Quando si tratta di come si educano i
giovani sul tema del sesso, ciò che
osserviamo al microscopio e negli elettroencefalogrammi
conferma e giustifica
i valori tradizionali”, dichiara la dottoressa
Miriam Grossman, una giovane
psichiatra, nel suo libro “You’re Teaching
My Child What? A Physician Exposes
the Lies of Sex Education and
How They Harm Your Child” (Regnery,
2009). Avete capito bene: l’indagine
scientifica e i valori tradizionali conducono
al medesimo risultato: l’abbattimento
della retorica sulla libertà sessuale
senza limiti. “I dati scientifici – ribadisce
Grossman – confermano che attendere
più a lungo prima di avere rapporti
sessuali è essenziale per la salute
fisica e mentale degli adolescenti”. E aggiunge:
“Negli ultimi dieci anni abbiamo
scoperto che il cervello umano non
raggiunge la completa maturità prima
dei trent’anni. L’ultima area che si sviluppa
è la corteccia pre-frontale, centro
del ragionamento e della capacità di
giudizio, e negli adolescenti questo nucleo
non è ancora completamente formato”.
Secondo Grossman, “per anni, l’educazione
sessuale si è fondata sulla convinzione
che fosse sufficiente fornire
precise informazioni (per esempio su
come indossare il preservativo o come
procurarsi le pillole anticoncezionali),
grazie alle quali gli adolescenti avrebbero
preso le decisioni più giuste e responsabili.
Ma l’idea di insegnare il ‘sesso
sicuro’ si basa sull’assioma che gli
adolescenti siano in grado di pensare in
modo articolato, pianificando le proprie
azioni e considerandone le conseguenze,
cosa che la scienza ha dimostrato
non essere vera”.
Un altro problema che gli educatori
sessuali (specialmente quelli appartenenti
a organizzazioni americane come
Planned Parenthood e il Sexuality
Information and Education Council of
the United States) evitano di affrontare,
sottolinea Grossman, “sta nel fatto che
essi preparano le giovani donne a pianificare
una vita senza figli. Mentre l’educazione
sessuale fornisce agli adolescenti
pagine e pagine di opuscoli informativi
sui preservativi, le pillole anticoncezionali
e i metodi abortivi, a parecchi
giovani (soprattutto donne) non
viene detto quale sia il limite ultimo del
loro periodo di fertilità. La realtà biologica
è che la gravidanza non si ottiene
automaticamente non appena una donna
decide di essere pronta per fare un
figlio. Ciò che le giovani donne devono
sapere è che il momento migliore per
concepire e partorire un bambino sano
è nel secondo ventennio di vita. Planned
Parenthood, il Siecus e varie altre organizzazioni
che proclamano di ‘avere sinceramente
a cuore la vita e la salute delle
ragazze e delle donne’ dovrebbero includere
nei loro programmi di insegnamenti
questa amara verità: rinviare indefinitamente
il momento di fare un figlio,
soprattutto in concomitanza con
una vita sessuale promiscua, pone in
grave rischio la possibilità di realizzare
il sogno di diventare madre. Chi rifiuta
questo messaggio ‘sessista’ deve rendersi
conto di questa verità e accettarla: la
biologia stessa è sessista, ed è alquanto
improbabile che la situazione cambi”.
Amy Rosenthal
Il Foglio 10 dic. 2009