DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

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Kiko Argüello: per noi Benedetto XVI è stato più che un padre. Siamo pieni di gratitudine

Gratitudine e affetto a Benedetto XVI sono stati espressi in questi giorni anche da Movimenti ecclesiali e nuove comunità. In proposito Debora Donnini ha intervistato Kiko Argüello, l'iniziatore del Cammino neocatecumenale, una realtà di iniziazione cristiana nata in Spagna nel anni '60 e che oggi è presente in circa 1.400 diocesi sparse in 124 Paesi:RealAudioMP3 

R. – Il Papa ha compiuto questo atto di amore per la Chiesa, veramente un atto eroico, e Dio gli darà il cento per uno: a lui, come persona, in questo tempo in cui va a pregare per la Chiesa. Diceva Santa Teresa d’Avila: "quando un cristiano prega trema il mondo"… perché tutto è possibile. Questo per noi è una garanzia, che il Papa adesso vada a pregare. Speriamo che venga un Papa, un Apostolo come lui. Giovanni Paolo II ha detto che nel Terzo millennio si sarebbe dovuta evangelizzare l’Asia: pensiamo a milioni e milioni e milioni di cinesi che non conoscono Gesù Cristo, sotto l’ateismo; il Vietnam, pensiamo al Laos, alla Cambogia. 

D. – In un comunicato, il Cammino neocatecumenale ha espresso gratitudine a Benedetto XVI per il suo magistero e per quanto ha fatto per il Cammino. Cosa ha rappresentato Benedetto XVI per lei e per questa esperienza di iniziazione cristiana?

R. – In questo comunicato abbiamo espresso quello che sentiamo, cioè una costernazione ed una sofferenza per questa rinuncia, perché per noi è stato più che un padre, è stato buonissimo … E’ stata una cosa sorprendente, come è stato buono con noi. Quando era ancora professore a Tubinga, io sono andato a trovarlo, perché molti suoi allievi erano italiani. Quindi, sono andato lì, mi ha presentato sua sorella, abbiamo cenato insieme. Poi ci ha dato una lettera bellissima per due parroci, suoi amici, di Monaco, che hanno aperto il Cammino. Dopo ha fatto una cosa meravigliosa. Vedendo l’importanza, oggi, di aprire un’iniziazione cristiana per aiutare i cristiani ad avere una fede più adulta, perché sappiano rispondere all’attuale momento di secolarizzazione, a tutto un ambiente tremendo – pensiamo all’Europa che è come se stesse vomitando il cristianesimo, non solo per i matrimoni omosessuali, c’è il divorzio express che in Spagna ha portato ai divorzi ovunque! Ogni quattro minuti in Spagna una persona divorzia - allora, il Papa ha capito che bisognava studiare teologicamente quello che noi diciamo. Ha istituito una Commissione teologica e noi abbiamo consegnato tutti i nostri scritti, cioè tutto quello che noi utilizziamo per fare catechesi nelle parrocchie, i contenuti delle diverse tappe per il rinnovamento del Battesimo: parola per parola, 3.100 pagine, sono stati studiati 13 volumi. E se qualche frase poteva essere fraintesa, l’abbiamo cambiata. Ci hanno detto anche di aggiungere tutti i riferimenti al Catechismo della Chiesa cattolica. Ci ha aiutato molto. Noi siamo una realtà sorta dopo il Concilio Vaticano II per attuare il Concilio e anche per la Nuova evangelizzazione. Abbiamo quasi 100 seminari missionari, più di 800 famiglie in missione. Siamo sorpresi di quello che Dio sta facendo con noi! E siamo pieni di gratitudine a questo Papa, non sappiamo come ringraziarlo.

D. – Benedetto XVI, come lei ha ricordato, ha conosciuto il Cammino neocatecumenale già nel 1974, a Tubinga; poi, quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha esaminato i contenuti delle catechesi; nel 2008 è venuta l’approvazione definitiva degli Statuti e poi, l’anno scorso, delle celebrazioni dei Passaggi del Cammino. Quindi, è stato un Papa molto importante per il Cammino, in quanto ha segnato alcune tappe strutturali …

R. – Importantissimo! Dice Cristo: “Amatevi, amatevi come io vi ho amato!”. Allora, una comunità dev’essere una comunità nella quale possiamo conoscerci e dare segni concreti di amore: amore in una dimensione sorprendente, la dimensione della Croce. “Amatevi come io vi ho amato”, vuol dire: amatevi al di là della morte. Il “nemico” a volte è la moglie, il marito, i figli, tutti siamo un po’ nemici quando siamo diversi: sapere amare il nemico lasciandosi crocifiggere dai suoi difetti, questo è essere cristiano!

D. – Centrale nel Magistero di Benedetto XVI è anche la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Ecco, questo della famiglia per il Cammino è un punto molto importante, tant’è vero che sono state inviate centinaia di famiglie in tutto il mondo per la nuova evangelizzazione …

R. – La famiglia cristiana salva la Chiesa e salva la società. L’Istituto Giovanni Paolo II dell’Università Lateranense ci ha conferito il dottorato honoris causa, con tre motivazioni. La prima, perché, hanno sottolineato, avete obbedito all’Humanae Vitae. Paolo VI ha detto, nella Humanae Vitae, che ogni atto coniugale dev’essere aperto alla vita. I fratelli che sono entrati nel Cammino hanno visto che era vero, che il matrimonio acquistava una luce enorme! E da queste famiglie numerose con 10, con 12 figli nascono tantissime vocazioni. E dopo, abbiamo visto che la comunità salva la famiglia. Se c’è una famiglia, ad esempio, che entra un po’ in crisi, immediatamente tutta la comunità li aiuta: la famiglia non è sola. E l’aver tanti figli ci ha portato ad avere tanti giovani, però abbiamo visto che questi giovani erano a rischio, perché tutto l’ambiente è un ambiente contrario alla Rivelazione. Allora abbiamo pensato che fosse urgente compiere in ogni famiglia una sorta di celebrazione domestica, nella quale passare la fede ai figli. Così la domenica tutta la famiglia si riunisce e si pregano i salmi, e tutti cantano. E poi si apre una Parola della Bibbia e i genitori domandano ai figli come quella parola illumini la loro realtà. Insegnare ai figli che la Parola (come dice il salmo) è "lampada ai nostri passi", questa è una cosa assolutamente importante per la Chiesa: che ogni famiglia cristiana abbia un momento di incontro nel quale i genitori dialoghino con i figli e i figli parlino dei problemi che riscontrano nella scuola, all’università.


Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/03/01/Kiko%20Arg%C3%BCello:%20per%20noi%20Benedetto%20XVI%20%C3%A8%20stato%20pi%C3%B9%20che%20un%20padre.%20Siamo/it1-669190
del sito Radio Vaticana 

Kiko Argüello: A Düsseldorf per dire ai giovani che possiamo già evangelizzare il mondo e dare agli uomini il frutto della vittoria di Cristo

MADRID, giovedì, 26 maggio 2011 (ZENIT.org).-In preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Madrid il prossimo agosto, Kiko Argüello e Carmen Hernandez, iniziatori del Cammino Neocatecumenale, e il padre Mario Pezzi si incontreranno con 40.000 giovani provenienti da tutta l’Europa.
L’incontro si svolgerà il 29 maggio prossimo, alle ore 15, nella Esprit Arena a Düsseldorf e sarà presieduto dal Cardinal Joachim Meisner, Arcivescovo di Colonia, secondo quanto ha spiegato lo stesso Argüello a ZENIT.
Sulla via di Düsseldorf, questi giovani faranno delle 'missioni cittadine' in tutta la Germania annunciando Gesù Cristo attraverso la loro esperienza ed invitandoi giovani a partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid con il Santo Padre Benedetto XVI. Durante l’incontro, prima della chiamata vocazionale, sarà eseguita l’opera sinfonica “La sofferenza degli innocenti”, composta da Kiko Argüello.
L'incontro nell'Esprit arena si svolgerà in lingua italiana e sarà tradotto in otto lingue. Prima dell’incontro, alle ore 14:30 nella sala d’ingresso dell’ Hotel Tulip Inn, all’interno dell’Esprit arena di Düsseldorf vi sarà una conferenza stampa durante la quale Kiko Argüello, Carmen Hernandez e il padre Mario Pezzi si incontreranno con i giornalisti.
Perché questo incontro in preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid?
Kiko: Questo incontro a Madridsarà un evento importantissimo per il futuro dell’Europa e vogliamo preparare i giovani. A Madrid verranno circa duecentomila giovani dalle comunità neocatecumenali di tutto il modo e ciascun gruppo lungo il cammino si fermerà alcuni giorni ad evangelizzare in un villaggio o una città.
Perché presentare ai giovani questa sinfonia come preparazione a Madrid?
Kiko: In questa piccola opera si presenta la Vergine Maria sotto la croce, contemplando il supplizio di suo figlio, sottomessa allo scandalo della sofferenza degli innocenti nella sua carne, nella carne del suo figlio: “Ahi, che dolore”, canta una voce mentre una spada attraversa la sua anima. La sofferenza degli innocenti:uomini gettati per la strada, morti di freddo; bambini abbandonati e raccolti in orfanatrofi da orrore, dove sono violentati e abusati; quella donna che conobbi malata di Parkinson, abbandonata dal marito alla quale il figlio malato di mente colpiva con il bastone e che chiedeva l’elemosina davanti a casa mia; file di donne e bambini nudi che vanno verso le camere a gas… che mistero la sofferenza degli innocenti che si caricano con il peccato degli altri!
Questo concerto è stato eseguito anche in Israele davanti a un nutrito gruppo di ebrei che sono rimasti molto impressionati. Rabbi Rosen ha detto: “Abbiamo sperimentato qualcosa di veramente magnifico, …questo magnifico opus ha dimostrato una profonda risonanza con l’identità ebraica, con la sofferenza ebraica e con la speranza ebraica”. Anche Rabbi Levkovitz è rimasto impressionato: “Dopo una musica che esprime tanto dolore, è veramente difficile parlare. Questa musica, per me, ha espresso tanta sofferenza che c’è nel mondo. Ho imparato molto da questa musica, perché la musica è qualcosa che proviene dall’anima, da un luogo interiore. Sono venuto qua a dire che mi sento come ai giorni del Messia!”. E la direttrice del conservatorio di Gerusalemme ha detto: “Non avevo idea di quanto mi sarei commossa e di come mi avrebbe cambiata per tutto il resto della mia vita…ho sentito una grandezza e purezza di fede, di amore e di solidarietà` che mi ha lasciata attonita… questa musica ha cambiato qualche cosa in me e ora mi sento connessa ad un’altra realtà universale”. Perchè, in quell’occasione, ha dedicato questo concerto alle vittime dell’olocausto?
Kiko: Alcuni dicono che dopo l’orrore di Auschwitz ormai non si può credere in Dio. Nietzsche scrisse: “Se Dio esiste e non aiuta a quelli che soffrono, è un mostro. E se non può aiutarli, non è Dio, non esiste”. No! Non è vero! Dio si è fatto uomo per caricarsi con la sofferenza di tutti gli innocenti. Una guardia ad Auschwitz racconta che vedendo quella fila di condannati che andavano a morire provò un dolore profondo nel cuore e senti` una voce, che non sapeva da dove veniva, dirgli: “mettiti nudo in fila con loro e va alla morte”.
Questo è quello che ha fatto Gesù: Lui è l’innocente, completamente innocente, l’agnello portato al macello senza aprire bocca, lui si carica con il peccato di tutti. Vorremmo contemplare e sostenere la Vergine che accetta la spada che secondo il profeta Ezechiele Dio ha preparato per i peccati del suo popolo, e che ora attraversa l’anima di questa povera donna; eanche Gesù quando nell’orto del Gethsemani un angelo lo aiutò a bere la coppa preparata per i peccatori.Il profeta Ezechiele parla di questa spada e di questa coppa.
Che significa questa profezia di Ezechiele sulla spada e sulla coppa?
Kiko: Dio ha visto il suo popolo, che Lui aveva scelto per essere testimone del suo amore verso tutti gli uomini, che invece lo abbandona e diventa peggio degli altri; allora il profeta enumera la quantità dei peccati commessi: pecccati di sesso, incesti tra fratello e sorella; padri che violentano la figlia o vanno a letto con la nuora; uomini che commettono adulterio con la moglie del vicino; il sabato che non viene rispettato per amore al denaro; la gente piena di violenza e di calunnie che sparge sangue; l’idolatria per cui si sacrificano figli a Moloch…Dio aveva anche detto al suo popolo di non allearsi con l’Egitto, che a quell’epoca era la maggiore potenza e quindi la massima sicurezza umana, ma di confidare in lui; invece al popolo non gliene importa niente e continuano verso questo abisso di violenza e perversione. Il profeta fa una lista impressionante di tutti gli abomini commessi e dopo grida: “Spada, spada affilata per uccidere”. Allora arrivò Nabucodonosor e la spada entrò in Gerusalemme e corse il sangue per le strade e incendiarono il tempio e si portarono tutta il popolo a Babilonia in esilio: si compi` tutta la profezia di Ezechiele.
Alcuni capiscono questa profezia della spada come un castigo…
Kiko: No, questa spada non è un castigo di Dio. In realtà Dio ha pazienza e trattiene la catastrofe dall’accadere perchè non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva; però arriva un momento in cui gli uomini con i loro peccati, allontandosi da Dio, da loro stessi si precipitano in un abisso. Un abisso fisico, ma che è un abisso morale, è l’inferno, la separazione totale da Dio. Il fatto è che sono diventati tanto perfidi che stanno cadendo in un baratro di autodistruzione. Non solo non è un castigo, ma Dio invia suo figlio, il Padre invia suo Figlio, perche salvi gli uomini da questo inferno e associa sua Madre a questa opera di prendere su di sè i peccati. Cristo berrà la coppa dell’amarezza e la dovrà bere fino in fondo perchè noi potessimo ricevere il perdono dei peccati; ma sopratutto perchè potessimo essere curati dall’inferno più profondo; e sua madre lo aiuta lasciandosi trafiggere il cuore dalla spada.
Anche il Santo Padre, invitando i giovani a Madrid, parla dell’inferno sopratutto in relazione alla situazione attuale dell’Europa e dell’Occidente: “La cultura attuale …soprattutto in Occidente, tende ad escludere Dio, …si constata una “eclissi di Dio”, … un vero rifiuto del Cristianesimo…c’è una forte corrente di pensiero laicista che vuole emarginare Dio dalla vita delle persone e della società, prospettando e tentando di creare un “paradiso” senza di Lui. Ma l’esperienza insegna che il mondo senza Dio diventa un “inferno”: prevalgono gli egoismi, le divisioni nelle famiglie, l’odio tra le persone e tra i popoli, la mancanza di amore, di gioia e di speranza”.
Kiko: Sì, la situazione dell’Europa e dell’Occidente è molto grave. Questa profezia di Ezechiele è sempre perenne, anche per noi oggi: non si può nel mondo fare incesti, uccidere bambini con l’aborto, rubare, uccidere…è una profezia potente che la Vergine ha assunto accompagnando suo figlio sulla croce sopratutto per salvare gli uomini dall' inferno: perchè la sofferenza più grande non è la morte fisica, o lo tsunami o altre catastrofi: la cosa più terribile è la morte dello spirito, vedere oggi la quantità enorme di suicidi che ci sono, l’abisso in cui l’uomo e la società sprofondano al separarsi da Dio.
Perchè questa profezia in questo incontro?
Kiko: In questo incontrò farò coraggio ai giovani perchè abbiano tutti forza: Cristo ha bevuto la coppa e la Vergine si è lasciata trafiggere dalla spada. Ora possiamo già evangelizzare il mondo e dare agli uomini il frutto della coppa di Gesù Cristo e della spada della Vergine: la resurrezione e la vittoria sulla morte. Insomma, tutto questo è in relazione con la nuova evangelizzazione: dare ai giovani questa allegria e questa forza. La musica parla al piu profondo del nostro essere e ci porta ad amare la Vergine che fa tutto perchè possiamo evangelizzare e salvare gli uomini.
In Germania Il Cammino è presente in 16 diocesi con 80 comunità e due seminari Redemptoris Materper la Nuova Evangelizzazione, nelle diocesi di Berlino e di Colonia. Ci sono cinque Missio ad Gentes inviate dal Santo Padre, due a Chemnitz e tre nella Diocesi di Colonia: sono gruppi di famiglie numerose, ciascuna accompagnata da un prete, che vanno a vivere in zone dove ormai la Chiesa è assente: a Chemnitz, per esempio, che era la vecchia Karlmarxstadt che doveva essere la città modello del “paradiso” comunista, dove i non battezzati sono il 98 per cento della popolazione e non sanno neppure chi è Gesù. Il comunismo ha lasciato un vuoto che non può essere colmato politicamente ma che solo Gesù Cristo può riempire. Perfino in Russia, proprio in questi giorni, Putin ha riconosciuto che la maggiore minaccia per il futuro è la crisi della famiglia e la mancanza di figli e ha proposto di non offrire più l’aborto come servizio medico.
Il Cardinal Joachim Meisner il 25 marzo 2011 ha firmato il decreto per l’istituzione della Missio ad Gentes nella sua diocesi che sono una nuova forma di fare presente la chiesa non più attraverso la parrocchia tradizionale ma attraverso comunità di persone che vivono in mezzo alla gente come era nella Chiesa primitiva.Il Cammino Neocatecumenale è un Cammino di iniziazione Cristiana ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa Cattolica per battezzati e non battezzati che possano iniziare un itinerario di fede attraverso il quale riscoprire il battesimo e fare una esperienza personale di Cristo e della salvezza.


