DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Dossier Fides: nel 2009 uccisi 37 testimoni del Vangelo. Elenco, biografie e circostanze della morte degli Operatori pastorali uccisi nell'anno

Nel 2009 sono stati uccisi 37 testimoni del Vangelo, il numero più alto registrato negli ultimi dieci anni: è il drammatico bilancio contenuto nel tradizionale dossier dell’agenzia Fides, pubblicato oggi, sugli operatori pastorali che hanno perso la vita in modo violento nel corso degli ultimi 12 mesi. Si tratta di 30 sacerdoti, 3 religiose, 2 seminaristi e 3 volontari laici di 16 diverse nazionalità. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Per annunciare l’amore di Cristo non hanno esitato a mettere a rischio la propria vita in contesti di sofferenza, povertà e violenza generalizzata. E’ quanto si legge nel documento dell’agenzia Fides, che sottolinea come gli operatori pastorali uccisi nel 2009 siano quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Solo nel continente americano sono stati uccisi 23 testimoni del Vangelo, 6 rispettivamente in Brasile e Colombia. In Africa, sono 11 le vittime, di cui 4 nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Africa. Due in Asia e un sacerdote in Europa. Diversissime le loro storie, comune la testimonianza di amore per il Vangelo. C’è chi come il giovane William Quijiano, laico della Comunità di Sant’Egidio, è stato ucciso in El Salvador dai colpi di arma da fuoco di una delle tante gang dei giovani poveri del Centramerica. Aveva solo 21 anni. Era invece anziano padre Ernst Plöchl eppure pieno di vigore impegnato in particolare con i giovani. Austriaco, 78 anni, missionario in Sud Africa, padre Ernst è caduto vittima della violenza diffusa nel Paese. Simile il contesto sociale in cui ha perso la vita il fidei donum italiano, don Ruggero Ruvoletto, 52 anni, assassinato nella sua parrocchia in Brasile durante una rapina. Nella terra martoriata del Congo, a Bukavu, è stata invece uccisa suor Denise Kahambu Muhayirwa, monaca trappista di 44 anni. Aveva da poco recitato i Vespri, quando si è accorta della presenza nel suo monastero di alcuni malviventi che non hanno esitato a colpirla a morte.


Ricordare i tanti operatori pastorali uccisi nel mondo e pregare in loro suffragio, sottolinea l’agenzia Fides, riprendendo le parole di Benedetto XVI, “è un dovere di gratitudine per tutta la Chiesa e uno stimolo per ciascuno di noi a testimoniare in modo sempre più coraggioso la nostra fede e la nostra speranza in Colui che sulla Croce ha vinto per sempre il potere dell’odio e della violenza con l’onnipotenza del suo amore” (Regina Coeli, 24 marzo 2008). A questo elenco provvisorio stilato annualmente, conclude l’agenzia Fides, deve comunque essere sempre aggiunta la lunga lista dei tanti di cui forse non si avrà mai notizia, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano anche con la vita la loro fede in Cristo. Si tratta di quella “nube di militi ignoti della grande causa di Dio” - secondo l’espressione di Giovanni Paolo II - a cui guardiamo con gratitudine e venerazione, pur senza conoscerne i volti, senza i quali la Chiesa e il mondo sarebbero enormemente impoveriti.


30 dicembre 2009


SPECIALE FIDES




ELENCO DEGLI OPERATORI PASTORALI

SACERDOTI, RELIGIOSI,

RELIGIOSE E LAICI,

UCCISI NELL’ANNO 2009







La Chiesa annuncia ovunque il Vangelo di Cristo nonostante le persecuzioni, le discriminazioni, gli attacchi e l’indifferenza, talvolta ostile, che – anzi – le consentono di condividere la sorte del suo Maestro e Signore.”


(Papa Benedetto XVI, Messaggio natalizio, 25 dicembre 2009)












GLI OPERATORI PASTORALI UCCISI NELL’ANNO 2009


Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Come è consuetudine, l’Agenzia Fides pubblica alla fine dell’anno l’elenco degli operatori pastorali che hanno perso la vita in modo violento nel corso degli ultimi 12 mesi. Secondo le informazioni in nostro possesso, nell’anno 2009 sono stati uccisi 37 operatori pastorali: 30 sacerdoti, 2 religiose, 2 seminaristi, 3 volontari laici. Sono quasi il doppio rispetto al precedente anno 2008, ed è il numero più alto registrato negli ultimi dieci anni.

Analizzando l’elenco per continente, quest’anno figura al primo posto, con un numero estremamente elevato, l’AMERICA, bagnata dal sangue di 23 operatori pastorali (18 sacerdoti, 2 seminaristi, 1 suora, 2 laici), seguita dall’AFRICA, dove hanno perso la vita in modo violento 9 sacerdoti, 1 religiosa ed 1 laico, dall’ASIA, con 2 sacerdoti uccisi e infine dall’EUROPA, con un sacerdote assassinato.

Il conteggio di Fides non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma tutti gli operatori pastorali morti in modo violento. Non usiamo di proposito il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimone”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro, e anche per la scarsità di notizie che, nella maggior parte dei casi, si riescono a raccogliere sulla loro vita e perfino sulle circostanze della loro morte.

Come ha detto il Santo Padre Benedetto XVI nel giorno della festa del protomartire Santo Stefano, “la testimonianza di Stefano, come quella dei martiri cristiani, indica ai nostri contemporanei spesso distratti e disorientati, su chi debbano porre la propria fiducia per dar senso alla vita. Il martire, infatti, è colui che muore con la certezza di sapersi amato da Dio e, nulla anteponendo all’amore di Cristo, sa di aver scelto la parte migliore. Configurandosi pienamente alla morte di Cristo, è consapevole di essere germe fecondo di vita e di aprire nel mondo sentieri di pace e di speranza. Oggi, presentandoci il diacono Santo Stefano come modello, la Chiesa ci indica, altresì, nell’accoglienza e nell’amore verso i poveri, una delle vie privilegiate per vivere il Vangelo e testimoniare agli uomini in modo credibile il Regno di Dio che viene” (Angelus del 26 dicembre 2009).

Dalle poche note biografiche di questi fratelli e sorelle uccisi, possiamo leggere l’offerta generosa e senza condizioni alla grande causa del Vangelo, senza tacere la limitatezza della fragilità umana: è questo ciò che li ha uniti nella vita e anche nella morte violenta, pur trovandosi in situazioni e contesti profondamente diversi. Per annunciare l’amore di Cristo, morto e risorto per la salvezza dell’uomo, testimoniandolo in opere concrete di amore ai fratelli, non hanno esitato a mettere quotidianamente a rischio la propria vita in contesti di sofferenza, di povertà estrema, di tensione, di violenza generalizzata, per offrire la speranza di un domani migliore e cercare di strappare tante vite, soprattutto giovani, al degrado e alla spirale della malvivenza, accogliendo quanti la società rifiuta e mette ai margini.

Alcuni sono stati vittime proprio di quella violenza che stavano combattendo o della disponibilità ad andare in soccorso degli altri mettendo in secondo piano la propria sicurezza. Molti sono stati uccisi in tentativi di rapina o di sequestro, sorpresi nelle loro abitazioni da banditi alla ricerca di fantomatici tesori che il più delle volte si sono dovuti accontentare di una vecchia automobile o del telefono cellulare delle vittime, portandosi via però il tesoro più prezioso, una vita donata per Amore. Altri sono stati eliminati solo perché nel nome di Cristo opponevano l’amore all’odio, la speranza alla disperazione, il dialogo alla contrapposizione violenta, il diritto al sopruso.

Ricordare i tanti operatori pastorali uccisi nel mondo e pregare in loro suffragio “è un dovere di gratitudine per tutta la Chiesa e uno stimolo per ciascuno di noi a testimoniare in modo sempre più coraggioso la nostra fede e la nostra speranza in Colui che sulla Croce ha vinto per sempre il potere dell’odio e della violenza con l’onnipotenza del suo amore” (Benedetto XVI, Regina Coeli, 24 marzo 2008).

