Resta vivo in Spagna il dibattito dopo che la Camera dei deputati ha approvato, nei giorni scorsi, il disegno di legge sulla depenalizzazione dell'aborto. Il testo, che passa ora all'esame del Senato, prevede la possibilità di abortire fino alla 14.ma settimana di gravidanza, comprese le minorenni fino a 16 anni, che dovranno informare i genitori, e fino alla 22.ma settimana in caso di rischi per la salute della madre o di malformazione del feto. Restringe inoltre il diritto all’obiezione di coscienza per i medici. Sul disegno di legge, Rafael Alvarez Taberner ha sentito il parere di mons. Juan Antonio Reig Pla, vescovo di Alcalá de Henares e presidente della Sottocommissione Famiglia e Vita della Conferenza episcopale spagnola:
R. – Questa è una legge veramente iniqua, perché prima la nostra legge consentiva l’aborto in tre casi (stupro, malformazione del feto o rischio per la salute fisica o psichica della donna, ndr). Ora la legge afferma che la donna ha il “diritto” di distruggere la vita del suo bimbo in grembo. E pertanto considerare come un diritto in Spagna la morte di innocenti significa fare dello Stato non uno Stato di diritto, ma uno Stato che comincia ad essere totalitario. Inoltre, questa legge non soltanto afferma come diritto la distruzione di una vita innocente, la vita del bimbo nel grembo della madre, ma restringe l’obiezione di coscienza del personale sanitario, dei medici. Questo non è un segno di salute democratica. Il diritto all’obiezione di coscienza è un segno positivo per costruire una società degna della persona. Pertanto questa sarà una cosa negativa, che vuole fare della medicina quello che non è. La medicina ha lo scopo di curare e non di distruggere la vita. Quindi, farà di quei medici e del personale sanitario degli artefici di morte. Questo mi sembra il segno di una cultura di morte. C’è un altro aspetto, però, per me molto importante: questa legge organica introduce la cosiddetta ideologia del “gender”, che ha come fine l’aborto come sistema anticoncezionale. Per questo la legge ha il nome di “salute sessuale”, “salute riproduttiva della donna”. Questa è una legge di un oscurantismo davvero epocale, che non fa giustizia alla realtà dei fatti, non fa giustizia alla donna, non fa giustizia al bene della società. Quindi, siamo tanto preoccupati in Spagna e pensiamo di dover favorire la risposta dei nostri laici per promuovere una cultura della vita. Penso che - come la schiavitù è stata condannata dal tempo - penso che anche la legge sull’aborto sarà vista, con il tempo, come causa di un olocausto di innocenti. Questa, nel futuro, sarà veramente la vergogna della nostra attuale società.