Il Foglio pubblica oggi un'intervista a Manfred Lütz, teologo e psichiatra direttore dell’ospedale psichiatrico di Colonia, membro del Pontificio consiglio per i laici e del consiglio direttivo della Pontificia accademia per la vita, consultore della Congregazione per il clero. Lütz dice tra l'altro: "La prima cosa da fare è non sminuire il problema. Perché prima di ogni altra considerazione va ricordato che gli abusi su minori perpetrati da sacerdoti e religiosi cattolici sono un crimine particolarmente ripugnante. Sono un male da denunciare e da non occultare. Il sacerdote, infatti, ha un ruolo paterno nei confronti del minore e quindi purtroppo il suo atto criminoso ha in sé qualcosa d’incestuoso. Inoltre questi crimini minano la fiducia in Dio dei bambini che li subiscono”. Ma Lütz dice anche che "occorre non drammatizzare troppo... prima di esprimere giudizi si devono conoscere i fatti... un’eccessiva drammatizzazione non giova alle vittime. Queste, spesso, hanno un rapporto ambivalente con i persecutori. Provano affetto per loro e insieme si sentono offesi. E’ una situazione molto delicata e se si drammatizza troppo non si aiuta chi è vittima a uscire allo scoperto".
Anche per questo l'iniziativa del Vescovo di Bolzano ci sembra decisamente sopra le righe. Sul sito diocesano si legge: "la Diocesi intende tra l’altro creare sul sito internet diocesano un forumLettera De Delictis Gravioribus parla chiaro: "Le cause di questo genere sono soggette al segreto pontificio". E dice anche molto di più: "Con la presente lettera... si auspica che non solo siano evitati del tutto i delitti più gravi, ma soprattutto che, per la santità dei chierici e dei fedeli da procurarsi anche mediante necessarie sanzioni, da parte degli ordinari e dei gerarchi ci sia una sollecita cura pastorale".
in cui vengano esaminate eventuali segnalazioni di abusi. In questo modo si vuole assicurare che ogni segnalazione venga subito presa in considerazione e verificata, perché la protezione delle eventuali vittime ha la massima priorità". Come se un marito per scoprire se la moglie lo tradisce o meno chiedesse di inviare eventuali segnalazioni di comportamenti sospetti alla sua e-mail e aprire un forum sul proprio blog per esaminarle. Verrebbe spontaneamente da chiedersi: ma quest'uomo ha mai parlato con sua moglie? La conosce almeno un po' o si è sposato per procura? Per dirla chiara: un Vescovo conosce i suoi preti? Si è interessato della loro formazione e dei loro formatori? O ha bisogno di fare del sito diocesano una sorta di Facebook per conoscere la realtà dei suoi collaboratori più prossimi? Non insegnano nulla le storie legate ai social networks, alle contraffazioni e all'assoluta inattendibilità di tali strumenti? Tra l'altro la E' questo il nodo cruciale: la sollecitudine pastorale. "Il Vescovo è un padre che vive per i suoi figli e fa un tutt'uno con la sua Chiesa, con i suoi sacerdoti, prodigandosi per formare le coscienze e per far crescere nella fede" (Congregazione per i Vescovi, Nota introduttiva al nuovo "Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi Apostolorum Successores"). E' urgente quindi interrogarsi sulla crescita nella fede dell'intero Popolo di Dio, nel quale sono inclusi anche i presbiteri. Come scriveva S. Agostino commentando le parole di Gesù rivolte a Pietro sul lago di Tiberiade dove lo invitava a pascere le sue pecore: “Anche i pastori sono pecore (pastores ipsi sunt oves) ”( In Io. Evang. Tr. 123,5).. E altrove: “Voi siete sue pecore e noi siamo pecore con voi perché siamo cristiani … noi pascoliamo voi e siamo pascolati con voi (pascimus vos, pascimur vobiscum)”(Ser. Casin. I,133,5.13; M.A., I, pp. 404,8; 410,18) o meno letteralmente: “Noi provvediamo al vostro nutrimento e con voi ci nutriamo” dello stesso cibo. Essi provengono da famiglie concrete, hanno ricevuto in esse la loro prima formazione nella fede. "Ai nostri giorni, in un mondo spesso estraneo e persino ostile alla fede, le famiglie credenti sono di fondamentale importanza, come focolari di fede viva e irradiante. È per questo motivo che il Concilio Vaticano II, usando un'antica espressione, chiama la famiglia « Ecclesia domestica » – Chiesa domestica. È in seno alla famiglia che «i genitori devono essere per i loro figli, con la parola e con l'esempio, i primi annunciatori della fede, e secondare la vocazione propria di ognuno, e quella sacra in modo speciale» (Catechismo della Chiesa Cattolica, N. 1656). Prima di entrare in seminario hanno frequentato parrocchie e spesso associazioni, movimenti e nuove comunità. Questo tempo trascorso sino all'ingresso in seminario è decisivo. E' qui che inizia l'autentica e feconda prevenzione perchè è molto più che vigilanza, è semina e accompagnamento nel cammino di fede di ciascun cristiano. La sollecitudine pastorale deve riguardare in primo luogo la comunità cristiana, l'utero dove si viene gestati alla fede. Una comunità che non sia anonima, che si prenda cura dei suoi membri, dove i pastori conoscano personalmente le pecore affidate. Nel rito di ordinazione presbiterale troviamo questo dialogo:
- Rettore del Seminario (O un altro presbitero):Reverendissimo Padre, la Santa Madre Chiesa chiede che questi nostri fratelli siano ordinati Presbitero.
