DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Se veline e tronisti finalmente dovessero imparare un mestiere

UMBERTO FOLENA

E
poi, alla fine, il pubblico si stanca. Perfino lei, la gggente,
quella con tre 'g', il bersaglio prediletto dello show business, la massa
disposta ad ingurgitare tutto, decide che è troppo e gira la testa dall’altra parte, nauseata. E che cosa trova? Non più ragazze e ragazzi fotocopia, sicuri di sé, inodori e insapori, tutti uguali, omologati già a 20 anni. Trovano i 'bruttini' di talento, i disperatamente fuori moda ma dalla voce celestiale. Di Susan Boyle si sa tutto. La trionfatrice di Britain’s Got Talent è stata invitata perfino a Sanremo dove, con moderazione, essendo un festival della canzone, invitano pure qualcuno che sappia cantare. Una canzone, una sola, per la strepitosa voce scozzese: e chi si crede di essere, Antonio Cassano forse? Negli ultimi giorni ha spopolato su YouTube – tre milioni di contatti, si mormora – un concorrente di Super Star Avenue, il talent show di Taiwan, tale Lin Yu Chun, detto Chubby, che ha cantato la sfruttatissima I Will Always Love You
di Whitney Houston. Chubby è un Boyle in versione maschile: 24 anni, 115 chili,
taglio di capelli eseguito con la scodella ficcata in testa, faccia tonda disegnata con il compasso, infagottato in un abito scuro troppo stretto corredato di fifì porpora. Le telecamere indugiano sui volti allibiti del pubblico, congelati nell’iniziale espressione di ironico compatimento, come se la voce di Chubby fosse una medusa pietrificante. Nella puntata successiva, Chubby ha stonato lo stonabile, fin troppo per essere credibile, ed è stato eliminato. Mistero. Forse non ne sentiremo parlare più. Forse. E forse stiamo assistendo alla nascita di un nuovo fenomeno commerciale, quello dei 'casi umani', dei 'bruttini di talento', dopo i 'belli senza talento'.
Probabilmente è più facile scovare tipi carini e sfacciati, che aggrediscano la telecamera come per divorarsela e farli recitare, si fa per dire, o cantare, si fa per ridire. Assai più difficile rintracciare chi sappia cantare e recitare pur essendo impietosamente impacciato e inguaribilmente fuori moda. Forse.
Forse, però, è la società che si difende, la stessa società che non ne può più
dell’aggressione quotidiana, insistente, avvilente dei replicanti del Grande Fratello, i tronisti e le veline; perfino per vincere ad Amici o a X-Factor – dove un po’ di talento ci vuole – devi possedere il look giusto, che buca e fa centro. La società, nauseata dagli 'incapaci vincenti', esulta – in modo liberatorio, perfino esagerato – all’apparire di qualche raro 'capace perdente'. Poiché lo show business è spietato nel digerire tutto cavando denaro da tutto, considerati le vendite del primo album di Susan Boyle e i segnali provenienti da YouTube, potrebbe mettersi in cerca di brutti, goffi, imbranati dalla voce d’usignolo, creando una nuova tendenza; difficile però scovarli con un casting... Il segnale comunque rimane, è positivo e va colto. Il talento, la preparazione, la fatica, lo studio, il tempo e le energie dedicati a raggiungere l’eccellenza, nel proprio campo, alla fine possono premiare. Tronisti e veline e 'incapaci' vari ci pensino: di questo passo, corrono seriamente il rischio di dover imparare un mestiere.

© Copyright Avvenire 20 aprile 2010