DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Arte e VAngelo. Kiko Arguello: "Necessario ritornare al canone, proponendo però su questo canone tutte le scoperte d’occidente"

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Viaggio tra le opere che decorano le nuove chiese della città eterna tra licenze espressive e devozione dove il Sacro trova nuove forme


Il ritorno ai codici iconografici della tradizione o la sperimentazione di forma e concetto, dal figurativo all’astratto. L’arte sacra si rinnova e, per farlo, parte proprio da Roma. Sono molti, infatti, gli artisti che, in questi anni, si sono dedicati a temi religiosi, portando le loro opere all’interno delle chiese, quasi a trasformarle in vere e proprie gallerie espositive. Basta guardarsi intorno per scoprire le diverse tendenze della raffigurazione sacra. Il minimalismo articolato in più forme, e soprattutto firme, tutte rigorosamente all’insegna della modernità per facilitare la comunicazione con le nuove generazioni, è la linea guida della chiesa del Santo Volto di Gesù, alla Magliana, opera corale in cui arte e architettura si fondono a creare un nuovo spazio e concetto di aggregazione. Carla Accardi firma il gigantesco rosone, concepito come un occhio che unisce cielo e terra in una sorta di spirale. Pietro Ruffo ritrae il volto di Gesù in filigrana su vetro. Giuseppe Uncini ha realizzato la cancellata in tondini metallici e Marco Tirelli una pittura murale. La Via Crucis in formelle di terracotta di Mimmo Paladino, all’eccezionalità dell’autore, aggiunge la particolarità di una stazione «extra». Alle consuete quattordici, Paladino, infatti, ha aggiunto la quindicesima, che raffigura la resurrezione. È oggetto di una interessante rilettura pure il paliotto sull’altare di Santa Teresa d’Avila, in corso d’Italia, opera di Serafino Melchiorre, artista e frate carmelitano, che nella chiesa ha il suo studio. «Tra gli apostoli - racconta - ho posto San Paolo a fare da pendant alla figura di San Pietro, come omaggio alla città di Roma. Gli apostoli però rimangono dodici, manca Giuda». La chiesa è un vero museo delle opere di fra Serafino, dalla statua di Santa Teresa al portale bronzeo, dagli affreschi della sacrestia a bozzetti e calchi per opere commissionategli in Italia e all’estero. «La Chiesa lascia libero spazio all’interpretazione degli artisti - dice fra Serafino -. A parer mio però l’arte sacra contemporanea deve rimanere legata al figurativo perché è più facilmente comprensibile. Esistono opere astratte bellissime e piene di significato ma il loro messaggio rischia di essere solo per pochi. L’immagine sacra, invece, deve sollecitare la spiritualità. Di tutti». Chiesa-museo e arte-architettura in cui entrare a Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca, dove tutte le opere lignee sono di Mario Ceroli. Punta sull’astratto, non senza polemiche, la Via Crucis in acciaio inossidabile e resina, ideata da Frank Stella per la chiesa Dives in Misericordia a Tor Tre Teste, concepita come una sorta di rete tra filo e ombra, presentata a New York la scorsa estate. Rimandano allo stile delle icone orientali i lavori di Kiko Arguello, pittore e religioso spagnolo, che in città ha firmato più opere e chiese, dalla cripta di Santa Francesca Cabrini, al Nomentano, fino al maestoso retablo di San Massimiliano Kolbe a Prato Fiorito. Arguello sostiene la necessità di un «ritorno al canone, proponendo però su questo canone tutte le scoperte d’occidente». Così le figure sono a due dimensioni e il punto di fuga della prospettiva non è nell’opera ma al suo esterno, nell’ideale osservatore, i colori, però, in un gioco di contrasti e affinità, rivelano la modernità di sguardi e interpretazione. Suoi pure gli affreschi della parrocchia dei Santi Martiri Canadesi, al Nomentano, che vanno ad aggiungersi alle opere di Angelo Biancini, Giuseppe Hajnal, Marcello Avenali e Eugenio de Courten. Lo stile monumentale e ricco di colori anima l’accentuato - in parte cupo - verticalismo dell’architettura, smorzandone il «peso». Non c’è quasi interruzione nel percorso artistico di Santa Croce in Gerusalemme, nell’omonima piazza, che a scavi archeologici e opere storiche dell’interno aggiunge, quasi a stabilire la naturale evoluzione di messaggio e tratto, la porta in ferro e vetro dell’orto realizzata da Jannis Kounellis nel 2007. Lo stretto rapporto tra antico e moderno, fusi al di là del tempo nell’eternità del pensiero religioso, è addirittura accentuato a Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, in piazza della Repubblica. Per entrare nei tesori - materiali e spirituali - della basilica, si passa attraverso un portale in bronzo, opera del 2006 di Igor Mitoraj. D’obbligo una tappa a Santa Maria in Montesanto, in piazza del Popolo, che oltre a lavori di epoche differenti - la via Crucis in bronzo è firmata da quattordici maestri degli anni Sessanta, come Emilio Greco - ospita esposizioni di arte contemporanea, prevalentemente di tema religioso. Avanguardie del Sacro.

Il Giornale 14 gennaio 2010