En paz con Israel, en nombre de Jesús. La ciudad del neocatecumenal asomado sobre el lago de Tiberiade

Roma. "A la abertura del Domus Galilaeae muchos judíos han empezado a visitarnos, y a volver. Sólo el año pasado son pasados de ello más que cien mil. Nosotros sentimos que tenemos que acogerlos y servirlos como hermanos." Lo ha dicho, interviniendo al Sínodo sobre el mediano oriente, padre Rino Rossi, del 2003 responsable de la Domus Galilaeae, el centro por la formación de los misioneros del Camino neocatecumenal que surge sobre el Monte de las Beatitudes, no lejos del lago de Tiberiade. Fue bendecida en el 2000, mientras todavía estuvo en construcción, de Juan Pabloolo II, y desde entonces no ha parado nunca de ser un símbolo de amistad entre el movimiento fundado por el español Kiko Argüello y el pueblo hebreo, a partir del proyecto, obra del arquitecto de Haifa Dan Mochly y del argentino padre Daniel Cevilan. Al punto que a la Domus, pintada por el mismo Argüello, alguien ha creído de deber regañar un exceso de contaminación, con la exposición de un Torah del siglo XV, del candelabro de Hanukkà, o por el canto-roracion "Shemah Israel" que acoge a los visitadores.
Al Foglio, padre CRossi explica que el Camino neocatecumenal "es en contacto estrecho sea con las iglesias locales sea con la realidad hebrea, que nos ha ofrecido una buena acogida.
Naturalmente ha sido fundamental la visita de Papa Wojtyla y la oportunidad que nos fue dada de organizar la gran misa sobre el Monte de las Beatitudes, a lado de la Domus. Por la primera vez todo las televisiones israelís transmitieron una ceremonia cristiana de aquella grandeza, con más que cien mil personas asociadas." Los símbolos hebreos en el Domus Galilaeae, todavía padre explica Colorado, "dicen que tenemos que ir a nuestras raíces y poner al centro la palabra de Dios, como ha encomendado el Concilio Vaticano II. Este nos lleva a redescubrir nuestra fundamental conexión con el pueblo hebreo y con sus tradiciones.
Jesús Cristo es hebreo y no podemos entender su predicación en el Nuevo Testamento si no conocemos lo antiguo. El Camino neocatecumenal se introduce en la estela del Concilio, y luego del magisterio de Giovanni Paolo II y Benedetto XVI." En aquella circunstancia, el responsable del Domus Galilaeae concluye, "Jesús retoma el Torah, no la abole pero la lleva a cabo: amadas los que os odian, nos dicen. En el Domus ha sido puesto en evidencia algo que tenemos en común con el hebraísmo: la tarea de realizar aquel contenido, cuestión de vida o muerte por el mundo futuro."


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Video Kiko Argüello: Corona Mistérica del Seminario Managua

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Inauguración Capilla Seminario de Managua – Nicaragua

Kiko Argüello vino a Nicaragua acompañado del Padre Fermín Muro, catequista de Nación. Kiko estuvo pintando la Corona Mistérica junto al Equipo de pintores que está en la Capilla. Fue un momento de mucha oración y silencio dentro del Seminario para poder terminar esta obra de Evangelización que ha sido inspirada por el Espíritu Santo.

Aquí tenéis dos vídeos de la presentación de la Corona mistérica una vez terminada


Primera Parte
Segunda Parte



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Nuevo CD con canciones de Kiko Argüello dedicadas a la Virgen María

(Camineo/InfoCatólica) Kiko Argüello se dirigió a la editorial San Pablo después de que Antonio María Rouco Varela, Cardenal Arzobispo de Madrid, le pidiera realizar este servicio a los jóvenes a través de la música cara a la Jornada Mundial de la Juventud del 2011.

Durante el encuentro en Fátima con los jóvenes del Camino Neocatecumenal y las Comunidades Neocatecumenales de Portugal, tras la visita del Papa a dicho país, el pasado 15 de mayo, Kiko Argüello leyó una carta de Monseñor Antonio María Rouco Cardenal arzobispo de Madrid, en la que le pedía para la JMJ 2011 un CD con los cantos dedicados a la Virgen María que ha compuesto a lo largo de los años.

Precisamente Kiko presentó con el coro en dicho encuentro una nueva versión del canto “Una gran señal”, muy relacionado con el milagro del sol en Fátima. Otros cantos a la Virgen muy conocidos son María, pequeña María o Sóla a sólo.

Una chiesa sulla montagna dove Gesù parlò delle beatitudini Israele La Domus Galileae voluta dai fondatori dei Neocatecumenali. Di Angela Pellicciari

“Beati gli afflitti”, “beati quelli che hanno fame e sete della giustizia”, beati i perseguitati “per causa mia”: sono le Beatitudini, il discorso più incredibile mai fatto da un uomo dotato di autorità. Il luogo delle beatitudini non è un posto qualsiasi per i cristiani. È anche il monte su cui Gesù aveva dato appuntamento dopo la risurrezione: ed infatti, sempre Matteo, racconta che gli undici “andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato”. Ma dove sta la montagna delle beatitudini? In tutti i principali luoghi della vita, della morte e della risurrezione di Cristo, sono state costruite nel corso dei secoli chiese e basiliche, più o meno importanti, più o meno belle. Sul monte delle beatitudini nulla (o quasi).

Ora non è più così. È stato Giovanni Paolo II, nel suo pellegrinaggio in Israele nel 2000, ad inaugurare la prima parte di quell’inusuale, grande, e modernissima costruzione, che è la Domus Galileae. Sorta su un terreno di proprietà della Custodia di Terra Santa, la Domus è stata voluta dai fondatori del Cammino neocatecumenale Kiko Argüello e Carmen Hernandez. Abbiamo chiesto a don Rino Rossi, cuore organizzatore e padre spirituale della Domus, come mai i cattolici, dopo duemila anni, abbiano deciso di costruire sul monte delle beatitudini un edificio avveniristico, chiamato Domus: “Il Cammino neocatecumenale -risponde- pone il discorso della montagna al centro della nuova evangelizzazione. Naturale che i suoi iniziatori abbiano desiderato di edificare proprio in quel punto una casa per ospitare le comunità in pellegrinaggio in Terra Santa. La Domus, però, non è un centro di accoglienza per i soli cattolici. Da quando Giovanni Paolo II ha celebrato qui un’eucarestia per 50.000 giovani del Cammino provenienti da 72 nazioni, gli israeliani sono stati incuriositi ed attratti da questa nuova realtà che hanno visto in diretta TV a reti unificate. Basti pensare che lo scorso anno sono stati più di 100.000 gli ebrei che ci hanno fatto visita». La Domus si articola su 15.000 mq: un’estensione notevole su cui sorgono, incastrati uno nell’altro, spazi diversi adibiti a funzioni diverse. Quali sono le principali destinazioni degli ambienti della Domus? «Innanzi tutto c’è il Santuario della Parola, cioè il luogo in cui si fa la scrutatio della Bibbia alla presenza del Santissimo Sacramento. Dice Gesù: scrutate le Scritture perché esse parlano di me. Poi c’è la biblioteca: al centro della sala, che è circolare ed è sovrastata da una grande calotta di cristallo, sotto una capanna di vetro è custodita un’antichissima Torah; una chiesa dominata da un’icona gigantesca di 56 mq raffigurante a colori vivissimi il giudizio universale; un auditorium per i congressi internazionali con una vista spettacolare sul lago di Tiberiade. Al centro della Domus c’è un monastero con una cappella per l’adorazione perpetua e, all’interno del monastero, un seminario missionario Redemptoris Mater (uno degli 80 seminari che il Cammino ha costruito in tutto il mondo)». Quali sono i rapporti che legano la Domus alle varie tipologie di chiese cristiane presenti in Galilea? «Il Cammino è un servizio all’evangelizzazione offerto a tutta la chiesa locale nei suoi vari riti: latino, greco-cattolico, maronita ed ortodosso. Di fatto l’ecumenismo di cui tanto si parla, da noi è una realtà della vita di tutti i giorni: sono nate comunità neocatecumenali in tutte le chiese locali, comprese le ortodosse». Quale pensa sia la ragione del successo della Domus al di là di ogni ragionevole aspettativa? «Senz’altro la bellezza. La Domus è un edificio di straordinario impatto estetico e dalla bellezza sono attratti tutti: ebrei, cristiani ed atei. Chi viene, rimane affascinato. Nella sua bimillenaria storia la chiesa ha sempre saputo che la lode a Dio va celebrata con il massimo dell’arte di cui l’uomo è capace. Dopo alcuni decenni di trascuratezza e noncuranza, Kiko e Carmen sono tornati con forza alla tradizione della bellezza cristiana. Non a caso Dostojevsky scriveva: “il mondo sarà salvato dalla bellezza”. La bellezza è Cristo».

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INTERVENTO DI KIKO ARGUELLO SULLA TRASMISSIONE DELLA FEDE AI FIGLI

Siamo convinti che la reale battaglia che la Chiesa è chiamata a fronteggiare nel Terzo Millennio, la sfida che dobbiamo raccogliere, nella quale si gioca il nostro futuro, è quella della famiglia.


Mi hanno invitato a parlare brevemente su come le famiglie nel Cammino Neocatecumenale trasmettono la fede ai figli. Migliaia di famiglie oggi si trovano di fronte al problema dei loro figli che a scuola e all’università stanno abbandonando la Chiesa. Come possano le famiglie cristiane rispondere a questa situazione di secolarizzazione, questo cambio d’epoca, la globalizzazione, ad un ambiente contrario ai valori cristiani?

Dio si è manifestato al suo popolo sul Monte Sinai. Dio ha voluto scegliere un popolo per rivelarsi, attraverso il suo agire, all’umanità’ intera. Ha scelto un popolo di schiavi in Egitto e ha cominciato ad agire
con loro. Dio si è rivelato tramite il suo agire nella loro storia. Dopo avere compito dei miracoli, aprendo il mare e guidando il popolo attraverso il deserto, Dio ha fatto un’alleanza con loro. È apparso sul Monte Sinai, lì, dove il popolo vide la montagna tremare e udito un rumore terribile, l’umanità’ ha sentito per la prima volta la voce di Dio. E Dio parlò così: “ Shemà Israel. Adonai Elohenu, Adonai Ehad! Ascolta Israele io sono l’unico! E tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze e amerai il tuo prossimo come te stesso!” ma subito aggiunge: “ questo lo ripeterai ai tuoi figli quando sei in casa, quando sei per strada, quando ti corichi e quando ti alzi! E quando arriverà il momento in cui tuo figlio ti chiederà: “ qual’è il significato di queste leggi, di queste tradizioni e questi comandamenti?” tu gli dirai: eravamo schiavi del Faraone in terra d’Egitto e il Signore ci ha tratto fuori con mano potente. Davanti ai nostri occhi il Signore ha operato segni e prodigi contro il Faraone e contro la sua casa. Ci ha tratto fuori per guidarci verso una terra che aveva giurato ai nostri padri.” . Questo è scritto in Deuteronomio 6.

Questa parola “Shemà” è oggi il Credo fondamentale di Israele. Gli Ebrei ortodossi la proclamano tre volte al giorno. Questo testo così importante per il popolo ebreo lungo i secoli e che ha tenuto la famiglia ebraica unita, ci aiuta a capire l’importanza per i genitori di trasmettere la fede ai loro figli e ci mostra anche che questo comandamento divino è dato ai genitori e non può essere delegato a nessun altro. Sono loro che devono
raccontare ai loro figli le opere che Dio ha compiuto il loro favore.

Per i primi cristiani la trasmissione della fede ai figli, attraverso le Sacre Scritture compiute in Gesù Cristo, era una missione fondamentale. Ne conosciamo la testimonianza nella seconda lettera di San Paolo a Timoteo: “ Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù” (2 Tim. 3, 14-15). Questa tradizione è stata mantenuta in diverse forme nelle famiglie cristiane lungo i secoli. Questa è ancora più evidente nella testimonianza di numerosi bambini e giovani che furono martirizzati.

Il Cammino Neocatecumenale, quale iniziazione cristiana nelle diocesi e nelle parrocchie, insegna oggi alle coppie anche a trasmettere la fede ai loro figli, in particolare attraverso una celebrazione , in una liturgia domestica.

Noi insegniamo loro che la famiglia Cristiana ha tre altari : il primo è la mensa della santa Eucaristia, dove Gesù offre il sacrificio della sua vita per la nostra salvezza. Il secondo altare è il talamo nuziale, dove si compie il sacramento del matrimonio e si da’ la vita a nuovi figli di Dio. Insegniamo loro come si deve
compier l’atto coniugale, che prima hanno bisogno di pregare, e si insegna ai bambini che la stanza da letto dei genitori è un luogo santo. Ai Cristiani si deve insegnare che il talamo nuziale si deve tenere in grande onore e gloria. Il terzo altare è il tavolo dove la famiglia si riunisce per mangiare, benedicendo il Signore per i suoi doni. La celebrazione domestica, nella quale si trasmette la fede ai figli, si svolge attorno allo stesso tavolo, dove i genitori possono passare la fede ai figli.

Dopo più di trent’anni dall’inizio del Cammino Neocatecumenale, uno dei frutti che più ci consola è vedere la famiglia ricostituita. E la famiglia diventa un vero “ santuario domestico della Chiesa.” Queste famiglie che sono nel Cammino sono tutte aperte alla vita. Il Cammino Neocatecumenale ha uno dei più alti tassi di natalità nel mondo – cinque figli per famiglia – finanche più dei mussulmani. Insegniamo loro cosa vuol dire dare un figlio a Dio. Queste famiglie che sono numerose, compiono il dovere fondamentale della famiglia cristiana, che è di trasmettere la fede ai propri figli. Oltre alle preghiere del mattino e della sera, rendono grazie prima dei pasti e partecipano all’Eucaristia con i loro genitori nelle loro comunità.