- Vescovo: Sei certo che ne siano degni?
- Rettore: Dalle informazioni raccolte presso il popolo cristiano e secondo il giudizio dato da coloro che ne hanno curato la formazione, posso attestare ne siano degni.
- Vescovo Con l'aiuto di Dio e Gesù Cristo nostro Salvatore noi scegliamo questi figli per l'ordine del Presbiterato
- Assemblea: Rendiamo Grazie a Dio.
Perché il « Sì » degli sposi sia un atto libero e responsabile, e l'alleanza matrimoniale abbia delle basi umane e cristiane solide e durature, la preparazione al Matrimonio è di fondamentale importanza.
L'esempio e l'insegnamento dati dai genitori e dalle famiglie restano il cammino privilegiato di questa preparazione.
Il ruolo dei Pastori e della comunità cristiana come « famiglia di Dio » è indispensabile per la trasmissione dei valori umani e cristiani del matrimonio e della famiglia, 287 tanto più che nel nostro tempo molti giovani conoscono l'esperienza di focolari distrutti che non assicurano più sufficientemente questa iniziazione:
« I giovani devono essere adeguatamente e tempestivamente istruiti, soprattutto in seno alla propria famiglia, sulla dignità dell'amore coniugale, sulla sua funzione e le sue espressioni; così che, formati nella stima della castità, possano ad età conveniente passare da un onesto fidanzamento alle nozze ». (Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 49: AAS 58 (1966) 1070.)
è importante non dimenticare che uno dei compiti essenziali del Vescovo è proprio quello di aiutare, con l’esempio e con il fraterno sostegno, i sacerdoti a seguire fedelmente la loro vocazione, e a lavorare con entusiasmo e amore nella vigna del Signore.
A questo proposito, nell’Esortazione postsinodale Pastores gregis, il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II ebbe ad osservare che il gesto del sacerdote, quando pone le proprie mani nelle mani del Vescovo nel giorno dell’ordinazione presbiterale, impegna entrambi: il sacerdote e il Vescovo. Il novello presbitero sceglie di affidarsi al Vescovo e, da parte sua, il Vescovo si impegna a custodire queste mani (Cfr n.47). A ben vedere questo è un compito solenne che si configura per il Vescovo come paterna responsabilità nel custodire e promuovere l’identità sacerdotale dei presbiteri affidati alle proprie cure pastorali, un’identità che vediamo oggi purtroppo messa a dura prova dalla crescente secolarizzazione. Il Vescovo dunque – prosegue la Pastores gregis – “cercherà sempre di agire coi suoi sacerdoti come padre e fratello che li ama, li accoglie, li corregge, li conforta, ne ricerca la collaborazione e, per quanto possibile, si adopera per il loro benessere umano, spirituale, ministeriale ed economico” (Ibidem, 47).
Alcuni dicono che c’è un legame tra pedofilia e celibato e che se si eliminasse il celibato si risolverebbero tanti problemi. Scientificamente questa teoria non ha nessun fondamento. Nel 2003 organizzai in Vaticano, all’interno della Pontificia accademia per la vita, un summit con diversi scienziati (molti non credenti) sul tema ‘abuso di minori da parte di sacerdoti e religiosi’. Tutti concordarono sul fatto che scientificamente non c’è alcuna relazione tra pedofilia e celibato. L’astinenza sessuale, in particolare, non provoca atti di abuso. Uno scienziato ateo molto noto in Germania ha detto che la possibilità che un prete commetta abusi è 36 volte minore rispetto a un padre di famiglia”.
La Chiesa non si difende dagli attacchi scendendo a patti con il mondo e i suoi sistemi. Chi scrive facendo del Papa l'unico baluardo di fronte alla pedofilia contribuisce ad isolarlo ancor più. Lo abbiamo ripetuto più volte, la pedofilia manifesta un problema più grave che mina alle basi la stessa missione della Chiesa. Si potrà far pulizia di tutto il clero pedofilo, e ce lo auguriamo con tutto il cuore. Ma il problema resterà al suo posto a produrre altri danni.