A questo elenco provvisorio stilato annualmente dall’Agenzia Fides, deve comunque essere sempre aggiunta la lunga lista dei tanti di cui forse non si avrà mai notizia, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano anche con la vita la loro fede in Cristo. Si tratta di quella “nube di militi ignoti della grande causa di Dio” - secondo l’espressione di Papa Giovanni Paolo II - a cui guardiamo con gratitudine e venerazione, pur senza conoscerne i volti, senza i quali la Chiesa e il mondo sarebbero enormemente impoveriti.


PANORAMA DEI CONTINENTI


AMERICA

I 23 operatori pastorali caduti in America (18 sacerdoti, 2 seminaristi, 1 suora, 2 laici) sono stati uccisi in Brasile, Colombia, Messico, Cuba, El Salvador, Stati Uniti, Guatemala e Honduras.

Sono 6 i sacerdoti uccisi in Brasile, un numero senza dubbio elevato, tanto che il Consiglio Episcopale di Pastorale della Conferenza Episcopale brasiliana, al termine della sua ultima riunione dell’anno, ha pubblicato una preoccupata dichiarazione sulla crescente ondata di violenza nel paese contro i sacerdoti: “la Chiesa cattolica in Brasile si sente profondamente colpita e indignata di fronte alla violenza contro i suoi figli la cui vita è stata stroncata. Riaffermiamo che nulla giustifica la violenza!”.

Tra i sacerdoti uccisi in Brasile figurano lo spagnolo Ramiro Ludeña, noto come “padre Ramiro”, che lavorava da 34 anni in un'associazione di sostegno ai bambini e ai ragazzi di strada, ed è stato ucciso proprio da un giovane di 15 anni per rapina. Il missionario Fidei donum italiano don Ruggero Ruvoletto, ucciso nella sua parrocchia da cui erano stati rubati una cinquantina di Real (circa diciannove Euro). Don Evaldo Martiol, assassinato da due giovani, vittima di un furto finito in omicidio. “Il suo metodo di evangelizzare era l’amicizia” ha ricordato il Vescovo durante i funerali. P. Gisley Azevedo Gomes, CSS, Assessore nazionale della Sezione Giovani della Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB), ucciso da alcuni giovani che lo hanno prima derubato e poi ucciso. “In maniera deplorevole – hanno affermato i Vescovi - è stato vittima di quella violenza che desiderava combattere”.

La Colombia, con 5 sacerdoti ed 1 laico uccisi, è al secondo posto. Tutti i sacerdoti sono rimasti vittime di furti finiti tragicamente: i due sacerdoti redentoristi p. Gabriel Fernando Montoya Tamayo e p. Jesús Ariel Jiménez sono stati uccisi da un uomo che ha fatto irruzione nell'alloggio dei sacerdoti, molto probabilemte alla ricerca di denaro, uccidendoli entrambi mentre questi erano connessi ad Internet. Il corpo senza vita di don Oscar Danilo Cardozo Ossa è stato ritrovato nella canonica della parrocchia, sul posto sono stati ritrovati anche un bavaglio e alcune corde. Anche don Emiro Jaramillo Cardenas è stato ucciso nella notte nella sua abitazione, mentre don Juan Gonzalo Aristizabal Isaza, è stato ritrovato assassinato all’interno dell’automobile di sua proprietà, abbandonata sull’autostrada regionale. A loro si aggiunge il laico Jorge Humberto Echeverri Garro, professore ed operatore pastorale, impegnato come catechista e nella Pastorale Sociale per la pace e la convivenza, ucciso da un gruppo di guerriglieri durante una riunione in cui si discuteva di alcuni progetti della Chiesa.

In Messico sono stati uccisi un sacerdote e due seminaristi: mentre si dirigevano ad una riunione di pastorale vocazionale, il loro veicolo è stato raggiunto da un altro, sono stati fatti scendere e colpiti a morte con armi da fuoco. L’Arcivescovo di Acapulco ha segnalato che in quella regione del Paese prevale la logica di risolvere tutto con la pistola, la logica del regolamento di conti, dello spargimento di sangue, mentre le forze armate non riescono a tenere sotto controllo il narcotraffico e la violenza.

Particolare commozione ha suscitato anche la morte violenta a Cuba di due sacerdoti spagnoli: don Eduardo de la Fuente Serrano, morto in seguito ad un accoltellamento subito in una strada alla periferia della capitale, e don Mariano Arroyo Merino, ucciso nella sua parrocchia. Il suo corpo era ammanettato, imbavagliato e parzialmente bruciato.

Due le vittime in El Salvador, un sacerdote e un giovane laico: il corpo senza vita del redentorista salvadoregno p. Leopoldo Cruz è stato ritrovato alcuni giorni dopo la sua scomparsa in un canale di una zona rurale di San Salvador. Il giovane William Quijano, della Comunità di Sant'Egidio, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco da una delle tante gang violente organizzate che assoldano i giovani poveri nelle periferie del Centro America. Da cinque anni William era impegnato nella Scuola della Pace ai bambini poveri del quartiere di Apopa, nei sobborghi della capitale.

L’unica religiosa uccisa nel continente è Suor Marguerite Bartz, delle Suore del Santissimo Sacramento per gli Indiani e i Negri (SBS), uccisa nel suo convento di Saint Berard, nella zona dei Navajo, nel Nuovo Messico (Stati Uniti d’America). La religiosa era conosciuta per essere una donna da sempre appassionata della ricerca della giustizia e della pace. Sempre negli Stati Uniti, don Ed Hinds, parroco della chiesa di San Patrizio a Chatham, nel New Jersey (USA), è stato ritrovato morto nel Rettorato adiacente alla chiesa, coperto da numerosi traumi e ferite provocate da un’arma da taglio.

In Guatemala ha trovato la morte padre Lorenzo Rosebaugh, dei Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI), rimasto ucciso in seguito ad un assalto avvenuto lungo una strada di campagna, mentre con altri sacerdoti si stava recando ad una riunione pastorale. Due uomini armati di fucile e con il viso coperto hanno fermato l’automobile e, dopo aver sottratto ai missionari ciò che possedevano, hanno sparato uccidendo p. Rosebaugh.

Infine è stato trovato ucciso in una provincia della parte orientale del Guatemala il sacerdote cappuccino guatemalteco p. Miguel Angel Hernandez, da quattro anni responsabile di una parrocchia di Ocotepeque (Honduras), che era stato rapito alcuni giorni prima.


AFRICA

In Africa hanno perso la vita in modo violento 9 sacerdoti, 1 religiosa ed 1 laico, nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudafrica, in Kenya ed in Burundi.

Nella martoriata Repubblica Democratica del Congo, dove la Chiesa e la popolazione locale sono oggetto da lungo tempo di brutalità e continue violazioni dei diritti umani, hanno trovato la morte 2 sacerdoti, 1 religiosa e 1 operatore laico della Caritas. Sia don Jean Gaston Buli che don Daniel Cizimya Nakamaga sono stati uccisi da sconosciuti penetrati durante la notte nella loro abitazione, molto probabilmente per rubare, rispettivamente a Bunia e a Kabare. Suor Denise Kahambo Murahirwa, monaca trappista, è stata uccisa da uomini armati in uniforme che sono entrati nel monastero di “Notre Dame de la Clarté” a Murhesa, 20 chilometri da Bukavu, poi fuggiti senza rubare nulla. Il giovane congolese Ricky Agusa Sukaka, operatore della Caritas, è stato ucciso a Musezero, nel nord Kivu, da due uomini che indossavano uniformi dell’esercito.