La trasmissione della fede ai figli avviene principalmente, come abbiamo detto, in una liturgia domestica, celebrata regolarmente nel Giorno de Signore. In questa celebrazione, siccome la famiglia è grande, si prepara il tavolo con una tovaglia bianca, una candela i fiori e la Bibbia. Uno dei figli suona la chitarra, un alto il flauto e pregano insieme ai loro genitori e i loro nonni. In questa celebrazione i genitori pregano i salmi delle lodi con i loro figli. I
genitori preparano una lettura, che può essere anche il Vangelo della Messa di quella Domenica. Quindi il padre domanda ad ogni figlio: “ cosa ti dice Dio attraverso questa lettura, per la tua vita?”. Colpisce molto vedere come i bambini siano capaci di applicare la Parola di Dio alla loro esperienza di vita. Alla fine, dopo che tutti i bambini hanno parlato, i genitori danno una catechesi basata sulla loro esperienza. Dicono ciò che la Parola significa per loro. Infine invitano i bambini a pregare per il Papa, la Chiesa, per coloro che soffrono ecc.. Poi pregano il Padre Nostro tutti insieme, e si scambiano il segno della Pace. E così ogni Domenica in ogni famiglia cristiana……

Il risultato di questa preziosa attenzione dei genitori per i loro figli è che quasi il 100% dei figli del Cammino Neocatecumenale rimane nella Chiesa. Questa è la ragione per cui abbiamo portato 50.000 giovani a Toronto e 75.000 a Parigi. È meraviglioso vedere le comunità Neocatecumenali nelle parrocchie che sono piene di giovani, piene di giovani!! All’incontro con il Papa a Roma, a Tor Vergata, abbiamo portato 100.000 giovani tutti provenienti dal Cammino Neocatecumenale. E da queste famiglie numerose, da questo tipo di educazione dei figli, da queste celebrazioni domestiche, stanno sorgendo migliaia di vocazioni, migliaia….Abbiamo già aperto 50 Seminari Diocesani Redemptoris Mater (applausi); da queste comunità sono entrate nei conventi di clausura 4.000 sorelle; tutti i conventi in Italia, le Benedettine e le Clarisse, sono pieni di sorelle che vengono dal Cammino Neocatecumenale.

E questo non è un movimento. Queste comunità sono nelle parrocchie come un’iniziazione Cristiana che appartiene alla Chiesa. La Chiesa ha riconosciuto che non siamo un’associazione nè una congregazione, nè un movimento. La nostra missione è quella di aiutare le parrocchie e i Vescovi ad avere un itinerario di iniziazione Cristiana che aiuta a maturare la Fede – come la Santa Famiglia di Nazareth –. Perché Nostro Signore, la
Parola del Padre, che prese carne dalla Vergine Maria, nacque come un bambino che aveva bisogno di crescere per diventare uomo, per diventare adulto. Soltanto da adulto avrebbe potuto compiere la sua missione di salvare il mondo, quando raggiunse i 30 anni. E come divenne adulto? Obbedendo a Maria e Giuseppe. Similmente oggi molta gente che ha ricevuto il Battesimo ha una fede piccola, una fede infantile. Questa fede deve crescere in un ambiente come la Famiglia di Nazareth, diventando adulta obbedendo al parroco e ai catechisti, in obbedienza al parroco e ai catechisti.

Siamo grati al Pontificio Consiglio per la Famiglia che ha cominciato a interessarsi a questo fenomeno. Sono rimasti sorpresi da tutti questi giovani e ci hanno invitati a proporre all’intera Chiesa lo stesso tipo di celebrazione (domestica) che noi facciamo. Quando incontrammo Mons. Bugnini, che era uno stretto collaboratore di Papa Paolo VI ed era incaricato di tutto il rinnovamento liturgico, l’OICA ecc…, ci disse che nella Chiesa mancava una liturgia domestica; e quando seppe che cosa stavamo facendo, rimase molto colpito. Quindi siamo molto contenti di collaborare col Pontificio Consiglio per la Famiglia e di dare il nostro piccolo contributo attraverso quello che Dio sta facendo con noi. Mi piacerebbe proporre tutto ciò a tutti gli altri, per aiutare altra gente, altre ottime famiglie di tutte le altre realtà Cristiane che hanno difficoltà con i loro figli durante la loro crescita, nella scuola. In tutta Europa c’è un ambiente di sinistra con una terribile educazione sessuale che è contro l’insegnamento Cristiano. I genitori soffrono molto vedendo i loro figli contaminati da questa cultura. Questa è la verità.

E vorrei far capire a tutta la Chiesa che quello che sto dicendo non è un problema secondario, una devozione; è questione di vita o di morte per la Chiesa. Una questione di vita o di morte! Se la Chiesa non è capace di trasmettere la fede alla prossima generazione, morirà (applausi). Questo è così importante che il Santo Padre e il Pontificio Consiglio per la Famiglia hanno capito che stiamo perdendo……ci sono parrocchie nelle quali i giovani non ci sono più. Dove sono? Non e’ questione di fare del teatro o altre stupidaggini con i bambini, ma di dare loro un contenuto vero e serio. Perché essi vanno a fronteggiare un ambiente che completamente agli antipodi con la realtà del Vangelo. Attraverso la globalizzazione del mondo intero, la secolarizzazione sta arrivando con molto rapidità mettendo in crisi tuta a religione. In Europa stiamo perdendo le scuole Cristiane, non ci sono più scuole in cui si insegni la religione. Gli ordini religiosi non hanno più vocazioni e stanno abbandonando le scuole e le università. Abbiamo perso le università, e ai nostri figli si insegna Hegel, Marx….. tutto l’opposto, il nichilismo. Queste cose ce le dicono i nostri giovani.

Ma
alla Chiesa riamane qualcosa che è una formula vincente: la famiglia (applausi). Noi abbiamo visto che i nostri figli, educati in una famiglia stabile, non vacillano a scuola. Diventano obiettori. Quando alle lezioni di educazione sessuale gli viene insegnato a masturbarsi e altre cose contrarie al Vangelo, si alzano in piedi e fanno obiezione. I genitori vanno a parlare con il preside. Non soccombono a tutto questo. All’università’, dove tutto è contrario ai valori Cristiani, non soccombono, non si possono convincere. Dietro a loro c’è la loro famiglia e la loro comunità Cristiana, una comunità Neocatecumenale di 40 o 50 fratelli che sono tutti uniti, dove appare Dio, dove non ci sono più classi sociali. Tutti sono fratelli: ingegneri, donne delle pulizie, vagabondi, tutti fratelli! Non ci sono più differenze di lingua o cultura, tra bianchi e neri, tra gente colta e ignoranti, o altro. Non ci sono poveri o ricchi, sono tutti fratelli che si aiutano l’un con l’altro. Se c’è una famiglia con molti figli che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, la comunità fa una colletta per aiutarli. La comunità aiuta la famiglia, e la famiglia salva la Chiesa! (applausi).

La nostra società sta
distruggendo la famiglia, e, in particolare, l’Europa sta andando verso l’apostasia e sta tenendo la famiglia separata. A causa del lavoro non hanno più tempo per tornare a casa per mangiare insieme. Le nuove generazioni non mangiano mai insieme. In Europa non ci sono punti di incontro, non ci sono momenti. La mattina un ragazzo esce a giocare a basket e una ragazza va a ballare. Sono sempre fuori, non si incontrano mai, non si siedono mai a parlare. La donna lavora, l’uomo lavora, quando tornano a casa i figli già dormono. E la famiglia si sta distruggendo in termini di tempo (il ritmo del lavoro e gli orari scolastici), in termini di composizione (coppie omosessuali, coppie di fatto, divorzio) in termini di stile di vita (la gente vive in un modo che è contro la famiglia) e soprattutto attraverso una cultura che ci circonda che è contraria al Vangelo.

Siamo convinti che la reale battaglia che la Chiesa è chiamata a fronteggiare nel Terzo Millennio, la sfida che dobbiamo raccogliere, nella quale si gioca il nostro futuro, è quella della famiglia. Per questo ho detto che sono contento di collaborare col Pontificio Consiglio per la Famiglia, portando l’esperienza di così tante famiglie, dopo tanti anni nei quali abbiamo visto che questa è una formula vincente. Con loro stiamo cercando di fare una guida. Sulla base di un’esperienza ultra trentennale, con famiglie di differente cultura e classe sociale, possiamo fare qualcosa di valido, non solo uno schema disegnato al tavolino del bar, ma qualcosa che ha dietro un’esperienza, qualcosa di serio, una guida per la famiglia, un’esperienza del Cammino Neocatecumenale attraverso la quale la Chiesa può aiutare la famiglia a trasmettere la fede ai figli. Penso che tutto ciò sia un grande contributo per la famiglia.

Spero che questo piccolo seme che gettiamo ora possa un giorno diventare un albero ricco di frutti, perché se un bambino di 4 anni ha visto suo padre pregare nell’assemblea con sincerità, non lo dimenticherà mai, mai (applausi). Molto adulti non dimenticheranno mai il modo in cui hanno celebrato nelle proprie famiglie, dove hanno
visto l’amore dei loro genitori per Dio e come pregavano con vero convincimento. Pregate per me. Grazie.

Vittorio Messori: Grazie Kiko !

Non sono né uno storico dell’arte, né, certamente, un esperto di icone. Però posso parlare di quello che ho sperimentato quando, anonimo (e mi perdonerà il sacerdote don Antonio Tagliaferri), confuso in mezzo a molti altri, ho visitato la chiesa di Santissima Trinità, attratto dal grande ciclo pittorico.

Erano anni nei quali ero pervaso da una sottile tristezza, come una velata nostalgia. Perché –mi interrogavo, quando, per grazia, mi riconoscevo quasi d’improvviso credente e cristiano-cattolico in particolare – perché l’architettura, la scultura, la pittura applicata al sacro, riesce ad esprimere oggi solo cose mediocri in gran parte, quando non miserabili? Dove sta oggi quella ispirazione che durante i secoli ha portato a creare testimoni capaci di coinvolgere la mente e il cuore in una profonda emozione che insieme alla Bellezza porta, silenziosamente, a contemplare la Verità?

Sempre mi rispondevo che, alla base di tutto, doveva esserci una crisi di fede; quello sguardo razionalista che analizza la realtà, sezionandola fino ai suoi particolari più profondi, nella quale scompare però il Mistero che la penetra e circonda. Così che, per dirlo con Miguel Angel che certamente lo capì molto bene: “Non basta essere un maestro pieno di scienza e intuizione per creare l’immagine venerabile di Nostro Signore; credo che sia necessario che l’artista conduca una vita cristiana e anche santa, perché il soffio dello spirito lo raggiunga”.

Non mi stupisce dunque che Kiko Arguello, pittore di fama già prima della sua conversione e poi sempre ricercatore appassionato di Dio, sia andato a cercare l’ispirazione lì dove la fedeltà alla Tradizione ha mantenuto altissimo il concetto e la Pratica dell’arte sacra. Nel nostro Occidente, nella Chiesa latina, le icone sono scomparse come presenza viva nel culto, fin dal secolo XIV. Il mondo ortodosso, al contrario, preserva pure nel presente quello sforzo (che è allo stesso tempo artistico, ascetico, teologico e spirituale) di produrre questa pittura “apofatica”, cioè che esprime nel simbolo, l’inesprimibile, conferendogli così un carattere sacramentale che lo fa partecipe della comunione con Dio. Per questo le icone possono essere considerate “come centri materiali nei quali riposa un’energia e una virtù divina che si uniscono nell’arte umana” ((V. Losskey) dando così vita ad un’arte sacra nel pieno senso del termine.

Però Kiko Arguello non è solo un pittore: è un uomo al quale lo Spirito Santo ha concesso il dono di ricondurre nel senso della Trinità una moltitudine di fratelli smarriti e frastornati, attraverso quel Cammino che li converte in umili catecumeni, capaci di stupirsi nuovamente ascoltando la Buona Notizia, desiderosi di aderire a Cristo nell’acqua battesimale e di ricevere la pienezza dello Spirito nella Pentecoste. Così, capace di comprendere bene il valore della Tradizione Orientale, della quale ha rispettato e assunto tutti i suoi schemi, Kiko ha saputo attualizzarla valentemente, esprimerla e realizzarla in uno stile che, secondo la mia opinione, è la sintesi della sua ricerca pittorica e della sua ricerca spirituale.

Vittorio Messori

Kiko Argüello: La Quaresima è la gestazione alla fede che culmina nella Pasqua. Lettera del 1978

Parigi, mercoledì delle ceneri 1978

Cari fratelli,

che la pace e la gioia di nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. A Lui, che ci ha mostrato che cosa sia la misericordia, la gloria e a benedizione nei secoli. Obbedendo al desiderio di tanti itineranti vostri catechisti, di scrivere in occasione della Pasqua una lettera, in cui potreste trovare una guida e un aiuto in questa Veglia Pasquale, mi son messo a scrivere non senza la trepidazione propria di chi non sa scrivere (voi sapete che lo faccio molto raramente) e con il timore di ripetere delle cose che molti già sapete.

Questa è la quinta lettera di Pasqua che scrivo alle comunità. Nelle altre quattro mi sembra siano descritte, più o meno, le principali caratteristiche della nostra grande Festa. Ad ogni modo, tenterò di dirvi qualcosa. Oggi, mercoledì delle ceneri, comincia la Quaresima ed essa viene a me chiamandomi a conversione.

Il mio grande desiderio sarebbe di andare nel deserto a pregare.. ma non mi è possibile. Penso alle tre tentazioni di Gesù e questo mi aiuta in questa Quaresima a cominciare di nuovo il combattimento: il cuore. Quanto vorrei amare Gesù con tutto il mio cuore, senza mormorare contro di Lui quando mi sento triste o quando soffro le incomodità, le incomprensioni o i problemi propri della mia condizione di apostolo itinerante. La prima tentazione: Israele mormora contro Dio perché‚ secondo loro mangiano un pane miserabile nel deserto e si ricordano delle cipolle, della carne, dei meloni e dei pesci d'Egitto. Anch'io mi ricordo della mia vita in Egitto e sono tentato, dalla concupiscenza degli occhi dalla sessualità, tante volte dal desiderio d'affetto, dalla voglia di riposare, insomma di cercare il mio piacere in tutto. Gesù sta quaranta giorni nel deserto; è scomodo, è duro sentire fame; fame d'amore, fame d'affetto, di comodità; di pane. "Se sei figlio di Dio" perché‚ dovrai soffrire? Se Dio è tuo padre ti dovrebbe amare, dovrebbe desiderare il meglio‚per te. Perché devi soffrire la fame? "Dì che queste pietre si trasformino in pane"...Gesù, fammi rispondere con te oggi e domani:"Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio".

Ecco la tua parola che mi è data nella storia, nella mia storia concreta di ciascun giorno, nella mia croce di. oggi: ESSA‚ IL MIO PANE. "maestro, mangia "."Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha inviato", La Chiesa sa che io ho questa tentazione e mi difende e mi aiuta contro me stesso. E in questa Quaresima mi dice: digiuna, digiuna seriamente, e si allontanerà da te il demonio quando vede la tua volontà decisa ad accettare il PANE della volontà di Dio. Signore, aiutami a volerti bene con tutto il mio cuore. "Shemà Israel, amerai il tuo Dio con tutto il tuo cuore", sopra la croce sei con il cuore colpito e spezzato. Mosè colpì la roccia del cuore incredulo... e dubitò, i soldati non dubitano, colpiscono, feriscono, uccidono… e sgorgò sangue ed acqua, e chi lo vide rende testimonianza. Dal tuo fianco sgorgò, Signore, la vita della nuova Eva.

Dal nuovo Adamo, la nuova umanità: una nuova creazione, un nuovo cuore, non di pietra, Signore ma di carne come il tuo, facile, facile da trafiggere. "Io toglierò da voi quel cuore di pietra e Vi darò un cuore di carne...

Shemà Israel. Amerai il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima.

Con tutta l'anima, con tutto il tuo spirito, con tutto il tuo essere, con tutta la tua vita, cioè rischiando te stesso. "Chi non perde perfino la propria vita, non la trova". Perdersi, umiliarsi, morire: fallire. Perché fallire? Perché‚ camminare per strade oscure senza sapere dove si va? Persa la ragione e persa l'anima, sempre col rischio di pensare se saremo pazzi o no, dove vivere, e soltanto fede e fede nuda...Perché? Perché fallire e camminare così, in Dio solo e senza noi? "Buttati dal pinnacolo del tempio e gli angeli ti raccoglieranno perché il tuo piede non inciampi contro la pietra" e vedendoti venire così dal cielo come gli angeli tutti crederanno in te...Lo vedi? Perché‚ passare per la croce? Perché tanta sofferenza? Non capisci? Perché camminare senza capire? Non ti ascolteranno, la casta sacerdotale non ti accetterà. Tu sei un operaio, un laico senza cultura; dalla Galilea puòo venire qualcosa di buono? Fallirai, ti uccideranno. Tenta Dio Perché no? Obbligalo con la tua fede che le cose siano in un'altra maniera, che li cambi la storia: sono tante te sofferenze, tante le malattie, tanti bambini subnormali, tanta la miseria e tanta la croce, e tanto il fallimento. Perché? Forse che Dio non esiste? O non ha fatto bene le cose? Come sarebbe facile tutti se ci mettessimo un po' di buona volontà...


