DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

L'esperienza di Fatima nel Pontificato di Giovanni Paolo II

di Aura Miguel

Edizione di Principia (Cascais, Maggio 2000)

Quando Giovanni Paolo II si svegliò dal lungo intervento chirurgico a cui fu sottomesso dopo l'attentato, il suo segretario lo informò sulla coincidenza di date tra questo fatto e la prima apparizione della Vergine nella grotta di Iria. Il Santo Padre chiese immediatamente che portassero all'ospedale tutti i dossiers di Fatima e, nonostante la sua grande debolezza, studiò a lungo tutta la documentazione in causa, durante il periodo del suo internamento nella clinica Gemelli.

A partire da allora, la storia del pontificato di Giovanni Paolo II non si separò più da Fatima. L' anno seguente all' attentato, il Papa visita il santuario di Fatima per la prima volta, per ringraziare alla Vergine il miracolo che gli salvò la vita. Durante questo pellegrinaggio, consacra il mondo al Cuore Immacolato di Maria. Suor Lucia (con cui Giovanni Paolo II si incontrò in privato) informa il Santo Padre che l' atto di consacrazione non era conforme alla richiesta di Nostra Signora: il Papa avrebbe dovuto farlo in unione con tutti i vescovi del mondo.

Di conseguenza, nell' anno di grazia 1984, Giovanni Paolo II scrive una lettera a tutti i vescovi dei cinque continenti, chiedendogli di associarsi al Papa nel rinnovamento di questo atto. Con questa intenzione, fa arrivare l' immagine di Nostra Signora di Fatima dalla cappellina delle apparizioni. Ricevuta con solennità in Vaticano, la celebre immagine fu portata in processione fino al Palazzo Apostolico, restando tutta la notte nella cappella personale del Santo Padre. Il giorno dopo, 25 marzo, l' immagine fu posta su di un piedistallo vicino all' altare, in Piazza San Pietro, e Giovanni Paolo II, inginocchiato ai suoi piedi, rinnovò l' atto di consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria.

Il giorno successivo, il vescovo di Leiria di allora, Don Alberto Cosme do Amaral, pranza con il Papa, in compognia del rettore del santuario, Mons. Luciano Guerra, e del vice postulatore della causa di beatificazione dei tre pastorelli. Alla fine della refezione, prima di congedarsi, Giovanni Paolo II consegna uno scrigno al vescovo pronunciando le seguenti parole: «Qui c' é un dono per Nostra Signora». Don Alberto riceve così, dalle mani del Papa, il proiettile che lo colpì nell' attentato del 13 maggio 1981. Attualmente il proiettile mortale si trova incastonato nella corona preziosa che la Vergine usa tutti i 13 di maggio e di ottobre. Curiosamente, non fu necessario alterare nulla di quest' opera prima di gioielleria, fabbricata nel 1946, con gioielli offerti dalle donne portoghesi in azione di grazia per il fatto che il Portogallo era scampato alla guerra. In cima, la corona ostenta una sfera adornata di turchesi soprastante una croce; nella base della sfera, che é vuota, la giunzione delle aste presentava al centro un piccolo orifizio. Il diametro del proiettile si aggiustò perfettamente al diametro dello stesso orifizio.

Un anno dopo la consacrazione del mondo alla Vergine di Fatima, Mikhail Gorbatchev è eletto nell' URSS e si assiste all' inizio della "perestroika". Nel giro di pochi anni, si consuma l' agonia del comunismo e i grandi cambiamenti avvenuti nei paesi dell' Europa centrale e dell' Est. All' inizio del novembre 1989, ha luogo la caduta del muro di Berlino e, passati pochi giorni, il primo di dicembre, ha luogo l' incontro storico tra Giovanni Paolo II e Gorbatchev.

Nel 1991, il Papa ritorna a Fatima. È il decimo anniversario dell' attentato, ma è anche il momento di pregare per le nuove sfide lanciate all' Europa. Per la prima volta nella storia, vescovi e pellegrini dei paesi dell' Est si uniscono al Papa in piena libertà. Giovanni Paolo II sceglie questa data per firmare, a Fatima, la convocatoria della prima assemblea speciale del Sinodo dei vescovi, dedicata all' Europa.

Non solo in Portogallo, ma nelle varie circostanze e nelle varie parti del mondo, il Papa non occulta il suo legame con la Vergine di Fatima. Durante l' udienza generale del 15 maggio 1991, nella sequenza della sua visita in Portogallo, afferma: «Considero questa decade un dono gratuito, che devo in modo speciale alla Provvidenza divina. Mi fu concessa, soprattutto, come un dovere, affinché io potessi continuare a servire la Chiesa, nell' esercizio del ministero di Pietro". Tuttavia, nel corso della stessa audienza, le parole più importanti sono dirette ai polacchi: «Dieci anni fà, fui introdotto nell' esperienza di Fatima vissuta dalla Chiesa. Ciò ebbe luogo nel pomeriggio del 13 maggio: fu l' attentato alla vita del Papa(...). So che la vita che mi fu concessa di nuovo dieci anni fà venne dalla misericordiosa Provvidenza di Dio. Non dimentichiamo le grandi opere di Dio». Nello stesso anno, nel corso di una visita in Brasile, il Papa celebra l' anniversario della sua elezione pontificale. È il 16 ottobre 1991, e l' episcopato brasiliano fa un brindisi per i suoi tredici anni di pontificato. Giovanni Paolo II ascolta questo omaggio senza interromperlo; alla fine, si alza e corregge i suoi anfitrioni: "No, non possiamo parlare di tredici anni. Sarà corretto dire tre anni di pontificato e dieci di miracolo!".

Tuttavia, una delle allusioni piú significative di Giovanni Paolo II all' attentato si trova nella lettera che scrisse all' episcopato italiano, il 19 maggio 1994, in occasione della "grande preghiera per l' Italia". Queste parole furono scritte durante il periodo del suo ricovero dovuto a una frattura del femore: «Tutti noi ricordiamo quel pomeriggio, quel momento in cui diversi colpi di pistola furono sparati contro il Papa, con l' intenzione di togliergli la vita. Il proiettile, che gli trapassò l' addome, si trova oggi nel santuario di Fatima; la fascia perforata dal proiettile, invece, si trova nel santuario di Jasna Gora. Una mano maternale condusse la traiettoria del proiettile, e il Papa, agonizzante, trasportato al policlinico Gemelli, si fermò alle porte della morte. (...) Quel colpo di pistola in Piazza San Pietro avrebbe dovuto porre fine alla vita del Papa, tre anni fà. Ma al contrario, il poiettile mortale fu fermato, e il Papa è ancora vivo: vivo per servire!».

La decisione di venire a Fatima per beatificare Jacinta e Francisco, nonostante l' annuncio previo del 9 aprile, a Roma, come data probabile di questo evento, è più un segno del legame indissolubile di questo Papa al misterioso messaggio trasmesso dalla Signora a questi due semplici bambini portoghesi. Esempio di santità che il Papa proclamerà personalmente, a partire da Fatima, come modello per tutti, il 13 maggio del Giubileo dell' anno 2000.