DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

CHIAMATI A DARE VOCE ALL’INAUDITO CHE IL MONDO NON SA ACCETTARE. MARINA CORRADI

N el Lunedì dell’Angelo, in quell’' ot­tavo giorno' della settimana pa­squale che ci riconsegna alla feriale quo­tidianità, Benedetto XVI ha voluto ricor­darci chi davvero, quest’Angelo, sia. An­gelo, letteralmente ' messaggero', per i primi autori cristiani è Cristo stesso: l’an­nunziatore, colui che doveva portare al mondo ' il disegno del Padre per la re­staurazione dell’uomo'. Annunziatore di quella Resurrezione che ha modificato ­ha detto il Papa il giorno di Pasqua – l’o­rientamento profondo della storia, « sbi­lanciandolo una volta per tutte dalla par­te del bene » . L’Angelo del Lunedì pasquale è dunque il Messaggero, colui che testimonia la vi­ta nuova. Ma poiché noi da Cristo siamo stati mandati, ha aggiunto Benedetto X­VI, siamo anche noi ' angeli', annunzia­tori della Resurrezione. In modo parti­colare, attraverso l’ordinazione, lo sono i sacerdoti. E però tutti i cristiani sono chiamati a essere messaggeri.
Messaggeri di cosa, ci potremmo chie­dere. Nella inflazione nostra quotidiana di parole, magari inerti o ottusi di fronte a questa: ' angeli'. Oppure così avvezzi fin da ragazzi ai riti della Pasqua, da ave­re perduto – pur ' sapendo' tutto – la co­scienza della straordinarietà dell’an­nuncio. (Ma, se dovessimo spiegarlo a un bambino, sapremmo ancora dirgli per­ché è formidabile, la ' buona novella'?) Il fatto è, come ha detto il Papa a Pasqua, che se Cristo non fosse risorto il destino nostro e del mondo intero sarebbe ine­vitabilmente la morte. Il destino nostro e di quelli che amiamo, dei padri, e dei nostri teneri figli bambini, sarebbe alla fi­ne solo la morte. Più niente di loro, do­po l’ultimo respiro. Solo Cristo, solo quel­la pietra tombale rotolata nella notte di Pasqua ha eradicato questa legge; ha pro­messo che chi crede vivrà per sempre. E’ la vittoria sul male più grande; sulla mor­te che apparentemente ci riduce in pol­vere, ma anche sulle sue avvisaglie, e compagne: la malattia, la sofferenza, il dolore. L’annuncio di cui i cristiani sono messaggeri, ' angeli', è questa rivoluzio­ne, questa inclinazione diversa e oppo­sta dell’asse attorno a cui gravita l’uni­verso.
Il male non vince, la morte non è per sempre. Quale notizia è più sbalorditiva per un’umanità incapace di pace e di giu­stizia, e ogni giorno assediata dalla vio­lenza o dalla fame? O dal cinismo di chi sta materialmente abbastanza bene per sorridere della immensa speranza dei cri­stiani. In quella eclissi di attesa e di de­siderio di vita, che segna la profonda cri­si dell’umanità oggi, evocata dal Papa.
Messaggeri dunque, tutti, e in particola­re quei quattrocentomila sacerdoti che ' servono generosamente il popolo di Dio' nei luoghi più remoti del pianeta, come ha ricordato a Pasqua il decano del collegio cardinalizio Angelo Sodano, nel fare al Papa auguri inconsueti, forti co­me un abbraccio. A nome di una Chiesa che ' gli si stringe attorno', grata ' per la fortezza d’animo e il coraggio apostolico' con cui annuncia Cristo. 'Angelo' il Pon­tefice e ' angelo' – messaggero – anche l’oscuro giovane prete d’oratorio con la sua truppa di ragazzi attorno; il missio­nario in Africa, e ogni credente che – più con ciò che è, più con la speranza della sua faccia che con le parole – annuncia. Annuncia che la morte non ha vinto per sempre, che la sofferenza non è senza fi­ne; che rivedremo il padre che ci manca, o il figlio che ci è stato tolto. Che le forze apparentemente opache e invincibili del­la prepotenza e della ingiustizia non pre­varranno – e per questa promessa, non dimentichiamolo, il ' mondo' è radical­mente ostile al cristianesimo.
L’inaudito annuncio di cui siamo ' ange­li', è che la morte è stata sconfitta. Non in una magia, come ha detto Benedetto XVI, ma dentro la concretezza carnale della storia. L’asse pesante, fino a quell’ istante inesorabilmente inclinato al ma­le, è stato spostato in una notte – sotto a una pietra di tomba, che pretendeva d’es­sere
per sempre.

© Copyright Avvenire 6 aprile 2010