Don Ermis Segatti, direttore dell'Ufficio culturale dell'arcidiocesi di Torino e docente di storia del cristianesimo alla facoltà teologica della stessa città, è uno avanti. Tra le sue prime monografie si ricordano titoli come Analisi marxista della religione (1974), Problemi di sociologia sovietica (1957-1962) (1975). Tra le ultime: Teologie della liberazione in America (1999), oltre al saggio pubblicato in inglese The Christological Thought of Michael Amaladoss, sul discusso teologo gesuita indiano.
Da anni è anche attivo nel dialogo con il mondo omosessuale. Il sito Gionata riporta un articolo uscito a suo tempo su L’eco di Biella con la cronaca di un suo intervento alla conferenza "Omosessualità e fede. Un confronto im/possibile?”, organizzata come tappa di avvicinamento al Biella Pride 2008. Alcuni passaggi:
“Nel Vangelo, Gesù non si esprime mai contro l’omosessualità, al massimo contro la pederastia, che è prostituzione, cioè mercificazione del corpo, quindi condannata in tutti in casi. Gesù parla di famiglia, composta da un uomo e una donna, perché su questo viene interpellato.
Nella chiesa, a lungo, ha prevalso un atteggiamento sessuofobico, figlio dei tempi, condizionato da correnti di pensiero platoniche e neo-platoniche. Situazione simile all’ostilità rispetto alle scoperte scientifiche di Galileo, che infrangevano quanto conosciuto e contemplato dai suoi contemporanei. […]
In Occidente la libertà sessuale e l’omosessualità sono diritti, sanciti. Non si tratta di fatti da poco, perché rappresentano la più alta forma di riconoscimento della nostra tradizione di pensiero. E’ una situazione estranea alla stragrande maggioranza degli altri paesi del mondo, tra Africa e Asia. C’è un riconoscimento dell’uguaglianza, pur nella diversità.
Il Catechismo cristiano contempla e riconosce l’omosessualità, superando l’idea di Sant’Agostino di una realtà contro-natura, concepita come una perversione/vizio oppure una violenza. E’ una acquisizione scientifica che la maggioranza delle persone nasce eterosessuale, mentre una minoranza omosessuale.
Un dato oggettivo. Il Cristianesimo, allora, non può non tenerne conto. La fede non può dire di andare contro se stessi, ma sempre di essere se stessi, coltivando il bene”.
Stando a quanto riporta l’agenzia Adista don Segatti avrebbe collaborato alla stesura del libro Fede e omosessualità. Assistenza pastorale e accompagnamento spirituale (ed. Effatà), scritto da don Valter Danna, direttore dell'Ufficio diocesano per la Famiglia sempre della diocesi di Torino. Un libro che “non ha contenuti particolarmente originali dal punto di vista teologico e pastorale, perché si limita ad esaminare la condizione degli omosessuali alla luce della tradizionale dottrina della Chiesa” scrive Adista. E “tuttavia, è rilevante che sia stato scritto dopo una serie di incontri con alcuni membri del gruppo di lavoro Fede e omosessualità, nato dopo il Torino Pride 2006, realizzando una sintesi mai tentata prima dalle istituzioni ecclesiastiche”. “Un lavoro, per di più, svolto su preciso incarico del card. Severino Poletto”, in cui “si prende atto che alcune posizioni della Chiesa in materia di sessualità ed omosessualità sono oggetto di critiche e dichiara la possibilità, anzi l'urgenza, di discuterne”, anche se “non rinunciando nemmeno a uno iota della Verità del Vangelo”, sottolinea Poletto nell’introduzione.
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Sempre Adista informa che “dopo una gestazione lunga quasi due anni (era stato avviato ad experimentum nel dicembre del 2007), a Cremona prende ufficialmente il via un gruppo diocesano per la pastorale con le persone omosessuali”. Il gruppo - che si chiama Alle querce di Mamre “è seguito da un incaricato del vescovo che funge da assistente spirituale, e si propone come strumento per avvicinare, nel massimo rispetto, apertura e discrezione, tutti coloro che hanno difficoltà a conciliare la propria fede con la propria tendenza sessuale. Come recita la Carta d’identità del gruppo, si tratta di un’occasione per aiutare ad ‘accogliere in maniera serena la propria condizione omosessuale’, lontano quindi da qualunque tentativo di tipo ‘riparativo’ o simile”. O, per essere più precisi (vedi link successivo): “La nostra fede e la nostra gioia poggiano sulla certezza di essere amati e voluti da Dio così come siamo. Per questo non accetteremmo alcuna guida che ci facesse percorrere un cammino opposto”.
Sul sito Gionata è riportata la testimonianza di un tale Sergio di Cremona, che racconta la genesi di questa iniziativa. E’ un testo lungo, ma che vale la pena leggere con attenzione.
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Visto che l’argomento sta così a cuore tra Piemonte e bassa Lombardia, anche wXre si permette di offrire tre riferimenti: di tipo dottrinal/divulgativo, esperienziale e operativo.
Oltre a una fervente prece a quel grande santo e dottore della Chiesa, oggi un po' dimenticato, che fu Pier Damiani.
Ora pro nobis.
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