DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

TSUNAMI COMUNICATIVO SUL MONDO DEI PICCOLI


“Sta avvenendo una sorta di Tsunami nel mondo dei minori, un’invasione nel mondo dell’infanzia da parte della comunicazione”. Così Giuseppe De Rita, Presidente del Censis ha dato la chiave di lettura dei dati del “Consuntivo 2010 dell’attività del Comitato Media e Minori” presentato agli organi di informazione il 15 marzo scorso.
In un tempo di grande espansione dell’offerta televisiva e di trasformazione della stessa televisione, grazie allo sviluppo della tecnologia digitale che consente sempre continue nuove opportunità diffusive e interazioni tra i diversi media, parlare di tutela dei minori nella programmazione televisiva e più in generale nei media sembra ormai un’astrazione, un impegno inutile, una battaglia vecchia, comunque persa.
In questi anni il Codice di autoregolamentazione Tv e Minori (sottoscritto nel 2002 dalla maggior parte delle Emittenti e che nel 2005 la legge ha reso vincolante per tutte) ha certamente tenuta desta nelle redazioni televisive l’attenzione al pubblico dei minori. Tuttavia occorre constatare che c’è ancora molta strada da percorrere perché sia sempre meno disatteso.
Lo attesta il numero crescente delle violazioni riscontrate dal Comitato Media e Minori, organismo che vigila sull’applicazione del Codice operante presso il Ministero dello Sviluppo Economico e di cui fanno parte rappresentanti delle istituzioni, delle emittenti, degli utenti. Nel 2010 ha registrato un incremento di violazioni di quasi il 60% in più rispetto a quelle del 2009 e il 150% in più rispetto a quelle del 2008. Un segnale allarmante che non può essere sottovalutato e che deve fare riflettere. In parte è riconducibile all’aumentata offerta televisiva e al conseguente aumento di programmi inadatti a un pubblico di minori. Tuttavia il Comitato ha riscontrato un significativo incremento di violazioni anche nella programmazione delle emittenti generaliste, che sollecita l’urgenza di attivare una sempre maggiore attenzione alla tutela dei minori nelle programmazioni televisive.
Rai ha ricevuto 19 risoluzioni: erano state 14 nel 2009. Più che triplicate le violazioni accertate a Mediaset: 23 nel 2010: (erano state 7 nel 2009). Come già nel 2009, una sola risoluzione per La7. Cresce anche il numero delle violazioni contestate dal Comitato alle emittenti satellitari: 24 (erano state 20 nel 2009). Di queste: attribuite a Sky 17 risoluzioni, la maggioranza delle quali per la trasmissione di film vietati ai minori di 14 anni nonostante il tassativo divieto di legge. Infine 5 risoluzioni ad altre emittenti.
Le norme esistenti, non sempre attuate e sempre migliorabili, non sono comunque in grado di assicurare da sole un’idonea tutela. Gli strumenti di autoregolamentazione e di co-regolamentazione da molti sono ritenuti insufficienti. Eppure, nonostante ci sia ancora molto da fare, il “Consuntivo 2010 delle attività del Comitato Media e Minori”, oltre ad elencare obiettivi conseguiti e iniziative realizzate, conferma che un dialogo tra operatori, utenti e istituzioni è possibile, un lavoro importante è in atto, una tutela condivisa viene svolta.
La digitalizzazione in atto rende improcrastinabile affrontare in modo unitario la definizione di principi generali e regole per un nuovo sistema di tutela dei minori, oltre che per le Emittenti televisive, anche per i fornitori di contenuti Internet, i gestori della telefonia, i produttori di videogiochi. Il tabù da superare è che promuovere forme di tutela, in particolare nei new media, comporti limitare la libertà di espressione degli operatori.
Tuttavia, insieme all’applicazione delle norme, è fondamentale un lavoro educativo all’uso della tv e dei media. Il Comitato rileva con soddisfazione che al riguardo nel Decreto Romani è stata accolta una sua proposta relativa a campagne scolastiche per un uso corretto del mezzo televisivo. Auspica un segnale forte in tale direzione perché, grazie alla collaborazione di tutti quanti hanno a cuore l’educazione dei giovani, possa avviarsi nel Paese una vasta, coordinata e supportata azione di educazione all’utilizzo dei media, parte non irrilevante di quella più grande responsabilità educativa alla quale tutti siamo chiamati e alla quale nessuno deve più sottrarsi.
Concludendo l’incontro con gli organi di informazione per la presentazione del “Consuntivo 2010”, ho concordato col prof. De Rita che la tutela dei minori è anzitutto un problema culturale, prima che sociale. De Rita si era chiesto chi possa aiutare i giovani a capire che la vita è un’altra cosa da quella rappresentata mediaticamente. E aveva tracciato due percorsi: “Dire un no, quel no che dà la libertà, va rotto il cordone ombelicale tra la madre (la tv) e il figlio e il rilancio del desiderio. Oggi il bambino non desidera più – aveva osservato con preoccupazione – hanno già riempito la sua stanza di ogni cosa”.
De Rita ha ragione. Occorre ripartire da qui, dalla riscoperta del desiderio, occorre tornare a riscoprire il desiderio del bello, del giusto, del bene che alberga nei cuori di ciascuno di noi. Solo così sapremo suscitare nei bambini e nei ragazzi quello stesso stupore verso la realtà e anche quella capacità di giudicare se ciò che viene rappresentato mediaticamente corrisponde o meno a queste inestinguibili esigenze del nostro cuore.

Franco Mugerli