[Da "il Timone", n. 23, gennaio/febbraio 2003]
Nei mesi scorsi i media hanno continuamente insistito sullo scandalo dei preti americani pedofili, spesso sfruttando l’occasione per denigrare la Chiesa, sicché la fiducia nella santità della Chiesa di molti cattolici ha vacillato. Ora, questa sfiducia è già sbagliata, perché non distingue tra: 1) santità e infallibilità della Chiesa: la Chiesa è santa come corpo mistico di Cristo ed è infallibile quando si pronuncia solennemente in materia di fede e di morale (e solo in questi ambiti); 2) fallibilità degli uomini di Chiesa: tutti gli uomini, in quanto tali, sono esposti all’errore e possono compiere il male. Inoltre, nella storia della Chiesa fa molto più rumore un albero che cade di una foresta che sta in piedi: pochi sacerdoti e religiosi tralignanti fanno più rumore di moltissimi santi che hanno agito silenziosamente.
In ogni caso, alcuni hanno sfruttato la vicenda americana proponendo, come rimedio, il matrimonio dei preti e il sacerdozio femminile. Ma, come è già successo molte volte nella storia, anche in questo caso, abbiamo a che fare con una colossale campagna di diffamazione, finalizzata a creare una leggenda nera (l’ennesima, oltre a quelle sull’Inquisizione, le crociate, ecc.), che invece va ridimensionata. Certamente ci sono stati alcuni casi reali, che sono molto dolorosi e intollerabili, tuttavia le cifre sono state notevolmente gonfiate e non bisogna generalizzare.
I preti cattolici sono più inclini alla pedofilia rispetto agli altri uomini?
Falso, perché essa è presente in tutte le classi, professioni, religioni, comunità etniche. La pedotilia (l’abuso sessuale di minori di 13 anni; pedofilo è un soggetto di almeno 16 anni e almeno 5 anni più vecchio del bambino) tra i preti è molto rara, e affligge solo lo 0,3% dei sacerdoti. Philip Jenkins, docente universitario alla Pennsylvania State University che, si noti bene, non è cattolico, ha pubblicato questi dati nel 1996 nel libro Pedophilies and Prieest, dove mostra una delle casistiche a tutt’oggi più aggiornate e complete, da cui risulta che solo 1 prete su 2252 è pedofilo, considerando gli ultimi trent’anni. I preti non pedofili, ma colpevoli di abusi sessuali sono circa l’1,9%, cifra paragonabile alla percentuale tra gli uomini sposati.
Circa il recente scandalo di Boston, solo 4 tra più di 80 preti accusati dai media di pedofilia sono realmente colpevoli. In realtà, i preti coinvolti in questo scandalo sono in maggioranza efebofili (attrazione omosessuale verso ragazzi adolescenti), il che certamente non è giustificabile, ma non altrettanto ignobile quanto la pedofilia. Infine, nei mesi scorsi altre confessioni religiose e istituzioni non religiose hanno ammesso di avere problemi simili sia con la pedofilia che con l’efebofilia: perciò è falso che i prelati cattolici siano più predisposti alla pedofilia rispetto ai ministri protestanti, capi ebrei, insegnanti o educatori (per questi dati cfr la rivista americana Crisis: www.crisismagazine.com).
Il matrimonio dei preti potrebbe debellare la pedofilia e le altre forme di deviazioni sessuali?
Il celibato non comporta di per sé alcun tipo di deviazione sessuale. Infatti, come abbiamo detto, gli uomini sposati sono altrettanto a rischio di deviazioni sessuali.
Il sacerdozio delle donne potrebbe risolvere il problema?
No, perché anche alcune donne molestano i bambini.
Qual è l’origine della pedofilia?
Mentre la dottrina morale della Chiesa condanna gli abusi sessuali in tutte le loro forme, la pedofilia è favorita dall’attuale cultura della trasgressione e dal permissivismo sessuale. Si facciano dunque un esame di coscienza tutti i promotori ditale cultura. Per non dire dei radicali, che hanno organizzato il 27-10-1998
un aberrante convegno, nelle aule del Senato, la cui presentazione così recitava: "[…] essere pedofili [...] non può essere considerato un reato; la pedofilia […] diventa reato nel momento in cui danneggia altre persone". Come dire che la pedofilia è lecita purché il bambino sia consenziente!
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"Jenkins cita un anticattolicesimo latente in settori importanti della società nordamericana, ambienti di psicologi e di terapisti convinti che tuffo quanto i loro pazienti raccontano, magari sotto ipnosi, sia sempre e necessariamente vero - episodi passati in tema di satanismo e di incesto mostrano che non sempre è cosi - e una mentalità liberal per cui il celibato o i voti non sono politicamente corretti. Le analisi di Jenkins - a mio avviso meritevoli di grande interesse - non negano certamente la presenza di casi dolorosi, sulle cui cause la Chiesa giustamente indaga e s’interroga. Ma aiutano a guardarsi dalle generalizzazioni e dall’analisi "urlata" di problemi che vanno invece affrontati, insieme, con coraggio e con discrezione". (Massimo lntrovigne, Preti e pedofilia: tra realtà e mistificazione, in Cristianità, n. 282, 1998).
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