La parola ad Alessandro De Franciscis, il primo “medico permanente” italiano del piu’ importante santuario della Chiesa cattolica.
di Giuseppe De Carli
Tratto da Rai Vaticano - il blog il 9 dicembre 2009
Non accadeva da 151 anni. Napoletano, master a Boston, pediatra, gia’ parlamentare e presidente della Provincia di Caserta, De Franciscis non ha resistito al richiamo di Lourdes. A capo del Bureau Medical che deve istruire i casi di “guarigioni inspiegabili”. Settemila dossier, cinque le dichiarazioni di “guarigioni eccezionali” dello scorso anno. 67 i “miracoli” destinati probabilmente a salire nelle prossime settimane. “A Lourdes la gente sperimenta una fede fisica, l’accoglienza di Maria che ci porta verso Gesu’ ed io sono l’unico medico al mondo che si occupa di guariti e non di malati ” dice De Franciscis. E pensare che tutto e’ cominciato con la rivelazione che la Madonna nel 1858 fece a Bernadette.
“Que soy era Immaculada Concepciou ”, “Io sono l’Immacolata Concezione”. E’ il 25 marzo 1858. A Lourdes, Bernadette Soubirous, appena quattordicenne, conosce finalmente l’identita’ della miateriosa “Signora” che le appare nella Grotta di Massabielle. Quattro anni prima era stato proclamato da Pio IX il dogma della Immacolata Concezione. Bernadette non conosce il significato di quella espressione: “Non avevo mai sentito nemmeno nominare questa parola ” confessera’ candidamente Bernadette divenuta, nel frattempo, suora. Eppure quella rivelazione fatta ad una adolescente ignorante, diventera’ una pietra miliare nella storia delle apparizioni mariane e, detta nella lingua locale pirenaica, fara’ la fortuna di Lourdes, il santuario dei grandi pellegrinaggi. A Lourdes e’ approdato, per l’ultimo dei sui viaggi apostolici (il centoquattresimo) il 14-15 agosto 2004, Giovani Paolo II e nel 2008 Papa Benedetto XVI. Le grandi liturgie, la processione “aux flambeaux”, le suppliche e le invocazioni, l’infinita teoria delle lettighe e delle carrozzelle, le mani che accarezzano le rocce dell’apparizione, l’immersione nelle vasche, i rosari. Un impasto di cielo e terra. Milioni di storie periclitanti fra la sofferenza ed il balsamo della speranza. Una fede affettiva, calda, materna. E poi i miracoli. E’ il capitolo che fa piu’ notizia, giornalisticamente parlando, che accende la fantasia della opinione pubblica. Quello che suscita, anche nei laici piu’ incalliti, il tarlo del dubbio, della sospensione, del giudizio. Sono talmente numerosi i casi di miracoli, veri o presunti tali, a Lourdes che gia’ verso la fine dell’Ottocento il vescovo diocesano istitui’ un Bureau Médical, deputato alla raccolta e ad un primo esame delle segnalazioni di guarigioni ritenute inspiegabili. A capo di questo Bureau un “medico permanente”. Orbene, dopo 150 anni, per la prima volta, il “medico permanente” e’ un italiano. Cnquantaqautrro anni, medico pediatra, master in epidemiologia a Harvard, ricercatore dell’Universita’ Federico II di Napoli. “Sul piano professionale sono l’unico medico al mondo che si occupa di guariti non di malati”, cosi’ si definisce Alessandro De Franciscis. La vicenda di questo medico napoletano nello snodo splendente delle apparizioni di Lourdes vale la pena di essere raccontata. “Sono arrivato a Lourdes – dice De Franciscis – nel 1973 come barelliere. Facevo la seconda liceo classico. Ero impegnato nel volontariato vincenziano. Decido di studiare medicina e fare il pediatra. A Boston mi specializzo sui temi della salute pubblica”. Erano gli anni della riforma sanitaria, della creazione delle ASL. Nel 2001 viene eletto alla Camera dei Deputati e nel 2005 diventa presidente della Provincia di Caserta. De Franciscis e’ un brillante amministratore. La politica lo assorbe completamente. “Come cattolico – spiega – ho sentito piu’ volte l’eco delle parole di Paolo VI che definiva la politica come la piu’ alta forma di carita’. Per servire nelle istituzioni bisogna fare l’esperienza di una totale gratuita’. Non aspettarsi alcunche’ in cambio”.
La politica e’ comunque gratificante. Da’ potere, visibilita’, apre tante porte, non ultima quella del benessere economico. Per lei cosa ha significato?
“Io ci ho messo dentro l’ambizione e il desiderio di spendermi per la mia gente. Di essere utile. Per il resto – mi creda – ci ho rimesso da ogni punto di vista”.
Poi lo scarto o lo strappo …
“Nel giugno del 2008, il vescovo di Tarbes-Lourdes, monsignor Jacques Perrier, mi prega di assumere l’incarico di “medico permanente” a Lourdes. Non me l’aspettavo. Avevo deciso per il “no”, poi e’ scattato un meccansimo di discernimento. Mi sono chiesto qual era il senso piu’ profondo della mia vita ed ho capito che la mia vocazione era di servire gli altri attraverso la medicina. Lourdes mi ricordo’ con prepotenza che dovevo tornare a fare il medico. E nella “Casa di Maria”. Da qui la decisione di dare le dimissioni da presidente della Provincia di Caserta nel marzo di quest’anno e di chiedere scusa agli elettori. ”
Direttore del Bureau Médical. Pochi sanno cos’e’.