"Vai via da me Satana! Tu giudichi le cose secondo il mondo e non secondo Dio". Anch'io mi scandalizzo della croce, della morte e del fallimento, anch'io non accetto l'umiliazione di essere sotto gli altri, di perdere la mia vita, di non trionfare, di non essere il primo, che le cose non siano e non si facciano come voglio io. La Chiesa mi invita alla preghiera, a umiliarmi davanti a Dio, a riconoscere che io sono una sua creatura, che io non sono Dio, che Dio è l'Altro. Ma come posso pregare se io non so farlo? Tenta come meglio sai, ogni forma è valida. Presto te lo insegneremo, se sei al principio del cammino. Gesù sulla croce, tutto rischiato, tutto perduto, con la fronte - segno dell'anima, della ragione e della vita - coronata di spine, in un'umiliazione totale fino alla beffa, fino alla pagliacciata e allo scherno. Se Dio ha permesso una fine tanto triste, è sicuro, era un peccatore... pensavano i farisei secondo quanto leggevano nelle scritture. E pensavano bene perché morì come peccatore al tuo posto e al mio. Che stupendo amore, nessuno mai mi ha voluto bene così, tanto gratuitamente.

Shemà Israel. Amerai il tuo Dio con tutto il tuo cuore, la tua anima, le tue forze.


Con tutte le tue forze, con tutto il tuo lavoro, con tutti i tuoi soldi. Il denaro, simbolo del potere; con il denaro - sentiamo dire - si ottiene tutto. Israele nel deserto presto si è fatto un idolo d'oro per chiedere le cose delle quali aveva bisogno. I soldi risolvono tante cose... Soldi, potere, IDOLATRIA. Colui che ha potere si teme, si rispetta. Il lavoro mi realizza, mi costruisce, mi permette di guadagnare soldi e possedere delle cose. Avere potere: dominare.

Quante discussioni per denaro, quante sofferenze. "Tutto questo ti darò" - e gli mostra le ricchezze e le glorie di questo mondo - "se tu mi adori". Ecco la tentazione. Guadagnare il mondo, essere famoso, che tutti ti ammirino, ti vogliano bene. Fama e denaro. "A che serve all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?". Lavorare, lavorare, con tutte le sue forze: il lavoro, il denaro, la politica, il potere. "Di chi è quell'immagine?" dice Gesù Cristo quando gli mostrano la moneta del Cesare. "Di Cesare", gli rispondono. "Allora date a Cesare quello che è di Cesare"... Gesù sopra la croce, con le mani di lavoratore e falegname trafitte dai chiodi, mani e piedi con cui faceva forza nel lavoro. Amerai Dio con tutte le tue forze, con tutto il tuo lavoro, con tutti i tuoi soldi. La Chiesa ci invita ad uscire dall'alienazione che ci procura il denaro e l'affanno di esso. Ci parla di elemosina, fate elemosina, "fatevi tesori nel cielo", "vendete i vostri beni". Ai notabili e farisei dell'epoca, amici delle ricchezze, dice: "date quello che avete in elemosina ed ecco che tutto sarà puro per voi". Parole fuori della realtà... Tu sei fuori della realtà e della vita, schiavo del denaro, giorno e notte con il cuore secco di avarizia e di idolatria. Convertiamoci a Dio tu ed io.

Anch'io sono tentato tutti i giorni: senza denaro non si può far niente... è necessario viaggiare, mangiare, vestirsi, avere una riserva per gli imprevisti. Usciamo dall'idolatria e restituiamo quello che abbiamo rubato, a causa della nostra avarizia, ai poveri. Il cuore, il pane, il digiuno, l'anima, l'orgoglio, la preghiera, le forze, il denaro, l'elemosina.


La Chiesa ci invita nella Quaresima a riprodurre in noi il combattimento di Gesù. A vivere con lui il tempo del deserto. Esso ci aiuterà a rincontrare la storia della nostra salvezza. Ci risveglia e ci mostra qual'è il combattimento da sostenere nella vita come cristiani. Come abbiamo visto, in questa breve spiegazione delle tentazioni si trovano quattro linee, per così dire, sovrapposte:

" La prima, lo Shemà: amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze;

" La seconda, il cammino d'Israele nel deserto, dove Dio lo porta perché capisca cosa c'è nel suo cuore, perché veda come dubita di Dio e lo tenta e come cerca un altro dio più visibile che faccia la sua volontà.

" La terza, Gesù, nuovo Israele, viene a seguire le orme che Dio, suo Padre, gli ha tracciato attraverso l'Esodo adempiendo lo Shemà nella sua carne.

" E la quarta, Cristo Risorto e vivo oggi nella Chiesa che ci dona il suo stesso Spirito che ci permette di obbedire a Dio secondo il cammino dell'Esodo, realizzando Io Shemà e aiutati della Chiesa che, come una Madre, ci insegna a digiunare, a pregare e a fare elemosina.

Qualcuno, visto questo schema sostanziale della Quaresima, potrebbe pensare che bisogna sforzarsi, facendo elemosina, pregando, digiunando e che così si diventa cristiani; mentre - come si vede nel Vangelo - tutto questo è stato preceduto dal Battesimo. Gesù ha trascorso trent'anni nella famiglia di Nazareth fino a divenire adulto e, dopo essere stato battezzato, "fu portato dallo Spirito Santo nel deserto per essere tentato dal diavolo".

Per noi, che cosa vuol dire questo? La nostra Quaresima è tutto il tempo catecumenale, nel quale la Chiesa, facendo crescere il tuo Battesimo, ti insegna a combattere ed a vivere questo Shemà: cioè, ad amare Dio con tutto il tuo cuore, senza mormorare per le sofferenze di tutti i giorni; con tutta la tua anima, accettando tante volte di non capire e rischiando la tua vita; e con tutte le tue forze, ossia col tuo denaro e col tuo lavoro. Così, voi sapete, abbiamo un tempo precatecumenale dove siamo messi di fronte alle nostre forze, al lavoro, alla famiglia, alle ricchezze, alla relazione col denaro (1° tentazione). Un tempo catecumenale dove siamo iniziati alla preghiera e ad accettare che noi non siamo Dio, a farci piccoli, ad accettare l'umiliazione, a essere semplificati (2° tentazione). E un terzo tempo, quello dell'elezione, dove la Chiesa ti insegnerà ad entrare nella croce di ogni giorno, vivere nella croce quotidiana, come il cammino che Dio ha scelto per la tua salvezza, a digiunare del mondo e a vi vere del pane venuto dal cielo, nostro Signore Gesù Cristo, Parola di vita eterna per noi (3° tentazione).

Ecco che, finito il cammino neocatecumenale, la Quaresima ripresenta per noi la gestazione alla fede che finisce nella Pasqua. Questo è il contenuto più profondo delle liturgie della Quaresima, del ciclo quaresimale che è ricchissimo delle tappe di preparazione del Battesimo. Il catecumenato nella Chiesa primitiva finiva sempre nella Pasqua, con l'acqua del Battesimo che segna "la fine del peccato e l'inizio della vita nuova" (come dice l'inno della benedizione dell'acqua del fonte). Dico questo per farvi capire l'importanza che nella Chiesa aveva la Veglia pasquale; lo splendore di questa Notte Santa, che marca la nascita dell'uomo celeste in noi e che ci dona la cittadinanza della Gerusalemme eterna, Notte che ci da accesso, come figli di Dio, all'eredità che nostro fratello Gesù Cristo ha lasciato in testamento con la sua morte per noi. E' finito il tempo di fanciullo, di servo, e la Chiesa ci ridà quello che ci appartiene: lo Spirito dell'amore.

Cristo, conoscendo la fatica, la povertà di amore che abbiamo, e perciò le sofferenze costanti che incontriamo nel vivere quotidiano e come nel nostro spirito si annida la morte e la paura di essa che ci costringe tante volte alla meschinità e all'egoismo ,Lui, Cristo, pieno di amore e tenerezza per la nostra condizione esistenziale, ha steso le sue braccia sulla croce e ha offerto il suo corpo come alimento per la morte, uccidendo la morte e, morto per i miei e per i tuoi peccati, ha fatto testamento in mio e tuo favore della vita che donava. Se il debito del mio peccato e del tuo era la morte, Lui ha pagato con la sua morte facendosi te peccatore: ecco che, risorto dalla morte, te e me con Lui siamo risorti dalla morte, ecco che la sua Resurrezione ci giustifica, ecco che la sua Resurrezione è una luce, un canto, una tromba che annunzia che tu hai accesso gratuito a ricevere lo Spirito Santo.

Ma come potremo ricevere questa ricchezza che Dio ha depositato nella Chiesa? Avvicinandoci ad essa e lasciando che in essa siamo lavati gratuitamente e, spogliati dal nostro corpo di peccato, rivestiti della nuova condizione umana. Per questo Cristo è morto ed è risorto. Per questo è salito nel cielo ed intercede per noi. Affinché nella Chiesa possiamo ricevere uno Spirito nuovo, uno Spirito che non è più soggetto alla morte, perché l' ha vinta, perché è Risorto dalla morte, uno Spirito che ci rasserena nel fondo di noi stessi, ci dona la pace, ci consola, che ci testimonia che Dio è nostro Padre, che di fronte alla Croce ci dice "non aver paura!"; insomma uno Spirito che ci fa vivere oggi più felici. Quanta gente vive piena di sofferenze terribili, quanta gente vicina a noi soffre per la più piccola cosa! diventa isterica perché la vita non è come vorrebbe.

Va dallo psichiatra per chiedere aiuto, perché le insegni ad accettare la propria vita e amare gli altri, perché si rende conto che dentro di sé non c'è amore. E noi sappiamo che tutta questa gente potrebbe essere più felice se sapesse che nella Chiesa l'attende un'eredità che le appartiene, uno Spirito che Cristo ha guadagnato per tutti, uno Spirito che è l'amore e con il quale farebbe meno fatica nella vita, amerebbe meglio la moglie, i figli, i compagni di lavoro, accetterebbe meglio se stessa. Ma non lo sanno!

Come non dare la vita perché‚ la Chiesa diventi un posto credibile per gli uomini? Ah, se tutti gli uomini sapessero che esiste una piscina, un'acqua dove chi si lava è risanato nel profondo! E quest'acqua non la possiamo separare dalla nostra Veglia pasquale; perché‚ da questa notte scaturisce come una fontana di vita nuova. In essa noi battezziamo i nostri bambini, in essa ritrovano la vita quegli adulti che hanno finito il loro percorso catecumenale, in essa noi siamo invitati a guardare Gesù Cristo Risorto e Vittorioso, per ringraziarlo e gridare, pieni di amore e gratitudine: Vieni, Signore Gesù! Ah, se tu venissi in questa Veglia Pasquale del 1999 e tutti gli uomini ti contemplassero come sei veramente, piena di tenerezza per tutti! Quanti riposerebbero dalle loro fatiche! Ah, se tu venissi in questa Veglia e con te fossimo trasformati e potessimo passare dal nostro Banchetto gioioso pieno di canti e di fiori, al tuo Regno, al Banchetto eterno con Te!

Anche se Tu non ritornassi, celebrare questi magnifici sacramenti dove Tu sei presente con noi, ci trascinerà a portare questo amore, tutto l'anno, a tanti fratelli ai quali non è ancora arrivata questa realtà. Tu fortifichi la nostra attesa; ogni anno ti desideriamo di più, ti aneliamo, sentiamo il nostro esilio in Babilonia, arrivando perfino a sospirare la nostra morte fisica, ultima Pasqua che ci introdurrà nella Gerusalemme celeste.

Come voi sapete, fratelli, il nostro cammino neocatecumenale ha uno scopo preciso: aprire un itinerario di ritorno alla casa del Padre per la pecora perduta, per lontani dalla Chiesa. In questo senso le nostre feste pasquali hanno un'importanza di prim'ordine perché esse predicano e realizzano il contenuto della nostra fede. E' chiaro che noi dovremo adattare questo cammino alle condizioni del nostro momento storico: da un lato, aiutare i fratelli lontani che si stanno riaccostando alla Chiesa e, dall'altro, restare ancorati alla tradizione più viva e autentica della Chiesa.

Il Papa Paolo VI il mercoledì 7 luglio 1976 parlando sulla necessità oggi, di ricostruire la Chiesa, diceva: "Tutto il lavoro compiuto nei secoli a noi precedenti… ci chiama a ricominciare da capo, memori sì e custodi gelosi di ciò che la storia autentica della Chiesa ha accumulato per questa e per le future generazioni, ma consapevoli che l'edificio fino all'ultimo giorno del tempo reclama lavoro nuovo, reclama costruzione faticosa, fresca, geniale, come se la Chiesa, il divino edificio, dovesse cominciare oggi la sua avventurosa sfida alle altezze del cielo".

Per questo, aiutarvi a vivere la Veglia pasquale è lo scopo fondamentale di questa lettera. La pace e la gioia di Gesù Cristo, nostra Pasqua,. sia con tutti voi.

Kiko Argüello

Arte e VAngelo. Kiko Arguello: "Necessario ritornare al canone, proponendo però su questo canone tutte le scoperte d’occidente"

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Viaggio tra le opere che decorano le nuove chiese della città eterna tra licenze espressive e devozione dove il Sacro trova nuove forme


Il ritorno ai codici iconografici della tradizione o la sperimentazione di forma e concetto, dal figurativo all’astratto. L’arte sacra si rinnova e, per farlo, parte proprio da Roma. Sono molti, infatti, gli artisti che, in questi anni, si sono dedicati a temi religiosi, portando le loro opere all’interno delle chiese, quasi a trasformarle in vere e proprie gallerie espositive. Basta guardarsi intorno per scoprire le diverse tendenze della raffigurazione sacra. Il minimalismo articolato in più forme, e soprattutto firme, tutte rigorosamente all’insegna della modernità per facilitare la comunicazione con le nuove generazioni, è la linea guida della chiesa del Santo Volto di Gesù, alla Magliana, opera corale in cui arte e architettura si fondono a creare un nuovo spazio e concetto di aggregazione. Carla Accardi firma il gigantesco rosone, concepito come un occhio che unisce cielo e terra in una sorta di spirale. Pietro Ruffo ritrae il volto di Gesù in filigrana su vetro. Giuseppe Uncini ha realizzato la cancellata in tondini metallici e Marco Tirelli una pittura murale. La Via Crucis in formelle di terracotta di Mimmo Paladino, all’eccezionalità dell’autore, aggiunge la particolarità di una stazione «extra». Alle consuete quattordici, Paladino, infatti, ha aggiunto la quindicesima, che raffigura la resurrezione. È oggetto di una interessante rilettura pure il paliotto sull’altare di Santa Teresa d’Avila, in corso d’Italia, opera di Serafino Melchiorre, artista e frate carmelitano, che nella chiesa ha il suo studio. «Tra gli apostoli - racconta - ho posto San Paolo a fare da pendant alla figura di San Pietro, come omaggio alla città di Roma. Gli apostoli però rimangono dodici, manca Giuda». La chiesa è un vero museo delle opere di fra Serafino, dalla statua di Santa Teresa al portale bronzeo, dagli affreschi della sacrestia a bozzetti e calchi per opere commissionategli in Italia e all’estero. «La Chiesa lascia libero spazio all’interpretazione degli artisti - dice fra Serafino -. A parer mio però l’arte sacra contemporanea deve rimanere legata al figurativo perché è più facilmente comprensibile. Esistono opere astratte bellissime e piene di significato ma il loro messaggio rischia di essere solo per pochi. L’immagine sacra, invece, deve sollecitare la spiritualità. Di tutti». Chiesa-museo e arte-architettura in cui entrare a Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca, dove tutte le opere lignee sono di Mario Ceroli. Punta sull’astratto, non senza polemiche, la Via Crucis in acciaio inossidabile e resina, ideata da Frank Stella per la chiesa Dives in Misericordia a Tor Tre Teste, concepita come una sorta di rete tra filo e ombra, presentata a New York la scorsa estate. Rimandano allo stile delle icone orientali i lavori di Kiko Arguello, pittore e religioso spagnolo, che in città ha firmato più opere e chiese, dalla cripta di Santa Francesca Cabrini, al Nomentano, fino al maestoso retablo di San Massimiliano Kolbe a Prato Fiorito. Arguello sostiene la necessità di un «ritorno al canone, proponendo però su questo canone tutte le scoperte d’occidente». Così le figure sono a due dimensioni e il punto di fuga della prospettiva non è nell’opera ma al suo esterno, nell’ideale osservatore, i colori, però, in un gioco di contrasti e affinità, rivelano la modernità di sguardi e interpretazione. Suoi pure gli affreschi della parrocchia dei Santi Martiri Canadesi, al Nomentano, che vanno ad aggiungersi alle opere di Angelo Biancini, Giuseppe Hajnal, Marcello Avenali e Eugenio de Courten. Lo stile monumentale e ricco di colori anima l’accentuato - in parte cupo - verticalismo dell’architettura, smorzandone il «peso». Non c’è quasi interruzione nel percorso artistico di Santa Croce in Gerusalemme, nell’omonima piazza, che a scavi archeologici e opere storiche dell’interno aggiunge, quasi a stabilire la naturale evoluzione di messaggio e tratto, la porta in ferro e vetro dell’orto realizzata da Jannis Kounellis nel 2007. Lo stretto rapporto tra antico e moderno, fusi al di là del tempo nell’eternità del pensiero religioso, è addirittura accentuato a Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, in piazza della Repubblica. Per entrare nei tesori - materiali e spirituali - della basilica, si passa attraverso un portale in bronzo, opera del 2006 di Igor Mitoraj. D’obbligo una tappa a Santa Maria in Montesanto, in piazza del Popolo, che oltre a lavori di epoche differenti - la via Crucis in bronzo è firmata da quattordici maestri degli anni Sessanta, come Emilio Greco - ospita esposizioni di arte contemporanea, prevalentemente di tema religioso. Avanguardie del Sacro.

