Non cita espressamente il caso Williamson e i lefebvriani
Roma, 17 gen. (Apcom) - "I tempi evidentemente sono cambiati e ringraziamo il Signore Benedetto che ci ha portato ad un'epoca di libertà; e dopo la libertà conquistata nel 1870, possiamo, dai tempi del Concilio Vaticano, rapportarci con la Chiesa Cattolica e il suo Papa in termini di pari dignità e rispetto reciproco. Sono le aperture del Concilio che rendono possibile questo rapporto; se venissero messe in discussione non ci sarebbe più possibilità di dialogo": così il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni si è rivolto al Papa in sinagoga. Di Segni non ha citato casi specifici come la revoca della scomunica ai lefebvriani, una comunità tradizionalista che contesta il Concilio vaticano II. La decisione assunta dal Papa l'anno scorso sollevò le critiche del mondo ebraico anche perché tra i vescovi lefebvriani il britannico Richard Williamson nega l'esistenza delle camere a gas nei campi di sterminio nazisti.
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