DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Tornielli cerca di districare la matassa che vuole gettare nel fango Giovanni Paolo II

Anche Wojtyla santo fa i conti col caso pedofilia

di Andrea Tornielli

Le parole pronunciate poco più di una settimana fa dal cardinale di Vienna Cristoph Schönborn in difesa di Ratzinger non sono passate inosservate in Vaticano: intervistato dalla Tv austriaca Orf, il porporato aveva detto che quando il suo predecessore Hermann Groer venne accusato di abusi da alcuni ex seminaristi, l’attuale Papa, allora Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, si battè per aprire un’inchiesta seria, mentre ambienti influenti della curia romana di allora «vinsero» e fecero sì che la cosa non avesse seguito.
Oltretevere oggi c’è chi guarda con preoccupazione non tanto a quell’episodio, quanto a quello, più eclatante, che riguarda il fondatore dei Legionari di Cristo, padre Marcial Maciel Degollado, e gli appoggi di cui ha goduto per lunghi anni nei sacri palazzi, riuscendo a fare in modo che le denunce che lo riguardavano per gli abusi commessi su seminaristi a partire dagli anni Quaranta non venissero credute.
L’argomento, apprende il Giornale, è stato trattato in alcune delle pagine secretate del processo di beatificazione di Giovanni Paolo II.
La Congregazione per le cause dei santi chiese all’ex Sant’Uffizio la documentazione in merito al caso. Nel 2007 il cardinale William Levada, successore di Ratzinger Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, rispose spiegando che c’era traccia delle denunce che gli ex seminaristi dei Legionari avevano inviato in Vaticano, ma che Papa Wojtyla non risultava in alcun modo «personalmente coinvolto» nel procedimento, dato che le accuse erano arrivate alla Congregazione ed evidentemente non c’era traccia di appunti papali in merito.
La vicenda venne solo sfiorata nelle discussioni interne precedenti la chiusura del processo di beatificazione. Ma ora c’è chi teme che quanto sta emergendo, con i dubbi sul comportamento di alcuni stretti collaboratori di Giovanni Paolo II legati ai Legionari, finisca per gettare un’ombra non tanto sulla figura di Wojtyla - la cui santità non è stata messa in dubbio da nessuno - quanto sulla rapidità del processo e sul modo in cui sono state affrontate alcune delle pagine del pontificato.
Alcuni ex seminaristi dei Legionari di Cristo avevano inviato lettere a Giovanni Paolo II nel 1978 e nel 1989, raccontando di abusi. Singole segnalazioni, che non erano mai arrivate sul tavolo del Pontefice.
È nel febbraio 1997 che ben otto di loro, uno dei quali ex presidente dei Legionari negli Stati Uniti, si decidono a raccontare a un giornale i gravissimi peccati del loro padre fondatore. Descrivono i ripetuti abusi e anche il fatto che padre Maciel li assolveva in confessionale dopo aver avuto rapporti sessuali con loro. Il 17 ottobre 1998, le vittime presentano una richiesta formale alla Congregazione per la dottrina della fede e consegnano nelle mani dell’allora sottosegretario, monsignor Girotti, un fascicolo con l’intestazione: Absolutionis complicis. Arturo Jurado et alii. Rev. Marcial Maciel Degollado. L’ex Sant’Uffizio, allora guidato da Ratzinger, era competente soltanto perché si era trattato dell’assoluzione del «complice» in confessionale.
Soltanto tre anni dopo, nel 2001, infatti, grazie alla decisione di Papa Wojtyla, la Congregazione avocherà a sé tutti i casi di abusi su minori segnalati nel mondo e non soltanto quelli che riguardavano l’assoluzione del complice.
Le accuse pubblicate sulla stampa erano state considerate poco credibili anche in Vaticano. Troppo diffusa la buona fama del fondatore dei Legionari di Cristo, organizzazione conservatrice, fiorente di vocazioni, con oltre 600 preti, 2.500 seminaristi e 50mila aderenti al movimento laico.
In tanti nella Chiesa scendono in campo per difenderlo con dichiarazioni che rilette oggi appaiono imbarazzanti.
Lo stesso Maciel presenta se stesso come vittima, dice di perdonare i suoi calunniatori.
Proprio in quel periodo erano allo studio i nuovi poteri e i nuovi strumenti giuridici per permettere alla Congregazione per la dottrina della fede di intervenire direttamente e più efficacemente in questi casi. Le norme, approvate da Papa Wojtyla, arrivano nel 2001.
L’inchiesta vera e propria decolla per impulso di Ratzinger alla fine del 2004, pochi giorni dopo che Giovanni Paolo II, già gravemente ammalato, riceve nell’aula Paolo VI i Legionari di Cristo accompagnati dal loro fondatore, dicendosi riconoscente a Dio per «il sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di padre Marcial Maciel Degollado».
Un anno dopo essere divenuto Papa, di fronte agli esiti dell’inchiesta che dimostrano la colpevolezza di Maciel ormai vecchio e ammalato, Benedetto XVI lo fa isolare impedendogli di apparire in pubblico. Dopo la sua morte si scoprirà che oltre agli abusi sui seminaristi, si era costruito una doppia e tripla vita, con compagne e famiglie in varie parti del mondo.

© Copyright Il Giornale, 9 aprile 2010