DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Se la fede è ridotta a morale. Chiesa e pedofilia

di Claudio Mésoniat

Si è chiesto il grande Eliot (nei "Cori della Rocca"): «È la Chiesa che ha abbandonato l’umanità, o è l’umanità che ha abbandonato la Chiesa»? I lettori si saranno accorti che sulla questione degli abusi sessuali commessi da sacerdoti è in atto da alcuni giorni una campagna mediatica che sembra mossa unicamente dall’intento di gettare fango sulla Chiesa, non certo da un interesse reale per le vittime di tali abusi e men che meno dalla volontà di capacitarsi, per combatterlo, del fenomeno della pedofilia, effettivamente dilagante nella nostra società. Ma penso che non basti denunciare come agenzie, giornali, radio e tv stiano riesumando casi già noti e risalenti per la gran parte a trenta o quaranta anni fa, per amplificarli e cercare accanitamente, se possibile, di colpire, oltre agli episcopati locali, direttamente Benedetto XVI. Il quale, da parte sua, ha reso nota ieri una lettera ai cattolici d’Irlanda (di cui pubblichiamo ampi stralci nell'edizione cartacea del GdP), che non fa sconti a nessuno, tanto meno ai vescovi che hanno commesso errori «molto gravi» nel modo di trattare e "coprire" alcuni di questi casi. Si tratta di scandali per i quali basterebbero le parole di Gesù nel Vangelo: «Piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli sarebbe meglio mettersi una macina di mulino al collo e buttarsi nel mare». Occorre tuttavia chiedersi perché questo accanimento contro la Chiesa cattolica, al punto da soprassedere sul fatto che nelle Chiese protestanti tali abusi -in Paesi dove sono state condotte inchieste approfondite in proposito, come gli Stati Uniti- sono assai più frequenti (ma trattandosi di pastori in genere sposati non c’è da almanaccare sul presunto legame tra pedofilia e celibato…)? Soprattutto perché neanche una parola sulle violenze contro bambini all’interno delle famiglie, neanche una proposta su come affrontare la questione? Eppure, stando ad ambienti della giustizia e della polizia, non passa quasi settimana senza che, anche da noi, si debbano registrare tristissimi casi del genere. No, il bersaglio non è la pedofilia. E neppure i preti pedofili. Il bersaglio è la Chiesa cattolica come tale. Vittorio Messori, da apologeta abile e indefesso qual è, ha scritto che tutti, anche gli atei e gli anticlericali, dai sacerdoti si aspettano talmente tanto da non poter tollerare simili gravi tradimenti della sublimità del Vangelo. Sarà. Ma io penso si debba andare più a fondo nel chiedersi come la Chiesa abbia «abbandonato l’umanità». E penso che l’aver ridotto il cristianesimo a una morale, quasi dimenticando e vergognandosi di Cristo, vivo e presente, sia il vero tradimento degli uomini di Chiesa verso il mondo. Per giunta una morale ridotta a sua volta ai "problemi" del sesso.
La "rivoluzione sessuale" che ha preso avvio in Occidente dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso e che ha prodotto i disastri che abbiamo sotto gli occhi (il preservativo per i bambini -ricordate?- è solo l’ultima "provocazione" di qualche giorno fa), non è stata vissuta forse anche come una liberazione da certa sessuofobia cattolica? Ma non è la morale sessuale cattolica da mettere in discussione (come molti anche nella Chiesa ingenuamente credono; e tanto meno è la perla del celibato sacerdotale -che peraltro non ha nulla a che vedere con la pedofilia- di cui ci si debba liberare: se mai questi sono valori belli e grandi da riscoprire). E’ -ripeto- la riduzione della fede a "comandamenti" e precetti (tutt’al più incorniciati da un vago spiritualismo e da un culto quasi magico) ad aver tolto tutto il sale del fascino umano alla proposta cristiana. Trasformando, tra l’altro, il grande dono della sessualità da risorsa educativa a "problema".

22.03.2010


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