Anche in Sudafrica sono stati uccisi 4 sacerdoti. Don Daniel Matsela Mahula, della diocesi di Klerksdorp, è stato ucciso mentre era alla guida della sua auto, da quattro banditi di strada. Don Lionel Sham, 66 anni, parroco di Mohlakeng (arcidiocesi di Johannesburg, Sudafrica), è stato ucciso dopo essere stato rapito dalla sua casa. Il corpo di Padre Ernst Plöchl, della Congregazione dei Missionari di Mariannhill, in Sudafrica da oltre 40 anni, è stato trovato nell’isolata stazione missionaria di Maria Zell. Anche Padre Louis Blondel, dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi), è stato ucciso nella notte da alcuni giovani penetrati nell’abitazione dei missionari.

In Kenya sono stati uccisi P. Giuseppe Bertaina, dei Missionari della Consolata, aggredito da alcuni malviventi nell'Istituto di Filosofia dei Missionari della Consolata, a Nairobi, di cui era rettore e amministratore, che lo hanno picchiato, legato e imbavagliato, provocandone la morte per insufficienza respiratoria, e P. Jeremiah Roche, della Società di S. Patrizio per le Missioni Estere, il cui cadavere è stato ritrovato con le mani legate e con ferite di machete alla testa.

Un gesto di altruismo è costato la vita a don Révocat Gahimbare, in Burundi: saputo dell’assalto al monastero delle suore “Bene Maria”, si stava recando a portare aiuto alle religiose, ma i banditi gli hanno teso un agguato lungo la strada, uccidendolo.


ASIA

Due i sacerdoti uccisi in Asia nel 2009. In India don James Mukalel è stato trovato morto nei pressi di Mangalore, stato del Karnataka, nell’India meridionale, probabile vittima di violenza anticristiana, dato che in precedenza nell’area si erano verificati alcuni casi di attacchi di integralisti. Nelle Filippine don Cecilio Lucero, difensore dei più deboli e impegnato per la tutela dei diritti umani, è stato ucciso da un gruppo di uomini armati, nella provincia del Nord Samar, a sud della capitale, Manila.


EUROPA

L’unico sacerdote ucciso di cui si ha notizia è don Louis Jousseaume, aggredito e assassinato nella canonica di Egletons, diocesi di Tulle (Francia), dove era parroco. Impegnato anche nel mondo dell’handicap, è stato ucciso proprio da uno di questi emarginati squilibrati di cui si prendeva cura.





CENNI BIOGRAFICI E CIRCOSTANZE DELLA MORTE


L’Agenzia Fides è grata a tutti coloro che vorranno segnalare aggiornamenti o correzioni

a questo elenco o a quelli degli anni precedenti.



P. Giuseppe Bertaina, italiano, dei Missionari della Consolata, è stato ucciso la mattina del 16 gennaio 2009, nel suo ufficio a Langata, nell'Istituto di Filosofia dei Missionari della Consolata, a Nairobi, capitale del Kenya. P. Bertaina era rettore e amministratore dell'Istituto. Alcune persone sono entrate di nascosto nell'istituto durante l'orario delle lezioni, mentre studenti e insegnanti erano nelle aule. I malviventi hanno sorpreso p. Giuseppe, lo hanno picchiato, legato e imbavagliato, provocandone la morte per insufficienza respiratoria. P. Bertaina, ordinato sacerdote nel 1951, era in Kenya dagli anni '60. Ha sempre svolto la sua missione in quel Paese, tranne un periodo in Sudafrica, dove si era recato per motivi di studio. Gli omicidi a scopo di rapina sono un fenomeno in continua crescita e colpiscono con frequenza allarmante anche gli istituti religiosi e le altre opere della Chiesa.

(Vedi Agenzia Fides 16/1/2009; 19/1/2009)


Il corpo senza vita del sacerdote spagnolo Eduardo de la Fuente Serrano, è stato rinvenuto la mattina del 14 febbraio 2009, in una zona a nord ovest de L’Avana (Cuba). Secondo le indagini, il sacerdote sarebbe morto in seguito ad un accoltellamento, subito in una strada alla periferia della capitale. La sua automobile è stata ritrovata nel comune di Bauta, a circa 20 chilometri dal luogo in cui era stato abbandonato il suo corpo. Il sacerdote, 61 anni, era nativo di Guadalix de la Sierra, in provincia di Madrid (Spagna), e lavorava da tre anni a Cuba come Parroco nella chiesa di Santa Chiara di Assisi, dove era impegnato soprattutto in opere umanitarie. Le testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto mettono in evidenza la sua attenzione verso tutti: i bambini, gli anziani, ed in modo particolare gli adolescenti e i giovani, che aveva coinvolto in un vivo ed impegnato gruppo parrocchiale. Attraverso un intenso e concreto lavoro pastorale era riuscito a ridare vita ad una comunità che risentiva della mancanza di un sacerdote permanente da alcuni anni. Don Eduardo, che a Madrid svolgeva il ministero pastorale nella Parrocchia del Rosario nel quartiere di Carabanchel, aveva cominciato a lavorare a L’Avana circa dieci anni fa, quando tutti gli anni, nel mese di luglio, vi si recava per sostituire un sacerdote. Poi decise di trasferirvisi definitivamente tre anni fa, soprattutto per aiutare le persone più bisognose.

(Vedi Agenzia Fides 16/2/2009; 20/2/2009)


Don Juan Gonzalo Aristizabal Isaza, sacerdote colombiano di 62 anni, è stato assassinato il 22 febbraio 2009: il suo cadavere è stato trovato all’interno dell’automobile di sua proprietà, abbandonata sull’autostrada regionale, nei pressi dell’Università di Antiochia. Il sacerdote era parroco della parrocchia “San Giovanni Apostolo” e cappellano dell’Hotel Intercontinentale di Medellin (Colombia). Inoltre si distingueva per il suo spirito di carità verso i più bisognosi, la sua dedizione pastorale, l’intelligenza, e la donazione agli altri. Nato a Medellin nel 1946, Don Juan Gonzalo Aristizabal Isaza era stato ordinato presbitero il 10 giugno 1973. Laureato in Educazione, aveva conseguito anche il titolo di psicologo e di maestro in psico orientamento. Dopo la sua ordinazione sacerdotale aveva ricoperto diversi incarichi pastorali nelle parrocchie e in diversi istituti scolastici come cappellano, inoltre era stato Rettore della Scuola Ozhanam e Cappellano del Governo di Antiochia (1993-1996). Dal 2 febbraio 2006 era parroco di San Giovanni Apostolo.

(Vedi Agenzia Fides 24/2/2009)


Don Daniel Matsela Mahula, della diocesi di Klerksdorp (Sudafrica), è stato ucciso mentre era alla guida della sua auto, da quattro banditi di strada, vicino a Bloemhof, il 27 febbraio 2009. Nato il 6 giugno 1975 era stato ordinato sacerdote il 22 dicembre 2002. Svolgeva il suo servizio presso la Peter’s Catholic Church di Jouberton.

(Vedi Agenzia Fides 10/3/2009)

Don Lionel Sham, 66 anni, parroco di Mohlakeng (Arcidiocesi di Johannesburg, Sudafrica), è stato ucciso il 7 marzo 2009, dopo essere stato rapito dalla sua casa a Mohlakeng. Il corpo è stato recuperato dalla polizia domenica 8 marzo, poche ore dopo la scomparsa del sacerdote dalla sua parrocchia. P. Sham Lionel era noto per essere aperto a tutti e generoso con le persone nel bisogno.

(Vedi Agenzia Fides 10/3/2009)


Domenica 8 marzo è stato ucciso don Révocat Gahimbare, parroco della parrocchia di Karuzi, in Burundi. Il sacerdote è stato ucciso da 4 banditi travestiti da poliziotti che avevano rapinato il monastero delle Suore “Bene Maria”. Avendo saputo dell'assalto, don Gahimbare si era precipitato al soccorso delle religiose, ma i banditi gli hanno teso un agguato lungo la strada. Il sacerdote è stato raggiunto da una pallottola che lo ha ucciso.

