DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

«Razzismo alla rovescia in un’Europa senza radici» Versione adatta alla stampa

L’identità a rischio • Il ministro degli Esteri a Strasburgo torna sulla «legge fondamentale» della Ue che tace di fronte al «tratto religioso» che appartiene alla storia del continente, ma è pronta a riconoscerlo ad altre fedi
di Franco Serra
Tratto da Avvenire del 27 gennaio 2010

Pregi e difetti, il Trattato di Lisbona è quello che è e dopo anni di difficoltà per metterlo in vigore nessun gover­no dell’Ue pensa ora di modificarlo: ma per Franco Frattini brucia ancora il fallimento del tentativo di riaffermare in questa 'leg­ge fondamentale' dell’Ue le radici cristia­ne della civiltà europea. Sull’argomento il ministro degli esteri è ritornato ieri nel ca­poluogo alsaziano parlando all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, l’i­stituzione che conta 47 Stati del nostro con­tinente e ha il compito di promuovere i di­ritti dell’uomo, lo Stato di diritto e l’identità culturale europea. Un’Unione europea che nel suo Trattato non veda un riferimento e­splicito alle sue radici cristiane rischia di cadere in una sorta di «razzismo alla rove­scia», ha ammonito Frattini, osservando che un’Europa che non riconosce le pro­prie radici è un «mondo che riconosce agli altri, come i musulmani, il tratto religioso delle identità che compongono larga par­te del fenomeno migratorio, ma lo allonta­na da sé in nome di una coscienza che noi, per noi stessi, vorremmo invece muta di fronte alla religiosità». Di qui, zlo spettaco­lo involontario di un razzismo rovesciato». Nel palazzo in cui Frattini ha parlato, l’an- no scorso la Corte europea dei diritti del­l’uomo ha emesso una sentenza contro la presenza del crocifisso nelle aule scolasti­che, risollevando di fatto la questione del­le radici cristiane. «Le polemiche sul crocifisso nelle scuole – ha osservato Frattini – hanno rivelato tut­ta la nostra debolezza» poiché finora l’Ue «è certo uno straordinario spazio di libertà per uomini e merci ma anche un’architet­tura complicata, senza una compiuta poli­tica estera ed una difesa dei diritti comu­ni». «Auspichiamo fortemente che il nostro ri­corso sia dichiarato ammissibile», per an­nullare quella sentenza, ha detto il mini­stro confermando l’impegno sul ricorso i­taliano alla Corte per «difendere un senti­mento profondissimo del popolo italiano, un principio fondamentale che tocca l’i­dentità del Paese». «Abbiamo perso, per o­ra, la nostra battaglia per avere un chiaro ri­ferimento delle nostre radici cristiane – ha detto ancora il numero uno della Farnesi­na – ma adesso dobbiamo difendere quel­l’identità» e «stiamo registrando l’appog­gio di molti Paesi europei che hanno di­mostrato un impegno ad intervenire nel procedimento», come la posizione presa dal parlamento polacco, 'fatti politici' che sostengono la richiesta italiana di cancel­lare quella sentenza. Nel suo intervento il ministro ha collegato con chiarezza il rico­noscimento delle radici della civiltà euro­pea con la concessione della cittadinanza agli immigrati.

«La cittadinanza – ha detto – è una con­quista, dopo un percorso complesso, piut­tosto che un dono a chi non la sente o non è pronto ad accettarla», ha detto il ministro, e sulla necessità di efficaci politiche di in­tegrazione ha sottolineato che «dobbiamo indicare con molta chiarezza che il punto di partenza deve essere l’impossibilità di prescindere dalla nostra storia e dalla no­stra identità culturale, anche nazionale». «Per chi sarà pronto – ha detto ancora Frat­tini – si dovrà pensare alla cittadinanza ma in mezzo ci dovrà essere un percorso di dia­logo, di formazione scolastica e civica, di apprendimento della lingua, di rispetto dei diritti fondamentali della persona».

Frattini: le polemiche sul crocifisso nelle scuole hanno rivelato tutta la nostra debolezza. Auspico che il ricorso italiano sia dichiarato ammissibile