DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

La vendita dell’acqua calda Clima, si erano bevuto il cervello on the rocks e ora se la cavano con poco. Giuliano Ferrara

Per alcuni anni si sono bevuto il cervello on the rocks, giornali e telegiornali dell’universo mondo, e hanno tutti insieme, appassionatamente, propalato la fregnaccia del riscaldamento globale inteso come effetto serra di imminente allarme (e apocalittico nei risultati). Per alcuni anni hanno costruito reputazioni, profili morali, carriere e quattrini, molti, moltissimi quattrini, con l’industria del global warming. Per anni ci hanno ricattato ogni giorno, ci hanno cacciato in testa numeri, paradigmi scientifici, un falso resoconto sperimentale dal di dentro della realtà in mutamento, e in più favolette settarie a sfondo religioso che penetravano nelle nostre scuole, nella coscienza pubblica educativa, nel grigio e uniforme muro di conformismo contro il quale andavano a sbattere le critiche. Essere in disaccordo con le aggressive e soavi banalità del principe Carlo, con le scemenze kolossal di Al Gore, con le previsioni demenziali di sir Nicholas Stern appena intronato al Collège de France, voleva dire mettersi fuori dal consorzio umano benpensante.

I pochi geofisici seri, fuori dai giochi delle organizzazioni multilaterali profetiche e corrotte, venivano tacitati con disprezzo e consegnati all’ostracismo quando segnalavano la sproporzione tra la capacità dell’uomo di aggredire e deformare i cieli e la terra, capacità bassa, e l’attività solare che presiede da milioni di anni allo stato climatico del pianeta e alla sua stessa morfologia, capace di effetti immensi e incalcolabili. Gli scienziati veri, razionalisti e dunque consapevoli di una quota residua di mistero o di dubbio in ogni processo di conoscenza, furono messi al bando perché rispettavano il senso comune, origine e suggello di ogni scienza, mentre salivano in cattedra i guru scientisti di un’informazione e divulgazione bugiarda, appunto settaria, religiosa nel senso peggiore del termine, quello che apparenta religione e superstizione.

Ora vorrebbero cavarsela con poco. Danno ogni giorno notizie così: gli organismi che ci ragguagliavano sul global warming truccavano le carte, il massimo vertice Onu sulla questione utilizzava vecchi reperti inservibili di retorica farlocca sullo scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya. Ma non ne tirano le conseguenze. Non si interrogano, al cospetto dei loro lettori (e dire che questi retori fingono di considerarli i loro padroni), per capire come mai abbiano così clamorosamente sbagliato e così imprudentemente inseguito la più grande truffa del secolo scorso e di questo: non la vendita del Colosseo, ma la vendita dell’acqua calda.

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Giuliano Ferrara