DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Se l’evoluzione è nelle mani dell’uomo

di Andrea Vaccaro
S
i fa presto a dire 'l’evoluzione è nelle mani nell’uomo', però, al di là di dichiarazioni roboanti, nella vita quotidiana tutto sembra scorrere naturalmente.
L’obiezione è ragionevole, perché in effetti il mondo 'sembra' proseguire linearmente, ma anche la tesi contestata non è del tutto peregrina, come mostra, ad esempio, la strana fattoria di animali non proprio darwiniani che ormai si è in grado di allestire. Se si spiega che dai pesci, in miliardi di anni, si sono sviluppati gli uccelli e le scimmie, è lecito
aspettarsi grandi sorprese nel lungo periodo, ma se, nell’arco di una sola generazione, da una capra senza troppi vezzi nasce una figlia che con il latte secerne la proteina della tela del ragno, allora qui c’è odore di intervento umano o, per meglio dire, di laboratorio biotecnologico. Avrà pure influito l’eco del nuovo film di
Spiderman,
fatto è, comunque, che nel 2008 la canadese Nexia Biotechnologies ha 'inventato' la spidergoat (capra-ragno), la capretta con geni di ragno dal cui latte, una volta rimosso il grasso, è ricavato il biosteel , la 'seta' di ragnatela, più forte, flessibile e resistente di ogni fibra conosciuta, utilissima per velivoli, giubbotti anti­proiettile, ma anche tendini e legamenti artificiali. La cosa avrà fatto certo ingelosire la mucca neozelandese che, dal 2003, era la più coccolata, avendo la prerogativa di produrre un latte fino al 20% più ricco di caseina, ottima per la fabbricazione di mozzarelle in tempi da record. Intanto, nel recinto vicino, placidi e forti della loro unicità stanno due suini molto speciali. Da una parte il cosiddetto enviropig o suino ambientalista che, dotato di un filamento di Dna di topo, digerisce la componente fosforica più efficacemente, rilasciando un 'futuro concime' con minor rischio di contaminazione delle falde acquifere e, congiuntamente, con minor olezzo nelle prossimità.
Dall’altra parte, il maiale 'carne e pesce', modificato da scienziati dell’Università di Pittsburgh, che aggiunge alle proprietà sue tipiche i salutari acidi grassi omega-3, finora reperibili 'naturalmente' nei pesci e in particolare nel salmone. E a proposito di salmoni, almeno una segnalazione è dovuta al campione con il gene della crescita di Aqua Bounty Tech., che raggiunge i cinque chilogrammi medi non più nei normali tre anni, bensì in solo otto mesi, senza distinzione tra stagioni calde o fredde. Se dalla
quantità si passa all’estetica, poi, che dire di Ashera della Lifestyle Pets, un incrocio di tre felini che prende il manto maculato dal gattopardo asiatico, la docilità dal gatto domestico europeo e l’esotismo dal gatto delle selve africano. Il tutto per una taglia ibrida di 1,2 metri per 15 kg di peso. E, restando tra le cose a cui la natura non aveva pensato, dopo il glofish, cioè il pesciolino che brilla, e il suino fluorescente, ecco Mr. Green Genes, il gatto del Centro Audubon di New Orleans che, al buio, 'accende' di una brillante luce verde le mucose del musetto: interno orecchie, lingua, nasino. Il che preannuncia - come fa notare Naief Yehya nel suo El cuerpo transformado - che «tra un po’ vedremo brillare i nostri figli nell’oscurità».
Per non poche persone un tale elenco di 'meraviglie' è sufficiente a suscitare perplessità e contrarietà.
Eppure questi esempi sono considerati i 'successi', che le aziende biotech comunicano con gran vanto (e ritorno economico). Figuriamoci cosa potrà accadere nella zona oscura del 'non-comunicato', tra gli abominevoli insuccessi, gli esperimenti sfuggiti al controllo, le ricerche belliche miratamente finalizzate ad armi non convenzionali di danneggiamento o distruzione di massa.


© Copyright Avvenire 15 aprile 2010