ROMA, mercoledì, 6 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Il Natale dei fedeli del Pakistan è stato caratterizzato dalla paura, al punto che i partecipanti alle celebrazioni sono stati il 40% in meno rispetto al solito.
L'Arcivescovo Lawrence Saldanha di Lahore ha sottolineato come un'imponente operazione di sicurezza organizzata dal Governo abbia interessato le chiese del Paese, mentre i cristiani temevano di essere il bersaglio di attentati suicidi.
Parlando all'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), il presule ha espresso la propria riconoscenza nei confronti della polizia per la sua risposta alle minacce di attacchi contro i cristiani in occasione del Natale.
Anche se l'affluenza alle celebrazioni è diminuita di circa il 40% rispetto agli anni precedenti, chi è andato in chiesa è “molto forte nella fede” e non ha voluto essere fermato dai rischi alla sicurezza, ha commentato.
“Nelle chiese c'era un'atmosfera meravigliosa”, ha ammesso. “La gente era decisa a festeggiare e ha partecipato con grande entusiasmo”.
L'Arcivescovo, che presiede la Conferenza dei Vescovi Cattolici del Pakistan, ha dichiarato che in molte chiese di Rawalpindi e della capitale Islamabad è stato predisposto “un sofisticato apparato di sicurezza”.
I fedeli hanno fatto lunghe file per essere controllati dalla polizia, che usava metal detector e altri strumenti per evitare situazioni di pericolo. Altrove, i fedeli sono stati difesi da poliziotti in uniforme e in borghese che controllavano i templi.
Ad ogni modo, per ridurre i rischi sono state cancellate alcune celebrazioni, così come mercati e incontri, e su suggerimento della polizia sono state sospese anche le funzioni natalizie in edifici non religiosi come scuole e alberghi.
“Il morale era piuttosto basso – ha confessato l'Arcivescovo –. Per molte persone, l'apparato di sicurezza significava che andare a Messa era difficile”.