E da dietro al bancone si sono sentiti dire «non li abbiamo, siamo una farmacia cattolica». La notizia «non si vendono preservativi per motivi religiosi» ha fatto il giro. Anche se non è da un giorno che la farmacia dei frati non vende condom. Ma ne è seguito lo stesso un putiferio. Tra i primi a scagliarsi contro la «politica di vendita» il presidente del Codacons Carlo Rienzi: «Questa farmacia va boicottata. È una follia». Per l'immuno-infettivologo Fernando Aiuti, presidente della commissione Politiche sanitarie del Comune: «L'etica deve prevalere sulla religione. I preservativi non sono un anticoncezionale ma prevengono malattie sessualmente trasmissibili quindi non ci si può rifiutare di venderli». E c'è chi valuta la possibilità di denunciare i titolari della farmacia, visto che «è illegale non vendere condom».
Pronta alla mobilitazione anche Anlaids. Per Fabrizio Marrazzo di Arcigay è «una scelta scellerata». «È intollerabile che una farmacia si rifiuti di venderli», afferma Giovanni Russo medico al reparto di Malattie Infettive al Policlinico Umberto I che collabora con Anlaids «Ogni anno in Italia ci sono 4.000 nuovi casi di Hiv e soprattutto a Roma aumenta la sieropositività tra gli eterosessuali». Le associazioni ricordano che «il preservativo è un presidio sanitario nazionale e i farmacisti non dovrebbe essere consentito di rifiutarsi di venderlo». Ma per i farmacisti si tratta di una polemica strumentale. «I preservativi sono sanitari, non sono farmaci. Si trovano dappertutto, non solo in farmacia, si tratta di un prodotto facilmente reperibile. La denuncia sulla mancata vendita di preservativi in una famracia romana «mi sembra strumentale» ha detto il presidente dell'Ordine dei farmacisti di Roma, Emilio Croce. In provincia di Cosenza, a Diamante, un'altra farmacia si era già rifiutata di vendere condom.
Grazia Maria Coletti
02/04/2010
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