Autore: Capucciati, Ester Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it
martedì 6 aprile 2010
Marino Occhipinti, il poliziotto che in passato fece parte della “banda della Uno bianca” ha portato la croce durante la Via Crucis. Dopo 16 anni di carcere ha ottenuto un permesso di 5 h. per poter partecipare alla Via Crucis organizzata da Comunione e Liberazione a Padova. I familiari delle vittime hanno fortemente protestato per la concessione del permesso.
I Cristiani hanno appena festeggiato la Pasqua, cioè: hanno fatto memoria che Colui al quale essi si stringono, si aggrappano, si affidano, si fidano; se è risorto, come testimoniano, è Dio e se è Dio, c’è adesso. Non si mette la vita nelle mani di un morto, di uno che non c’è più.
Ma chi sono questi qui? T.S. Eliot ne ha dato una descrizione geniale:
“Bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre, interessati e ottusi come sempre lo furono prima,/ Eppure sempre in lotta, sempre a riaffermare, sempre a riprendere la loro marcia sulla via illuminata dalla luce;/ Spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, tornando, eppure mai seguendo un’altra via” (T.S. Eliot, Cori da “La Rocca”, BUR, Milano 1994, p.99)
Essi si mettono in mano ad Uno che ama l’uomo per quello che è, prima che per quello che dovrebbe essere; stanno attaccati ad Uno che degna del suo amore, della sua comprensione, della sua compassione pubblicani, peccatori, prostitute, adultere, ladri, assassini, traditori… persino me.
Forse è per questo che Marino si è messo con loro dietro alla Croce. Ha voluto mettersi nelle mani di uno che non è come Lui.
Ma questo Amore, per essere goduto, deve essere accettato. Cristo si piega su di te ma può accadere che a te non te ne freghi niente. Ha talmente amato la tua libertà da voler correre il rischio di essere scelto o rifiutato, amato o odiato. E questo è drammatico, perché questo rapporto, come tutti i rapporti, si gioca sulla signoria di due libertà!
E’ difficilissimo per noi palloni gonfiati, accettare di essere amati senza avere nulla da dare in cambio; si, perché normalmente succede che, quando qualcuno ci ama o ci vuole bene, noi siamo subito pronti a dire” sì, ma, io però son bravo, mi comporto bene, non tradisco, gli voglio bene…vorrei vedere se…”. E’ proprio questo lo scandalo, il dolore, ma soprattutto la bellezza, la Grazia! Sembra che Cristo li abbia amati ad ogni condizione e questa è veramente una cosa dell’altro mondo… in questo mondo!
E’ una cosa “ da Dio!”.
Ma io non sono Dio, non sono capace di questo sguardo, di questa gratuità, di questo amore incondizionato, di questa speranza, di questa lealtà, di questa certezza, di questa libertà…e allora? Allora è proprio per questo che guardo a Lui, mi faccio accompagnare da Lui, mi lascio guidare da Lui, mi lascio amare da lui, cercando di trapassare lo scandalo che io invece avrei per me e per tutti. Mi rende capace di questo
E’ solo fissando il Suo sguardo che riesco a guardarmi allo specchio senza vomitare …
Davanti agli scribi ed ai farisei che portarono l’adultera a Cristo, per metterlo in difficoltà, egli disse, feroce:” Chi di voi non ha peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. L’evangelista riferisce che “se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani” (Gv.8, 1-11). Ha amato più lei del suo peccato, non si è confuso, non ha buttato via peccato e peccatore
I familiari delle vittime della banda della Uno Bianca vivono un dolore ed uno scandalo che pietrificano la vita. Io li capisco anzi, non so se li capisco fino in fondo perché non ho passato quello che hanno passato loro, ma so con certezza che da soli non riusciranno mai a liberarsi dalla rabbia.
Ma, se saranno disposti a guardare quello che io, e non solo io, ho avuto la grazia di vedere con i miei occhi, allora, rivivranno.
Cos’ho visto: spacciatori, pentiti e accolti, ladri, pentiti e accolti, traditori, pentiti e accolti, assassini, pentiti e accolti, adulteri, pentiti e accolti… io, scandalizzata, pentita e accolta…
Il perdono è una capacità di Dio e non è detto che sia degli uomini; sicuramente non è un discorso da ragioniere.
Non si capisce se prima non se ne è fatta esperienza. Farne esperienza non è un merito, è una grazia, ma accettare di lasciarsi colpire e di essere veri con se stessi, a volte, può essere realmente un merito. Si chiama onestà, lealtà e realismo, cioè responsabilità.
“A chi sono disposto a rispondere delle mie azioni?… ed io, di chi sono?”
Le persone che non hanno ancora conosciuto Cristo, hanno solo loro stessi, sono costretti a mettere la loro vita nelle mani di quello che capiscono loro, se lo capiscono e per come lo capiscono. Non c’è alternativa.
Una volta in classe chiesi ai miei studenti. “Ma tu, ce la metteresti la vita nelle mani di uno come te?” Dopo la sorpresa iniziale, la maggior parte ha detto no…
Marino sta pagando alla giustizia umana per gli errori che ha fatto, i delitti che ha commesso. Non saranno certo 5 h. di libera uscita a salvare la sua vita. Invece, il suo cambiamento, il suo pentimento, la sua sofferenza per il male compiuto, gettati in faccia al mondo, quelli sono realmente per noi, popolo di moralisti, un vero pugno nello stomaco!
Ma sono anche speranza e stupore, “roba da non credere”, appunto. E invece è così, è proprio cosi e se lo dico è perché lo so.
La giustizia umana, con Marino, sta facendo il suo corso… quanto alla giustizia divina… beh, qualunque sarà il giudizio di Dio su Marino, sarà un giudizio “da Dio”e questo mi solleva.
Mi fido più di Cristo che degli uomini
Io so una cosa: che se nell’ora del giudizio, io mi trovassi davanti uno con la mia testa… io, non mi salverei.
Christus vincit.