DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

L’arcivescovo di Hanoi dà le dimissioni. Trionfo del regime

di J.B. An Dang - E. Nguyen
Il prelato inviso al governo dovrebbe lasciare entro metà mese. I media statali si preparano a celebrare la sua dipartita come “una vittoria” del regime, che ha dettato una “road map” al Vaticano. L’ipotesi più accreditata è che le dimissioni di mons. Ngo sono il prezzo per aprire dialoghi diplomatici con il Vaticano e per permettere una visita di Benedetto XVI in Vietnam nel 2011. Stupore e dolore fra i fedeli.

Hanoi (AsiaNews) – Fonti locali hanno dichiarato ad AsiaNews che l’arcivescovo di Hanoi darà le dimissioni nei prossimi giorni, dopo l’installazione del suo coadiutore, avvenuta il 7 maggio scorso.
Giornalisti statali hanno confermato che le dimissioni del prelato avverranno fra il 13 e il 18 maggio al più tardi. Essi hanno ricevuto dallo Stato indicazioni di far apparire il ritiro dell’arcivescovo come una vittoria del governo, che è riuscito a far accettare una “road map” al Vaticano. Secondo tali giornalisti, per il fine settimana, le autorità governative locali stanno preparando un enorme party per celebrare la “vittoria”.
Interrogato da AsiaNews, mons. Ngo non ha confermato né smentito la notizia. Ma movimenti e commenti all’interno della curia e fra i sacerdoti rendono la notizia molto probabile.
Da almeno due anni mons. Ngo Quang Kiet, l’arcivescovo di Hanoi, è al centro di una campagna del regime per eliminarlo. Il prelato infatti ha sempre sostenuto le richieste e le preghiere dei fedeli di Hanoi che subiscono soprusi, espropri di terreni, chiese, cimiteri, insieme a violenze gratuite.
Nell’effervescenza della crescita economica del Paese e degli investimenti stranieri, i membri del Partito sequestrano terreni per impossessarsene a titolo personale, arricchendosi con le speculazioni edilizie.
Mons. Giuseppe Ngo Quang Kiet, 58 anni, sarà sostituito da mons. Pietro Nguyen Van Nhon, 72 anni, installato come vescovo coadiutore di Hanoi lo scorso 7 maggio. La cerimonia è stata contestata da gruppi di centinaia di fedeli.
La nomina di un vescovo coadiutore (con diritto di successione) più anziano dell’ordinario appare strana, anche se lo stesso mons. Kiet ha spesso sottolineato motivi di salute che gli suggeriscono il ritiro. E fra i cattolici è sempre più accreditata l’ipotesi che il governo abbia convinto Vaticano e Conferenza episcopale vietnamita ad allontanare mons. Kiet e che per questo sarebbe disposto a pagare “qualunque prezzo, anche varando i rapporti diplomatici” e dare il segnale verde per una visita di Benedetto XVI in Vietnam per il 6 gennaio del 2011.
Anche i media statali, nel riportare la notizia del coadiutore e della sua installazione, hanno di continuo sottolineato che tutto ciò è avvenuto “secondo l’approvazione del Primo ministro vietnamita”.
John Nguyen Thach Ha, osservatore locale, ha commentato ad AsiaNews. “La strategia dei media statali sembra essere quella di scuotere la fiducia dei cattolici verso il Vaticano. Con ogni probabilità essi vogliono strappare quanto rimane di fede nel cuore dei cattolici”.