By Rai Vaticano | Gennaio 22, 2010
Abbiamo scritto alcune settimane fa, proprio su questo blog, di una nuova moda tutta americana, ma con proseliti in varie parti del mondo, dei bambini ecosostenibili (vedi il post “Bambini sì, ma solo se ‘ecosostenibili’”). Quelle piccole creature appartenenti al genere umano che, purtroppo, per la loro crescita e sopravvivenza stanno distruggendo il Pianeta. Un modo di non comprendere più cos’è l’uomo, la sua vera natura e la sua missione.
Ma siccome al “progresso” non c’è fine, ecco che qualcuno ha pensato: ”…E se invece i bambini li facciamo finti? Non sporcano, non inquinano e non creano problemi per la loro educazione”. Detto fatto. Grazie al cammino della civiltà sono stati messi in vendita, con grande successo, dei bambolotti copie perfette di un neonato, non solo nelle fattezze, ma anche nella pelle e nei peli, con un processo innovativo della plastica, il reborn.
Così, questo Natale, come abbiamo appreso dalle agenzie di stampa, anche in molte città italiane sono stati acquistati numerosi di questi pargoletti, per fare un regalo da mettere sotto l’albero. Ma se pensate che vadano ai bambini vi sbagliate di grosso.
Vanno agli adulti, anche perché il costo oscilla dai 250 ai 400 euro. A coloro che non hanno pensato a farne uno in proprio, o a chi ormai i figli c’è l’ha grandi, ma vorrebbe tuttora avere la gioia di un neonato in casa e a chi, questa gioia, non l’ha mai avuta.
Così, invece di dire che hanno acquistato il bambolotto, dicono che l’hanno “adottato”, tanto è reale. C’è una signora che ha dichiarato, leggiamo sempre le agenzie, che a casa ne ha addirittura una decina acquistati negli anni e che anche delle sue amiche ne hanno “adottato” qualcuno, ma si vergognano di farlo sapere per non essere prese in giro. Alcune signore lo portano addirittura con loro in carrozzina per la strada o al suopermercato per ricevere i complimenti dagli altri, fino a quando, crediamo, non scoprono l’inganno.
Visto comunque il successo dell’iniziativa, alcuni artisti tedeschi si sono specializzati nel riprodurre esattamente il neonato che si vuole, basta portare qualche foto, tanti soldi e il bambino, invece che in clinica, lo ritiriamo direttamente all’ufficio postale sotto casa.
La notizia può sembrare divertente o forse di scarso interesse, ma confessiamo che ci ha un po’ avviliti. Si preferisce comprare un bambino finto e riversare su di lui un affetto, ovviamente finto, piuttosto che farne uno proprio a costo zero, oppure, con un atto di vero amore e non di plastica, adottarlo.
Qualcuno, certamente, potrà dire: ”Ma in fondo cosa fanno di male, ognuno ha il suo hobby e ama così spendere i propri soldi”.
Tutto vero. Solo che il concetto di vita, il suo scopo e - permetteteci una parola ormai desueta - la sua sacralità, non esistono più.
Tutto rientra nella normalità.
Alzi la mano chi si scandalizza ancora per qualcosa. Nessuno!
Tutti siamo come vaccinati, non ci incuriosisce più nulla veramente. E’ un sintomo di questa nostra società, sempre più laica, chiusa su se stessa e che vede il mondo solo attraverso la televisione.
Facciamo un piccolo esempio: quand’eravamo piccoli, ormai è trascorso più di mezzo secolo, se davanti ad un portone nella strada dove abitavamo si fermava un’ambulanza, tutti accorrevano e si chiedevano cosa era successo. Si partecipava in qualche modo alla preoccupazione di quella famiglia, forse in modo esagerato, ma era un sentimento vero. Oggi, qualcosa è cambiato. Se c’è un’ambulanza, l’unico sentimento che abbiamo è di fastidio per il problema che può creare al traffico già congestionato.
Lo stesso è per la presenza dei bambini: quando sono veri che possono creare problemi al già congestionato traffico della vita.
Si, qualcosa è cambiato, ma in peggio.
Antonello Cannarozzo