DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

«Papa Wojtyla parlava con la Madonna». monsignor Deskur: «Me lo confessò suor Lucia di Fatima»

di Andrea Tornielli
Tratto da Il Giornale del 20 dicembre 2009

Questa mattina il Prefetto della Congregazione dei santi, l’arcivescovo Angelo Amato, va in udienza da Benedetto XVI e tra i vari decreti che sottopone alla sua approvazione c’è anche quello relativo all’eroicità delle virtù del «servo di Dio Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II». Un Papa – ora c’è la conferma – che «parlava con la Madonna». Il processo è stato velocissimo e non ci sono ragioni per pensare che Ratzinger non approvi il decreto sul predecessore, che potrebbe essere proclamato beato nell’ottobre 2010.

Nel giorno decisivo per la causa di beatificazione del Papa che in tanti volevano «santo subito», emergono nuove importanti rivelazioni sui doni mistici e le visioni che hanno accompagnato la sua vita. Doni mistici e visioni delle quali si era parlato nei mesi scorsi, ma senza riferimenti così diretti ed espliciti a fonti autorevoli. La rivelazione, che Il Giornale anticipa, sarà contenuta nel numero del mese di gennaio de «La Voce di Padre Pio», popolare mensile dei cappuccini di San Giovanni Rotondo che informa i devoti del frate santo. Si tratta di un’intervista concessa al direttore di «Teleradio Padre Pio», Stefano Campanella, dal cardinale polacco Andrej Maria Deskur, amico personale di Karol Wojtyla fin dai tempi del seminario clandestino di Cracovia, che avevano frequentato insieme durante la guerra. Intervistato il 30 gennaio 2004, Deskur aveva detto: «Il Santo Padre, il nostro Santo Padre è un mistico. Solo a Coimbra lo seppi. Appresi che vedeva la Madonna. Avevo fatto una visita alla sopravvissuta dei veggenti, suor Lucia. Poiché dicevano che il Papa non aveva osservato tutte le raccomandazioni della Madonna di Fatima, chiesi: “Devo riferire qualcosa al Santo Padre?”. Rispose: “Non è necessario, perché la Madonna gli parla direttamente”». Dunque, secondo le precise parole riferite al cardinale dalla veggente di Fatima, la Madonna stessa «parlava» direttamente a Giovanni Paolo II, un Papa, lo ricordiamo, che aveva un legame speciale con le apparizioni di Fatima, e che ha creduto di riconoscersi nel vescovo «vestito di bianco» caduto martire sotto i colpi di fucile, come si legge nella visione del famoso Terzo segreto.

Le parole del cardinale Deskur, registrate dal giornalista, non vennero poi pubblicate, perché il porporato, essendo ancora vivente Wojtyla, le cassò dal testo autorizzato. Ora che si conclude il processo di beatificazione, la rivista si è però ritenuta autorizzata a divulgarle. A questi particolari doni mistici aveva accennato Antonio Socci nel libro «I segreti di Karol Wojtyla», scrivendo: «Un prelato, in un colloquio, ebbe a dire: “Sappiamo bene che la Madonna parla al Papa anche se lui non va a dirlo in giro”. E in un’altra occasione, lo stesso disse: “Lui obbedisce solo alla Madonna, fa solo quello che gli dice lei”». Ora sappiamo chi è l’autorevole fonte di queste rivelazioni: il cardinale della Curia romana che fu più vicino al Papa polacco.

La notizia dell’approvazione del decreto è attesissima in Polonia – Paese che oggi festeggerà due volte perché insieme a quello di Wojtyla sarà promulgato anche il decreto sul prete polacco Jerzy Popieluszko, martizzato dai servizi segreti del regime comunista nel 1984 – come da tanti fedeli in tutto il mondo, ma la velocità con cui si è concluso il processo viene criticata dal cardinale Godfried Danneels, arcivescovo di Bruxelles, che al mensile 30Giorni ha dichiarato: «Penso che si doveva rispettare la procedura normale. La santità non ha bisogno di passare per corsie preferenziali. Il processo si deve prendere tutto il tempo che serve, senza fare eccezioni. Il Papa è un battezzato come tutti gli altri. Non mi è piaciuto il grido “santo subito!”, non si fa così. Qualche tempo fa – ha concluso il cardinale – hanno anche detto che si trattava di una iniziativa organizzata, e questo è inaccettabile. Creare una beatificazione per acclamazione, ma non spontanea, è una cosa inaccettabile».