nche gli esorcisti, testimoni di malattie stranamente inesplicabili, dialogano con i medici, senza che lo studio di questi fenomeni sia mai stato trattato scientificamente. Le consultazioni della Chiesa per dare ai «miracoli» uno statuto scientifico si scontrano con questa difficoltà, e con la stessa complessità del termine «miracolo» che i Vangeli chiamano «segno» o/e prodigio («sêmeia kai terata»). Nel 1900 si risolvevano i problemi a partire da principi a priori: «Non ho mai trovato l’anima sotto il mio bisturi» (un chirurgo del 1900); o ancora: «Sono stato in cielo e non ho visto Dio» (Gagarin). La scienza attuale, alle prese con la relatività, le relazioni di incertezza, eccetera, è passata dal razionalismo semplicista e dallo «scientismo» a una razionalità più diffusamente aperta all’ignoto, senza però rinunciare alla ragione e all’esigenza di non ammettere nulla che non sia fondato e verificato mediante l’esperienza.
Paradossalmente, la Chiesa è fra le istituzioni
Apiù riservate su questo ambito religioso e spirituale, apparentemente ad essa essenziale e familiare. Ora, a tutti i livelli, la pastorale normalmente soffoca le apparizioni, provocando così tensioni e conflitti spesso duraturi (oggi sono numerosi, da Dozulé e San Damiano a Medjugorje, o anche Damas/Soufanieh, che la Chiesa ortodossa locale aveva prima accettato poi rifiutato). Questa opposizione e questa riserva della Chiesa sono motivate da fondamenti irrecusabili, di cui è necessario avere piena conoscenza e piena coscienza. Prima imponente constatazione: le apparizioni non hanno un loro posto tra le numerose discipline universitarie che hanno un ruolo di spicco nella Chiesa. Le apparizioni posteriori al Vangelo sono ignorate dalla teologia dogmatica: non sono oggetto di «fede divina» ma di «fede umana», scriveva il futuro Benedetto XIV nel XVIII secolo. Esse sono extra e sub teologiche, quindi marginali. Prendiamone atto. La teologia fondamentale poi le ignora: esse non figurano tra i «dieci luoghi teologici» che sono le fonti della fede, secondo Melchior Cano (XVI secolo). Egli non le nomina nemmeno tra i «luoghi annessi» come «la filosofia, il diritto, la storia» ritenuti alla stregua di strumenti. Il primo Codice di Diritto Canonico (1917) trattava negativamente questo ambito: proibiva qualsiasi pubblicazione sulle apparizioni non riconosciute e puniva con la scomunica i trasgressori. Questi due canoni sono stati aboliti il 14 ottobre 1966 e il nuovo Codice semplicemente non parla più di apparizioni.
In breve, non sono più interdette, ma sono diventate un non-luogo canonico. Sono in fondo alla scala dei valori della Chiesa; nonostante l’interesse loro accordato da numerosi pastori e fedeli che ne riconoscono e ne raccolgono i frutti, esse non hanno trovato il loro posto e non hanno mai suscitato una ricerca di una levatura degna di questo nome tra i grandi teologi.
Questo è dovuto ad alcune ragioni fondamentali. Secondo l’analisi di Karl Rahner, la tradizionale emarginazione delle apparizioni non è un riflesso elementare né un semplice meccanismo di rigetto amministrativo. Essa è causata da ragioni ufficiali e fondamentali: prima di tutto, la frase di Gesù Cristo all’apostolo Tommaso. Questo discepolo non accettava la resurrezione di Cristo: «Finché non avrò messo il dito nelle sue piaghe, non crederò». Gesù gli si manifesta, lo invita ironicamente a controllare, e conclude: «Beati coloro che credono senza avere visto» (Gv 20, 29). Cristo non si fa garante dei veggenti, ma dei credenti. È l’ultima delle beatitudini, al termine dell’ultimo Vangelo: il cristiano non vede, crede in Dio sulla parola. Qualunque eccezione sembra quindi deplorevole, anche se le apparizioni hanno un posto considerevole nel Nuovo Testamento. Questo motiva la legittima opposizione della Chiesa e dei grandi mistici alla dottrina degli illuminati e alle pulsioni dell’immaginazione; è necessaria quindi la prudenza. Ma «prudenza» non significa «diffidenza» né «pusillanimità», «bocciatura» o «tergiversazione». In ogni caso la Chiesa, che considera essenziali il Vangelo e i sacramenti, avanza una grande riserva sulla veggenza dell’aldilà. Essa oppone la certezza divina, fondata sulla Parola e sulla luce divine, alle apparizioni, perché queste ultime sono solo manifestazioni occasionali e discutibili della potenza divina. Nonostante queste svalutazioni, le apparizioni