DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Su Pio XII negli anni di guerra una fiction fedele alla storia. La miniserie su Raiuno «Sotto il cielo di Roma»

di Andrea Tornielli
Tratto da Il Giornale del 26 ottobre 2010

C’è una scena della minise rie Sotto il cielo di Roma - la fic tion in due puntate su Pio XII e la razzia del ghetto ebraico dell’ot tobre 1943, in programma su Ra iuno il 31 ottobre e il 1? novem bre- nella quale si vede Papa Pa celli, interpretato da James Cromwell, che per giustificare la sua decisione di non pronuncia re un pubblico appello contro il rastrellamento nazista, afferma: «Non mi è possibile schierarmi con un popolo contro un al tro... ». Come se la denuncia di una tremenda violenza contro la popolazione inerme potesse rappresentare uno strappo alla neutralità diplomatica della San ta Sede. Non era questo il moti vo che spinse Pio XII, la cui figu ra è ben tratteggiata nella fic tion, a mantenere un atteggia mento prudente nelle parole. Il Papa, nel giugno 1943, pochi me si prima della tragedia che si sa rebbe abbattuta sulla comunità ebraica romana, in merito agli aiuti ai perseguitati, aveva pub blicamente dichiarato: «Ogni pa rola da noi rivolta a questo sco po alle competenti autorità e ogni nostro pubblico accenno, dovevano esser da noi seriamen te p onderati e misurati nell’inte­resse dei sofferenti stessi, per non rendere, pur senza volerlo, più grave e insopportabile la lo ro situazione». È tutto qui il dramma di Euge nio Pacelli negli anni della guer ra. E la sua decisione, contesta tissima e discussa, era stata as sunta non per paura, non per neutralità, ma nella convinzio­n e che con Hitler ogni appello sa rebbe risultato inutile e soprat tutto avrebbe reso impossibile alla Chiesa l’azione caritativa che stava svolgendo. La miniserie prodotta dalla Lux Vide si discosta dalle prece denti dedicate ai Papi - da Gio vanni XXIII a Papa Luciani, da Giovanni Paolo II a Paolo VI perché questa volta non c’è l’in tenzione (o la pretesa) di raccon tare una vita intera. Ma soltanto gli eventi accaduti nella capitale nel giro di pochi mesi. Le inesat tezze storiche dovute a licenze di sceneggiatura non sono mol to rilevanti: poco cambia, ad esempio, se a convocare a collo quio l’ambasciatore tedesco per protestare per la razzia del ghet to iniziata da poche ore sia, nella fiction, il Sostituto Giovanni Bat tista Montini, quando in realtà fu il cardinale Segretario di Stato Luigi Maglione, cioè il «numero due» del Vaticano in quel mo mento. O se il Papa viene ritratto di notte mentre prega per la con versione di Hitler, mentre inve ce è attestato che tentò un esorci smo perché lo riteneva un vero indemoniato. Forse l’unico det taglio che si sarebbe dovuto evi tare è l’incontro diretto di Pio XII con un esponente della comuni tà ebraica che si era recato in Va ticano per chiedere dell’oro, ne­cessario per raggiungere quei cinquanta chili che Herbert Kap pler, con una beffa, pretese dagli israeliti in cambio della loro in columità alla vigilia del rastrella mento. Quell’ebreo era l’allora rabbino capo di Roma, Israel Zolli (che dopo l’arrivo degli Alle ati deciderà di farsi cristiano e si battezzerà con il nome di Euge nio in onore del Pontefice): è ve r o che andò Oltretevere per chie dere l’oro, ma non è vero che ab bia incontrato Pacelli. Anche se fu il Papa a ordinare che i chili mancanti fossero resi disponibi li. Dalla fiction emerge bene la grande opera di carità messa in atto dal Vaticano su impulso di Pio XII. Nella capitale della cri stianità, su circa 750 case religio se presenti, almeno 290 ospitaro no per alcuni mesi degli ebrei, per un totale di circa 4. 500. Nu meri documentabili e documen tati, con ogni probabilità da au mentare, dato che le condizioni oggettive imponevano pruden za e diversi testimoni orali atte steranno che allora non si pensa va di tenere documentazione scritta, perché era molto rischio so. Oggi c’è ancora chi, mostran do poca dimestichezza con i meccanismi ecclesiali, conti nua a ripetere che tutto questo si sarebbe prodotto grazie a isolati slanci di generosità, all’insaputa del Papa e delle alte gerarchie. Non si nega, perché non si può negare, l’aiuto che venne dato ai perseguitati e in particolare agli ebrei, nascosti nei conventi e ve stiti da religiosi. Ma si dice che Pio XII non sapeva, perché man ca un ordine scritto che attesti la volontà del Pontefice. È noto co me manchi anche un ordine scritto di Hitler relativo all’orribi le «soluzione finale» per gli ebrei, eppure oggi nessuno dubi ta che l’indicazione venisse da lui. Anche se il Papa non è para gonabile a un dittatore assoluto, è pur sempre un sovrano. E ipo tizzare che sotto le sue finestre 4. 500 ebrei venissero accolti nei conventi, compresi quelli di clausura, senza la sua approva zione o addirittura a sua insapu ta appare veramente insosteni bile.