
Mentre la processione attraversava l’immensa folla raccolta sulla spianata di Fatima, osservavo i volti illuminati dalle tremule fiammelle delle candele: centinaia di migliaia, persone semplici, donne e uomini, giovani, vecchi, mamme con i loro bambini…. Sguardi intensi, volti segnati dal dolore e dall’esperienza dura della vita, volti innocenti… Commozione sincera e profonda, lacrime e sorrisi. Il popolo, il Popolo di Dio è qui: nella lunga notte della vigilia e poi nel giorno, incurante della pioggia, del vento, del sole. E’ arrivato da ogni parte del Portogallo e dell’Europa con ogni mezzo - in aereo, in macchina, a piedi – portando nel cuore la sua preghiera segreta, in mano la fiaccola, sulle labbra l’amata canzone “A Maria”. Chi lo ha chiamato? Chi lo ha convocato? Non certo i media, non esperti organizzatori, neppure i vescovi, neppure il Papa. Sappiamo bene che questa gente è stata chiamata qui da una “ piccola e luminosa Signora” apparsa a tre pastorelli in questo luogo insignificante e sperduto. Sono passati quasi cent’anni e il richiamo non ha perso la sua forza. E negli ultimi 40 anni, nel fatidico 13 maggio, è venuto cinque volte anche il Papa da Roma. Anche lui non ha voluto sottrarsi alla forza di questo richiamo e si è fatto pellegrino con il popolo di Dio che gli è stato affidato. E’ venuto anche lui a dire “amo”, a pregare e fare penitenza per la conversione e la salvezza di tutti i popoli, a comandarne a Dio i dolori e le angosce, le gioie e le speranze. Come Papa Benedetto ha spiegato in volo verso Fatima, il Papa “sta per la Chiesa”: dove è lui, c’è la Chiesa e dove c’è la Chiesa, c’è anche lui. E a Fatima Maria ha detto fin dall’inizio di pregare con il Papa e per il Papa per la vita del mondo. Questa preghiera, in questi giorni, l’abbiamo sentita e vissuta con sempre rinnovata sorpresa, con emozione e gioia profonda, con viva speranza. Nonostante le prove – esterne ed interne – la Chiesa vive e cammina, accompagnata dallo Spirito.