hanno una grande importanza di fatto nella Chiesa, a molti livelli e a molti titoli. La Bibbia è un tessuto di apparizioni e di visioni, è la sua trama. Il Nuovo Testamento inizia con l’apparizione di un angelo al sacerdote Zaccaria (Lc 1,5-23), il messaggio dell’angelo Gabriele alla vergine Maria (Lc 1,25-38) e quello di un angelo del Signore ai pastori di Natale (Lc 2,8-19). La Trasfigurazione di Cristo è accompagnata dall’apparizione di Mosè e di Elia (Mt 17,3); un angelo assiste Gesù durante la sua agonia (Lc 22,43). C’è di più: le manifestazioni visive del Cristo risorto agli apostoli (anche se così simili alle altre, dal punto di vista fenomenologico e psicologico) vengono considerate come il fondamento stesso della fede secondo l’apostolo Paolo (1Cor 15,1-53). Ci si può chiedere se non ci sia una certa forzatura, perfino una mancanza di logica tra la sistematica svalutazione delle apparizioni attuali e la valorizzazione dogmatica di quelle del Cristo risorto (di cui gli apostoli dubitarono: Lc 24,11 e Mc 16,11; Lc 24,16.37-38; Gv 20,25-28 ; Mt 28,17; Gv 21,5; At 20; Mc 16,14; citiamo questi versetti nell’ordine cronologico dei successivi dubbi, dal mattino di Pasqua all’Ascensione) – e lo diciamo senza misconoscere le loro differenze. Le apparizioni di Cristo costellano anche la storia della Chiesa nascente: da Stefano (At 7,56) a Pietro, Paolo e ad altri, secondo gli Atti degli Apostoli. Alcune apparizioni della Vergine hanno fondato i maggiori santuari e pellegrinaggi della Chiesa cattolica (con l’eccezione di Roma): Guadalupe in Messico (più di 10 milioni di pellegrini all’anno), Aparecida in Brasile, Lourdes (5 milioni di pellegrini all’anno), Fatima, eccetera. Ancora, le apparizioni sono continuate, nella Chiesa, nel corso dei secoli fino ad oggi, con una moltiplicazione senza precedenti negli ultimi tempi. C’è di più: nell’epoca moderna – fatto nuovo – molte apparizioni hanno un’importanza profetica, storica e culturale innegabile, durevole e considerevole: Guadalupe è considerata anche dagli storici indipendenti dal cristianesimo come il fondamento della cultura e della civiltà meticcia del Nuovo Mondo, il continente cattolico dove risiede la metà dei battezzati della Chiesa romana. Oppure La Salette (1846), che ha mobilitato grandi spiriti: Pio IX sostenne il riconoscimento di questa apparizione; Leone XIII riconobbe e sostenne Mélanie nelle sue tribolazioni e nel suo esilio; numerosi vescovi, santi oggi beatificati e canonizzati (Don Bosco, sant’Annibale Di Francia che prese Mélanie come cofondatrice) e una schiera di altri personaggi di spicco del XX secolo: Arthur Rimbaud, Léon Bloy, Jacques Maritain, Paul Claudel e Louis Massignon. Lourdes ridiede valore alla priorità dei poveri secondo il Vangelo, nel momento in cui la capacità elettorale e civile era misurata dalle rendite, secondo lo slogan artificiale: «Arricchitevi» (Guizot). Bernadette Soubirous apparteneva alla famiglia più povera della città: i gendarmi avevano arrestato suo padre per l’unica ragione che «il suo stato di miseria» lo rendeva «presunto colpevole» del «furto» di farina commesso presso il fornaio Maisongrosse. E poi Fatima: ha profetizzato fin dal 1917 l’implosione del comunismo nascente e la fine delle persecuzioni. Pio XII e Giovanni Paolo II si sono sottomessi a più riprese a questo messaggio. Hanno dato ordine a tutti i vescovi di fare simultaneamente la consacrazione richiesta da Lucia, e si sono assunti altri impegni senza precedenti, facendo rivelare (attraverso terzi, è vero) la visione del sole nel giardino del Vaticano (Pio XII) e il «segreto di Fatima» (Giovanni Paolo II). Le apparizioni hanno avuto forti impatti nella vita pubblica, a tutti i livelli. Lourdes ha determinato il tracciato della rete meridionale delle ferrovie francesi.
l governo marxista della Jugoslavia, radicalmente contrario alle apparizioni di Medjugorje, ne ha tuttavia compreso l’utilità nazionale, al punto da progettare la realizzazione di un aeroporto nelle vicinanze. Lourdes rimane un geyser di creatività: ha promosso su larga scala il viaggio di malati paralitici, sottoposti a dialisi o dipendenti dal polmone d’acciaio, ciechi, alienati, eccetera, con immensi benefici umani, compresi benefici medici, mobilitando ogni anno migliaia di barellieri, infermieri, medici. Le apparizioni hanno acquisito anche un marchio scientifico.