(Vedi Agenzia Fides 10/3/2009)


Due sacerdoti redentoristi, padre Gabriel Fernando Montoya Tamayo (40 anni) e padre Jesús Ariel Jiménez (45 anni), sono stati uccisi la notte del 16 marzo 2009 nel municipio di La Primavera (Vichada), in Colombia. I tragici fatti sono avvenuti nel settore di La Pasqua, giurisdizione del municipio di La Primavera, nel dipartimento di Vichada, ad oltre 500 chilometri da Bogotà e ai confini con il Venezuela. Il doppio crimine è stato commesso da un uomo che la sera del 16 marzo ha fatto irruzione nell'alloggio dei sacerdoti nel Collegio di La Pasqua, molto probabilemte alla ricerca di denaro, uccidendoli entrambi con un’arma da fuoco mentre questi erano connessi ad Internet. P. Gabriel Fernando Montoya era da sette anni direttore del Collegio e stava per passare l’incarico a P. Jesús Ariel Jiménez, che era arrivato da poco come nuovo responsabile.

(Vedi Agenzia Fides 18/3/2009; 20/3/2009)


Il sacerdote spagnolo Ramiro Ludeña, 64 anni, è stato ucciso il 20 marzo 2009 a Recife, nordest del Brasile, dove lavorava da 34 anni in un'associazione di sostegno ai bambini di strada. Secondo le informazioni diffuse dalla polizia, don Ludeño è stato ucciso con un colpo di fucile mentre stava uscendo con il suo veicolo da un parcheggio. Lo sparo lo ha raggiunto al braccio e gli ha perforato il torace. La polizia brasiliana ha fermato un giovane di 15 anni che ha confessato il crimine e si è anche trovata l'arma utilizzata, un fucile. L'adolescente ha spiegato che voleva rapinare il sacerdote mentre si trovava nella sua automobile, e ha sparato perché pensava che stesse cercando un’arma per difendersi. Il sacerdote spagnolo, originario di Toledo, risiedeva in Brasile da 34 anni e lavorava con il Movimento di Appoggio ai Meninos de Rua (Mamer), rivolto ad adolescenti della località di Jaboatao dos Guarapes, nell'area metropolitana di Recife. Secondo gli amici del religioso, don Ludeño era molto affettuoso ed apprezzato da tutti, e non aveva mai ricevuto minacce. Lo descrivono come un uomo tranquillo, ma "energico e determinato" quando si tentava di difendere l'Ong. Era "un sacerdote dotato di una grande sensibilità sociale, che cercava di strappare i bambini e gli adolescenti dalla povertà e dalla tentazione di entrare nella criminalità".

(Vedi Agenzia Fides 21/3/2009)


Il sacerdote statunitense Lorenzo Rosebaugh, 74 anni, dei Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI), è rimasto ucciso in Guatemala il 18 maggio 2009 in seguito ad un assalto avvenuto nel Parco Nazionale Laguna Lachuá, ad Alta Verapaz, una comunità rurale a nord del Guatemala, lungo una strada di campagna che unisce la comunità di Chisec con Ixcán. Due uomini armati di fucile e con il viso coperto hanno fermato l’automobile guidata da p. Rosebaugh nella quale viaggiavano altri quattro sacerdoti, tutti Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI), i quali erano diretti a Laguna Lachuá per una riunione. Dopo aver sottratto loro ciò che possedevano, i delinquenti hanno sparato contro i religiosi, uccidendo p. Rosebaugh e ferendo gravemente p. Jean Claude Nowama, originario della Repubblica Democratica del Congo, mentre gli altri sono usciti illesi dall’attentato. Ai sacerdoti è stato sottratto denaro, un cellulare e degli oggetti liturgici. P. Rosebaugh era in Guatemala dal 1993. Era stato parroco a Chicaman, una parrocchia di montagna popolata dai Maya, e poi nella comunità di Ixcán, una regione al nord del Paese, nota per l’alta concentrazione di criminalità, dove rimase fino al 2000. Dopo essere rientrato in patria per assistere la madre, tornò in Guatemala nel 2005, occupandosi degli ammalati, dei poveri e dei carcerati.

(Agenzia Fides 20/5/2009)


Padre Ernst Plöchl, austriaco di 78 anni, della Congregazione dei Missionari di Mariannhill è stato ucciso nella Provincia Sudafricana del Capo. Il corpo del missionario, in Sudafrica da oltre 40 anni, è stato trovato la mattina di domenica 31 maggio 2009, nell’isolata stazione missionaria di Maria Zell. In un primo momento le autorità locali avevano affermato che il missionario fosse stato ucciso a colpi di armi da fuoco, poi che fosse stato strangolato. P. Ploechl gestiva una scuola di 400 alunni a Matatiele,una città nel sud del Paese. P. Ploechl era nato a Neumarkt im Mühlkreis, nel distretto austriaco di Freistadt, dove aveva conservato dei forti legami ed era ammirato per il suo impegno per i poveri.

(Vedi Agenzia Fides 2/6/2009)


Jorge Humberto Echeverri Garro, 40 anni, professore ed operatore pastorale, l’11 giugno 2009 si trovava a Colonos, Panama di Arauca (Colombia), per partecipare ad una riunione di Pastorale Sociale incentrata sui progetti della Chiesa nella zona a favore del rinvigorimento comunitario, in accordo con la Caritas della Germania. Nel corso dell’incontro, un gruppo di guerriglieri ha invaso il centro urbano e si è diretto fino al luogo della riunione dove, senza dare alcuna spiegazione, ha colpito a morte il docente. Secondo il comunicato diffuso da Mons. Héctor Fabio Henao Gaviria, Direttore del Segretariato Nazionale di Pastorale Sociale, “Jorge Humberto, oltre ad essere riconosciuto per la sua leadership era anche catechista e membro della rete di docenti nell’ambito di un’altra proposta di Pastorale Sociale con i Centri Educativi Gestori di Pace e Convivenza, che viene attivata in questa stessa zona in accordo con l’ACNUR”.

(Vedi Agenzia Fides 15/6/2009)


Il sacerdote messicano Habacuc Hernández Benítez, 39 anni, ed i giovani seminaristi Eduardo Oregón Benítez, 19 anni, e Silvestre González Cambrón, 21 anni, entrambi di Ajuchitlán (Guerrero), sono stati assassinati mentre si dirigevano ad una riunione di pastorale vocazionale, la sera di sabato 13 giugno 2009, nel municipio di Arcelia, a Tierra Caliente (Guerrero). Il sacerdote era Coordinatore della pastorale vocazionale nella diocesi di Ciudad Altamirano (Messico). Secondo la ricostruzione della Polizia, il sacerdote ed i seminaristi sono stati raggiunti dai colpi sparati da alcuni individui intorno alle sette di sabato pomeriggio, 13 giugno, mentre viaggiavano a bordo di un camioncino. Stavano percorrendo una delle strade centrali di Arcelia, quando improvvisamente un altro veicolo li ha raggiunti, sono stati fatti scendere dal camioncino e colpiti con vari colpi di arma da fuoco. L’Arcivescovo di Acapulco, Mons. Felipe Aguirre Franco, ha segnalato che in quella regione del Paese prevale la logica di risolvere tutto con la pistola, la logica del regolamento di conti, dello spargimento di sangue. Allo stesso tempo “le forze armate non bastano a risolvere il problema complessivo del narcotraffico e della violenza”.

(Vedi Agenzia Fides 16/6/2009)


Il 15 giugno 2009 è stato ucciso P. Gisley Azevedo Gomes, CSS, 31 anni, Assessore nazionale della Sezione Giovani della Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB). Il cadavere del sacerdote è stato trovato il giorno dopo, 16 giugno, in prossimità di Brazlândia, città satellite di Brasilia (DF), all’interno della sua automobile, presentava un colpo al viso e due alla testa. La polizia ha arrestato alcuni giovani, autori del crimine: saliti sulla sua vettura, lo hanno prima derubato e poi ucciso. Originario di Morrinhos, p. Gisley era entrato nella Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo ed era stato ordinato sacerdote nel maggio 2005. Era Assessore nazionale della Sezione Giovani della CNBB da appena due anni. Impegnato con i giovani, organizzava insieme alla Pastorale Giovanile del Brasile la Campagna Nazionale sul tema “Gioventù in marcia contro la violenza”. “In maniera deplorevole – hanno affermato i Vescovi - è stato vittima di quella violenza che desiderava combattere”.

