di Jaime Septién
CITTA' DEL MESSICO, martedì, 15 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Secondo i dati ufficiali, diffusi sabato sera, la Basilica di Guadalupe ha accolto 6.128.000 persone tra l'11 dicembre e il pomeriggio del 12, nel 478° anniversario delle apparizioni della Madonna a San Juan Diego sul colle del Tepeyac, a est di Città del Messico.
Il cosiddetto “avvenimento guadalupano”, lungi dallo scemare nell'animo dei fedeli messicani, è in continua ascesa. Il numero dei pellegrini potrebbe arrivare a 6,5 milioni in quelli che sono considerati i giorni centrali del calendario religioso di un popolo la cui radice indigena e cristiana viene rappresentata da Santa Maria di Guadalupe.
Questa cifra batterebbe il record storico di affluenza al santuario del Tepeyac, registrato durante le celebrazioni del 2008, con 6 milioni di pellegrini che hanno pregato nel santuario e hanno chiesto l'intercessione della Vergine. Una ricerca recente dimostra che un messicano su quattro afferma di aver ricevuto un favore o un miracolo da parte della “Morenita”, patrona continentale e incoronata regina del Messico.
Pellegrinaggi da ogni angolo del Messico, alcuni dal Centroamerica e altri dagli Stati Uniti si sono uniti alla festa, in cui danze indigene e rituali preispanici convivono con commoventi scene di fedeli che vanno in ginocchio fino all'altare della Basilica, situato sotto l'immagine sacra che la Madonna ha lasciato nella tilma (mantello) di Juan Diego il 12 dicembre 1531, quando il messaggero consegnò la prova delle rose a fra' Juan de Zumárraga, primo Vescovo di Città del Messico.
All'alba del 12 dicembre, un milione di persone si sono avvicinate all'atrio e all'interno della Basilica per intonare le “Mañanitas”, canto tradizionale messicano con il quale si festeggia chi compie gli anni o o celebra l'onomastico. In praticamente tutte le chiese del Paese si è ripetuto questo canto, visto che in Messico il 12 dicembre è giorno di precetto.
Durante la celebrazione e il canto alla Madonna, il rettore della Basilica di Guadalupe, monsignor Diego Monroy Ponce, ha chiesto ai fedeli cattolici accorsi a far visita alla Madonna di supplicarla per il Paese che “ci si sgretola tra le mani quando la violenza, la corruzione, l'ingiustizia, l'impunità, il narcotraffico ci assalgono e ci disintegrano”.
“Che i nostri poveri non si adattino a vivere di elemosina, ma piuttosto a vivere con il frutto dei loro sforzi e del loro lavoro. Che tutti noi, ma soprattutto le nostre autorità, possiamo capire che possiamo costruire un mondo con più concordia, giustizia, equità e pace solo con la fraternità e la solidarietà”, ha detto il rettore della Basilica.
Dopo le “Mañanitas”, monsignor Monroy Ponce ha rivolto un appello all'unità dei messicani e ha pregato perché questa si verifichi in tempi in cui le crisi ricorrenti sembrano colpire il cuore del Paese con il secondo numero di cattolici al mondo.
“Dobbiamo essere per gli altri, donarci a loro, costruire per la nostra Vergine un Messico di valori, in cui si ami e si rispetti la vita, in cui la famiglia come cellula vitale della società abbia il luogo privilegiato che le spetta di fronte a tante realtà che vogliono offuscarla e debilitarla”.
“Tu sai bene la situazione sociale e religiosa che viviamo – ha aggiunto rivolgendosi alla Madonna –. Che a nessuno manchi per ragioni politiche, sociali, culturali o economiche l'accesso alla salute, al lavoro, alla conoscenza, allo sviluppo, al riposo, al dono inestimabile della pace”.
Nel frattempo, a New York, la Cattedrale di San Patrizio è stata il luogo scelto per la celebrazione guadalupana, come accade dal 2002. Migliaia di messicani e latinoamericani hanno accolto la Madonna e la “Torcia Guadalupana”, partita dal Tepeyac il 3 ottobre scorso e che ha percorso tutto il nord del Messico e il territorio degli Stati Uniti fino ad arrivare al cuore di Manhattan portata da 25.000 corridori.
L'obiettivo della Torcia quest'anno è stato, come in anni precedenti, la richiesta da parte della comunità cattolica ispanica di legalizzare l'immigrazione, realizzare una riforma integrale del sistema migratorio statunitense e rafforzare i legami di amicizia tra Messico e Stati Uniti.
Il direttore esecutivo dell'Associazione Tepeyac, la stessa che organizza il viaggio della Torcia dal Messico fino all'arrivo a New York, Joel Magallán, ha segnalato che è necessario “che la tradizione passi ai giovani nati negli Stati Uniti”. Quest'anno, il 40% di quanti l'hanno portata era costituito da giovani ispanici nati negli Stati Uniti.
Magallán ha affermato che la supplica alla Madonna di Guadalupe per gli immigrati riguarda una questione su cui deve decidere il Congresso degli Stati Uniti in caso di approvazione di un disegno di legge di riforma migratoria.
Quella di quest'anno è stata la prima celebrazione guadalupana per il nuovo Arcivescovo di New York, monsignor Timothy Dolan, designato nel febbraio scorso da Papa Benedetto XVI e che ha concelebrato la Messa con il Vescovo Josú Iriondo, vicario per gli affari ispanici dell'Arcidiocesi newyorkese.
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]