
Bangkok  (AsiaNews) – “Le accuse ai preti pedofili sono una cosa che mi fa  vergognare e mi imbarazza, ma ho anche molta compassione per le vittime e   i colpevoli degli abusi. Per questo è importante non ridurre tutto  alla denuncia. Molto meglio essere discreti e aiutare i colpevoli –  segnati senz’altro da ferite - e le vittime che sono state abusate. Solo  così si può far nascere il positivo anche da queste esperienze amare”.
 Parla così p. Adriano Pelosin, 64 anni, missionario Pime, in  Thailandia da 29 anni, e da più di 12 impegnato nel recupero di bambini  di strada abusati dai genitori, usati come strumento di piacere per il  turismo sessuale, abbandonati dalle loro famiglie.
 Lo scandalo dei preti pedofili anche se riportato sui giornali  thailandesi, non ha grosso impatto sulla gente. “Qui – continua il  sacerdote – vi è una legge che proibisce di parlare di scandali dei  monaci e della casa reale. Il papa e i sacerdoti sono assommati al mondo  religioso buddista e per questo si parla poco. Fra i cattolici vi è  comunque una certa vergogna per il modo in cui alcun i ministri sacri  abbiano macchiato il loro servizio e tradito la fiducia che dei bambini o  ragazzi e ragazze hanno posto in loro”. Per questo, egli dice, i  colpevoli devono essere perseguiti e non ci deve essere nascondimenti o  silenzi. “Ma – aggiunge - è il momento giusto di guardarsi dentro,  sacerdoti e laici, credenti e non credenti: se dei preti hanno sbagliato  così, chissà quanto hanno sbagliato tutti gli altri! Gesù’ direbbe: Chi  è senza peccato scagli la prima pietra. E Se Dio ha chiamato l’esercito  dei giornalisti ad accusare la Chiesa, - come una volta ha chiamato  l’esercito assiro a distruggere Gerusalemme – bisogna stare attenti a  non andare al di la dei limiti che Dio stesso pone ad ogni punizione”.
 Secondo p. Pelosin, la sola denuncia rischia di essere sterile.  “Vivo in mezzo a tanti casi di vittime della pedofilia, e non da parte  di preti, ma da parte di membri del circolo familiare delle vittime:  padri verso i figli; fratelli maggiori verso fratelli minori; zii e  parenti verso i nipoti… È qualcosa che colpisce in profondità i bambini.  Eppure io preferisco non parlarne mai in pubblico, non farne oggetto di  conversazione. Anzitutto perché altrimenti rischio di spingere le  vittime alla disperazione; in secondo luogo perché puntare tutto sul  negativo non porta a nulla. Molto meglio essere discreti e aiutare i  colpevoli e le vittime. Solo così si può far nascere il positivo anche  da queste esperienze amare. Assieme alla giustizia, bisogna usare anche  la misericordia”.
 P. Pelosin ha salvato molte volte ragazzi 12enni dal giro della  prostituzione (soprattutto omosessuale, da parte di occidentali). Rimane  stupito del fatto che “le denunce contro i preti vengono da un mondo  permissivo e anarchico, dove la violenza e la libertà sessuale sono  affermati come un diritto: “C’è come una vendetta nei confronti della  Chiesa che si erge a giudice delle azioni degli altri”. “In realtà  questo è un momento per prendere coscienza della bellezza dei bambini,  della loro dignità e fragilità, del loro bisogno di rispetto e amore che  tutti devono portare loro, a partire da genitori, insegnanti, e dalla  società in generale. E bisogna ripensare ai bambini che vengono  soppressi nel seno materno: è questo è il più grande abuso, che perfino  una madre fa al suo bambino, magari con l’approvazione ufficiale di  quelle autorità per perseguono gli abusi sessuali dei preti”.
 Un altro fatto che stupisce p. Pelosin è che “ci sono denunce ai  preti solo su questi scandali sessuali e non su altri aspetti del loro  lavoro, come manipolazione di soldi, ruberie, pigrizie”. Tutto questo lo  spinge a pensare “che vi sia una vera e propria campagna contro il papa  e i sacerdoti”, dimenticando che oltre a questi casi umilianti “vi è  anche tantissimo bene che viene compiuto”.
 L’ultima raccomandazione di p. Pelosin è di “non temere di far  fronte a tutti questi scandali: essi sono un’occasione di  purificazione”. E dopo aver citato la lettera che Benedetto XVI ha  scritto ai cattolici irlandesi sugli scandali dei preti pedofili qualche  settimana fa, aggiunge: “È il momento per un esame di coscienza  mondiale: dovremmo prendere coscienza dei diritti dei bambini poveri,  che non hanno cibo sufficiente, non possono andare a scuola, muoiono  delle malattie più comuni perché non possono curarsi. La comunità  internazionale deve domandarsi sulle responsabilità di questi abusi su  milioni di bambini, che a causa dell’indifferenza finiscono per essere  poi abusati in tutti i sensi dagli adulti: schiavitù, sesso,  accattonaggio, bambini-soldato, spaccio di droga. Non è forse il mondo  ricco e indifferente a negare i diritti a milioni di bambini?”.