Casi molto diversi, salvo per la sublimazione dall’istinto all’autocontrollo. La stessa varietà emergeva dal sondaggio lanciato nel 2008 sul sito asexuality.org: su 300 intervistati, il 34 per cento si dichiarava etero-romantico, il 17,5 bi o pan-romantico, il 17,5 a-romantico, il 13,5 incerto. L’8,6 per cento non si riconosceva nelle categorie proposte, il 6,5 si professava omoromantico, il 2,9 era attratto solo da alcuni aspetti del sesso opposto, l’1,2 provava un’affinità esclusiva con gli androgini.
Asess - 29 anni, universitario, trapiantato a Roma da Palermo - è l’esempio di come i confini siano sfumati. Eccentrico e flamboyant, sulla sua asessualità ha costruito un personaggio: da animatore delle notti capitoline a ospite televisivo in talk-show e programmi cult tra i giovanissimi. Filosofo del nonsense, un po’ animale da palcoscenico un po’ cantastorie naïf: «Il mio è uno stato mentale» insiste. «Voglio mettermi alla prova per raggiungere un piacere infinito e dedicarmi alla scrittura». D’indole “gaia”, se non ha mai sfiorato una donna, ha vissuto però esperienze omosessuali: «Solo per ciò che m’interessava» precisa, «evitando le effusioni spinte o brutali. Un lungo bacio, altre forme di tenerezza creano un’intimità molto più soddisfacente».
Per la serie: «Oltre i preliminari non vado». Meno estroverso, ma con idee simili, Emanuele Renda modera il forum di AVENit: informatico, emigrato a Bologna dalla Sicilia, a 28 anni confessa di essere ancora vergine. Cresciuto in una famiglia dove l’argomento era tabù, si è confrontato con i coetanei adolescenti: «Li ascoltavo, ma i loro racconti non mi entusiasmavano. Da adulto, i miei genitori temevano che fossi depresso, non riuscendo a cogliere la mia sensibilità ». Ne ha sofferto? «Perché mai? Sono etero e in perfetta salute» assicura, «ma non ho mai avuto la curiosità di provare. Considero il sesso un bisogno fisiologico, un automatismo». Lo esclude in modo così categorico? «Se per l’altra persona fosse importante potremmo parlarne» concede, «ma l’atto in sé non mi stimola». Scrittore per passione (pubblica racconti sul sito emanuelerenda.it), vorrebbe trovare una compagna come lui. Per Sara Felci - 31 anni, romana, operatrice dello spettacolo - affrancarsi dal sesso l’ha aiutata a migliorare la qualità dei rapporti: «La gelosia, la ricerca compulsiva logorano» è il bilancio dei suoi sei anni di astinenza. «Ho avuto storie canoniche, ma preferisco essere in armonia con me stessa». La scoperta è arrivata con Davide: «All’inizio c’era una forte attrazione mentale» racconta; «quando ci siamo confidati di essere asessuali l’intesa si è rafforzata».
Insolito riconoscersi a prima vista, nel sottobosco degli «indifferenziati»: motivo per cui è il web a fare sistema tra outsider. Nulla di strutturato, però, che somigli a un movimento. «A volte c’incontriamo per una pizza» dice Sara, « ma non parliamo solo di asessualità, tipo seduta di autocoscienza collettiva».
Per chi vive la rinuncia come pratica liberatoria, c’è invece chi patteggia: vedi Jessica Casciotta, casalinga ventiduenne. Sposata, la sua palestra di virtù è concedersi al partner di quando in quando: «Sono asessuale da sempre» rivela, «e accontento mio marito per amore. Oltre allo sforzo fisico, non provo nulla». Mai un fremito? «Per me è solo un gesto meccanico, tipo ginnastica». Chiara Simonelli, docente di psicologia dello sviluppo sessuale all’università La Sapienza di Roma, valuta i lati positivi di un fenomeno affascinante proprio per il suo anacronismo: «Se le persone non si chiudono a riccio può essere una scelta coraggiosa, in controtendenza. Non si fa che parlare di sesso, esibito e venduto come merce».
Altro se il rifiuto è la reazione a un trauma: «La tendenza è più diffusa nelle donne » spiega l’esperta, «che si sottraggono per evitare nuove delusioni o si rifugiano in legami simbiotici con gli animali domestici». E gli uomini? Per quanto fatichino di più a rimanere da soli, non sono immuni da scelte radicali. È il caso per esempio di Antonio Pisani, avatar digitale di un quarantenne in lutto: «La mia scelta di astenermi» si sfoga, «è dovuta alla perdita dell’unica donna che io abbia mai amato, malata di cancro. Ho deciso di rimanerle fedele, perché era un amore immenso. È così da 19 anni e non ho mai avuto un attimo di esitazione».
Maria Egizia Fiaschetti
14 aprile 2011