Tratto da Il Giornale del 23 ottobre 2009
È accaduto un caso grave di obesofobia, cioè di persecuzione degli obesi, in Scozia, a Dundee.
Hanno portato via prima i figli grandicelli e poi un neonato a una coppia di sposi grassi, i quali sono portati ad avere bambini che sono fatti come loro: rotondi. Un caso chiaro di razzismo medicalmente corretto.
I fatti. La mamma è di Dundee, ha 40 anni. Lunedì, settimo figlio nato per parto cesareo. I ladri di bambini, chiamati in questo caso servizi sociali, sono stati inviati dal Comune (City Council). Il motivo: lei pesa 140 chili e passa, il marito 110, i sei precedenti figli sono tutti sul quintale. Di questi sei, tre sono già stati allontanati dalla coppia, e tre lo saranno presto.
I giornali britannici la chiamano la «fat family»: la famiglia grassa. Io la chiamerei una ex famiglia devastata da pirati della burocrazia. Si tratta di un atto da bucanieri con il timbro della legge.
Nessuno qui vuole consigliare alla gente di portarsi addosso rotoli di lardo, né che si debbano gonfiare i bambini di intrugli. L’alimentazione corretta è importante, e così via. Ma questo zelo per il corpo perfetto, per il rapporto ideale tra altezza e peso stabilito per legge è esso sì un vizio, altro che l’obesità fisica. È una obesità morale. Preferisco l’intemperanza nel gustare il cioccolato, che l’incontinenza nell’inondare dei propri comandamenti igienici il mondo. Basta così, per favore. Se i diritti umani si misurano a peso, i grassoni dovrebbero averne di più, e allora li si rispetti.
Sembra un articolo leggero, vero? Un po’ spiritoso. I ciccioni del resto fanno ridere. Ma il riso è di certo più umiliante e talvolta più violento dello sguardo digrignante. Bisognerebbe proporre e approvare davvero una legge contro l’obesofobia, se non facesse ridere. Qualcosa però va fatta presto. Ormai siamo alla persecuzione contro le persone considerate troppo grasse sulla base di parametri infallibili non più salutistici ma morali. Perché la salute, l’immagine e l’igiene si sono trasformate in divinità bisognose di sacrifici umani. E i grassi vengono trattati come esseri umani deficienti, incapaci di controllare pulsioni elementari. Può essere. Non si capisce perché non resistere alle tentazioni sia un problema sociale solo se c’è in ballo una pastasciutta. Se una donna desidera una ragazza e se la prende, si grida: viva i sentimenti. Se poi adottano un bimbo, ecco il giurista: è un diritto. La sfortuna della coppia di ciccioni è che non sono dello stesso sesso, altrimenti sarebbero stati difesi da Canale 5 e dal Comitato diritti umani. Se fossi il loro avvocato consiglierei alla madre di definirsi transgender, e di prendersi il nome d’arte di Goduxia.
Va così. Il libero orientamento della propria vita verso il cibo, abbondante e succoso, è definito una malattia irredimibile, trasmissibile per contagio e per frequentazione. Se uno osa ormai avere un dubbio sulla linearità morale o naturale dell’omosessualità è passibile di denuncia. In questi campi dell’«orientamento sessuale» il Papa non conta niente, è trattato come un reazionario torturatore. La nuova suprema cattedra etica è l’Organizzazione mondiale della sanità con sede in Svizzera. Essa ha proclamato i suoi dogmi e nessuno li discute. Anche se la citata religione dal camice bianco non ha ancora trovato un rimedio al raffreddore e alla calvizie, sulle profondità della psiche umana sa tutto, povera illusa, ma guai a chi non le crede. Così ha decretato sia giusto sanzionare come malattia anche mentale l’obesità e invece ritiene assolutamente congruo alla natura umana essere gay, bisex, transgender eccetera. Qui non ne discuto, guai, ho già abbastanza grane. Ma bisogna finirla con la persecuzione un tanto al chilo.
Essa è tipica anche degli ambienti trasgressivi. Alcuni anni fa mi capitò di leggere il romanzo dello scrittore giovane del momento, dissacratore, avanguardista, anarchico. Bisex quanto al sesso, come no? Ed ecco che definì il padre del protagonista «sovrappeso». Avrei capito: ciccione, barile di strutto, palla di lardo, eccetera. Ma «sovrappeso» è un ossequio all’idea di peso perfetto. Questi bricconi del sesso hanno la testa piena di tabelle fornite dall’associazione dei dietologi e dai giuristi inglesi. Rivoluzionari un par di balle.
La tortura dei grassi è la tipica maniera con cui gli Epuloni dei Paesi prosperi puniscono i poveri e li fanno sentire inferiori. Da che cosa si capisce un Paese ricco da un Paese povero? Nel Paese ricco (Svizzera, Italia, America, Gran Bretagna) di solito i ricchi sono magri e i poveri grassi (costa molto essere magri). Nei Paesi poveri è il contrario. Per di più nei Paesi ricchi si cerca di far pesare ai grassi (poveri) il fatto che in tante parti del mondo i bambini sono scheletrici. È un altro modo di offendere i poveri, di trattarli come reprobi. È l’obesofobia silenziosa. Ma un giorno i grassi si ribelleranno e si siederanno sopra di voi.