di Stefano Montefiori
La pubertà precoce è in crescita. I sogni dei figli s'incrociano con le ambizioni dei genitori
L'immagine di una bambina ritoccata al computer dal fotografo francese Alain Delorme che con la serie «Little Dolls» denuncia lo stravolgimento dell'infanzia O voi genitori fieri della piccola Lucille che a tre anni sa già leggere e scrivere le prime parole, papà ossessionati dal mito di Mozart che a cinque compose il primo concerto, mamme attente ad accompagnare la bambina al corso di danza, inglese, nuoto, violino prima ancora delle elementari, tecnofili orgogliosi dei figli «nativi digitali» che a quattro anni già sfiorano i touchscreen, non abbiate troppa fretta: la precocità potrebbe esigere presto il suo prezzo.
I bambini sono sempre più sollecitati, stimolati, incoraggiati a bruciare le tappe per accumulare esperienze che faranno di loro - questa è la speranza - adulti realizzati, colti, competenti ed esperti. Solo che poi, a sette-otto anni, le bambine cominciano a preoccuparsi della peluria sulle gambe e a chiedere la depilazione, a esibire jeans attillati a vita bassa, e talvolta a mostrare i segni anche fisici di una pubertà precoce. L'orgoglio di mamma e papà per una bambina «avanti per la sua età», alla prima maglietta striminzita, si trasforma in sconcerto.
L'adolescenza anticipata è un fenomeno in crescita e le cause sono ancora poco chiare: si evocano inquinamento da Pcb ed estrogeni nella carne, una dieta troppo ricca di grassi, l'ansia da prestazione e l'iper-stimolazione indotta da genitori troppo attenti alla performance dei figli, il bombardamento di immagini e messaggi erotizzati tipico delle nostre società, fino all'ipotesi più probabile. Cioè l'insieme di tutti questi fattori, genetici, ambientali e culturali. Per il sociologo francese Michel Fize, autore di «Les Nouvelles Adolescentes» (Armand Colin), «l'adolescenza è culturale e psicologica prima di essere biologica, e comincia ormai ben prima della scuola media. Le bambine sviluppano atteggiamenti dell'adolescenza prima di svilupparne le caratteristiche fisiche. L'adolescenza non coincide più con la pubertà. Il desiderio di uscire dall'infanzia è molto più forte oggi, e questo deriva da un ambiente sociale che induce la frenesia di una crescita rapida e di un accesso immediato alla fascia di età superiore, bruciando le tappe».
I pediatri ricordano anche la cause biologiche, genetiche e fisiologiche di questo sviluppo anticipato: l'obesità, per esempio, può accelerare la pubertà. Negli Stati Uniti, una bambina bianca su 10 mostra segni di sviluppo sessuale già a sette anni, cioè il doppio di dieci anni fa. Tra le bambine afro-americane, per motivi genetici, la frequenza aumenta a una su quattro. In Francia, secondo lo studio dell'endocrinologo Charles Sultan, l'età media dello sviluppo del seno si colloca ormai a nove anni e tre mesi.
E sono i fattori culturali, quelli che dipendono direttamente dal mondo degli adulti, a inquietare di più. Il fotografo francese Alain Delorme ha voluto denunciare lo stravolgimento dell'infanzia nella serie «Little Dolls». «Riprendo sempre una bambina, un dolce, uno sfondo colorato, i genitori. Poi comincia la trasformazione, con un software per il fotoritocco - spiega Delorme -. Trucco il viso, rimodello il naso, alleggerisco i tratti e modifico carnagione, colore degli occhi, pettinatura. Questa chirurgia estetica del pixel fa sparire il reale a favore di un'immagine interamente artificiale». Che però esprime perfettamente una tendenza che si afferma negli Stati Uniti e sempre di più anche in Europa. I concorsi di bellezza per bambine, a lungo criticati e portati spesso ad esempio della barbarie culturale americana, erano in realtà l'avanguardia di un processo ormai attuale anche in Francia e in Italia.
I sogni delle bambine si incrociano con le ambizioni dei genitori producendo «donne bambine» di otto anni, ben più precoci del mito letterario della «Lolita» nabokoviana, la dodicenne Dolores Haze. E la società ipersessualizzata, che associa in modo più o meno subliminale qualsiasi oggetto - da una bibita ai pneumatici alla colla - al corpo femminile, non manca di fare sentire i suoi effetti su bambine che colgono inconsciamente segnali continui: un «effetto Barbie» moltiplicato per mille.
Dopo il servizio su Vogue francese con bambine su tacchi a spillo, che costò il posto alla direttrice Carine Roitfeld, duecento pediatri francesi hanno firmato una petizione per denunciare «l'erotizzazione dei bambini nella pubblicità e nelle immagini di moda». «Ma dipende anche dalle mamme - ricorda al Nouvel Observateur lo psichiatra Didier Lauru -: esibiscono ed erotizzano le figlie per valorizzare se stesse». Non sono solo le bambine, purtroppo, a giocare alle Barbie.
Siamo pronti a essere padri e madri di bambine-donne?
Che bello vedere i figli già capaci di leggere le prime parole a quattro anni, fulminei con il telecomando del Dvd a tre, e ovviamente già abituati ai cartoni animati in lingua originale ancor prima delle elementari.
I problemi cominciano quando la precocità, valore assoluto della nuova infanzia competitiva, si manifesta anche verso gli otto anni: e stavolta sotto forma di bambine-donne che valutano la depilazione, preferiscono i jeans attillati e magari mostrano già i primi segni fisici di sviluppo sessuale.
L’adolescenza precoce è un fenomeno in crescita, frutto di cause sociali e anche genetiche e ambientali (le bambine mangiano più di un tempo, le africane si sviluppano prima delle europee, l’inquinamento e gli estrogeni nell’alimentazione potrebbe avere un ruolo). Ma sono le prime, quelle sociali e psicologiche, che dipendono direttamente dalla relazione con gli adulti, a interessarci qui. Per il sociologo francese Michel Fize (autore di Les Nouvelles Adolescentes) l’adolescenza è culturale psicologica, prima di essere biologica. L’ho intervistato per un articolo pubblicato sul Corriere in cui abbiamo confrontato i dati sull’inizio della pubertà a distanza di vent’anni.
L’adolescenza psicologica è ormai slegata dalla pubertà fisica”, dice Michel Fize. “A sette-otto anni le bambine, bombardate dagli infiniti messaggi più o meno subliminali di una società super-erotizzata, e abituate a bruciare le tappe da mamme che dalla nascita in poi le hanno proposto corsi anticipati di musica, danza, lingue, nuoto e ginnastica artistica, conoscono già i turbamenti dell’adolescenza”.
A questo proposito trovo inquietanti i fotomontaggi della serie Little Dolls con cui il fotografo Alain Delorme ha voluto denunciare lo stravolgimento dell’infanzia.
Siete pronti alla nuova era delle bambine-donne? E pensate che i genitori – pur animati dalle migliori intenzioni – siano corresponsabili?