Il Giornale 14 gennaio 2010

L’EUROPA È NATA PELLEGRINANDO E LA SUA LINGUA È IL CRISTIANESIMO INTERVENTO DI KIKO ARGÜELLO Fermo, 21 settembre 2004

Allora, io vengo adesso da una… sapete che abbiamo avuto una convivenza nell’Alta
Galilea, sul Monte delle Beatitudini, dove il Signore ha voluto … mi sentite bene? … ha
voluto che potessimo costruire una casa, bellissima, che si chiama Domus Galilea, in alto
della cima del Monte delle Beatitudini, si vede tutto il Lago della Galilea e ci siamo radunati
con 500 sacerdoti, provenienti dai Seminari Redemptoris Mater del Cammino
Neocatecumenale dell’Europa, e 200 itineranti, e abbiamo formato 320 equipes e le abbiamo
inviate per tutta l’Europa, due a due, due presbiteri, o un presbitero e un catechista itinerante.
320 equipes mandati a più di 320 città del Nord Europa. Dieci giorni, senza borsa, senza
bisaccia, senza soldi, solamente con un biglietto, ….uno per l’arrivo alla città ed uno per il
ritorno e abbiamo dato appuntamento dopo qui a Porto San Giorgio a tutte queste equipes, che
venivano da tutta l’Europa. Da Helsinki, da Londra, 50 equipes sono andate nella Francia,
nella Norvegia, nei Paesi dell’Est, Mosca, ed anche alcune sorelle sono andate itineranti e si è
compiuto il Vangelo che dice che, quando il Signore Gesù Cristo ha inviato a due a due i
settantadue, dice il Vangelo che sono ritornati tutti contenti, questo è profondissimo ed è
esattamente successo. Tutti tornavano contenti.
Immaginate la preoccupazione, che angustia, pensando che uno poteva ammalarsi, ad un
altro poteva succedere un incidente, invece non è successo nulla. Sono ritornati tutti contenti.
Hanno dormito alcuni nelle stazioni, per le strade, sono stati senza mangiare. Noi li abbiamo
inviati con uno spirito nuovo...
È stato fantastico, perché il Papa ha inviato per noi alla Convivenza di Galilea, Mons.
Rylko, il Prefetto del Pontificio Consiglio per i Laici e lui ci ha detto, a nome del Papa:
“…non andate a fare un’esperienza così, andate per le strade, predicate il Vangelo, senza
soldi. Andate veramente in missione!” Ed è stato il primo anno, che Dio ci ha ispirato di
visitare non solamente le Parrocchie dell’Europa, ma anche di andare a visitare le sinagoghe
degli ebrei, annunziando la Buona Notizia, e anche di andare nelle moschee dei musulmani e
vi assicuro che è stata un’esperienza veramente impressionante.
Per esempio due sorelle ci hanno detto che sono state in alcune parrocchie in una città e
nessun parroco cattolico le ha accolte: “Ma che fate, ma queste cose… ecc.” Sono entrate in
una sinagoga che era vuota, e appena entrate, hanno passato una sala ed hanno trovato un
rabbino che era seduto che scrutava le scritture, con la Bibbia e gli hanno detto: “La pace del
Signore sia con te! Veniamo a portarti un lieto annunzio: l’amore che Dio ha per te!”. Si è
impressionato, si è alzato, le ha fatte sedere, le ha ascoltate e ha detto: “Che meraviglia!”. Le
ha portato del tè, dei pasticcini, delle cose, che stavano senza mangiare da molto tempo. In
Londra hanno visitato trenta sinagoghe e sono state ricevute da sette rabbini, con un successo
enorme. Tutti le hanno accolte e gli è sembrato meraviglioso. Portavamo la Buona Notizia,
del nuovo rapporto che dopo il Concilio Vaticano II si è instaurato con la Chiesa e gli Ebrei. Il
Papa andando nella sinagoga di Roma ha detto agli ebrei: “Voi siete i nostri fratelli
maggiori!”. Anche i musulmani ci hanno accolto bene. Non ci hanno accolto male.
Vorrei raccontare tante cose di questo invio meraviglioso ed il bene che gli ha fatto ai
preti. I preti del Redemptoris Mater qui di Macerata, i presbiteri che hanno camminato molto,
più di venti chilometri al giorno, molte volte senza mangiare e pregando sempre, con il
Rosario e con la Scrittura. Ma noi li abbiamo inviati con questo spirito: “Andate a prendere il
rifiuto!” Perché nostro Signore Gesù Cristo è venuto ed è stato rifiutato. Dio la persona del
Suo Figlio, Gesù Cristo, è venuto al mondo ed è stato rifiutato dagli uomini; non l’abbiamo
voluto; l’abbiamo… l’hanno torturato, l’hanno consegnato ai pagani e l’hanno messo in croce,
l’abbiamo messo in croce. Ma questo rifiuto, questo rifiuto qui (mostra la croce) è il segno
del Dio della croce. Cristo, come una pecora muta, davanti a quelli che la tosano, senza dir
niente, ha offerto questo rifiuto, che significava sofferenze terribili, sputi, insulti, torture,
corona di spini, flagellazione, non per tutti.
Quelli stessi che lo rifiutavano… è forte che quanto più lo rifiutavano, più si salvano,
perché questo dolore è diventato salvezza per loro: per tutti noi.
Così noi abbiamo detto ai fratelli, guardate che se vi rifiutano, significa che non vi danno
da mangiare e forse state una giornata intera senza mangiare, che alcune volte non avrete da
dormire. Perché dice il Vangelo di San Matteo, che alla fine dei tempi: “Ho avuto fame e mi
avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere” e diranno “Quando ti abbiamo
visto?” “Quando l’avrete fatto ad uno di questi fratelli più piccoli, a me lo avete fatto”.
Ci sono molti teologi, nel mondo della Chiesa, c’è un teologo catalano, che si chiama
Comà che dice che questo testo, non si riferisce ai poveri o a quelli che soffrono, ma si
riferisce esattamente a quelli che Gesù Cristo ha inviato senza niente, tanto radicalmente si
uniscono agli ultimi della terra, che dice l’evangelista, che neanche i sandali, senza borse,
senza soldi, senza niente, anche senza sandali, anche senza bastone. Un altro parallelo, un
altro evangelista dice con il bastone e con i sandali. Perché sono gli ultimi della terra. Diceva
un profeta cattolico, esperto di media, Mac Luhan (Herbert Marshall McLuhan), sapete che
ha coniato questa frase: “Il mezzo è il messaggio”. Oggi ci sono molti mezzi, internet, la
televisione, i giornali. Bene Gesù Cristo ha scelto un mezzo per portare il Vangelo: gli ultimi
della terra. Ma dove sono questi ultimi della terra, che annunziano il Vangelo, come ha fatto
San Francesco, oggi? Perché dice San Paolo che “Dio ha voluto salvare il mondo con la
stoltezza della predicazione”. Dio ha voluto salvare il mondo attraverso la stoltezza della
predicazione! Che predicazione? Perché abbiamo fatto un progetto di evangelizzazione
all’Università di Madrid, ed abbiamo messo questa frase: “Dio ha voluto salvare il mondo
attraverso la stoltezza della predicazione”. Quale predicazione? Che predicazione? Che cosa
ci salva?
Bene io spero di potervi dire una parolina su questo. Perché l’unico regalo e l’unico dono
che posso - io non so fare conferenze – è quello, darvi a tutti, a quelli del Cammino e a quelli
che non sono del Cammino, una parola di salvezza oggi. Una parola di salvezza oggi.
Dio ha voluto salvare il mondo attraverso la stoltezza della predicazione: non attraverso
una conoscenza, una gnosis. Si narra adesso di un fatto, che quando si annunzia si realizza:
cioè che se io adesso oggi vi annunzio questa notizia, a tutti che siete qua, e nel momento
dell’annunzio si realizza. E che cosa annunzio? La tua salvezza, eterna! E tu sei strappato
dalla morte. Perché la Chiesa annunzia la vittoria sulla morte. La resurrezione del Cristo. Ma
prima di dire questo, questo incontro di oggi… io ero molto stanco, perché dopo questa
Convivenza che abbiamo avuto nella Galilea, dopo abbiamo voluto raccogliere e abbiamo
sentito tutte le esperienze ed è stata una gioia enorme. Dopo abbiamo avuto in questa Tenda -
in questa specie di nave spaziale che abbiamo fatto lì a Porto San Giorgio - abbiamo fatto un
incontro di 1.000 seminaristi, che sono venuti dai seminari dell’Europa, e dopo abbiamo
portato 250 giovani che sono del Centro Vocazionale, per ripartirli in questi seminari. Dio ci
da ogni anno, tra 200 e 300 vocazioni, che siamo veramente impressionati. E abbiamo
tantissime vocazioni grazie a Dio; e sono nati anche quattro seminari nuovi. È nato un
Seminario in Madagascar, un Redemptoris Mater, un Seminario in Francia ad Avignone, c’è
stato il vescovo di Avignone ed è venuto il vescovo del Madagascar, è nato un Seminario a
Dallas negli Stati Uniti, il quarto seminario degli Stati Uniti, ed è venuto il cardinale Mc
Carrick (di Washington), ed è stato con noi quattro giorni, ed è venuto a salutarlo il Vescovo
di Fermo, ed è venuto il cardinal Shönborn di Vienna, ed ha voluto salutare i suoi, perché è
venuto il Seminario di Vienna, Redemptoris Mater, ed è nato anche il Seminario in Costa
Rica, è venuto anche il vescovo di San Josè di Costarica, nel Centro America. È venuto anche
un vescovo dall’Albania che sta supplicando per favore che in Albania hanno bisogno di un
nuovo tipo di presbiteri, ma non è stato possibile quest’anno, forse l’anno prossimo, se Dio
vuole e ci da salute.
Ecco, e domani cominciamo un’altra Convivenza di Inizio Corso. Tra quest’intervallo, mi
chiede il vescovo – perché è finita la Convivenza l’altro giorno - di fare questo incontro.
Dico no, sono morto! Ma come potevo dire no al vescovo. La Carmen non è qui vi saluta tutti
… ed anche Padre Mario vi saluta tutti.
Io Signore Ti ringrazio, “perché mi dai la forza di un bufalo”, come dice il Salmo, ed
anche “mi cospargi di olio splendente”.
Bene, non so, non ho preparato nulla e quindi vi parlo così, come parlo normalmente. Per
capire il contenuto di quest’incontro, per comprendere questo Centro e per parlare
dell’Europa, che è molto importante l’Europa, noi siamo nell’Europa, ed apprezziamo
quest’iniziativa del Comune di Fermo, nel fare queste giornate parlando dell’Europa. Volevo
dire una cosa. Guardate questo libro (mostra il libro): ‘La nuova evangelizzazione
dell’Europa’ di Giovanni Paolo II, dove raccoglie tutti i testi del Papa, sulla nuova
evangelizzazione dell’Europa. Qui c’è un testo. Ragazzi non vedo niente … sono vecchio io
Nell’anno 1985 il Papa ha avuto un incontro con tutto il Consiglio delle Conferenze
Episcopali dell’Europa ed ha parlato alle Conferenze Episcopali Europee sulla nuova
evangelizzazione dell’Europa. Oggi in Europa assistiamo ad una serie di fenomeni
sorprendenti. Il primo fenomeno è quello dell’apostasia dell’Europa. L’Europa sta
apostatando il Vangelo. Pensate in Francia, già il 50% non sono battezzati. Noi siamo stati
alcuni mesi fa a Parigi, col Nunzio, che siamo amici, abbiamo conosciuto il Nunzio di Parigi
attuale quando era Nunzio in Perù e cenando con lui, parlando di questo, ci diceva che, non
soltanto questo è il problema gravissimo della Francia oggi, non soltanto questo, è che
l’ultima statistica dice che solamente il 30% dei bambini li portano al catechismo. Ossia di
100 bambini che nascono in Francia, solamente 30 i papà li portano a fare la Prima
Comunione; 70 nessun rapporto con la Chiesa, di nessun tipo. Questo è il cambio totale della
società della Francia. In Francia è terrificante quello che sta succedendo e la Spagna? Ogni
quattro minuti si rompe un matrimonio in Spagna. Si distrugge un matrimonio. Migliaia e
migliaia di giovani abbandonati, con il bottiglione, chiaro? Si mettono nelle piazze a bere
birra con le aspirine, droghe. Migliaia e migliaia in tutta l’Europa. Adesso il matrimonio
omosessuale, il divorzio lo fanno rapidissimo e stanno cambiando le leggi, e stanno
ateizzando la Spagna. Completamente si sta trasformando tutta intera la società. Che dire
della Scandinavia, che dire dell’Olanda e l’ultima legge: è stata approvata l’eutanasia ai
minori. Prima non si poteva fare per i bambini dai 16 anni; adesso l’hanno abbassata per i
bambini fino a 12 anni. Ossia che se hai un figlio che ha 12 anni che ha un cancro alle ossa e
soffre, i genitori lo possono uccidere. Per legge è stato permesso e come se è stata creata una
campagna di morte, nella quale ti dicono che se la tua vita non ha qualità di vita, ti
convincono che è meglio ucciderli, che non merita la vita di essere vissuta e questo sta
accadendo con gli anziani, con gli ammalati. Uno sta soffrendo, potrebbe vivere tre anni nelle
sofferenze e dicono che non deve vivere soffrendo, perché la sofferenza inquina. Inquina la
società. Nessuno deve soffrire.
Questa immagine (si rivolge alla Croce) di un uomo sofferente è un orrore, lo asportano,
lo tolgono, nessuno deve soffrire come Lui. Hai un figlio di 13 anni che soffre, i genitori
danno il permesso rapidamente perché sia ucciso. Si sta facendo l’eutanasia a tutti i livelli.
Vedete questo?
In Olanda noi abbiamo aperto due seminari, stiamo portando la nuova evangelizzazione, è
stato fantastico, con le famiglie in missione e dice che in Olanda la gente porta un cartellino
dentro: “Se mi succede un incidente per la strada non mi portate all’ospedale. Portatemi a
casa”. Se ha più di 50 anni, l’escludono, no sta in ospedale, ossia (è) quello che ha parlato il
Papa: cultura di morte! Possiamo parlare tantissimo dell’Europa e dell’Italia, anche dell’Italia.
Adesso si rendono conto a Milano che già diminuisce la gente, le case religiose si sono
svuotate completamente e sta cambiando tutto, tutto cambia. Però succede un fatto profetico:
arriva l’Islam. Si interessante l’Islam. Sapete perché arriva l’Islam? Voi siete battezzati, avete
ricevuto attraverso il battesimo un carisma profetico. Sapete che il battesimo ci fa profeti, re e
sacerdoti a tutti i cristiani. Come profeti dovete sapere perché arriva l’Islam. Guardate che è
una cosa molto seria. Perché l’Islam si inginocchia davanti a Dio. Tutti si inginocchiano e in
mezzo ad una società completamente atea.
C’è un filosofo francese che si chiama Bergson che dice: “l’Europa ha bisogno di un
supplemento di anima” di fronte a tutto questo che sta succedendo oggi e che se non ci
riuscirà, perirà. Ma che supplemento di anima, se al popolo francese ci hanno distrutto
l’anima? Il popolo francese ha negato Dio e ha negato l’anima, ha negato la famiglia, ha
negato tutto. Che cos’è l’uomo? Che antropologia abbiamo?
Bene, in questo discorso che fa il Papa, Giovanni Paolo II, al Consiglio dei Consigli
Europei, sull’Europa dopo - lo dobbiamo leggere tutto - dopo di analizzare la secolarizzazione
e dice cose molto, … dice: “Avete cercato - sta parlando al Simposium il Papa - Avete cercato
di comprendere con animo riflessivo e sereno l’Europa di oggi, in tutta la sua vivente ed
articolata realtà. Nelle vostre riflessioni siete partiti considerando questa realtà tipicamente
occidentale, che si riunisce nel concetto di secolarizzazione. Ma che cos’è l’Europa? Qual è
la sua identità? Qual è la sua anima profonda? Quale la sua ispirazione ed aspirazione?
Quale è il momento che sta attraversando”.
È un discorso molto serio… E dopo aver parlato di tante cose, della secolarizzazione, della
mancanza di unità europea, dei diritti umani di Helsinki, dice: “Gli incontri preparatori a
questo simposio e nelle vostre riflessioni, l’attenzione si è concentrata in modo particolare
sulla realtà della famiglia. Qui è in gioco il bene e l’avvenire della Chiesa in Europa, non
meno che il bene e l’avvenire della società europea. Siamo coscienti dei conflitti e delle
tensioni che insidiano il modello di famiglia e di morale familiare proposta dal Vangelo e
quel modello di famiglia invalso nella società odierna. Questa mentalità odierna, … segno
del materialismo immanentistico ed edonistico che ne sta alla base, ha trovato coscienza
dell’aborto...”, ecc..
Bene, dopo di aver analizzato tutti questi fattori, l’aborto, anche l’eutanasia, anche il
modello di famiglia, queste gravi considerazioni su cui riflettere, si giunge al modello
antropologico e culturale, che caratterizza l’odierna Europa e come si presenta l’immagine
dell’uomo europeo secolarizzato? Possiamo dire che è un uomo talmente impegnato nei
compiti di verificare la città terrena, che ha perso di vista, al punto di escludere la città di Dio.
Dio rimane fuori del suo orizzonte di vita. Ma l’ateismo teorico e pratico si riflette sulla
concezione antropologica. Se l’uomo non è immagine di Dio, e non rimanda al valore di se
stesso, che valore ha? Perché opera, perché vive? Fratelli, bene.
Questo per dire soltanto che dopo aver parlato del bisogno e dell’urgenza di una nuova
evangelizzazione per l’Europa, ha detto questo e questo che leggeremo adesso ha a che fare
con noi, ha relazione con questo incontro che si tiene alla Cattedrale di Fermo.
Dice il Papa: “E’ per realizzare una efficace opera di evangelizzazione, dobbiamo
ritornare ad ispirarci al primissimo modello apostolico”.
Quello che abbiamo fatto noi, di inviare senza soldi, senza niente, camminando per le
strade ed annunziando la Buona Notizia. Due preti per esempio, che non li ha raccolti
nessuno, due giorni senza mangiare, sono andati in un supermarket ed hanno cominciato a
gridare alla gente: “Vi annunziamo una buona notizia”. Hanno fermato la gente lì nel
supermercato e si è fermato un giovane li ha ascoltati ed gli hanno detto che Dio lo amava. E
gli ha detto: “Chi siete? Ma dove avete dormito?” “Abbiamo dormito in una stazione!” “Mai
nella vita mia ho visto un sacerdote che dorme in una stazione! Ma chi siete? Ma che cosa sta
succedendo? Avete mangiato?” Gli hanno detto: “No!” “Venite con me!” e gli ha portato un
salame, di tutto. Ed era impressionatissimo. Questo uomo lontanissimo dalla Chiesa, ma non
li voleva lasciare e diceva: “Ma chi siete? Ma che cosa sta succedendo nella Chiesa?” “Ma
