DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Quel male oscuro diffuso su internet

di MARIALUISA TRUSSARDI
La possibilità di connessione nella civiltà on-line crea nuovi saperi, nuovi luoghi e anche nuove persone. Gli esseri connessi si costruiscono una diversa identità, libera da qualsiasi appartenenza, che dura nel tempo. Sfoderano un nuovo IO: L'IO VIRTUALE. Un IO che, parafrasando Freud, non ha nulla a che vedere con l'Io, l'Es, l'Ego. Però, senza entrare nella quasi retorica della psicanalisi, è un po' parente del Superego, perché si compiace di dimenticare l'Io reale e fa nascere una rappresentazione enfatica quasi drammaturgica di sé stesso. E allora via con accorati e fantastici racconti di sé alla tastiera con l'amico o l'amica on-line. Si stabilisce così una relazione sempre in linea e spesso, come dicono le statistiche, nasce dal sesso. E se l'invenzione elaborata al computer segue la coerenza dell'illusione può diventare una pseudo realtà da gustare anche solo pochi minuti per lui: l'IO VIRTUALE. E l'immaginazione vola. Dai una magnifica rappresentazione di te, esattamente come vorresti essere. Ti ritagli un intervallo splendido della tua vita dove puoi dire ciò che non ti concedi nella vita normale. Una dimensione onirica del tuo Io, appunto, dove ti senti esaltato e gratificato come mai ti è accaduto nella realtà. Raggiungi il "Superego", assolutamente non malvagio come in certa letteratura, ma talmente dilatato da offrirti una sconfinata autogratificazione. Nel trasporto amoroso virtuale non c'è passato che pesi, ma solo presente immaginifico. Come eravamo, come siamo, come saremo non contano. Conta solo quella "nuvoletta internet" sulla quale ci siamo adagiati per provare piacere. Il nostro corpo vive in un'aura speciale. Ti senti più potente in ogni senso. Parli e descrivi senza complessi inibitori e i confini tra verità e falsità sono talmente labili che, nella tua testa, l'illusione diventa reale. Dentro di te c'è un'energia nuova che ti fa credere onnipotente. Ma pochi minuti dopo la fine del contatto si insinua il dubbio; si fa strada la delusione e il rammarico di non essere come nella rappresentazione dell'Io virtuale. Peccato non avere più tutta quella potenza. E si comincia a sentire qualche disagio. È la fragilità dell'Io virtuale che ti spacca a metà. Il tuo Io reale emerge di nuovo e non ti senti più in una dimensione fantastica come fiaba antica. Ti accorgi che era solo falsità. Chi sei dei due? Il reale o il virtuale? Ma se hai recitato correttamente la commedia, il virtuale ritorna a sedurti, a convincerti e si sedimenta dentro di te facendo parte della tua coscienza. Ce ne sono veramente due: quello fantastico virtualmente fragile, quello noioso solidamente reale. S'innesta una dicotonomia di non poco conto tra i due, spesso un vero duello tra Super Virtual e Boring Real. E tu, uomo del computer, cominci a dare i numeri. Quante volte vorresti correre al video per trovare quella mail che aspettavi. Che fatica trascorrere un'intera giornata senza pensare al tuo appuntamento dove provi pulsioni come mai nella vita reale. Per problemi di fuso, spesso ti sei svegliato nella notte per correre al video. Queste sembrano tutte scemenze, ma non è così. La tua, la nostra è come una malattia, un innamoramento nella fase più acuta. Poi ti connetti con altri, ma solo per chattare e soddisfare la megalomania di diffondere il tuo super pensiero. E quando sei con il tuo patner e ti chiamano, preferisci saltare la cena adducendo di fare lavoro extra. E' il momento dell'apoteosi virtuale; il resto è mediocrità e banalità. I fieri oppositori del contatto virtuale di fronte al tuo comportamento un po' schizzato rimangono allibiti. Ma tu sai che si tratta di mediocri anacronistici personaggi in vena di moralismi mediocri come loro. La tua è ormai una dipendenza e non vuoi uscirne perché il tuo Io virtuale è diventato l'Io reale.

Fonte> Libero 3 gennaio 2006