il mondo, quello stesso che oggi attacca violentemente la Barca di Pietro ma che, inconsciamente, attende da essa l'amore di una madre, quell'amore oltre la morte e il peccato che non conosce. Questi giovani saranno quel volto di madre che rigenererà alla vita incorruttibile, testimoni credibili della vittoria di Cristo, la Pasqua al di là della Croce, il destino per il quale ogni uomo è sbocciato in questo mondo.
Antonello Iapicca Pbro
Cientos de jóvenes se ofrecen para consagrarse a Cristo en un encuentro vocacional en Roma
(LA RAZÓN)- La emoción y la alegría de los jóvenes se mezclaron con los recuerdos de las experiencias vividas en las numerosas Jornadas Mundiales de la Juventud (JMJ) que instituyó Juan Pablo II hace ahora 25 años. Para celebrarlo, en la tarde del jueves se reunieron en la plaza de San Pedro 75.000 provenientes de toda Italia en un encuentro presidido por Benedicto XVI. Un diálogo de tres jóvenes con el Santo Padre, la música y los testimonios fueron los platos fuertes del acto, en el que se resaltaron los frutos que surgen de cada una de las JMJ.
Éstos se dieron también ayer por la tarde durante un encuentro vocacional organizado por el Camino Neocatecumenal y al que acudieron 30.000 jóvenes. Los responsables de esta iniciación cristiana de adultos, Kiko Argüello, Carmen Hernández y el sacerdote Mario Pezzi, fueron los encargados de llevarlo adelante en la explanada del Santuario del Divino Amor en Roma.
El vicario del Papa para esta diócesis, el cardenal Agostino Vallini, presidió la celebración en la que se dio gracias a Dios por tantos jóvenes que han descubierto su vocación en las Jornadas de la Juventud. Así, tras la predicación del «kerygma» –palabra griega que significa «anuncio» y se refiere a la muerte y resurrección de Cristo– se realizó primero una llamada vocacional dirigida a los chicos, a la que respondieron unos 300 poniéndose en pie y acercándose hasta el estrado para recibir la bendición.
Tras ellos, llegó el turno de las chicas. Más de 200 mostraron su disposición a seguir a Cristo en la vida contemplativa.
Il Papa: il punto essenziale è
conoscere, con l’aiuto della Chiesa,
della Parola di Dio e degli amici,
la volontà di Dio
Quindi c’è una volontà fondamentale di Dio per noi tutti, che è identica per tutti noi. Ma la sua applicazione è diversa in ogni vita, perché Dio ha un progetto preciso con ogni uomo. San Francesco di Sales una volta ha detto: la perfezione, cioè l’essere buono, il vivere la fede e l’amore, è sostanzialmente una, ma in forme molto diverse. Molto diversa è la santità di un certosino e di un uomo politico, di uno scienziato o di un contadino, e via dicendo. E così per ogni uomo Dio ha il suo progetto e io devo trovare, nelle mie circostanze, il mio modo di vivere questa unica e comune volontà di Dio le cui grandi regole sono indicate in queste esplicazioni dell’amore. E cercare quindi anche di compiere ciò che è l’essenza dell’amore, cioè non prendere la vita per me, ma dare la vita; non "avere" la vita, ma fare della vita un dono, non cercare me stesso, ma dare agli altri. Questo è l’essenziale, e implica rinunce, cioè uscire da me stesso e non cercare me stesso. E proprio non cercando me stesso, ma dandomi per le grandi e vere cose, trovo la vera vita. Così ognuno troverà, nella sua vita, le diverse possibilità: impegnarsi nel volontariato, in una comunità di preghiera, in un movimento, nell’azione della sua parrocchia, nella propria professione. Trovare la mia vocazione e viverla in ogni posto è importante e fondamentale, sia io un grande scienziato, o un contadino. Tutto è importante agli occhi di Dio: è bello se è vissuto sino in fondo con quell’amore che realmente redime il mondo.
Alla fine vorrei raccontare una piccola storia di santa Giuseppina Bakhita, questa piccola santa africana che in Italia ha trovato Dio e Cristo, e che mi fa sempre una grande impressione. Era suora in un convento italiano; un giorno, il Vescovo del luogo fa visita a quel monastero, vede questa piccola suora nera, della quale sembra non avesse saputo nulla e dice: "Suora cosa fa lei qui?" E Bakhita risponde: "La stessa cosa che fa lei, eccellenza". Il vescovo visibilmente irritato dice: "Ma come, suora, fa la stessa cosa come me?", "Sì, – dice la suora – ambedue vogliamo fare la volontà di Dio, non è vero?". Infine questo è il punto essenziale: conoscere, con l’aiuto della Chiesa, della Parola di Dio e degli amici, la volontà di Dio, sia nelle sue grandi linee, comuni per tutti, sia nella concretezza della mia vita personale. Così la vita diventa forse non troppo facile, ma bella e felice. Preghiamo il Signore che ci aiuti sempre a trovare la sua volontà e a seguirla con gioia.
LEGGI E MEDITA LE SPLENDIDE PAROLE DEL PAPA- BAKHITA. Lo sceneggiato completo da vedere e scaricare
- GIUSEPPINA BAKHITA. di P. Antonio M. Sicari. E altra documentazione
- L'incontro del Papa con i giovani. Tutti i video