(Vedi Agenzia Fides 17/6/2009)

Don Mariano Arroyo Merino, originario della Spagna, 74 anni, è stato trovato morto nella sua parrocchia presso il Santuario di Nostra Signora della Regola a Cuba, il 13 luglio 2009. Il corpo del sacerdote è stato rinvenuto dai vigili del fuoco intorno alle 6.10 del mattino (ora locale), dopo che la guardia notturna aveva visto del fumo uscire dalla parrocchia. Gli assassini hanno pugnalato p. Arroyo e successivamente gli hanno dato fuoco. Il suo corpo era ammanettato, imbavagliato e parzialmente bruciato. Il sacerdote aveva prestato servizio a Cuba negli ultimi 12 anni nella zona residenziale de L’Avana, svolgendo un intenso lavoro pastorale attraverso un carisma particolare verso la religiosità popolare ed il sincretismo religioso. D. Mariano Arroyo era nato il 20 febbraio 1935, a Cabezón de la Sal, Cantabria (Spagna). Era stato ordinato sacerdote il 17 aprile 1960. Poco dopo, nel 1962, era partito come missionario per Santiago dal Cile, dove era rimasto fino al 1968. Dal 1969 al 1979 ha lavorato nuovamente a Madrid (Spagna) come parroco e formatore in Seminario. Nel 1980 era ritornato in Cile e aveva prestato servizio in varie parrocchie della Diocesi di Copiapó. A L’Avana era giunto il 19 gennaio 1997. Nel marzo successivo, era stato nominato parroco di Nostra Signora del Pilar, a L’Avana, e nel dicembre del 2004, Rettore e Parroco del Santuario Nazionale di Nostra Signora della Regola. E’ stato anche consulente del Movimento dei Lavoratori Cristiani e Direttore dell’Istituto di Scienze religiose “Padre Félix Varela”. Padre Arroyo apparteneva all’Opera Cooperazione Sacerdotale Ispanico-Americana (OCSHA).

(Vedi Agenzia Fides 14/7/2009; 16/7/2009; 21/7/2009)


Il giovane congolese Ricky Agusa Sukaka, 27 anni, operatore della Caritas, è stato ucciso nel pomeriggio del 15 luglio 2009 a Musezero, nel nord Kivu, Repubblica Democratica del Congo. Secondo una ricostruzione dell’omicidio, il giovane, che lavorava da un anno come ingegnere agricolo in un progetto di Secours Catholique-Caritas Francia, è stato avvicinato da due uomini che indossavano uniformi dell’esercito mentre rientrava a casa. Successivamente è stato ritrovato il suo cadavere, cui era stata sottratta la maglietta di Secours Catholique che indossava e il portafoglio. La Caritas internationalis ha condannato “l’omicidio brutale di un giovane che lavorava coraggiosamente in una zona di guerra per aiutare gli altri a ricostruire la propria vita”.


Don James Mukalel, 39 anni, è stato trovato morto nei pressi di Mangalore, stato del Karnataka, nell’India meridionale. Il suo cadavere è stato rinvenuto nelle campagne da alcuni parrocchiani il 30 luglio 2009, dopo che il giovane sacerdote non aveva fatto ritorno alla sua parrocchia, nella diocesi siro-malabarese di Belthangady. Il 29 luglio, nelle ore immediatamente prima della morte, secondo i consueti impegni pastorali, il sacerdote aveva visitato alcune famiglie, pranzato in un convento, celebrato un funerale. Il giovane sacerdote era benvoluto da tutti, era sempre sorridente e zelante nel lavoro pastorale. Tra le ipotesi, potrebbe essersi trattato di un caso di violenza anticristiana, dato che lo scorso anno nell’area si erano verificati alcuni casi di attacchi di integralisti.

(Vedi Agenzia Fides 31/7/2009)


Il corpo senza vita del redentorista salvadoregno p. Leopoldo Cruz, di cui non si erano avute più notizie dalla metà di agosto, è stato ritrovato il 24 agosto 2009 in un canale di una zona rurale di El Salvador. Dal momento che il cadavere era già in avanzato stato di decomposizione, risulta difficile stabilire con esattezza le cause e la data della morte. E’ stato arrestato un giovane trovato alla guida dell’automobile di padre Cruz.

(Vedi Agenzia Fides 4/9/2009)


Don Cecilio Lucero, filippino di 48 anni, è stato ucciso il 6 settembre 2009 da un gruppo di uomini armati, nella provincia del Nord Samar, a sud della capitale Manila (Filippine). Secondo la polizia locale, il sacerdote viaggiava sulla sua auto quando è stato fermato da oltre 30 persone che hanno aperto il fuoco, uccidendolo all’istante. Altre due persone che erano a bordo del veicolo insieme con lui sono rimaste gravemente ferite. D. Lucero, parroco nella città di Catubig, era ritenuto da tutti un difensore dei più deboli e un attivista per la tutela dei diritti umani. Era responsabile della Commissione per i Diritti Umani della diocesi di Catarman, cui apparteneva, e aveva avviato diverse iniziative e progetti per difendere i poveri e denunciare gli abusi di potere. Aveva inoltre parenti fra i politici della provincia di Nord Samar: fatto, questo, che, secondo gli investigatori, potrebbe essere legato all’omicidio, in una sorta di vendetta o di avvertimento trasversale di tipo politico. Nella regione di Nord Samar sono numerosi gli omicidi di politici, giornalisti, operatori sociali e pastorali che hanno osato alzare la voce per difendere i diritti umani delle categorie più deboli o accusare di corruzione i potenti.

(Vedi Agenzia Fides 7/9/2009)


Don Ruggero Ruvoletto, missionario Fidei donum italiano di 52 anni, è stato ucciso il 19 settembre 2009, nella sua parrocchia dedicata al “Sagrado Corazon de Maria” nel barrio Santa Etelvina, quartiere periferico di Manaus (Brasile). Intorno alle ore 7 di mattina (ora locale), il diacono della parrocchia, sentiti degli spari, è accorso e ha trovato il corpo senza vita di don Ruggero, inginocchiato vicino al letto, con il capo reclinato, colpito alla nuca da un proiettile. Da testimonianze raccolte sul luogo, pare siano stati rubati una cinquantina di Real (circa diciannove Euro), lasciando molto altro denaro nell’abitazione. Don Ruggero Ruvoletto era nato a Galta di Vigonovo il 23 marzo 1957, in provincia di Venezia, diocesi di Padova. Era stato ordinato sacerdote nel 1982. Dopo aver studiato ecclesiologia a Roma, era rientrato in diocesi nell’agosto 1994, dove si occupò per circa un anno di Pastorale sociale e del lavoro, quindi fu nominato Direttore del Centro Missionario Diocesano, incarico che ricoprì dal 1995 al 2003. Il 6 luglio 2003 partì per il Brasile, come missionario fidei donum, per la diocesi di Itaguaì a Mangaratiba. L’anno seguente partecipò ad un progetto di presenza missionaria alla periferia di Manaus, voluto dalle diocesi locali. Un luogo di confine tra la città e la foresta dove la criminalità è particolarmente aggressiva. Lo stesso don Ruggero aveva recentemente partecipato a una manifestazione per chiedere maggiore sicurezza.

