DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

BENEDETTO XVI - Il grande “si” Fabio Zavattaro

A Malta le folle che hanno accolto il Papa sono state un segnale inequivocabile di affetto e di solidarietà. Così in Portogallo, a Lisbona come a Porto e soprattutto a Fatima. Folle che sono state una risposta chiara a quanti hanno provato a coinvolgere il Papa nelle questioni degli abusi sessuali compiuti nei confronti di minori da parte di alcuni sacerdoti. La giornata di domenica, di solidarietà con il Papa, voluta dalla Consulta nazionale delle aggregazioni laicali, e che ha visto confluire da tutta Italia gli appartenenti alle associazioni e ai movimenti, è stata l’occasione per stringersi attorno al Papa per testimoniargli appoggio e sostegno. Hanno pregato per Benedetto XVI tante comunità locali: il sagrato di piazza San Pietro è stato in collegamento con tanti altri sagrati, in Italia e nel mondo, conventi e monasteri. È “un grande atto d’amore di tutta la Chiesa per il suo pastore in un momento tanto difficile”, afferma il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco. La Gendarmeria Vaticana parla di una presenza che si avvicina alle 200 mila persone. “È la dimostrazione che l’Italia vuole bene al Santo Padre. L’essere arrivati qui, in piazza San Pietro, con una presenza tanto elevata è anche un segno molto semplice e umile, ma certamente convinto ed eloquente, dell’amore che la Chiesa in Italia ha per il Santo Padre. Un amore che credo nasce dall’intero Paese", afferma ancora il cardinale Bagnasco. Gli chiediamo: E' anche un modo di dire no ai tanti attacchi che nei giorni scorsi hanno colpito la persona del papa e la Chiesa? “È un modo di dire sì al Santo Padre e al suo amore che ha per la Chiesa e per l’Italia, per la Chiesa nel mondo e per l’umanità intera”.
“Insieme con il Papa”, lo slogan della giornata che ha visto presenti realtà quali l’Azione Cattolica, Comunione e liberazione, le Acli, Sant’Egidio, la Condiretti – in piazza c’erano quindici mila lavoratori – , Rinnovamento nello Spirito, l’Agesci. C’è un momento di preghiera prima del Regina caeli, guidato dal cardinale Bagnasco: “ascolta il grido di coloro che sono nel dolore, perché trovino giustizia e conforto, così che, partecipando alla vita della tua chiesa, purificata dalla penitenza, possano riscoprire l’infinito amore di Cristo”.
Poi è il Papa a parlare. “Grazie per la vostra calorosa e nutrita presenza”. Grazie per aver aderito “con entusiasmo a questa bella e spontanea manifestazione di fede e di solidarietà”. In piazza San Pietro ci sono anche un gruppo di parlamentari dei due poli, accompagnati da monsignor Rino Fisichella.
Benedetto XVI dice: “voi oggi mostrate il grande affetto e il grande affetto e la profonda vicinanza della Chiesa e del popolo italiano al Papa e ai vostri sacerdoti, che quotidianamente si prendono cura di voi, perché, nell’impegno di rinnovamento spirituale e morale possiamo sempre meglio servire la Chiesa, il Popolo di Dio e quanti si rivolgono a noi con fiducia. Il vero nemico da temere e da combattere è il peccato, il male spirituale, che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa”.
Viviamo nel mondo, afferma ancora Papa Benedetto, “ma non siamo del mondo. Noi cristiani non abbiamo paura del mondo, anche se dobbiamo guardarci dalle sue seduzioni. Dobbiamo invece temere il peccato e per questo essere fortemente radicati in Dio, solidali nel bene, nell’amore, nel servizio. E’ quello che la Chiesa, i suoi ministri, unitamente ai fedeli, hanno fatto e continuano a fare con fervido impegno per il bene spirituale e materiale delle persone in ogni parte del mondo. E’ quello che specialmente voi cercate di fare abitualmente nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti: servire Dio e l’uomo nel nome di Cristo”.
È un messaggio chiaro, di fronte alle difficoltà di questi giorni; è impegno a proseguire il cammino perché le prove che il Signore permette, devono spingere a una maggiore “radicalità e coerenza”. Cristo è vicino a ciascuno di noi e guida il cammino del cristiano: “è compagno dei perseguitati a causa della fede, è nel cuore di quanti sono emarginati, è presente in coloro cui è negato il diritto alla vita”.
Di fronte alle difficoltà, alle amarezze, il Papa consegna una piccola ricetta tratta dalle lettere di un grande matematico, filosofo e sacerdote russo Pavel Florenskij: “Quando avrete un peso nell’animo, guardate le stelle o l’azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, intrattenetevi con il cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete”.
Regina caeli che il Papa conclude andando con la mente alla giornata di Fatima e dice: “è bello vedere oggi questa moltitudine in piazza san Pietro come è stato emozionante per me vedere a Fatima l’immensa moltitudine, che, alla scuola di Maria, ha pregato per la conversione dei cuori”. Appello che rinnova in una piazza affollata, come dicevamo. Segno ulteriore di vicinanza al Papa, la lettura di alcuni passi della sua omelia pronunciata nel giorno di inizio pontificato, il 24 aprile 2005, e nella quale parlava dello “svuotamento delle anime”, dei “deserti interiori diventati così ampi”, della mancanza di “coscienza della dignità e del cammino dell’uomo”. Ancora, nell’omelia il Papa diceva: “pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi”.
Una giornata di preghiera: è l’arma del credente, forza disarmata che crea comunione e speranza. In piazza san Pietro, dunque, come segno inequivocabile di autentica comunione ecclesiale, che non viene meno anche in un momento tanto delicato; in piazza, per “esprimere al Papa tutto il nostro affetto di figli in un momento tanto difficile per lui e per tutta la chiesa”, dice Paola Dal Toso segretaria del Cnal. Solidarietà al Papa ma anche preghiera “per le vittime degli abusi sessuali, alle quali – afferma ancora – non faremo mai mancare la nostra fraterna e costante sollecitudine”.

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