“E’ stato fondato nel 1882. Il vescovo di Lourdes aveva bisogno di un medico di fiducia cui indirizzare tutte quelle persone che dicevano di essere state guarite. Il primo “medico permanente” fu il barone Dunot de Saint Maclou. Io sono il quindicesimo e il primo non francese. Poche ore fa, ad esempio, e’ venuto da me un giovane uomo francese che mi ha illustrato la sua storia. Non e’ un miracolo eclatante. Un’asma bronchiale, quasi invalidante, scomparsa due anni fa. Il mio compito e’ quello di aprire una istruttoria seria e scientificamente rigorosa e attenermi al criterio della collegialita’. Quando c’e’ da affrontare un dossier, ho il dovere di convocare tutti i medici presenti a Lourdes. Si discute del caso clinico. Una volta all’anno, invece, a Parigi si riunisce il Comitato Medico Internazionale”.
Quanti dossier sono, per cosi’ dire, “aperti”?
“Nel 2009 ho ricevuto 37 dichiarazioni di guarigione. Io sto esaminando un centinaio di storie vere che vengono aggiornate. Mi sono occupato, in particolare, di 25 dossier e di tre delle cinque guarigioni dichiarate ‘eccezionali” nel 2008 dalla riunione parigina. Finora le dichiarazioni che attestano il “miracolo” sono 67. Nove sono i “miracolati” ancora viventi. Io ho conosciuto Marie Bigot, Vittorio Micheli, Elisa Loi e Delizia Cirolli. Le ultime due siciliane”.
La procedura e’ abbastanza complicata, quanto quella della Congregazione per le Cause dei Santi in Vaticano. E’ una istruttoria minuziosa.
“Abbiamo una griglia di criteri da applicare ed e’ quella indicata dal cardinale Lambertini alla fine del Seicento. Sono sette criteri ed hanno un forte fondamento razionale Malattia grave; diagnosi certa ; malattia organica; guarigione avvenuta senza l’aiuto di alcuna terapia; guarigione istantanea e completa e senza reliquati; guarigione durevole nel tempo. Si segue la persona, si consultano le cartelle cliniche, la si sottopone eventualmente, ad altri esami specialistici. Se tutti i criteri sono rispettati si invia il tutto al Comitato Medico Internazionale di Parigi composto da specialisti di ogni parte del mondo, fra cui tre italiani. Uni di loro viene proposto come relatore”.
E nel 2008 che e’ successo?
“Che cinque guarigioni sono state ritenute “eccezionali”, non spiegabili secondo la moderna letteratura scientifica”.
L’ulitma parola non spetta a voi?
“Il vescovo di Tarbes-Lourdes che co-presiede il summit di Parigi, invia il dossier al vescovo della diocesi della persona guarita e li’ inizia la terza fase che puo’ portare alla dichiarazione di “miracolo”. L’ultima parola spetta, percio’, al vescovo diocesano. Finora i vescovi cattolici, tutti europei, hanno dichiarato 67 “miracoli”. Tenga pero’ presente che negli archivi di Lourdes da me custoditi ci sono piu’ di settemila storie di guarigioni inspiegabili!”.
Grande clamore ha suscitato la vicenda della “guarigione”, nell’agosto di quest’anno, di Antonietta Raco della Basilicata, affetta da sclerosi laterale anatrofica. Ma immagino che l’iter per il riconoscimento sia solo agli inizi. Possiamo, pero’, aspettarci dichiarazioni imminenti di altri miracoli?
“Sono vincolato al segreto professionale. Ho motivo di ritenere che, in questi giorni, ci sia qualche vescovo diocesano non italiano che si sta orientando per il decreto del miracolo”.
Nell’orizzonte della Chiesa universale, ha deciso di lasciare la politica e di porsi a servizio dela santuario mariano piu’ famoso del mondo. Una vicenda di amicizia e di tenerezza. Di amore verso Maria. Lei conosce bene Lourdes: che cosa trova fra la gente?
“La gente sperimenta in maniera carnale, fisica, l’accoglienza di Maria. La Madonna accoglie e presenta il Figlio Gesu’ Cristo. Attraverso Maria a Lourdes si incontra Gesu’. Il miracolo quotidiano sono i giovani, i lavoratori, la gente di ogni ceto sociale. Lourdes e’ roccia, acqua, luce, folla, malati, guarigioni, servizio di volontariato, incontro con gli altri”.
C’e’ anche il “dolore che salva”, come ha spiegato Giovanni Paolo II.
“Nelle famiglie medie dell’Occidente la malattia e la sofferenza sono state rimosse. Vieni a Lourdes a ritrovi queste dimensioni del vivere. Lourdes e’ il termometro di questa corporeita’. I ragazzi fanno l’esperienza di accompagnare, toccare, spogliare, i malati. Ci si intende senza conoscere le lingue. E’ come vivere una grande Pentecoste. L’incarico che ricopro da otto mesi lo vivo come un dono, come credente e come medico. E poi c’e’ il contatto con migliaia di miei colleghi, medici, infermieri, farmacisti. Quasi la meta’ del corpo medico che si alterna a Lourdes e’ di nazionalita’ italiana. Ne sono edificato ed orgoglioso. E’ una presenza generosa, amorevole”.
Un’esperienza, la sua, singolare.
“Impagabile. Con tutti i limiti, i miei difetti e i miei peccati. Certo, ci sono anche i momenti di delusioni. Ma ho la Grotta di Massabielle dove, con lo slancio del cuore, si puo’ toccare il cielo”.