(Vedi Agenzia Fides 21/9/2009)


Un sacerdote di 33 anni, don Evaldo Martiol, della diocesi di Cacador (Brasile), è stato assassinato a Santa Caterina la sera del 26 settembre 2009 da due giovani, di 21 e 15 anni, rispettivamente zio e nipote. Il sacerdote è rimasto vittima di un furto finito in omicidio. Infatti, dopo aver lasciato una cappella ed essere passato a casa di un altro sacerdote, don Evaldo ha dato un passaggio sulla sua automobile ai due giovani che lo hanno ucciso. Il giorno seguente la polizia ha identificato i criminali, che avevano ancora con sé la macchina, il cellulare ed i documenti del sacerdote. I due hanno confessato ed hanno indicato il luogo dove trovare il corpo del sacerdote: 5 chilometri fuori della zona urbana di Cacador, colpito da quattro proiettili. Don Evaldo, originario di Timbò Grande, era stato ordinato sacerdote il 26 aprile 2003. “Il suo metodo di evangelizzare era l’amicizia” ha ricordato commosso il Vescovo diocesano, Mons. Luiz Carlos Eccell, durante i funerali celebrati nella Cattedrale in cui il sacerdote lavorava, e che era colma di fedeli commossi e affranti, perché “padre Evaldo era un figlio amato che faceva amicizia con tutti”.

(Vedi Agenzia Fides 29/9/2009)


Il corpo senza vita di don Oscar Danilo Cardozo Ossa è stato ritrovato nella canonica della parrocchia San Luigi Maria de Montfort a Villavicencio (Colombia), di cui era parroco dal 2003, nel pomeriggio di domenica 27 settembre 2009. Alcuni fedeli, vedendo che il sacerdote non arrivava per celebrare la Santa Messa vespertina, sono andati a cercarlo in canonica e hanno trovato il suo corpo senza vita. Secondo quanto comunicato dalle autorità di polizia, non sono stati trovati segni di scasso o di forzatura, per cui molto probabilmente gli assassini erano conosciuti dal sacerdote. Sul posto sono stati ritrovati un bavaglio e alcune corde. Padre Oscar Danilo Cardozo era nato il 7 aprile 1952 a Toro (Valle). Era stato ordinato sacerdote il 10 giugno 1983. E’ stato Vice-Rettore del Seminario Minore San Pio X di Restrepo, vicario cooperatore di S. Giuseppe Lavoratore, fondatore e parroco della parrocchia Maria Ausiliatrice, cappellano della Colonia Penale Acacias, parroco di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso del distretto di Grass, a San Jose Obrero, quartiere di Nuevo Ricaute, a St. Louis Marie de Montfort (dal 2003), e Delegato Arcivescovile per la radio e il giornale "Eco Llanero”.

(Vedi Agenzia Fides 29/9/2009)


Il giovane William Quijano, 21 anni , della comunità di Sant'Egidio in El Salvador, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco mentre rientrava a casa, la sera del 28 settembre 2009. Gli assassini facevano parte di una delle tante gang violente organizzate che assoldano i giovani poveri nelle periferie del Centro America. Da cinque anni William era impegnato nella Scuola della Pace ai bambini poveri del quartiere di Apopa, nei sobborghi della capitale, San Salvador. La sua vita pacifica e buona, al servizio dei giovani e dei più bisognosi era nota e rappresentava un'alternativa alle bande violente.

(Vedi Agenzia Fides 1/10/2009)


Il corpo di don Ed Hinds, parroco della chiesa di San Patrizio a Chatham, nel New Jersey (USA), a circa 10 miglia da Newark, è stato ritrovato sabato mattina, 24 ottobre 2009, nella cucina del Rettorato adiacente alla chiesa, coperto da numerosi traumi e ferite provocate da un’arma da taglio. Nel mattino di sabato, poco dopo le 8, un diacono ed una persona della manutenzione lo sono andati a cercare, dato che non si era presentato per la Messa del mattino, ed hanno scoperto l’assassinio. Il sacerdote, 61 anni, era stato visto per l’ultima volta la sera precedente, intorno alle ore 23, durante un incontro comunitario nei locali della rettoria, e stava bene. Molto impegnato nel sostegno agli oppressi, il sacerdote era considerato l’anima e il cuore della comunità di San Patrizio, dove era parroco da 7 anni.

(Vedi Agenzia Fides 26/10/2009)


Don Louis Jousseaume, sacerdote originario della diocesi di Lucon (Francia) è stato aggredito e assassinato la sera del 26 ottobre 2009 nella canonica di Egletons, diocesi di Tulle, dove era parroco dal 1981 oltre che cappellano del movimento “Chrétien en monde rural” (CMR) e responsabile della Pastorale liturgica e sacramentale. Il sacerdote, 70 anni appena compiuti, da oltre 40 prestava servizio pastorale nella diocesi di Tulle, dove tra l’altro era stato cappellano del liceo di Breeve ed impegnato nel mondo dell’handicap. Da quanti lo hanno conosciuto è stato descritto come un uomo affettuoso, aperto, che aveva messo tutta la sua vita sotto il segno del Vangelo, occupandosi in modo particolare dei più poveri e dei più deboli, soprattutto handicappati. Proprio uno di questi emarginati squilibrati lo ha aggredito ed ucciso.


Suor Marguerite Bartz, 64 anni, delle Suore del Santissimo Sacramento per gli Indiani e i Negri (SBS), con sede a Bensalem, Pennsylvania, è stata uccisa nel suo convento di Saint Berard, nella zona dei Navajo, nel Nuovo Messico, domenica 1 novembre. Dal momento che la religiosa non era presente alla Messa domenicale, un collaboratore è andato a cercarla ed ha trovato il suo corpo. Secondo l’FBI la suora è stata assassinata nella notte tra sabato 31 ottobre e la mattina di domenica 1 novembre 2009. La religiosa era conosciuta per essere una donna da sempre appassionata della ricerca della giustizia e della pace. Nata a Plymouth, Wisconsin, nel 1945, suor Marguerite era entrata tra le Suore del Santissimo Sacramento (SBS) nel 1966, a Beaumont, nel Texas, aveva emesso i voti perpetui nel 1974. Dopo la laurea in Lettere ed un Master in educazione religiosa, per oltre 40 anni suor Marguerite era stata in missione in luoghi diversi. Le Suore del Santissimo Sacramento per gli Indiani e Negri (SBS) sono state fondate nel 1891 da Santa Caterina Drexel (1858-1955) per diffondere il messaggio evangelico e la vita eucaristica in mezzo agli Indiani e agli Afro-Americani.

(Vedi Agenzia Fides 03/11/2009)


Padre Hidalberto Henrique Guimaraes, 48 anni, parroco della chiesa della Madonna delle Grazie nel comune di Murici alla periferia di Maceió (AL), in Brasile, è stato trovato ucciso il 7 novembre 2009, due giorni dopo la sua scomparsa. Sabato 7 novembre aveva in programma la celebrazione di una Santa Messa nella città di Branquinha, e proprio a causa della sua assenza un amico si è recato a casa sua per cercarlo. Entrato, ha trovato il corpo insanguinato del sacerdote sul pavimento della cucina, con molti tagli su tutto il corpo. Padre Hidalberto era stato ordinato sacerdote nella chiesa di San Giuseppe, nel quartiere Trapiche, a Maceió, il 14 dicembre 1992. Recentemente si era laureato in giornalismo. Il sacerdote era molto amato dai suoi parrocchiani

(Vedi Agenzia Fides 10/11/2009; 12/11/2009)


E’ stato trovato ucciso in una provincia della parte orientale del Guatemala il sacerdote cappuccino guatemalteco p. Miguel Angel Hernandez, 45 anni, da quattro anni responsabile di una parrocchia di Ocotepeque (Honduras), scomparso da alcuni giorni. Fonti della polizia dell’Honduras avevano comunicato infatti che padre Hernandez era stato rapito mentre andava da Ocotepeque verso la città orientale di Chiquimula (Guatemala). Il corpo del sacerdote è stato trovato all'interno di una piccola pensione nella città di Esquipulas, a circa 222 chilometri a est della capitale, colpito da diverse coltellate. La morte sarebbe avvenuta l’8 novembre 2009. I Cappuccini lavorano da molti anni nella zona di frontiera fra Honduras e Guatemala, dove contano diverse comunità. P. Miguel era stato preside di una scuola cattolica ed era molto amico dei giovani. E’ stato definito un uomo molto impegnato nel lavoro, semplice, chiaro nella predicazione, sempre molto sincero e coerente.

