di FRANCA GIANSOLDATI
CITTA’ DEL VATICANO
La penetrazione islamica, la cristianofobia e le persecuzioni in vaste aree del pianeta, tra cui nelle Filippine e in Indonesia dove si è verificato l’ennesimo episodio violento ai danni della comunità cattolica con chiese saccheggiate e un villaggio bruciato, non intaccano la tenuta del cattolicesimo: i battezzati secondo i dati dell’Ufficio Statistico d’Oltretevere che verranno pubblicati il mese prossimo sull’Annuario Pontificio, mostrano una crescita del 1,3% rispetto l’anno precedente, pari a 15 milioni di fedeli. A livello mondiale il numero assoluto passa da 1.166 milioni di cattolici relativo al 2008, a 1.180 milioni del 2009. Tenendo conto che nel 2000 i fedeli risultavano 1.045 milioni, la variazione, spiegano al di là del Tevere, appare significativa e non di poco conto. Come conseguenza di questo trend sono state aperte più parrocchie il cui numero assoluto è passato dai 443 mila centri parrocchiali ai 449 mila, sono state erette più diocesi (da 2945 a 2956) e sono stati consacrati più vescovi, da 4946 a 5200.
Nonostante le difficoltà emergenti in Africa, Medio Oriente, Asia e America Latina per opera dei musulmani (che hanno un elevato tasso di penetrazione) e delle sette capaci di erodere sempre più fedeli alla Chiesa cattolica, il cattolicesimo, seppur di poco, avanza. La crescita ovviamente non è omogenea e varia notevolmente da continente a continente. Fanalino di coda in termini percentuali resta come sempre l’Europa, un po’ per colpa della secolarizzazione galoppante e un po’ per il basso tasso di natalità.
L’andamento stagnante europeo - che non mostra miglioramenti di sorta - da anni è al centro di una campagna di rievangelizzazione. Per contrastare l’effetto “chiese vuote” il Vaticano sta incoraggiando l’invio nelle periferie delle grandi metropoli persino delle famiglie missionarie provenienti dalle file del movimento dei neocatecumenali.
All’opposto, invece, si trova l’Africa. Lì il peso dei cattolici segna un incremento del 33 per cento se si prendono in esame i numeri tra il 2000 e il 2008. Segno positivo anche in Asia e in Oceania benché il dato asiatico sia parziale: dal computo della Santa Sede sono esclusi i cattolici nord-coreani e cinesi. Non avendo rapporti diplomatici nè con Pyongyang né con Pechino, la Chiesa non ha di conseguenza una struttura stabile in grado di far pervenire periodicamente a Roma i dati relativi al numero annuale dei battesimi, delle cresime, dei funerali, e dei matrimoni.
© Copyright Il Messaggero, 9 febbraio 2011
CITTA’ DEL VATICANO
La penetrazione islamica, la cristianofobia e le persecuzioni in vaste aree del pianeta, tra cui nelle Filippine e in Indonesia dove si è verificato l’ennesimo episodio violento ai danni della comunità cattolica con chiese saccheggiate e un villaggio bruciato, non intaccano la tenuta del cattolicesimo: i battezzati secondo i dati dell’Ufficio Statistico d’Oltretevere che verranno pubblicati il mese prossimo sull’Annuario Pontificio, mostrano una crescita del 1,3% rispetto l’anno precedente, pari a 15 milioni di fedeli. A livello mondiale il numero assoluto passa da 1.166 milioni di cattolici relativo al 2008, a 1.180 milioni del 2009. Tenendo conto che nel 2000 i fedeli risultavano 1.045 milioni, la variazione, spiegano al di là del Tevere, appare significativa e non di poco conto. Come conseguenza di questo trend sono state aperte più parrocchie il cui numero assoluto è passato dai 443 mila centri parrocchiali ai 449 mila, sono state erette più diocesi (da 2945 a 2956) e sono stati consacrati più vescovi, da 4946 a 5200.
Nonostante le difficoltà emergenti in Africa, Medio Oriente, Asia e America Latina per opera dei musulmani (che hanno un elevato tasso di penetrazione) e delle sette capaci di erodere sempre più fedeli alla Chiesa cattolica, il cattolicesimo, seppur di poco, avanza. La crescita ovviamente non è omogenea e varia notevolmente da continente a continente. Fanalino di coda in termini percentuali resta come sempre l’Europa, un po’ per colpa della secolarizzazione galoppante e un po’ per il basso tasso di natalità.
L’andamento stagnante europeo - che non mostra miglioramenti di sorta - da anni è al centro di una campagna di rievangelizzazione. Per contrastare l’effetto “chiese vuote” il Vaticano sta incoraggiando l’invio nelle periferie delle grandi metropoli persino delle famiglie missionarie provenienti dalle file del movimento dei neocatecumenali.
All’opposto, invece, si trova l’Africa. Lì il peso dei cattolici segna un incremento del 33 per cento se si prendono in esame i numeri tra il 2000 e il 2008. Segno positivo anche in Asia e in Oceania benché il dato asiatico sia parziale: dal computo della Santa Sede sono esclusi i cattolici nord-coreani e cinesi. Non avendo rapporti diplomatici nè con Pyongyang né con Pechino, la Chiesa non ha di conseguenza una struttura stabile in grado di far pervenire periodicamente a Roma i dati relativi al numero annuale dei battesimi, delle cresime, dei funerali, e dei matrimoni.
© Copyright Il Messaggero, 9 febbraio 2011