L’esame dei veggenti mediante l’uso dell’elettroencefalogramma, che io ho chiesto che venisse utilizzato per la prima volta in Europa nel 1984 e poi in America del Nord e del Sud, ha rivoluzionato la conoscenza che si aveva dell’estasi. Questa nuova interazione tra le scienze contemporanee e le apparizioni inviterebbe ad assumere più integralmente queste ultime come un fenomeno umano non solo medico, ma parimenti psicologico (attinente anche agli ambiti della psicanalisi, della sociologia religiosa, della storia delle mentalità e dell’etnologia). Dal momento che nessun fenomeno rimane escluso dall’esame scientifico e che tutti devono essere studiati nel modo più completo possibile, non sarebbe meglio risolvere il contrasto tra questa importanza di fatto delle apparizioni (premiata da una immensa letteratura) e la loro svalutazione o emarginazione che abbiamo constatato? Questa messa in disparte, dovuta all’ambiguità polivalente del fenomeno, esige un superamento, tanto più che la radicale opposizione tra le ideologie della Chiesa e quelle dello scientismo è ormai superata.
L’AUTORE
Esce finalmente anche in Italia, a fine mese per le Edizioni Art di Roma (tel.
06/66527783; direzione@edizioniart.i t), il monumentale «Dizionario delle 'apparizioni' della Vergine Maria» che René Laurentin e Patrick Sbalchiero (astro nascente nell’analisi scientifica dei fenomeni soprannaturali) hanno stampato nel 2007 in Francia. Ben 1400 pagine e 120 euro per un «monumento» (così l’ha definito il cardinale Roger Etchegaray nell’introduzione) che prende in esame oltre 2400 apparizioni mariane e costituisce il riassunto di una vita di studio e di indagini meticolose compiute in oltre cinquanta Paesi del mondo; ne proponiamo in queste pagine un brano dall’introduzione. Padre Laurentin, che oggi ha 93 anni, è stato perito al Concilio Vaticano II ed ha insegnato in diverse università; è membro dell’Accademia teologica pontificia di Roma ed editorialista di «Le Figaro», ha pubblicato un centinaio di opere e innumerevoli articoli su riviste specializzate ed ha ricevuto 12 premi internazionali. Patrick Sbalchiero, storico e divulgatore, insegna all’École cathédrale di Parigi ed ha di recente pubblicato anche in Italia il «Dizionario dei miracoli e dello straordinario cristiano» (Edb, pp. 944+944, euro 49+49): due volumi di 830 voci compilate da 230 collaboratori, credenti e no.
IL DIZIONARIO
’900, secolo delle mariofanie
Oltre 500 apparizioni della Madonna nel solo Novecento. È il dato offerto dalla voce «apparizioni» nel nuovissimo dizionario di «Mariologia» curato da padre Stefano De Fiores, dalla teologa svizzera Valeria Ferrari Schiefer e da padre Salvatore M. Perrella per la San Paolo (pp. 1342, euro 150). Cifre che lo stesso don Gianni Colzani, teologo autore della voce, definisce «impressionanti»: un primo censimento ha contato infatti ben 295 manifestazioni della Vergine dall’inizio del secolo al 1973, mentre «solo nei vent’anni dal 1980 al 2000 vi sarebbero stati almeno 200 casi di mariofanie»; né si tratta solo di numeri: «Da più parti si è notato che queste manifestazioni vanno assumendo aspetti nuovi: durano settimane, mesi, a volte anni e avvengono sempre più in ambienti non tradizionalmente cattolici; coinvolgono più persone, non di rado con modalità diverse, e conoscono una ripetitività di messaggi».
Come mai tale abbondanza? Difficile rispondere. Il teologo fa però notare che – nell’ottica di una «partecipazione materna di Maria alla storia dell’umanità» – non è strano se le apparizioni si moltiplicano in un’epoca e in ambienti toccati da ateismo e secolarizzazione: «La partecipazione alla vita dei figli è il modo con cui ogni madre esprime la sua trepidante partecipazione al loro libero e autonomo cammino».
© Copyright Avvenire 9 maggio 2010