(Vedi Agenzia Fides 11/11/2009; 21/11/2009)


Don Jean Gaston Buli è stato ucciso nella notte tra il 9 e il 10 novembre 2009 da banditi armati introdottisi nella canonica della sua parrocchia di Nyakasanza, a Bunia, nell’Ituri (R.D.Congo). Intorno alle 2,30 del mattino, i malviventi hanno forzato la porta dell’ufficio e hanno ferito mortalmente il sacerdote, che, trasportato ad un vicino ospedale, è purtroppo deceduto poco dopo a causa delle forte emorragia. Don Jean Gaston, 24 anni di sacerdozio, era stato da poco nominato vicario-economo della parrocchia di Nyakasanza.


Don Daniel Cizimya Nakamaga, 51 anni, da 12 sacerdote a Bukavu (R.D. Congo) è stato ucciso nella sua parrocchia di Kabare domenica 6 dicembre 2009 intorno alle due del mattino. Alcuni sconosciuti hanno assalito la casa parrocchiale nella notte, e dopo aver divelto le sbarre di una finestra sono entrati in casa. Don Daniel ha tentato di rifugiarsi nella sua camera ma è stato raggiunto dai malviventi e ucciso a sangue freddo.

(Vedi Agenzia Fides 9/12/2009)


Padre Louis Blondel, dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi), è stato ucciso nella notte tra domenica 6 e lunedì 7 dicembre 2009, a Diepsloot, una della township di Pretoria, in Sudafrica. Nella notte tre giovani sono penetrati nell’abitazione dei missionari. Dopo aver svegliato un confratello di p. Louis e un'altra persona che dormiva nella casa, e aver rubato i loro telefoni cellulari, hanno chiesto di aprire la porta principale dell’abitazione. È entrato così un altro ragazzo, che ha chiesto se vi fossero altre persone nella casa. Si sono diretti quindi verso la camera di p. Louis Blondel, che ha aperto la porta ed è stato subito ucciso con un colpo di arma da fuoco. P. Louis Blondel aveva 70 anni ed era originario del nord della Francia. Aveva insegnano filosofia in Tanzania per 15 anni. Dal 1987 si era trasferito in Sudafrica. Nel giugno 2009 aveva terminato il suo secondo mandato come Superiore della Provincia dell’Africa Australe (Malawi, Mozambico e Sudafrica) dei Padri Bianchi. Ha insegnato filosofia al St. Peter’s Seminary, Hammanskraal. Dopo aver fondato “Cordis”, un centro Emmaus, e aver lavorato allo sviluppo di Orange Farm, un’immensa township di Johannesburg, nel 2008 p. Blondel si era trasferito a Diepsloot, un’altra township di circa 300mila persone che si trova tra Johannesburg e Pretoria. A Diepsloot, p. Blondet aveva aperto una nuova parrocchia.

(Vedi Agenzia Fides 9/12/2009)


La sera del 7 dicembre 2009 è stata uccisa suor Denise Kahambu Muhayirwa, 44 anni, monaca trappista, da uomini armati in uniforme entrati nel monastero di “Notre Dame de la Clarté” a Murhesa, 20 chilometri da Bukavu, nel territorio di Kabare, nella Repubblica Democratica del Congo. La religiosa, responsabile dell’accoglienza e della portineria del monastero, è stata uccisa intorno alle ore 20, mentre, dopo aver cantato i vespri con la comunità, si stava recando a sparecchiare i tavoli dove avevano mangiato gli ospiti venuti da Goma per partecipare alla vestizione delle loro figlie che avrebbero dovuto cominciare il noviziato il giorno dopo, 8 dicembre. Accorgendosi della presenza di ospiti non desiderati, la suora si è messa a correre, urlando per avvertire le consorelle, inseguita dai malviventi che le hanno sparato ad una gamba, provocandone la morte.

(Vedi Agenzia Fides 9/12/2009)


P. Jeremiah Roche, irlandese, della Società di S. Patrizio per le Missioni Estere, è stato assassinato nella notte tra il 10 e l’11 dicembre 2009 da alcuni sconosciuti che sono entrati nella sua casa a Kericho, 250 chilometri da Nairobi (Kenya). Il corpo del missionario, che viveva da solo, è stato scoperto da alcuni parrocchiani allarmati dal fatto che p. Roche non si fosse presentato a celebrare la Messa delle 6 del mattino. Il missionario aveva le mani legate e ferite di machete alla testa. P. Roche prestava il suo servizio in Kenya dal 1968 e da poco tempo aveva completato una nuova chiesa. Aveva promosso diversi progetti di sviluppo, grazie anche alla sua incessante attività di raccolta di fondi, che era sostenuta dalla sua numerosa famiglia. Probabilmente alcuni giovani del posto, come ha raccontato il comandante della polizia locale, avranno pensato che il missionario avesse chissà quale tesoro e si sono introdotti in casa per una rapina, finita tragicamente. Dall’abitazione sono scomparsi vestiti, poi ritrovati abbandonati in strada, un lettore cd ed il telefono cellulare.

(Vedi Agenzia Fides 12/12/2009)


Il sacerdote brasiliano don Alvino Broering, 46 anni, è stato accoltellato all'alba del 14 dicembre nello stato meridionale di Santa Catarina (Brasile) da un uomo che poi ha rubato la sua macchina, secondo le informazioni diffuse dalla polizia. Il sacerdote, colpito con diverse coltellate alla schiena, all’addome e al viso, è stato trasportato all'ospedale Marieta Konder Bornhausen, dove lo hanno sottoposto ad intervento chirurgico, ma purtroppo è morto poco dopo. Don Alvino era Cappellano dell'Università di Vale do Itajai e direttore-amministratore della Radio Comunitaria Conceição FM. La radio nel 2010 compirà 10 anni di vita, e padre Alvino aveva già cominciato a fare i preparativi per l’anniversario da festeggiare. E’ stato anche membro dell'Accademia delle Lettere di Itajai, ed era un sacerdote molto attivo nella città e nella regione. Era un sacerdote molto alla mano, di carattere gioviale, carismatico e amato da tutti.

(Vedi Agenzia Fides 15/12/2009)


Il sacerdote colombiano Emiro Jaramillo Cardenas è stato ucciso la sera di domenica 20 dicembre 2009 nella sua abitazione, situata a Santa Rosa de Osos, a 74 km dalla città di Medellin. Secondo alcuni conoscenti del sacerdote, che era responsabile della Cappella "Nostro Signore dell'Umiltà", padre Jaramillo non aveva ricevuto alcuna minaccia contro la sua vita. Il suo corpo è stato trovato da una parente che, sorpreso dal fatto che non fosse arrivato in cappella, è andato a cercarlo. La porta del suo appartamento era aperta ed entrando ha trovato il corpo del sacerdote con delle ferite da coltello. Don Emiro Jaramillo era nato nel 1936 ed è stato ordinato sacerdote nel 1966. Dal 1999 ha lavorato presso la cappella dedicata a "Nostro Signore dell'Umiltà", un luogo ricco di storia e di spiritualità, molto frequentato dai fedeli di questa città.

(Vedi Agenzia Fides 22/12/2009)

















QUADRO RIASSUNTIVO DELL’ANNO 2009



Nome e Cognome

Nazionalità

Istituto o Diocesi

Luogo e data della morte

1.

P. Giuseppe Bertaina

Italia

Missionari della Consolata (IMC)

Nairobi (Kenya) – 16/1

2.

D. Eduardo de la Fuente Serrano

Spagna

Diocesano

L’Avana (Cuba) – 14/2

3.

D. Juan Gonzalo Aristizabal Isaza

Colombia

Diocesano

Medellin (Colombia) – 22/2

4.

D. Daniel Matsela Mahula

Sudafrica

Diocesano

Bloemhof (Sudafrica) – 27/2

5.