come, davvero avete dormito nella stazione? Ma sono due giorni senza mangiare, che andate
percorrendo?” ...
Quando andremo nelle piazze… adesso stiamo mandando, prima i preti, dopo alle
sinagoghe, dopo alle moschee, alla fine andremo …
Bene, questo è il primissimo modello apostolico. “Tale modello lo contempliamo nel
Cenacolo, che ha accolto Cristo uniti con Maria, in attesa di ricevere il dono dello Spirito
Santo. Solo con l’effusione dello Spirito comincia l’opera dell’evangelizzazione. Il dono dello
Spirito è il primo motore, la prima sorgente, il primo soffio dell’autentica evangelizzazione.
Occorre dunque cominciare l’evangelizzazione invocando lo Spirito e cercando dove oggi
soffia lo Spirito. Alcuni sintomi di questo soffio sono certamente presenti oggi nell’Europa.
Per trovarli, sostenerli e svilupparli bisognerà talvolta lasciare che schemi atrofizzati – sta
parlando ai vescovi il Papa – per andare là dove inizia la vita, dove inizia la vita secondo lo
Spirito”.
Ossia dice il Papa ai vescovi, dopo aver fatto un piano così pessimistico dell’Europa, della
secolarizzazione, della distruzione della famiglia, della distruzione dei giovani abbandonati,
dell’eutanasia, della morte, tutto quello che volete, dice che Dio ha dato già la risposta,
attraverso lo Spirito Santo e sta suscitando nuove realtà ecclesiali ed invita i vescovi a lasciare
schemi atrofizzati e di andare a vedere dove Cristo, con lo Spirito Santo salva la Chiesa.
Allora noi siamo una di queste realtà. Io sono uno strumento, un peccatore come te, un
poveraccio, ne più ne meno di te.
Io sono spagnolo, pittore che è stato ateo, che non sopportavo l’ipocrisia dei cattolici, non
sopportavo il Vaticano, né i preti, né le parrocchie mi sembravano tutti stupidi. Quando ho
fatto l’Università a Madrid erano tutti di sinistra. Tutto di sinistra. Ma Dio ha avuto con me
pietà, mi ha fatto fare una kenosis, ed io ero un ragazzo giovane che mi domandavo chi sono
io? Dio c’è, Dio non c’è? Mio padre e mia madre andavano alla messa la domenica. I genitori
cattolici ed io ho fatto la Prima Comunione ecc. Però il Dio della mia casa chi era? I soldi. I
problemi della mia casa erano problemi della vita e la religione stava per la domenica. Un
giovane rapidamente maturato. Ma presto ho abbandonato quel tipo di … cioè, il vestitino
della Prima Comunione che mi avevano fatto a scuola, presto l’ho abbandonato, perché mi
sono ritrovato all’Università moltissimi problemi di altro tipo.
Dico alcune pennellate. Dio mi ha fatto... voi sapete ad un certo momento il Signore ha
avuto pietà di me ed ho avuto un incontro con il Signore che mi ha fatto lasciare tutto. Avevo
avuto un Premio Nazionale di Pittura, ho avuto tante cose, facevo mostre, ecc. Dio mi ha
mandato a vivere con i poveri. Io sono andato a vivere con i poveri non per fondare nessun
Cammino, per fondare niente, non volevo fondare niente. Sicuro. Attraverso la donna di
servizio, la cuoca di casa mia. Io avevo uno studio di pittore, artista, ed andavo a Natale a casa
dei miei genitori. Una volta che sono andato, la notte di Natale, dai miei genitori, entrando in
cucina ho trovato la donna di servizio, la cuoca, che stava piangendo. Perché piangeva il
giorno di Natale ed io stavo tutto contento? Già avevo incontrato Gesù Cristo, già avevo
frequentato i corsi di cristianità, stavo ad una scuola di Cursillos ecc., e a questa donna le
dico “Ma cosa le succede, cosa le succede?” e mi si apre, e mi presenta un panorama
terrificante: il marito alcolizzato che menava i figli, il figlio che voleva uccidere il padre.
Genitori … una cosa orribile … che il figlio l’aveva messo in prigione, ecc. Fatto sta che Dio
ha permesso che questo donna mi chiedesse di aiutarla, sono andato a conoscere suo marito e
ho portato suo marito ai Cursillos, era un uomo terribile. Dopo è risultato che per un certo
tempo ha smesso di bere, dopo ha cominciato e ha ricominciato disastri, menava. Ed ogni
volta che c’era una catastrofe dentro casa, l’unica persona che questo uomo terribile ascoltava
ero io. Cosicché mi chiamavano in continuazione. Ed io dovevo andare lì a calmarlo, voleva
menare … Alla fine ho detto, forse che Dio vuole che io venga a vivere con loro? E sono
andato a vivere in un posto orribile. Questo a differenza delle baracche, favelas, era un posto
spaventoso. Dormivo in una cucina e lì era pieno di gatti. Ma in quel posto, in quel posto io
ho trovato una cosa sorprendente, ho trovato gente distrutta, distrutta dalla vita.
Diceva Sartre, un filosofo esistenzialista che “Guai all’uomo il cui dito di Dio li schiaccia
contro il muro”. Ed ho trovato lì gente schiacciata contro il muro e dopo di essere io stato
esistenzialista, come dice proprio Sartre. E c’è un bel libro scritto da Camus, “La peste”, dove
presenta il problema della sofferenza degli innocenti. E lì ho trovato molta gente che soffriva.
C’era una donna che aveva la malattia del Parkinson, domandava l’elemosina, è stata
abbandonata dal marito, ed il figlio. Cioè mi sono trovato tra certe persone, schiacciate dalla
sofferenza. Che peccati hanno fatto per meritare questo?
Allora, di fronte alla sofferenza umana, alla terribile sofferenza, a gente che vive una vita
disperata, o te ne vai con Che Guevara, a trovare la giustizia con la guerriglia, con una
mitragliatrice… Io non ho trovato questo in loro, ho trovato Cristo crocifisso; dopo di che
me ne sono andato in Africa per il servizio militare. È una storia interessante. Dio mi stava
chiamando e pensavo, se domani ritornasse Cristo, e dovrà tornerà Cristo sulla Terra, mi
piacerebbe che mi trovasse ai piedi dei sofferenti, cioè di quelli che sono schiacciati per i
peccati degli altri.
Allora, Dio a poco a poco mi ha obbligato a lasciare tutto ed andare lì, a Palomeras tra le
baracche e ho detto: “lascio tutto e vado a vivere lì”. E c’è una presenza reale di Cristo
nell’Eucarestia. Ma c’è un’altra presenza di Cristo reale, nella Croce, nella sofferenza del
mondo, degli uomini. Bene, allora sono andato a vivere in una zona dove c’era pieno di
zingari, baracche orribili, pieno di cartonacci, gente miserabile, senza acqua, senza luce, piena
di topi. C’era una baracca con un tetto e così mi sono messo lì con la chitarra e con la Bibbia e
lì io pensavo di mettermi in adorazione. Non ero andato lì per predicare il Vangelo, né per
fare nessuna opera sociale, di nessun tipo, questo non vuol dire che non bisogna fare un’opera
sociale, ma a me il Signore mi chiamava a condividere quella vita lì con loro. Questo pensavo
io.
Dio si è servito di quello per farmi andare a vivere con i poveri. È chiaro che c’è una
presenza di Cristo impressionante, nella gente che partecipa dei peccati degli altri. Quanta
gente è stata oppressa, una ragazza rapita e trattata come una prostituta. Altri sono oggetti. Un
ragazzo ha visto suo padre che menava la madre, un ragazzo è stato violentato un altro è
stato… c’è tutto un mondo, un substrato sociale, che non possiamo ignorarlo, una catacomba
sociale. Ed io sono dovuto scendere in quella catacomba. Non perché io sia meglio di un altro
e Dio che ti prende, ti chiude tutte le porte, ti obbliga. Dio sceglie le persone, mi ha scelto a
me, come sceglie a te adesso, e ti sceglie anche a te del Cammino affinché porti una nuova
evangelizzazione.
Bene. Dio ha portato lì Carmen, che era una missionaria che si stava preparando per andare
in India, dopo risulta che ha conosciuto il vescovo di Oruru ed è rimasta d’accordo con lui per
andare ad evangelizzare i minatori di Oruru, in Bolivia e voleva organizzare un gruppo per
evangelizzare ed io attraverso una sorella sua, che lavoravamo insieme, l’ho conosciuta alle
baracche. E lei ha pensato: “Questo può essere quello per l’evangelizzazione dei minatori di
Oruru”. Ed è arrivata lì, lei viveva in un’altra baracca, poco più distante dalla mia, e con una
amica che viveva lì la siamo andati a trovare. Lei veniva anche, ed era molto formata con
questa teologia dopo il Concilio, aveva conosciuto anche un liturgista, cioè Dio ha cominciato
a tessere tutta una realtà, perché voleva aprire un Cammino di evangelizzazione, per le
Parrocchie.
Voi sapete degli Statuti. È meraviglioso che la Chiesa ha riconosciuto il bisogno che c’è
oggi di aprire un cammino di nuova evangelizzazione, di fede cristiana nelle parrocchie dove
la cosa più importante per noi è un qualcosa di sorprendente, che la Vergine Maria ci ha dato
attraverso il Cammino Neocatecumenale che è vivere la fede in una comunità cristiana, in
piccole comunità come nella Chiesa primitiva. Questo è quello che noi stiamo tentando di
introdurre, perché nelle grandi città tutta la gente vive sola. Oggi il 70% delle città moderne
d’Europa è popolata da gente single, sono soli. Tutti sono soli, tutti hanno un appartamento,
hanno la macchina, un lavoro e vivono soli. Durante un tempo vivono con un’altra donna. In
Scandinavia, in Svezia, basta comunicarlo al Comune e dire: “Abbiamo una relazione” ed il
matrimonio praticamente, il matrimonio cristiano è distrutto. Il protestantesimo: le chiese
luterane sono completamente vuote e stiamo in una società totalmente ...
Che dura la vita per un uomo quando non ha trovato. E queste città sono molto dure per la
gente. La gente sembra che sia molto permissiva, e nonostante tutto perché l’uomo non ha il
senso di sé e la prova ne è l’indice di suicidi, altissimo. Mi ricordo dell’Abbè Pierre, che è un
prete, fondatore del movimento Emmaus in Francia, che aiuta i poveri. È venuto ed è stato
alle baracche a parlare con me, perché l’avevano invitato …perché lo Stato svedese non
sapeva più che fare con la quantità di giovani che si uccidevano e volevano che lui parlasse ai
giovani che desse dei progetti per aiutare il Terzo Mondo e prima di mandarli al Terzo
Mondo, mandarli in Sud America, volevano che venissero a stare con me (per una esperienza)
i giovani della Scandinavia. Gli ho detto: “Per favore ... non mescoliamo le cose”. Però è stato
un incontro molto interessante perché il Governo non sapeva che fare per contenere la
quantità di giovani che si uccidono. Mi raccontavano in una convivenza, mi raccontavano due
giovani che venivano da Helsinki, due spagnoli che venivano dalla Finlandia, che nel ferryboat
verso Stoccolma, una ragazza di diciotto anni, bellissima come sono le svedesi, stava
seduta nel bordo così; e questi due spagnoli parlavano di questa ragazza “Com’è carina”
ecc… quando all’improvviso questa ragazza si è sporta e si lascia cadere nel mare. Questi
terrorizzati vanno dal capitano e gli dicono: “Fermate la barca è caduta in mare”. “Come?
Fermare la barca perché è caduta una giovane, neanche per idea fermiamo questa barca, in
acqua ci sono cinque gradi ed in sette minuti è morta”. Niente non si faceva niente e sono
rimasti impressionati. Una ragazza così giovane si lascia cadere nel mare così.
Allora fratelli coraggio!
Dio ci ha preparato a noi, ci sta preparando una nuova – e stiamo appena cominciando –
nuova evangelizzazione, formando comunità cristiane. Dice: “Amatevi come io ho amato voi,
e in questo amore riconosceranno che siete miei discepoli”. Però perché formare comunità
cristiane? Per mostrare al mondo e per annunciare il Vangelo, ed ha detto andate due a due.
Mi dicevano l’altro giorno, che c’è stato un incontro a Roma, di questi preti di Roma, che
raccontavano a tutti i fratelli di una Parrocchia, che c’è una parrocchia Santa Francesca
Cabrini, e ci sono 28 comunità, 500 giovani della parrocchia e non in una sola Parrocchia, 28
comunità. Anche i Martiri Canadesi hanno 26 comunità e la vicina ne ha 28 di comunità. E
raccontavano questi preti. Tutti i fratelli chiedevano, quando Kiko ci invierà a noi, tutti
volevano andare. Forse, molti di voi tra i presenti avranno voglia di andare vero? Però non
basta inviare alcune persone a due a due così, c’è bisogno anche, perché ci sia la fede, aprire
l’orecchio alla fede. E come si apre l’orecchio alla fede? Con i segni che chiamano alla fede.
Noi diciamo nel Cammino: “e quali sono i segni che chiamano alla fede?: Amatevi come Dio
ha amato voi ed in questo amore conosceranno che voi siete miei discepoli”. Cristo ci ha
amato in questa dimensione, nella dimensione della croce. Ci ha amato senza opporre
resistenze. Amatevi come Dio vi ha amato. Questa forma di amore davvero sorprendente, che
nessuno l’ha visto, è l’amore cristiano. Ed in ogni epoca dovremmo forse vedere in cosa
consiste questo amore. “Amatevi come Dio ha amato voi. Ed in questo amore conosceranno
che siete miei discepoli. E se siete perfettamente uno, il mondo crederà”. Noi crediamo
profondamente questo. Non siamo noi meglio dei Focolarini o meglio di Comunione e
Liberazione, o altre cose, altre realtà che sono completamente diverse. Noi siamo una realtà
che Dio suscita. Attraverso le parrocchie si creano i segni che preparano l’Europa alla nuova
evangelizzazione. Allo stesso tempo, che si formano queste comunità, Dio sta suscitando
migliaia di vocazioni. Abbiamo aperto già 57 seminari, ne apriremo più di cento. Un esercito
si sta alzando! Sacerdoti nuovi, veramente, più umili, più missionari, ma è Dio che lo fa. Io
non faccio niente. È Dio che lo fa e Dio ha creato questa realtà. È Dio che c’è, è Dio che
conosce la storia, è Dio che sa perché è arrivato l’Islam.
La Chiesa deve fare una riflessione profondissima sul perché arriva l’Islam. Se mettono in
prigione i musulmani, i musulmani vogliono avere una moschea, con l’Iman, e vogliono
pregare cinque volte al giorno e loro vivono questo nella coerenza e la Chiesa deve rendersi
conto che non si tratta di avere un cristianesimo annacquato, così di messa della domenica.
Siamo chiamati ad essere cristiani. Ma essere cristiani veri non significa essere più
volenterosi, fare più sforzi. Il cristianesimo è la libertà e la liberazione. Perché cosa significa
essere cristiani? Significa aver ricevuto dal cielo lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo e che cos’è
lo Spirito Santo?
Ci sono due moltiplicazioni dei pani. Voi sapete che ci sono due moltiplicazioni dei pani e
dei pesci. Cristo dà da mangiare a cinquemila uomini, moltiplicando cinque pani e due pesci e
l’evangelista dice che avanzarono dodici canestri. Vi ricordate questo? Vi ricordate questo
cioè che avanzarono dodici canestri? Perché dodici? Perché vogliono presentare Cristo come
un profeta quello che Israele aspettava da sempre. Perché il Messia era nei Profeti. Per questo
domandano a Giovanni Battista: “Sei tu il profeta?” ed intendevano il Messia. Ma sapete che
5 pani è l’immagine della Torah e due pesci l’immagine del riposo sabbatico, perché il
venerdì (nel deserto) bisognava prendere doppia razione di manna…
Allora se Lui è venuto per il popolo d’Israele, Lui dice che c’è un altro ovile. Israele
divideva il mondo in due: il popolo ebraico, il popolo eletto da Dio e tutto il resto delle
nazioni, che chiamavano i Gentili. Ma Lui è venuto anche per i Gentili. Allora farà un’altra
moltiplicazione dei pani per i Gentili. Poiché è venuto anche per i Gentili e la scrittura parlerà
di sette canestri che avanzano. Perché sette significa beatitudine, per tutte le nazioni. E perché
questa cosa avanzerà? Perché quando il Messia arriverà… quando un uomo sarà chiamato
Messia? Ogni uomo conoscerà il regno del Messia da cosa? Perché sarà saziato. Perché dice
il profeta Eliseo (c’è un parallelismo nel Libro dei Re), che quando sta – voi sapete che
l’ospitalità in Israele era molto importante – e quando arrivano dal deserto 100 uomini, un
esercito di 100 uomini, assetati, distrutti dice il servo ad Eliseo, abbiamo solamente 20 pani e
dice il profeta al suo servo: “prendi questi 20 pani e dà loro da mangiare”. Venti pani,
piccolini è ridicolo. Dagli tu da mangiare, perché è scritto: “Mangeranno, si sazieranno e
avanzerà”. C’è la prova di come è saziato ed è che avanza, che non ne vuole più e questo è
molto importante.
Dopo che hanno tanto mangiato, si sono saziati, sono avanzati dodici canestri. Dice
raccogliete quello che è avanzato. Prova che è arrivato il Messia, dopo che si sono saziati.
Dopo c’è una seconda moltiplicazione dove avanzano – era una moltiplicazione per i Gentili -
sette cesta. 7 è il numero che rappresenta la pienezza di tutte le nazioni.
Nella stessa forma ci sono due Pentecoste. Questo forse non lo sapevate. Negli Atti degli
Apostoli c’è la Pentecoste dov’è c’è la Madonna presente, ma c’è una seconda Pentecoste per
i Gentili. E qui la vorrei leggere brevissimamente, perché è molto interessante, perché noi tutti
siamo Gentili. Non so quanti ebrei ci sono qua. Sapete che gli ebrei sono il popolo eletto.
Perché dice San Paolo che l’elezione è irrevocabile. Dio ha messo al popolo ebreo un velo.
Perché prima debbono passare i Gentili e quando le nazioni – non sappiamo quando questo
sarà esattamente, quanti numeri di Gentili debbono ascoltare il Vangelo - dice che Dio alzerà
il velo del popolo ebreo e riconosceranno Gesù come Messia. E questo (S. Paolo) dice, che
quando ha messo il velo ed hanno rifiutato Cristo, è stata la nostra salvezza. Il rifiuto di Cristo
è stata la nostra salvezza! E non si sa quando lo accoglieranno. Perché sarà come una seconda
risurrezione dai morti. Bene questo … …avete ancora pazienza vero? Non vi annoiate
troppo…

