MILANO - E chi non ha provato uno speciale brivido nell’assistere per la prima volta a un film vietato ai minori di 14 anni? Il passo che nell’avvicinarsi alla biglietteria del cinema si fa più tronfio, la mano che incollata al portafogli vibra nella speranza di poter estrarre il documento-prova del raggiunto diritto, lo sguardo che abbracciando l’intera sala si accompagna con un unico pensiero: «Sono qui perché sono grande». La scritta «vietato ai minori di 14» («rigorosamente vietato») debutta ora anche davanti all’ingresso di una delle attrattive di Gardaland: il labirinto del terrore «Inferis». Con un duplice effetto: attrarre tutti quelli che davanti a quel cartello possono dire con orgoglio «io (adesso) entro» e allo stesso tempo cavalcare il momento magico dell’horror.
Libri. Film. Giochi. Parchi (e come non potrebbe essere? case delle streghe e freaks, da sempre l’horror è di casa nei luna park). Parchi come quello di Alton Towers (stesso gruppo Merlin di Gardaland) che ha inaugurato «Thirteen», ambientato in una foresta terrificante. O come i Movieland Studios di Lazise del Garda dove da tempo, se «over 14», si possono avere incontri ravvicinati con i protagonisti dei più noti film del terrore che abitano l’Horror House. «Inferis», dice la presentazione sul sito di Gardaland, è «la prima casa dell’orrore ambientata all’Inferno mai presentata in Italia»: 150 metri da percorre a piedi tra fiamme, paludi e nebbie velenose. «Dodici diavoli (attori) davanti ai quali non si potrà che chiedersi: riuscirò a ritrovare la via d’uscita o rimarrò intrappolato per sempre?».
Per sapere se quel «vietato ai minori di 14 anni» affianca di diritto «Inferis» a L’Esorcista o a Venerdì 13, non resta che munirsi di «horrorometro » e mettersi alla prova. Del resto quello conta. «Quello vogliono i ragazzi: misurarsi con nuove emozioni e nuove prove, in una condizione di sicurezza che trasforma la paura in divertimento. Per questo piace tanto l’horror», dice lo scrittore Eraldo Baldini. Che citando Stephen King aggiunge: «La paura è un’emozione basica, fondamentale. Ogni ragazzo crescendo ha un bisogno psicologico, forse addirittura biologico, di sperimentarla per allenarsi alla vita. Le tappe della paura ricalcando quelle del percorso formativo». Se poi una di queste tappe-prova è accompagnata da un divieto ai «minori di 14 anni»? «La barriera (commerciale) diventa più appetibile e vissuta come un rito di passaggio».
Alessandra Mangiarotti
12 aprile 2010
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