D. Lionel Sham

Sudafrica

Diocesano

Mohlakeng (Sudafrica) – 7/3

6.

D. Révocat Gahimbare

Burundi

Diocesano

Karuzi (Burundi) – 8/3

7.

P. Gabriel Fernando Montoya Tamayo

Colombia

Redentoristi

Vichada (Colombia) – 16/3

8.

P. Jesús Ariel Jiménez

Colombia

Redentoristi

Vichada (Colombia) – 16/3

9.

D. Ramiro Ludeña

Spagna

Diocesano

Recife (Brasile) – 20/3

10.

P. Lorenzo Rosebaugh

Stati Uniti

Missionari Oblati Maria Immacolata (OMI)

Alta Verapaz (Guatemala) – 18/5

11.

Padre Ernst Plöchl

Austria

Missionari di Mariannhill

Maria Zella (Sudafrica) – 31/5

12.

Jorge Humberto Echeverri Garro

Colombia

Operatore pastorale laico

Panama di Arauca (Colombia) – 11/6

13.

D. Habacuc Hernández Benítez

Messico

Diocesano

Tierra Caliente (Messico) – 13/6

14.

Eduardo Oregón Benítez

Messico

Seminarista

Tierra Caliente (Messico) – 13/6

15.

Silvestre González Cambrón

Messico

Seminarista

Tierra Caliente (Messico) – 13/6

16.

P. Gisley Azevedo Gomes

Brasile

Stimmatini CSS

Brazlândia (Brasile) – 15/6

17.

Don Mariano Arroyo Merino

Spagna

Diocesano/OCSHA

L’Avana (Cuba) – 13/7

18

Ricky Agusa Sukaka

R.D. Congo

Operatore Caritas

Musezero (R.D.Congo) – 15/7

19

D. James Mukalel

India

Diocesano

Mangalore (India) – 30/7

20

P. Leopoldo Cruz

El Salvador

Redentorista

San Salvador (El Salvador) – 24/8

21

D. Cecilio Lucero

Filippine

Diocesano

Nord Samar (Filippine) – 6/9

22

D. Ruggero Ruvoletto

Italia

Fidei donum

Manaus (Brasile) – 19/9

23

D. Evaldo Martiol

Brasile

Diocesano

Santa Caterina (Brasile) – 26/9

24

D. Oscar Danilo Cardozo Ossa

Colombia

Diocesano

Villavicencio (Colombia) – 27/9

25

William Quijano

El Salvador

Laico, Comunità S.Egidio

San Salvador (El Salvador) – 28/9

26

D. Ed Hinds

Stati Uniti

Diocesano

Chatham (N.J.- USA) – 24/10

27

Don Louis Jousseaume

Francia

Diocesano

Egletons (Francia) – 26-10

28

Suor Marguerite Bartz

Stati Uniti

Suore del Santissimo Sacramento per gli Indiani e i Negri (SBS)

Saint Berard, Nuovo Messico, USA – 1/11


29

D. Hidalberto Henrique Guimaraes

Brasile

Diocesano

Maceió (AL), Brasile – 7/11

30

P. Miguel Angel Hernandez

Guatemala

OFM Cappuccini

Esquipulas (Honduras) - 8/11

31

Don Jean Gaston Buli

R.D. Congo

Diocesano

Bunia (R.D.Congo) – 10/11

32

Don Daniel Cizimya Nakamaga

R.D. Congo

Diocesano

Bukavu (R.D. Congo) – 6/12

33

Padre Louis Blondel

Francia

Missionari d’Africa (P. Bianchi)

Pretoria (Sudafrica) – 7/12

34

Suor Denise Kahambu Muhahyirwa

R.D. Congo

Monaca Trappista

Bukavu (R.D. Congo) – 7/12

35

P. Jeremiah Roche

Irlanda

Società di S. Patrizio per le Missioni Estere

Nairobi (Kenya) – 11/12

36

Don Alvino Broering

Brasile

Diocesano

S.Catarina (Brasile) – 14/12

37

Don Jaramillo Cárdenas

Colombia

Diocesano

S.Rosa de Osos (Colombia) – 20/12







Stato religioso


Sacerdoti 30

(19 diocesani; 1 Fidei donum; 3 Redentoristi, 1 Missionari della Consolata: 1 Missionari Oblati di Maria Immacolata; 1 Missionari di Mariannhill; 1 Stimmatini; 1 Padri Bianchi; 1 Società di S. Patrizio; 1 Cappuccino)


Seminaristi 2

Religiose 2


Laici 3




Paesi di origine


Asia 2 (India, Filippine)


America 19 (6 Colombia, 4 Brasile, 3 Stati Uniti, 3 Messico, 2 El Salvador,

1 Guatemala)


Africa 7 (4 R.D.Congo, 2 Sudafrica, 1 Burundi)


Europa 9 (3 Spagna, 2 Francia, 2 Italia, 1 Irlanda, 1 Austria)




Luoghi della morte


Asia 2 (India, Filippine)


America 23 (6 Brasile, 6 Colombia, 3 Messico, 2 Cuba, 2 El Salvador,

2 Stati Uniti, 1 Guatemala, 1 Honduras)


Africa 11 (4 R.D.Congo, 4 Sudafrica, 2 Kenya, 1 Burundi)


Europa 1 (Francia)













Gli Operatori Pastorali uccisi dal 1980 al 2008


Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Secondo i dati in possesso dell’Agenzia Fides, nel decennio 1980-1989 hanno perso la vita in modo violento 115 missionari. Tale cifra però è senza dubbio in difetto poiché si riferisce solo ai casi accertati e di cui si è avuta notizia.

Il quadro riassuntivo degli anni 1990-2000 presenta un totale di 604 missionari uccisi, sempre secondo le nostre informazioni. Il numero risulta sensibilmente più elevato rispetto al decennio precedente, tuttavia devono essere anche considerati i seguenti fattori: il genocidio del Rwanda (1994) che ha provocato almeno 248 vittime tra il personale ecclesiastico; la maggiore velocità dei mass media nel diffondere le notizie anche dai luoghi più sperduti; il conteggio che non riguarda più solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma tutto il personale ecclesiastico ucciso in modo violento o che ha sacrificato la vita consapevole del rischio che correva, pur di non abbandonare le persone che gli erano affidate.

Negli anni 2001-2008 il totale degli operatori pastorali uccisi è di 193 persone.


ANNO

TOT

VES

SAC

DIAC

FRAT

REL

SEM

IVC

CAT

LAI

VOL

1990

17


10



7






1991

19

1

14


1

3






1992

21


6


2

13






1993

21

1C+1

13



4

1

1




1994

26


20


1

4

1





1994*

248

3

103


47

65


30




1995

33


18

1

3

9




2


1996

48

3

19


8

13

1

2

1

1(ct)


1997

68

1

19


1

7

40





1998

40

1

13


5

17

4





1999

32


17



9

4


2



2000

31


19



7

3

1



1

2001

33


25



5

1

1


1


2002

25

1

18


1

2

2

1




2003

29

1

20


1


3



2

2

2004

16


12



1




3


2005

25

1

18


2

3




1


2006

24


17


1

3




2

1

2007

21


15

3

1

1

1





2008

20

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* = Dati riferiti solo al genocidio avvenuto in Rwanda.


VES: vescovi; C: cardinali; SAC: sacerdoti diocesani e religiosi; DIAC: diaconi; FRAT: religiosi non sacerdoti; REL: religiose; SEM: seminaristi; IVC: membri di istituti di vita consacrata; CAT: catechisti; LAI: laici; VOL: volontari; ct: catecumeno.



DATI, COMMENTI E APPROFONDIMENTI SUGLI OPERATORI PASTORALI UCCISI NEGLI ULTIMI ANNI SI POSSONO TROVARE SUL NOSTRO SITO: www.fides.org


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Speciale Fides a cura di S.L. – Agenzia Fides 30/12/2009