and Jesus can’t save you
life starts when the church ends
Jay Z, Empire State of Mind
Empire State of Mind è il terzo singolo estratto dal nuovo album di Jay-z, ed attualmente si trova al vertice della classifica dei brani più venduti negli Stati Uniti.
Il testo della canzone parla di New York, e da alcuni giornalisti musicali è stato definito come il nuovo inno della città della Grande Mela.
Il video del brano, girato dal regista Hype Williams, mostra quindi diversi squarci di New York, mentre Jay-Z, accompagnato per l’occasione dalla giovane cantante di talento Alicia Keys, racconta esperienze della sua vita legate alla sua città.
All’inizio del video, tra varie immagini significative della Grande Mela, compare anche il Rockefeller Center, e la camera si sofferma ad inquadrare la targa commemorativa del fondatore dell’edificio, John D. Rockefeller.
John Davison Rockefeller fu uno dei più grandi industriali del XX secolo, e la sua famiglia, una delle più influenti a livello mondiale, tuttora coordina il CFR, ovvero il think tank che dagli inizi del 900 ad oggi dà le direttive guida per la politica estera degli Stati Uniti.
Curiosamente, la casa discografica creata da Jay Z si chiama Rock-a-fella, che in inglese ha un suono molto simile a quello del cognome dei celebri industriali.
La famiglia Rockefeller, d’altra parte, nonostante sia molto gelosa del proprio nome, giustamente, non ha mai dimostrato di sentirsi infastidita dalla “appropriazione” fatta da Jay-Z.
Lo stesso rapper, quando nel 2007 introduceva Rihanna nel video della sua hit “Umbrella”,sancendone definitivamente l’entrata nei piani alti del music business statunitense, e dimostrava poca modestia nell’elencare i propri successi, rappava, tra le altre cose, i seguenti versi:
Non ci sono nuvole nelle mie tempeste
Lascia che piova, arrivo con l’idroplano nella banca
Scendendo con il Dow Jones
Quando le nuvole arrivano noi ce ne siamo già andati
Noi “rockafella”
Era il 2007 quando Jay Z cantava questi versi, e la grande crisi economica doveva ancora arrivare.
Ma Jay Z ci faceva sapere che quando la “tempesta” sarebbe arrivata non ne avrebbe subito le conseguenze, lui e il suo idroplano, e si sarebbe messo in salvo prima che gli eventi precipitassero, insieme con la famiglia dei “rockafella”.
Rockafella potrebbe anche essere interpretato come un semplice riferimento alla propria casa discografica, ovviamente, ma considerato il tema dei versi (una tempesta economica causata dal crollo del Dow Jones) e l’omaggio che lo stesso Jay Z rende ad uno dei massimi esponenti della famiglia dei Rockefeller nel suo ultimo video, due anni dopo Umbrella, si potrebbe supporre una certa vicinanza anche ideologica tra la potente famiglia e l’influente rapper.
Nello stesso video, inoltre, subito dopo l’immagine della targa dedicata a John Davison Rockefeller, appare per un minimo frangente anche la statua di Prometeo-Lucifero che accoglie i visitatori al Center.
Il video prosegue con ulteriori immagini della città di New York, e ad un certo frangente si può anche osservare Jay Z mentre fa quello che sembra il segno della croce (minuto 2.06 del filmato), un gesto che sarebbe più opportuno chiamare “il segno del triangolo”.
Un segno non nuovo nel mondo dell’industria musicale, già proposto dalla promettente diva Lady Gaga nel suo video altamente simbolico “Bad romance”. (minuto 3.17).
Si ha quasi l’impressione di essere di fronte ad una “nuova religione” - una religione in verità assai antica - che inizia a venire allo scoperto, con i suoi miti, i suoi simboli, i suoi segni di riconoscimento, e i suoi sacerdoti.