Dagli Atti degli Apostoli.

Ascoltate questo. Il centurione Cornelio manda a chiamare Pietro. Un ebreo non può
entrare in casa di un Gentile. Perché un ebreo è consacrato a Dio e non può toccare e non può
né toccare né entrare in casa, gli è proibito, altrimenti diventa impuro. Però sapete che San
Pietro aveva il paganesimo. Perché ha visto scendere dal cielo una specie di tovaglia, una
serie di animali e dove (Dio) dice: “Mangia!”. Gli risponde: “Non voglio mangiare niente di
impuro!” Voi sapete che per gli ebrei gli alimenti sono puri o impuri. Con questo gesto il
Signore mostra a San Pietro che non c’è niente di impuro, perché è arrivata una nuova era,
una nuova alleanza. Bene, allora San Pietro entra in casa di Cornelio, che era lì con tutta la
sua famiglia, perché gli ha detto un angelo a Cornelio “Manda a chiamare Pietro”. Ed allora
lui raduna tutta la sua famiglia riunita, tutti amici e lì è pieno di Gentili, lui è un centurione
romano Cornelio, e dice Cornelio:
“Ora dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo qui riuniti per ascoltare tutto ciò che dal
Signore ti è stato ordinato”. Pietro prese la parola e disse: “In verità sto rendendomi conto
che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque
popolo appartenga, è a lui accetto. Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d’Israele,
recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti.
Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, recando la buona novella della pace,
per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti. Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la
Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come
Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth, il quale passò beneficando e
risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi
siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme.
Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle
che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo
mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare
al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i
profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei
peccati per mezzo del suo nome”.
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che
ascoltavano il discorso. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano
al vedere che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo; li sentivano
infatti parlare lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: "Forse che si può proibire che
siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?".
E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo.” (Atti 10, 33-48)

Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.

