DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Cina: la rivoluzione del pollo fritto

Claudia Astarita, 30 anni, lavora da quattro come ricercatrice presso il Centro di Studi Asiatici della prestigiosa Hong Kong University. É sposata con un diplomatico italiano in Cina.

KFC  in Cina (Credits: LaPresse)

KFC in Cina (Credits: LaPresse)

La catena di fast food americana che ha avuto più successo in Cina è KFC, Kentucky Fried Chicken, che propone, sostanzialmente, varie versioni di pollo fritto. Come in tutti i fast food, il menu non varia molto (si va da bocconcini a cotolette e poco altro), ma la formula che combina ambienti standardizzati, prezzi contenuti e cibi tutto sommato saporiti si è rivelata vincente in parecchie parti del mondo. KFC, infatti, ha tredicimila ristoranti in ottanta Paesi, di cui duemila in Cina. Per la cronaca, in Italia non è ancora sbarcato: dalle nostre parti le catene americane hanno vita difficile (vedi il caso di Starbucks).

La settimana scorsa, però, i cinesi si sono ribellati contro KFC. Il motivo? Il mancato rispetto di una campagna promozionale. Su molti siti internet, nei giorni scorsi sono stati pubblicati dei coupon da stampare e presentare alle casse dei negozi KFC per ottenere uno sconto del 50% sul menu per famiglie, che consiste in un cesto di crocchette di pollo, delle coscette fritte, due panini, mezza pannocchia (che da KFC sostituisce le patatine) e una bottiglietta di Pepsi. In moltissimi hanno stampato il buono promozionale, ma si sono visti rifiutare lo sconto promesso, apparentemente perché alcuni siti avrebbero messo online buoni fasulli: ciò avrebbe spinto KFC a cancellare l’iniziativa.

Le circostanze hanno indotto la clientela a proteste inusitate: oltre al mancato risparmio, ad irritare i cinesi è stato il mancato rispetto della parola data. Cedere senza ottenere soddisfazione avrebbe significato perdere la faccia, un inaccettabile disonore. Così, fuori dai KFC si sono formate code di clienti che pur di vedersi riconoscere lo sconto hanno atteso ore e discusso fino allo sfinimento con il personale. Molti punti vendita sono rimasti letteralmente sotto assedio fino all’ora di chiusura (di regola, verso le 11 di sera) e in alcuni la situazione è degenerata e la polizia è stata costretta a intervenire per fermare accenni di rissa. La contestazione non è ancora finita, e ora si è spostata in rete, dove centinaia di forum sono stati invasi dalle proteste.



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