DISCERNERE

Uno sguardo profetico sugli eventi

Allarme allergie tra i bimbi. Non solo allergici, ma fobici


testataAllarme allergie, boom tra i bimbi: scuole impreparate*
Se i bambini non toccano tutto, alla fine si ammalano. Ecco perché il problema del boom delle allergie è un problema etico. La "eccessiva igienizzazione", - favorita da tanti messaggi che fanno vedere ad esempio i batteri come nemici mortali, mentre spesso sono utili compagni di cammino - non fa entrare in contatto i piccoli con gli allergeni (ma perché mai dovremo disinfettare e non solo pulire le macchie di gelato?? Che microbi pensate che ìci sino nascosti dentro?) e questo contatto arriva quando è troppo tardi, e l'organismo non li conosce e li rifiuta, secondo nuove ricerche. Il problema etico diventa chiaro quando ci domandiamo perché vogliamo tenere i bambini al riparo da tutto, perché costruiamo per loro un mondo in cui non giocano, ma "fanno sport", non si incontrano ma "vanno a feste precostituite dagli adulti", non si sporcano e non rompono nulla non perché è un pasticcio, ma perché non siamo più abituati a pensare a qualcosa di sporco o di rotto (cioè l'imperfetto) come parte della vita. Il diritto a sporcarsi è un diritto sacrosanto, e non concederlo loro è una violenza fisica e mentale. Non solo cresceranno allergici, ma anche fobici.




* Ecco l'articolo cui fa riferiemnto Bellieni tratto da Il Messaggero:
ROMA (19 dicembre) - Quella delle allergie dei bambini è ormai una vera e propria epidemia, che ha colto di sorpresa famiglie e istituzioni, prima fra tutte la scuola. L'allarme è stato lanciato durante la quinta Giornata del Bambino Allergico, organizzata dalle associazioni di pazienti e di allergologi pediatrici, che hanno anche presentato un decalogo con suggerimento e “buone pratiche” per riconoscere e curare i disturbi allergici. «L'epidemia è dovuta a vari fattori, primo fra tutti l'eccessiva igienizzazione dei bambini - spiega Alberto Ugazio, pediatra dell'ospedale Bambino Gesù di Roma e presidente della societa italiana di Pediatria - e ha colto impreparati un po' tutti, dai genitori alle istituzioni agli stessi pediatri. Ora serve un'alleanza terapeutica di tutte queste figure per far fronte all'emergenza».

Secondo i dati presentati al convegno, nel nostro paese dal 1950 ad oggi si è passati da un 10% della popolazione colpita da una manifestazione allergica ad un 30%. Il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni soffre di asma bronchiale (nell'80% dei casi provocata da allergie), il 18-20% soffre di rinite allergica, mentre il 10% può presentare dermatite atopica e l'8% ha qualche allergia alimentare.

L'istituzione più impreparata ad affrontare questa emergenza sembra essere proprio la scuola: «Servono innanzitutto interventi legislativi che permettano agli insegnanti di assistere i bambini allergici - spiega Ugazio - ora anche in caso di attacchi d'asma o crisi gravi l'unica cosa che un insegnante può fare è chiamare i genitori, e ogni altro intervento è sotto la propria responsabilità. È inutile quindi insegnare loro come intervenire se poi non possono farlo».

Del problema si è detta preoccupata anche Federasma, l'associazione delle famiglie dei pazienti, che ha proposto l'istituzione di presidi sanitari in ogni scuola con personale qualificato ad assistere gli alunni con malattie croniche come le allergie. L'associazione, insieme agli esperti dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha messo anche a punto il decalogo presentato durante la giornata, che contiene i principali consigli per assistere i piccoli pazienti. Accanto alle norme basilari, come rivolgersi sempre al pediatra, effettuare i test allergici solo in strutture ospedaliere valide evitando i test “alternativi”, ci sono anche articoli che sanciscono i diritti dei bambini: “Il bambino ha il diritto di frequentare regolarmente tutte le attività ricreative - si legge ad esempio - gioco e sport, adeguate alla sua età, sotto il controllo di personale addestrato nello specificò. Inoltre il paziente dovrebbe aver garantiti Ambienti interni ed esterni idonei, rigoroso rispetto del regime alimentare del bambino con documentata allergia ad un alimento, l'impiego di farmaci specifici, prescritti e certificati, necessari alla cura quotidiana o in caso di emergenza, somministrati da personale opportunamente addestrato. «Ormai si può dire che la sfida con le malattie acute dei bambini è in buona parte vinta - conclude Ugazio - la sfida adesso è cercare di combattere l'emergenza sociale creata da quelle croniche come le allergie».

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