Dice la nota della Bibbia di Gerusalemme che questa “è la ‘pentecoste dei gentili’,
analoga alla prima pentecoste, come lo constata Pietro”. Questa parola che abbiamo sentito
adesso, brevissima, questo piccolo kerigma…
Dio ha voluto salvare il mondo – dicevo – attraverso la stoltezza della predicazione. Che
predicazione? Ecco abbiamo sentito adesso. Dio ha costituito Cristo Gesù giudice dei vivi e
dei morti. Che significa questo? Allora, gli apostoli sono testimoni che Dio è risorto. Voi non
sapete di nessun uomo che abbia vinto la morte. Dio con la sua risurrezione l’ha costituito
giudice.
Dio l’ha risuscitato dalla morte e l’ha fatto Signore di tutto e ritornerà a giudicare i vivi ed
i morti. Allora per la sua resurrezione viene costituito Signore e nel suo nome si deve invitare
tutti i popoli alla conversione. Che significa questo? A cambiare vita. Questo, questo Gesù
che l’hanno crocifisso, gli apostoli in pentecoste hanno ricevuto la discesa dello Spirito Santo
su di loro e lo Spirito di Cristo gli ha reso testimonianza al loro spirito di un fatto: - pensa -
Costui che avevano crocifisso era Dio stesso. Dio. Dio ha mostrato al mondo il cammino del
cielo, della felicità. Ossia se lo dico a quest’uomo, che sta qui facendo fotografie, forse non è
del Cammino, immaginiamo anche questo, ed io sono stato inviato a lui a dirgli una buona
notizia: Dio ti conosce!
Anche al sindaco. Dio ti conosce! Conosce i tuoi peccati, le tue difficoltà, i tuoi problemi
con il figlio grande, con la moglie che si è messa con un altro, etc.
Dio ti conosce! Ma non ti lascia nelle tue sofferenze. Ha inviato suo Figlio Gesù Cristo
sulla terra perché offra la Sua vita per te. Ed ha offerto la sua vita.
C’è una giustizia che è seminata in tutti noi. Noi siamo tutti indignati quando vediamo le
ingiustizie. C’è una giustizia umana, se uno ruba va in galera, se uno commette una cosa, etc.
… c’è una giustizia, che stabilisce un equilibrio, un ordine, ed è un ordine che è presieduto
dall’amore, in tutto l’universo. Allora se uno fa una cosa male, distrugge questo corpo, etc.
Allora Dio dice che a questo uomo gli possiamo annunziare: Guarda Dio ha inviato Suo
Figlio per te! Ha dato la vita per te! È morto per te! È risuscitato per te! È resuscitato e sta nel
cielo e adesso… Io adesso mentre sto parlando, Cristo dove stà? Sta alla destra del Padre.
Dice l’epistola agli Ebrei che Cristo è immagine della sostanza divina, impronta della
sostanza divina. Cristo crocifisso, questa immaginetta che vedete qua (indicando il
crocifisso), questo pupazzetto di bronzo, impronta impressa con la cera, con l’anello posso
fare così l’impronta, giro l’anello e resta un’immagine, un’impronta. Dice San Paolo,
nell’epistola agli Ebrei, che Cristo crocifisso è l’impronta della sostanza – è una parola molto
filosofica, ‘sostanza’. A Dio nessuno l’ha visto, nessuno ha visto Dio. Possiamo appena
vedere la natura, il corpo… molti dicono che non c’è nessun Dio, né corpo. Impronta della
sostanza divina, che vuole dire? Che significa la sostanza di questa immagine? Che Cristo ha
dato la vita per te! Come si chiama quello, quello… il sindaco. Ha dato la vita per te! Per il
sindaco. Ha dato la vita per il sindaco. Quello che mostra questa immagine, questo pupazzo
qui di bronzo, crocifisso. Perché ha dato la vita per il sindaco e per tutti noi che siamo qua?
Perché? Perché mi sta dando la vita? Perché la sostanza divina, l’essenza divina, il contenuto
essenziale divino è Amore! Amore all’uomo! Amore totale!
Siamo stati creati da Dio per partecipare del suo Amore. Dice San Paolo che siamo coeterni
in Cristo. Dio in Cristo ci ha pensato dal principio. Per questo l’aborto è così
terrificante; per questo l’aborto distrugge le radici più profonde della religione cristiana.
Perché la rivelazione dice che ogni uomo prima è stato pensato in Cristo. Dio si è servito della
tua generosità per dare la vita, dare paternità responsabile, fratelli. Non è che io faccio figli
uno, due, tre figli… bisogna essere responsabili perché Dio (attraverso di te) ha dato la vita
ad un essere umano che va ad essere in eterno, che va ad essere figlio di Dio. È una cosa
immensa.
Cioè Dio.. a me, a voi, a noi tutti… Dio ci ha pensato da sempre ed in Cristo e ci ha pensato
per che cosa? Per vivere con Lui eternamente! Per partecipare del Suo mistero d’amore. Dio è
una comunità di persone di amore. Dio è Amore. Deus est caritas. Dio è Amore! Allora ti ha
pensato non per vivere qua, in questa terra. Per questo abbiamo l’uomo che ha un desiderio di
assoluto, un desiderio di felicità totale. Cerca qualcosa che lo sazia, che lo sazia. Però se
l’uomo si separa da Dio… e qual è la cosa più grande per l’uomo: che è libero; se non
fossimo liberi Dio non ci amerebbe.
Allora Gesù Cristo è venuto a riportarci al Padre, a ridare e rifare in noi questa opera.
Vorrei dire una cosa: che la sostanza divina – parlo del sindaco di prima – l’essenza divina è
che vorrebbe Dio stare dentro di lui. Cioè che Dio è così innamorato di questo uomo, è così
innamorato di me e di te che vorrebbe stare dentro. Come dice l’Apocalisse: “Guarda che
sono alla porta e busso”. Sto bussando, chi mi ascolta e mi apre, il Padre ed io entreremo e
faremo dimora in lui. E come può fare Dio se sta desiderando di entrare in questo uomo e
forse non può entrare perché è libero, no. Non ho tempo… o voglio essere il Dio di me
stesso. E in che cosa consiste la separazione divina dell’uomo da Dio. Ecco dice San Paolo
“Cristo è morto per tutti”. Perché è morto? Dice San Paolo: “Perché gli uomini non vivano
più per se stessi, ma vivano per Colui che è morto ed è risuscitato per loro”. Cioè siccome
l’antropologia – antropos, significa il concetto di che cosa è l’uomo - secondo l’antropologia
di San Paolo, tutti gli uomini sono condannati a vivere per se stessi. Se l’uomo si separa da
Dio, e perché si separa da Dio? perché il demonio gli ha detto: “sei tu il dio di te stesso, decidi
da te il bene ed il male, sii libero, sii felice e lascia da una parte queste stupidate” Ossia
l’uomo si fa Dio di se stesso.
Però questo imprime nell’uomo che separandosi da Dio questo sperimenta la morte ontica,
del suo essere persona. Perché se Dio non ti ha creato, chi ti ha creato? Chi sei tu? Che
significa essere persona? La radice della parola ‘persona’ viene dal greco che significa “il
personaggio di un teatro”. Vuole dire che nel teatro c’è uno che fa il principe, uno che fa la
principessa, uno che fa il re o che fa da guerriero. Ma ha detto il demonio che non c’è nessuna
opera teatrale, che non c’è nessuna missione, non c’è nessun Dio. Dio sei tu! Sei tu il Dio di te
stesso! Ma se è vero che come dice l’ateismo, che non c’è nessun Dio, che io solamente sono
il Dio di me stesso... Adesso io intendo essere, essere, essere per qualcuno, essere per il
demonio, essere per mia moglie, essere, essere persona, essere amato, essere, essere …
“Essere o non essere!” diceva Shakespeare. Sapete che Shakespeare era cattolico: “To be or
not to be! That is the question!”. Era cattolico. È il problema dell’essere, dell’essere persona.
Sapete perché i giovani si uccidono in Scandinavia? Perché non sono per nessuno. Una
ragazza sta con un ragazzo, i genitori si sono separati: la mamma sta con un signore, il papà
sta con un’altra. E li vede di rado, la madre al telefono, al telefonino. Adesso si è iscritta
all’università e si è messa con un ragazzo e ha saputo che il ragazzo se la faceva con una sua
amica. Si è sentita ferita e distrutta e lo ha lasciato. Adesso si è messa con un altro, ma la
ragazza ha molti conflitti interni, conflitti con se stessa, si è fatta tre piercing, uno alla lingua,
uno all’ombelico… è in conflitto con il suo corpo: si sente brutta. Conflitto che non esiste per
nessuno: suo padre non si ricorda mai di lei, sua madre la chiama solamente per
rimproverarla. Ed il ragazzo l’ha tradita. Chi sono io? Chi sono? Chi sono io? Perché esisto?
Non sono per nessuno! Non esisto per nessuno! È la solitudine dell’essere, perché l’uomo non
è soltanto quello che vediamo noi, carino, abbiamo un abisso. È uno spirito, dice la Parola che
è l’anima, è il corpo e spirito. Tre, siamo una Trinità all’interno di noi stessi.
Allora dice San Paolo, l’uomo è come un condannato, una volta che l’uomo si separa da
Dio, il peccato di essersi separato da Dio, lo obbliga a cercare di essere, di essere saziato, di
essere amato, di essere ricco, di essere ammirato, di essere, di essere per qualcuno.
Allora tutto lo vive alla ricerca della la sua felicità, quel professore è un cretino, mio padre è
un fascista … Vive la vita ed è un axis, axis è una colonna, la mia felicità, io.
Così vive nella famiglia, giudicando il padre, giudicando i fratelli, tutto lo vive per se
stesso. Dice San Paolo, lo inviò affinché gli uomini non vivessero più per se stessi. Cioè dice
San Paolo che gli uomini è come se fossero condannati a offrirsi tutto a se stessi. Ma questa è
una condanna. Perché l’uomo viene come condannato, obbligato a convivere…
Non può, che cosa? Non può che cosa? Lo sapete tutti voi del Cammino. Non può donarsi.
Perché dice la Chiesa Cattolica che il peccato non ha distrutto la natura umana come dicono i
protestanti erroneamente. L’uomo sa che la Verità è l’Amore. è aiutare gli altri, è donarsi.
Ma dice San Paolo che l’uomo sperimenta, conoscendo solamente la verità, sperimenta
costantemente, grazie alla realtà della sua vita, il suo egoismo. Che fa il male che non
vorrebbe fare, le sue masturbazioni, le sue ipocrisie, i suoi tradimenti. Ha dentro di se questa
dicotomia interiore. Allora, anche se il sindaco ha uno yacht che è stupendo, anche se ha molti
soldi, non trova la vera felicità. Perché la vera felicità consisterebbe nel poter darsi, donarsi.
Ma come si può donare, se qua c’è il mio io? Io, io si scrive con la ‘I’, io.
Fai del mio io un Tu. Che il Tu è come una ‘Tau’, che è come una croce.
Ma come faccio io a crocifiggere il mio io, nel tu di mia moglie, nel tu di mia figlia, se ho
paura della morte. Allora la mia relazione con la morte, con i figli, con il lavoro arriva a un
punto: la morte! E quando appare la morte scappo, allora mi divorzio, mi separo.
Ma noi annunziamo una nuova libertà: Cristo è risorto! Ha vinto la morte!
Dice l’epistola agli Ebrei che, tutti noi uomini per la paura che abbiamo della morte, siamo
schiavi del maligno per tutta la vita.
Ebrei 2,14, dice così:
“Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’egli ne è divenuto
partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè
il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per
tutta la vita”.
Ossia dice l’epistola agli Ebrei che gli uomini, per la paura di soffrire divorziano,
abortiscono. Una ragazza resta incinta ed ha paura che i suoi genitori ne soffrirebbero: uccide
il bambino. Un uomo è in crisi con la moglie, continuamente sta in crisi perché sta in
menopausa e non gli parla: si mette con la segretaria, che ha ventitré anni ed è tutta carina e
scappa dalla moglie, e sta scappando costantemente dalla moglie. Per il timore che l’uomo ha
della morte. È parola di Dio questa eh! E di questa sintesi hanno parlato tutti i Padri della
Chiesa. S. Cirillo di Alessandria nelle catechesi battesimali. Ci fa la catechesi? No, non siamo
più al catechismo.
Allora, è morto per tutti, perché gli uomini non vivano più per se stessi, ma vivano per
Colui che è morto ed è risorto per loro” Allora che è venuto a fare Cristo? A rompere le
catene che mi obbligano a offrirmi tutto a me stesso.
Io prima di conoscere Cristo, facevo delle mostre, ero un artista, mi hanno dato un
premio… mi piaceva la moglie di un amico, le mogli tutte per me, le donne. Tutto ho vissuto.
Ma non potevo dare. Anche se io raggiungevo premi, soldi e fama, non potevo essere felice.
Perché la verità, seminata nel mio cuore, mi impediva di amare così! (indica la croce)
Questa è la verità, amare così. Chi ci farà amare così? Chi? Chi potrà rompere le catene?
Quando Patrizio Astorri ha conosciuto il Cammino, ha pensato di vendere tutti i beni, e di
offrirsi con sua moglie per annunciare il Vangelo. Abbiamo qui un Centro Neocatecumenale
dove facciamo gli incontri con i catechisti che era una tenuta di famiglia. Mi hanno detto: una
famiglia dice che vorrebbe vendere tutto e andare a evangelizzare. “Potete prendere tutto!
Così hanno pensato di vendere tutto e di andare ad evangelizzare. Hanno venduto tutto e sono
andati ad evangelizzare. Hanno lasciato ‘Villa Verde’, ha lasciato tutto, ed è andato a Napoli,
dove ci sono più di settecento comunità grazie ad Astorri. Settecento comunità.
Chi, chi ci romperà le nostre catene e farà che Dio veramente possa far sentire la Sua voce e
donarmi?
Io prima facevo il pittore, una volta che Cristo mi ha chiamato, ho lasciato tutto, la pittura,
le mostre, ma chi se ne frega, ragazzi. Non ho una lira, sono un poveraccio, che vive di
elemosina che mi date, e qualcuno mi da qualcosa qualche volta. Ma che mi importa! Ma io
sono in Cristo un tu con te. Non sono spagnolo, né italiano, sono un tuo fratello,
assolutamente. Siamo uno! Ma Cristo fa con noi un’opera immensa, ci trasforma. Ha vinto la
morte! E morire è meglio che vivere! Morire. Morire è andare con Cristo! Cristo è risorto!
Cristo è risorto e ritornerà! Allora, noi dobbiamo annunziare a tutti la conversione, il perdono
dei peccati in Cristo e la possibilità di cambiare vita!
E adesso ascoltatemi bene. Non so se riuscite a capire, ho fatto circonvallazioni per andare
ad un punto ed eccolo: questa immagine (mostra la croce) è la essenza, l’impronta della
sostanza di Dio. Perché il mondo è salvato dalla stoltezza della predicazione? Dicevo perché
Dio sta desiderando di entrare dentro di voi. Adesso, qua, adesso! Ma per entrare c’è bisogno
che ascolti la predicazione! Io vi dico una notizia: Cristo è morto per te! È risuscitato per te!
Adesso intercede per te! Mentre io ti parlo, Cristo presenta davanti al Padre le piaghe della
sua morte in croce per i nostri peccati. E se qui c’è qualcuno che crede – dice la Parola
convertitevi e credete! Convertirsi non significa: “Io prometto di lasciare il peccato, o una
cosa così, sulle mie forze e questo e quell’altro” ma significa credere alla Buona Notizia -
allora se qualcuno lo crede adesso, come Dio ha natura divina, natura ed essenza divina, è
Amore a te. Adesso. Adesso discende lo Spirito Santo! Mentre stava San Pietro predicando il
kerigma ai Gentili, e subito cade lo Spirito Santo su di loro. Piomba! Perché? Perché la
salvezza viene dalla fede. E che cos’è la fede? È un incontro. Dice San Pietro, lo Spirito di
Cristo rende testimonianza che è un incontro con Cristo, la fede. Non è l’adesione ad una
verità è l’incontro con una persona. E questa persona si fa presente in nome del Figlio e dello
Spirito Santo. Cristo ha desiderio di entrare in questo fratello, in quello, in quello. Entrare
adesso.
“Guarda che sto alla porta e busso. A chi mi apre, mio Padre ed io scenderemo e
prenderemo dimora in lui”. Se Cristo con la grazia dello Spirito Santo ti tocca, ma quale
barca, ma quale lavoro, ma che niente. Voi partite domani, tutto cambia! Tu sei co-risorto con
Cristo, hai vinto la morte! Perché è morto per te ed è risorto per te. I cristiani non moriranno!
Oggi nell’Ufficio delle Letture, mi sembra di oggi, sì, dice San Cipriano, dice questo: “ma
perché piangete quando un cristiano muore, sappiamo che va con Cristo, non muore”. Noi
non moriamo più, non moriamo più! Che muoiano gli altri, gli altri che non hanno fede, che
muoiano, che vadano all’inferno, che si cremino, che si brucino. Noi non moriamo!
Ma chi te lo fa credere Kiko? Ma Cristo è risorto! La fede è una conoscenza superiore alla
ragione. la fede una virtù, la fede è un dono soprannaturale. Sono tre virtù: la fede, la speranza
e la carità. Dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, queste tre virtù, sono virtù
soprannaturali. Nessuno si può dare la fede da se stesso. Una cosa è la fede e un’altra la
religiosità naturale. È l’incontro con Dio mediante lo Spirito Santo! Per questo c’è bisogno
anche della predicazione. Per questo, per annunziare il kerigma, per quello che sto facendo
stasera, non mi posso sposare, non posso dipingere, deve stare di villaggio in villaggio. Perché
forse tra molti e venuto un tizio, uno, uno solo è venuto qua ed aveva bisogno di questa
parola: che Cristo per rompere le sue catene, al suo egoismo, ai soldi, alla moglie che non la
sopporta, ai figli, a se stesso. La vita la vive male perché nel mondo le cose non sono come lui
pensa. (indicando la Croce) Chi ci farà amare così? Questa è l’immagine della libertà.
Questa! Questa immagine che i massoni hanno tolto da tutte le parti… da tutte le pareti, da
tutti gli ospedali, questa immagine, che è l’immagine della libertà! Perché Cristo ci dona il
suo Spirito per amare come Lui ama. “Amatevi come io vi ho amato”
Dio vi ha chiamato ad entrare nella Comunità cristiana, nel Cammino, per partire per
l’Europa, non per restare qui. Per partire, per evangelizzare il mondo, per salvare il mondo!
C’è bisogno di una Parola per tutta l’Europa, una parola molto seria. I vostri figli vi stanno
aspettando e stanno tutti guardando i giovani. Se vedono verità in voi, verità vuol dire che non
siamo vecchi. Tutti siamo deboli. Verità e vi seguiranno. Tutti i giovani ci seguiranno, quando
vedranno che siamo ipocriti, non ci seguono più. Perché il giovane ha bisogno di verità. Sta
scritto nel suo essere giovane. Ha bisogno di oggetti per lottare nella vita sa che l’ipocrisia
non lo aiuta a vivere. Bene fratelli coraggio!
Allora, mi scusi il signor Vescovo. Grazie per voi che avete ascoltato. Grazie a voi fratelli.
Io vi dico questo: avete trovato nella vita il Signore? Congratulation! Congratulazioni!

Per finire, io voglio fare un canto, facciamo un canto. Per finire voglio dire questo: in nome
del Signore convertitevi! Convertitevi, anche i preti hanno bisogno di conversione.

I preti sanno molto bene che ci si converte ogni giorno ed una parola buona, accresce la
fede, accresce la fede. Ci aiuta. Ci aiuta a tutti. Per questo vi dico: nel nome del Signore,
convertitevi e credete alla parola di Dio e all’amore che Dio ha per voi, che vuole donarvi
nello Spirito Santo la libertà, il perdono dei peccati, e vi offre di vivere una vita nuova in Lui,
facendo la Sua volontà, abitando dentro di voi lo Spirito Santo.
Dove sta lo Spirito Santo? Sta con il Padre ed il Figlio. Perché lo Spirito procede dal Padre e
si posa sul Figlio. E dal Figlio sul Padre e fa un solo Dio in tre persone: questo è il mistero
della Trinità. Dio vuole abitare in te. Tu che tu sei un tempio della santa vita ed ogni cosa che
farai nella tua vita, la farai con Cristo. Non sarai più solo! Sempre con Cristo!
E tua moglie non ti parla: meglio! E tuo marito ti tratta male: meglio! Perché assomigliare a
Cristo è l’unico vanto dei cristiani. E ti insultano: è una grazia! E ti mettono in prigione: è una
grazia! Assomigliare a Cristo crocifisso. Non c’è altro.
Trovare la volontà di Cristo! Dice la Chiesa d’oriente chi ti potrà trovare?. Trovare la volontà
di Cristo. Tutto quello che nella vita ti umilia ha un valore grandissimo. Tutto. Pensa che il
demonio è il padre della superbia. Della superbia. I superbi…
Se nella tua vita c’è qualcosa che ti umilia, ringrazia il Signore. Perché il Signore dà la sua
grazia agli umili. E che cos’è l’umiltà? È la verità.
Diceva Santa Teresa di Gesù, Santa Teresa d’Avila: “L’umiltà è la verità. Vivere la
verità.” Allora, in questa opera a tutti è possibile cambiare vita. E c’è uno che è un ubriacone.
Un altro che non ha la volontà. Non si fa con le tue forze. Il potere del sangue di Cristo, ha il
potere di fare di te, una nuova creazione. Una nuova creazione. Fantastico. Ma cose vere.
Si sono alzate nel Cammino quattrocento famiglie, per andare in tutta l’Europa. Il Papa ha
inviato da qui le prime cento famiglie. Famiglie che sono in Asia, famiglie che sono in Tokio,
che sono nel Giappone, che sono in Corea. Impressionante. Ma chi lo poteva dire? Sono
fratelli normalissimi, della Parrocchia. Che si trovano missionari in Africa, missionari in
Corea con il cibo dei coreano, tutto crudo. Che veramente Cristo è risorto, veramente! Cristo è
risorto, veramente! Cristo è risuscitato!
(assemblea)
Veramente risuscitato!
Allora morire è meglio che vivere, dice San Paolo. Bisogna cantare.

Cantiamo insieme: PORTAMI IN CIELO

Il testo di San Paolo che dice: morire è andare con Cristo. Morire è certamente migliore.
Per andare con Cristo.

Canto: PORTAMI IN CIELO

Preghiera finale di KIKO: Signore, io ti ringrazio per questo incontro, sai che per me è stato
un po’ difficile, ti benedico per questa diocesi, per l’apostolo di questa diocesi, successore
degli apostoli, anche per il sindaco, anche per le autorità, per le persone che sono qui, anche
per i fratelli. Signore ti ringrazio per questo incontro, e supplico per questa diocesi, per la città
di Fermo, anche per questa Provincia, anche per Porto San Giorgio, per tutte le Comunità, le
Parrocchie, anche per quelle parrocchie che non hanno aperto il Cammino. Signore aiuta
questa diocesi. Donaci Signore speranza per l’Europa e voglia di evangelizzazione del mondo.
Donaci il Tuo Spirito Signore, il Tuo spirito che ci fa essere uno con tutta l’umanità, uno con
i musulmani, con gli ebrei, con tutti. Uno con ogni uomo sei tu Signore. Te lo chiediamo con
la preghiera che Cristo ci ha insegnato. Per questo noi che siamo tutti peccatori, possiamo
chiamarti Padre Nostro.