DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

«Niente sesso, siamo la casta dei casti». Preferiscono lo spirito, i ricordi, le chiacchiere. Abbiamo incontrato la tribù di quelli che si fermano ai

Libido? no, grazie. Indifferenti al richiamo della carne, per natura o per scelta: sono gli asessuali, orientamento di nicchia che in Italia conta circa 1.300 iscritti sul portale AVENit. Più nutrita la community americana (network per la visibilità e l’educazione degli asessuali), creata nel 2001 da David Jay (oltre 27 mila gli utenti della piattaforma globale asexuality.org/en): il 3 per cento della popolazione, come ipotizzato secondo le stime ufficiose del sito. Particella infinitesimale, agli antipodi rispetto all’iperconsumo sessuale degli anni Duemila. I «no sex» si astengono più che per oltranzismo religioso, per semplice disinteresse. Rivendicano la castità con orgoglio, senza fanatismo, come catarsi interiore. Impassibili alle pulsioni fisiche, sperimentano altre forme di piacere. Cani sciolti, trasversali ai ruoli sociali e alle generazioni, sono una galassia sfaccettata. Fuori target e irriducibile a modelli comuni. Sì, perché in questa rete si nasconde di tutto: dall’adolescente in crisi - vedi Giulio, iscritto al gruppo su Facebook «Asessualità» ) che ammette: «Vorrei avere rapporti ma, essendomi scontrato con numerosi insuccessi, la rassegnazione mi ha portato ad avere un animo rinunciatario» - al trentenne neo-platonico, che scinde l’amore spirituale da quello corporeo.

Casi molto diversi, salvo per la sublimazione dall’istinto all’autocontrollo. La stessa varietà emergeva dal sondaggio lanciato nel 2008 sul sito asexuality.org: su 300 intervistati, il 34 per cento si dichiarava etero-romantico, il 17,5 bi o pan-romantico, il 17,5 a-romantico, il 13,5 incerto. L’8,6 per cento non si riconosceva nelle categorie proposte, il 6,5 si professava omoromantico, il 2,9 era attratto solo da alcuni aspetti del sesso opposto, l’1,2 provava un’affinità esclusiva con gli androgini.
Asess - 29 anni, universitario, trapiantato a Roma da Palermo - è l’esempio di come i confini siano sfumati. Eccentrico e flamboyant, sulla sua asessualità ha costruito un personaggio: da animatore delle notti capitoline a ospite televisivo in talk-show e programmi cult tra i giovanissimi. Filosofo del nonsense, un po’ animale da palcoscenico un po’ cantastorie naïf: «Il mio è uno stato mentale» insiste. «Voglio mettermi alla prova per raggiungere un piacere infinito e dedicarmi alla scrittura». D’indole “gaia”, se non ha mai sfiorato una donna, ha vissuto però esperienze omosessuali: «Solo per ciò che m’interessava» precisa, «evitando le effusioni spinte o brutali. Un lungo bacio, altre forme di tenerezza creano un’intimità molto più soddisfacente».

Per la serie: «Oltre i preliminari non vado». Meno estroverso, ma con idee simili, Emanuele Renda modera il forum di AVENit: informatico, emigrato a Bologna dalla Sicilia, a 28 anni confessa di essere ancora vergine. Cresciuto in una famiglia dove l’argomento era tabù, si è confrontato con i coetanei adolescenti: «Li ascoltavo, ma i loro racconti non mi entusiasmavano. Da adulto, i miei genitori temevano che fossi depresso, non riuscendo a cogliere la mia sensibilità ». Ne ha sofferto? «Perché mai? Sono etero e in perfetta salute» assicura, «ma non ho mai avuto la curiosità di provare. Considero il sesso un bisogno fisiologico, un automatismo». Lo esclude in modo così categorico? «Se per l’altra persona fosse importante potremmo parlarne» concede, «ma l’atto in sé non mi stimola». Scrittore per passione (pubblica racconti sul sito emanuelerenda.it), vorrebbe trovare una compagna come lui. Per Sara Felci - 31 anni, romana, operatrice dello spettacolo - affrancarsi dal sesso l’ha aiutata a migliorare la qualità dei rapporti: «La gelosia, la ricerca compulsiva logorano» è il bilancio dei suoi sei anni di astinenza. «Ho avuto storie canoniche, ma preferisco essere in armonia con me stessa». La scoperta è arrivata con Davide: «All’inizio c’era una forte attrazione mentale» racconta; «quando ci siamo confidati di essere asessuali l’intesa si è rafforzata».

Insolito riconoscersi a prima vista, nel sottobosco degli «indifferenziati»: motivo per cui è il web a fare sistema tra outsider. Nulla di strutturato, però, che somigli a un movimento. «A volte c’incontriamo per una pizza» dice Sara, « ma non parliamo solo di asessualità, tipo seduta di autocoscienza collettiva».

Per chi vive la rinuncia come pratica liberatoria, c’è invece chi patteggia: vedi Jessica Casciotta, casalinga ventiduenne. Sposata, la sua palestra di virtù è concedersi al partner di quando in quando: «Sono asessuale da sempre» rivela, «e accontento mio marito per amore. Oltre allo sforzo fisico, non provo nulla». Mai un fremito? «Per me è solo un gesto meccanico, tipo ginnastica». Chiara Simonelli, docente di psicologia dello sviluppo sessuale all’università La Sapienza di Roma, valuta i lati positivi di un fenomeno affascinante proprio per il suo anacronismo: «Se le persone non si chiudono a riccio può essere una scelta coraggiosa, in controtendenza. Non si fa che parlare di sesso, esibito e venduto come merce».

Altro se il rifiuto è la reazione a un trauma: «La tendenza è più diffusa nelle donne » spiega l’esperta, «che si sottraggono per evitare nuove delusioni o si rifugiano in legami simbiotici con gli animali domestici». E gli uomini? Per quanto fatichino di più a rimanere da soli, non sono immuni da scelte radicali. È il caso per esempio di Antonio Pisani, avatar digitale di un quarantenne in lutto: «La mia scelta di astenermi» si sfoga, «è dovuta alla perdita dell’unica donna che io abbia mai amato, malata di cancro. Ho deciso di rimanerle fedele, perché era un amore immenso. È così da 19 anni e non ho mai avuto un attimo di esitazione».

Maria Egizia Fiaschetti
14 aprile 2011


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