Luigi Cavalli Sforza ha pubblicato pochi giorni fa sul CdS un articolo pro-Darwin. Per Charles
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Questo ragionamento classico, oggidì deve fare i conti con la nuova acquisizione della biologia chiamata
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Eva Jablonka, genetista israeliana nel suo libro “Evolution in four dimentions” è su questa lunghezza d’onda, così come il premio Prigogine 2004, Enzo Tiezzi, ch sostiene che “Gli ecosistemi si evolvono per co-evoluzione e auto-organizzazione”, nel suo Steps Towards an Evolutionary Physics (2006) indicando che l’evoluzione non è cieca, o perlomeno non è una folle corsa: “L’avventura dell’evoluzione biologica è un’avventura stocastica, dal greco, che significa, “mirare con la freccia al centro del bersaglio”": come le frecce arrivano in ordine sparso sul bersaglio, ma tutte protese verso il centro da parte dell’arciere, così anche l’evoluzione appare avere un’armonia di base. La questione non è di poco conto, perché posto che mutamenti formali nella vita sulla terra ci sono stati, sta emergendo che non tutto è lotta, ma molto è cooperazione. Tutto questo non ci dispiace, e non deve disturbare che la visione classicista venga messa in crisi, perché un mondo fatto “per chi è più adatto” a molti di noi sta stretto: se tutto è selezione se ne può derivare una visione che lascia poco spazio alla solidarietà, o almeno non la vede come forza trainante; e la solidarietà non è un retaggio da beghine, ma è il perno morale su cui si sono basati gli ultimi due millenni di storia umana nei quali l’uomo ha fatto i più alti passi di acquisizioni culturali e tecnologiche, ovviamente cadendo spesso nella dimenticanza di questo valore che, tuttavia resta alla base delle costituzioni delle principali democrazie.
Certo, se tutto fosse lotta e selezione ne prenderemmo atto; ma sembra che così non sia. E ci sentiamo più sereni.
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